Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-01: differenze tra le versioni

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La Tatcher avrebbe forse potuto anche soprassedere a questo schiaffo, ma reagì prontamente all'aggressione argentina. A quel punto, il prestigio di entrambe le potenze, per molti aspetti equivalenti nelle rispettive realtà geografiche, era messo totalmente in gioco: chi avesse vinto, avrebbe tratto degli indubbi benefici, purché non a prezzo eccessivo. Per chi avesse perso, la crisi politica sarebbe stata inevitabile. Gli Inglesi ci andarono giù 'duri', anche con atti alquanto arbitrari (e tragici) come l'affondamento del Belgrano. Nonostante fossero a oltre 10.000 km da casa e a 6.000 dalla base di Ascensione, riuscirono a battere il corpo di spedizione argentino che al confronto era letteralmente 'a casa sua'. Questo fu possibile per tante ragioni, a cominciare dal fatto che i britannici, nelle loro pur ridotte forze armate, erano del tutto professionalizzati, mentre l'esercito di leva argentino non si dimostrò all'altezza della situazione, specialmente per via della scarsa efficienza dei comandi superiori. L'aviazione argentina si batté con grande valore, ma subì la sorpresa degli Harrier, che contro le previsioni di molti, riuscirono ad imporsi persino ai Mirage e Dagger, celebri reduci delle guerre contro gli arabi. La guerra fu dura e relativamente breve, con gravi perdite per entrambe le parti, ma furono gli inglesi a vincere, rilanciando la loro politica. Per loro, il vero 'mondiale' di quell'anno fu giocato alle Falklands. La Tatcher sarebbe stata poi consigliera di un incerto Bush, insistendo che, anche nella crisi irakena, 'l'aggressore non abbia alcun vantaggio dalla sua azione'. Quindi le piccole Falklands furono, al pari di Grenada per gli USA, una ragione per rilanciarsi anche a livello di morale. Gli argentini invece si ritrovarono sconfitti e al punto di partenza, ovvero a contestare il brutale regime dei Generali, che di lì a pochi mesi dovette fare le valigie e lasciare il posto ad una democrazia, sia pure imperfetta e con eccessive tendenze alle liberalizzazioni (da cui la crisi del 2001). Fu una vittoria che di fatto azzoppò il trend delle dittature sudamericane, anche se non era certo per questo che i britannici si diedero così da fare. Le Falklands, soprattutto, sono una base di partenza fondamentale per un futuro ed eventuale sfruttamento delle risorse naturali dell'Antartico, ancora tutte da raggiungere, a parte l'industria baleniera, già all'epoca pressoché bloccata dopo tutti i danni che inflisse ai cetacei della zona tra il XIX e il XX secolo. In ogni caso, gli insegnamenti tratti, anche solo dal punto di vista tecnologico, furono impareggiabili: le Falklands sono l'unico esempio di guerra aeronavale convenzionale combattuta dal 1945, con un impiego esteso dei missili di tutti i tipi. Questi si confermarono superiori ai cannoni e alle bombe, ma tutt'altro che privi di difetti e limiti, specie la difesa antiaerea della RN si dimostrò particolarmente carente, così come la rinuncia a delle portaerei convenzionali altamente controproducente. E se la guerra fosse scoppiata qualche tempo dopo, gli argentini avrebbero potuto persino vincerla, forse senza nemmeno combattere. Le due LPD Fearless e Intrepid, fondamentali per la vittoria, erano quasi sul punto d'essere radiate dal servizio, nel mentre gli argentini si stavano dotando di una squadriglia di 14 Super Etendard e dozzine di missili AM.39. Bastarono 5 aerei e altrettanti missili per affondare due navi inglesi; così come, in prospettiva, l'acquisto di altri 4 sottomarini moderni avrebbe posto un pericolo gravissimo alle navi britanniche, già in difficoltà con il solo S.Louis, che pare abbia addirittura colpito una portaerei -senza che peraltro i siluri detonassero per un difetto di programmazione. Insomma, fu una vittoria inglese ma non senza perdite gravi e punti oscuri da migliorare. Molte delle lezioni vennero fatte proprie dalla NATO (e dai sovietici, dal loro punto di vista), e si dimostreranno utili per la vittoria del 1991 in Irak. Si pensi solo che nel 1982 i FAL britannici erano del tipo semi-automatico (40 c/min) quando gli argentini avevano la versione automatica (600 c/min), e più sistemi di visione notturna dei loro avversari, nonostante che la guerra si combattesse soprattutto di notte. Vi furono anche sorprese positive, come l'efficacia dei missili AIM-9L e dei MILAN. Ma nell'insieme, è evidente che solo una verifica 'sul campo' abbia potuto far capire i limiti e le possibilità di realtà così complesse come le moderne forze armate con la loro moltitudine di sistemi tecnologici, spesso mai usati prima in guerra. Dall'inaffidabilità dei Sea Wolf, ai danni allo scafo delle Type 21, ai limiti dei Sea Dart, insomma, vennero fuori molti problemi. In definitiva fu soprattutto la professionalità ed efficienza dei soldati di Sua Maestà che risolse un problema che all'epoca forse nessun altro, USN a parte, avrebbe potuto affrontare con successo.
 
