Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Possibili immagini: differenze tra le versioni

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Per la maggior parte, fino alla formazione di ghetti chiusi e di [[w:Zona di residenza|insediamenti restrittivi]], gli ebrei non erano ermeticamente isolati dalla società cristiana. In molti modi – grazie a rapporti commerciali e negoziati politici, insieme a gusti estetici e culturali condivisi – gli ebrei interagivano con i loro vicini [[w:Goy (ebraismo)|''goy'' (ebr. גוי; plur. גוים ''goyim'' – "gentili")]]. Quando possibile (e talvolta quando chiaramente impossibile), gli uomini e le donne ebrei cercavano di vestirsi come i loro vicini, di giocare e impegnarsi socialmente con questi ''altri'', a volte fino al punto di alleanze sessuali e matrimoni se non concubinati, di imitare la loro architettura e mobili e di adorare in stili simili e con gesti, musica e intenzioni analoghi. Nella misura in cui la figura di Gesù, così come sua madre, i discepoli, i santi seguaci e gli imitatori sacerdotali, permearono tutti questi aspetti della vita europea, l'iconografia di Cristo penetrò nell'incoscio ebraico e venne talvolta in parte riconosciuta e accolta, sebbene con parole e segnali cautelativi occasionali.
 
Ma mentre l'immagine che più ci viene in mente nella nostra età moderna è quella di Gesù adulto, Gesù il Salvatore crocifisso sulla croce – non da ultimo a causa dei grandi dipinti rinascimentali e barocchi che riempiono i nostri musei e la nostra immaginazione – possiamo anche ricordare a noi stessi dell'altra immagine comune, quella del bambino Gesù in braccio alla madre. Naturalmente, queste erano immagini tutt'altro che rare per l'immaginazione medievale, e quindi probabilmente erano ben conosciute dagli ebrei che potevano vederle ovunque, scolpite negli edifici, ricamate in arazzi, dipinte su affreschi e descritte con nei sermoni di sacerdoti e frati che arringavano gli uomini e le donne incalliti nella "vecchia" tradizione affinché si convertissero o guai a loro – oppure soffrissero nel baratro più profondo della perdizione infinita, costretti a un esilio umiliante o uccisi sul posto. Pertanto, per un ebreo, era difficile, se non impossibile, vedere in queste immagini amore, misericordia e perdono, per non parlare di giustizia e salvezza. Sono immagini spaventose e grottesche di un mondo impazzito, un mondo in cui le profezie bibliche ammonitrici sono distorte in minacce di punizione e descrizioni di pericolo imminente. Non abbiamo quasi traccia di come abbiano reagito i veri ebrei. Abbiamo resoconti fantastici di ciò che i cristiani presumevano fossero le risposte ebraiche: profanazioni dell'ostia, cerimonie di infanticidio a imitazione della crocifissione originale e altre presunte celebrazioni della perfidia e della malevolenza ebraica. Di tanto in tanto leggiamo una breve menzione di un membro della comunità ebraica che non poteva controllarsi e gettava fango contro una processione ecclesiastica o macchiava l'icona o lo stendardo che sfilava per le strade. Un tale evento diventava un disastro per gli ebrei di quella città, poiché la punizione era rapida e collettiva. Le stesse autorità rabbiniche erano quasi al limite del loro ingegno per impedire alle giovani teste calde di lasciarsi andare in tali modi. Ma a parte atti di ribellione simbolica su scala così ridotta e individuale, non ci sono casi storici in cui gli ebrei, collettivamente e in modo cospiratorio, abbiano compiuto uno qualsiasi di questi atti iconoclasti e blasfemi.<ref>Norman Simms, "Moving Through Time and Space: Memories, Midrash and Trauma", ''Australian Journal of Jewish Studies'' 16 (2002): 223-37.</ref>
 
Nessun caso, cioè, tranne in forma letteraria, e anche allora di solito in modi obliqui e codificati. Può essere che durante i tumulti antiebraici nel nord della Francia e nella Renania durante la prima e la seconda crociata, ci fossero comunità che risposero con ''[[w:Kiddush Hashem|Kiddush ha-Shem]]'' nel modo descritto da alcuni dei cronisti rabbinici e scrittori di inni martirologici, cioè con tentativi da parte di padri e madri di sacrificare i propri figli piuttosto che vederli convertiti con la forza e portati via per essere cresciuti come cristiani, azioni compiute non solo in sfida allo zelo dei crociati e alla giudeofobia della folla locale, ma azioni che si appropriano delle immagini della morte volontaria di Cristo in croce e del potere curativo del sangue sacramentale.<ref>Norman Simms, "The Unspeakable Agony of ''Kiddush ha-Shem'': Forced Jewish Infanticide during the First and Second Crusades", ''The Medieval History Journal'' 3, no. 2 (2000): 337-62.</ref>
 
Il consueto presupposto degli storici religiosi è che abbiano a che fare con persone intelligenti, sofisticate ed istruite, quando, in effetti, il grosso dell'esperienza afferma che di solito abbiamo a che fare con persone non molto brillanti, rozze e ignoranti. Quindi, le piccole élite per le quali la letteratura veniva scritta e rappresentata provavano una gioia speciale nel sapere che potevano capire ciò che la maggior parte dei loro contemporanei non poteva.
 
Per tale piccolo pubblico ebraico, segretamente nascosto in una grande società cristiana in cui la loro conoscenza rabbinica e il loro modo di pensare e di sentire non erano facilmente riconosciuti e sarebbero stati molto pericolosi se esposti, c'era una peculiare piccantezza nel trovare i mezzi per esprimere i loro sentimenti interiori più oscuri e comunicare segreti tra di loro. Inoltre, le circostanze stesse del loro isolamento, stato di ansia e senso di superiorità fecero sì che essi comprendessero ben di più del mondo e della conoscenza trasmessa dalla tradizione differentemente; significava che conoscevano anche aspetti del mondo che gli altri non potevano conoscere o comprendere e quindi le loro tradizioni potevano navigare attraverso l'oceano di ciò che era generalmente noto, codificato in istituzioni e interiorizzato come senso comune con una mentalità e una tecnologia della conoscenza molto diverse. Allo stesso tempo, dobbiamo ricordare che gli ebrei medievali spesso vivevano e facevano affari non solo con le élite – vale a dire, principi, preti, avvocati professionisti, medici e ricchi borghesi – ma anche in misura maggiore con i lavoratori non istruiti nelle città e con i [[w:servitù della gleba|servi della gleba]] nei villaggi. Quanto è ignorante un ignorante? Nel 1848 in una Relazione sul [[w:Galles|Galles]], un ispettore scolastico ricorda quando andò in una scuola rurale vicino a una città di circa cinquemila persone: "Poi ho chiamato una classe più numerosa, la maggior parte della quale era venuta di recente in questa scuola. Tre ragazze mi hanno dichiarato ripetutamente di non aver mai sentito parlare di Cristo e due di non aver mai sentito parlare di Dio. Due su sei pensavano che Cristo fosse sulla terra adesso, tre non sapevano nulla della crocifissione... le loro menti erano completamente vuote".<ref>Citato da [[