==1991: Desert Storm<ref>Miller, David: ''Operazione Gramby'', RID Ottobre 1991 pagg. 30-46'' e Bustin, Ian ''Desert Challenger e Warrio'', RID Ottobre 1991 pagg. 47-51</ref>==
La Gran Bretagna si ritrovò subito coinvolta nella crisi irakena e il governo della 'Iron Lady' Tatcher si schierò contro l'invasione irakena, ricordando la Guerra delle Falklands disse al presidente Bush che l'invasore non doveva avere nessun vantaggio dalla sua azione. Il presidente americano era dubbioso sulla necessità di questa dimostrazione di forza ma poi si decise, proprio mentre la Guerra fredda stava finendo positivamente, ad autorizzare il 'build up' delle proprie forze militari nel Golfo, mentre in termini politici attaccò duramente l'aggressione dell'Irak, che si ritrovò isolato. S.Hussein non si ritirò per varie ragioni, e commettendo un errore politico terribile chiamò piuttosto il mondo arabo al Jihad contro l'Occidente (lui che era il 'campione' occidentale di laicismo contro i fanatici Ayatollah..). Dopo oltre 5 mesi in cui si cercò di scongiurare il peggio (e in cui vi furono errori diplomatici e politici da entrambe le parti, solo che una di queste risultò predominante e l'altra, l'Irak, era senza alcuna copertura politica e si ritrovò solo), lo strumento militare alleato iniziò il suo micidiale lavoro.
 
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I Challenger si sono mossi rapidamente, nonostante la loro velocità massima sia di circa 50 km/h (il che dà l'idea delle ore di moto giornaliere sopportate), e nonostante la loro mole, il motore turbodiesel da 1200 hp ha consumato circa un terzo della turbina da 1500 hp degli M1, un vantaggio logistico facilmente immaginabile con 'pieni' di quasi 2.000 l. I carri inglesi non subirono perdite, non è chiaro nemmeno se siano stati colpiti (in effetti, anche gli AMX-30 sono sopravvissuti nonostante la scarsa protezione: evidentemente la mira degli irakeni lasciava a desiderare). Pare che in tutto i 176 Challenger siano stati accreditati di ben 300 carri irakeni (circa 2 a testa, una media davvero straordinaria), ma non incontrarono mai la Guardia Repubblicana, per lo scorno degli equipaggi che dopo i primi successi ambivano a confrontarsi con i migliori nemici disponibili. L'affidabilità tecnica della torretta si è dimostrata molto migliore che in Germania: paradossalmente questo potrebbe essere dovuto proprio ad un uso continuo che ha consentito di 'rodarla' bene. Inoltre la camera termica TOGS, che a suo tempo ha preso il posto dell'iniziale sistema IL previsto (e molto meno costoso) si è imposta come la migliore, meglio del TIS dell'M1 e del TTS degli (eventuali, non è chiaro se siano stati impiegati in azione) M60A3. E non per nulla è stata mantenuta sul Challenger 2, sia pure spostata dalla destra della torre a sopra il cannone (a dire il vero, in maniera assai vulnerabile al fuoco nemico). Se la precisione e la potenza del cannone hanno dimostrato il loro valore (come anche la dotazione di colpi molto alta rispetto ad altri tipi di carri), va anche detto che oltre la metà degli ingaggi controcarri è stata fatta con munizioni HESH e non coi proiettili L21 perforanti, con risultati devastanti contro bersagli leggermente corazzati ed edifici.
 
In sostanza, rispetto alla campagna di denigrazione della stampa inglese del 1989 e buona parte del '90 (forse non del tutto a torto interpretabile come manovra per ottenere l<nowiki>'</nowiki>'appoggio' al successivo Challenger 2) il Chally si dimostrò un degno compare dell'M1. La disponibilità minima richiesta era dell'80% e invece se ne è mantenuta molto al di sopra. Lo stesso valse per l'Abrams, a sua volta molto criticato per il costo e anche per l'affidabilità. Ma in tempo di guerra il concetto di 'disponibilità' è molto più blando e si basa essenzialmente sul 'muoversi, combattere e comunicare', i guasti minori vengono ignorati.
 
In ogni caso non tutto è andato per il verso giusto: inizialmente i motori si rompevano spesso, e durante la campagna almeno 15 motori hanno dovuto essere rimpiazzati: anche perché, date le economie del BAOR ( e la rarità del Challenger, per giunta non esportato) , la scarsità di pezzi di ricambio ne ha impedito la riparazione. La manutenzione ha consentito di mantenere i carri ad alti livelli di disponibilità, ma è stato possibile solo usando uno sforzo notevole e molto tempo: il Chally non è affatto un mezzo 'facile' da mantenere. Il cambio TN37 avrebbe avuto bisogno di più rapporti per le basse velocità, ma nonostante le protezioni aggiuntive, gli equipaggi non hanno rilevato peggioramenti in mobilità ma anzi una marcia più confortevole e stabile le sospensioni sono parzialmente idropneumatiche). La torretta ha consentito di combattere bene, ma era troppo bassa per viverci a lungo data l'assenza di ergonomia e lo scarso spazio interno, e forse la situazione non è stata particolarmente sofferta solo per la breve durata della campagna terrestre; la questione era aggravata dal dover viaggiare a lungo coi portelli chiusi per la minaccia di agenti NBC che gli irakeni possedevano e si temeva potessero usare.
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La RAF avrebbe fatto quindi 117 missioni con un rateo di perdite di circa il 3%, ma secondo altre fonti (però totalmente inverificabili con l'articolo di A. Price di cui sopra, e soprattutto molto più vicine agli avvenimenti) avrebbero fatto addirittura 126 missioni solo nel primo giorno e 300 nella prima settimana, perdendo 6 Tornado. La prima fase era in ogni caso destinata a colpire le piste delle basi aeree con sistemi JP233, la seconda con le armi da 454 kg per colpire i servizi sempre delle basi aeree, poi attacchi contro ponti e shelter con bombe LGB e CBU da media quota. Vennero tirate 1000 'Paveway' da 500 kg circa.
 
<ref> Da qui in poi: Poddu,Franco Maria: ''Daguet & Gramby'', JP-4 aprile 1991 pagg. 78-84</ref>
Tra le tante missioni della RAF v'erano quelle della notte del 29 gennaio: 10 aerei di cui 8 con 8 bombe da 454 kg e 2 con missili ALARM contro Al Taqaddum, 75 km S.O. di Baghdad, 8 con bombe da 454 kg contro un deposito di carburante ad Al Diwaniyah nonché l'aeroporto di Jarrah. Con l'equivalente di 3 1/2 squadroni di Tornado IDS questo ritmo venne mantenuto per settimane. DAl 2 febbraio iniziarono massicce azioni diurne, con l'uso delle prime bombe Paveway grazie al supporto dei Buccaneer S.2 col vecchio pod Pave Spike AQ-152, ma i Tornado il alcuni casi avevano anche il sistema TIALD ognitempo. I Jaguar si sono dati molto da fare con lo squadrone composito di Thurmayt, già dopo 10 ore dal debutto dei Tornado con bombe da 454 kg, CBU da 272, razziere da 70 mm. Queste ultime hanno i nuovi razzi CRV7 canadesi, che sono armi micidiali, avendo la caratteristica di una traiettoria piatta e molto precisa essendo ordigni iperveloci da oltre 1000 ms, circa il doppio (con una energia cinetica 4 volte maggiore) dei razzi normali e capacità perforanti paragonabili a quelle di un cannone: tutt'altra questione rispetto ai vecchi tipi come gli SNEB e affini da 51-68 mm. Il 30 gennaio 8 Jaguar distrussero una batteria di obici vicino a Kuwait City (20 km a Nord), mentre 5 altri attaccarono un centro di comando a sud, obiettivo colpito anche da altri 4 aerei. Sempre il 30 hanno colpito, assieme ad alcuni A-6, con bombe, razzi e cannoni 3 navi da sbarco leggere 'Polnocny'. Certo che i Jaguar, sia francesi che inglesi si sono dimostrati aerei sorprendenti. I Jaguar inglesi non avevano armi guidate di sorta, in genere avevano due missili sopra le ali, due pod ECM o lanciatori ai piloni subalari esterni, 2 -4 bombe o due razzi in quelli interni, 1 serbatoio ventrale. È vero che molte missioni sono state annullate per il cattivo tempo, che i Jaguar non gradiscono certo: però le bombe da 272 kg BL 755 di seconda generazione si sono dimostrate micidiali nel loro debutto operativo, più valide rispetto a bergali di tipo 'generale'. I razzi CRV-7 con 1250 ms di velocità a termine combustione possedevano una gittata di 6.5 km. Lanciati da razziere da 19 colpi come al solito per le armi di questo calibro, si sono dimostrati efficaci anche contro bersagli corazzati. In tutto ne sono stati usati 700.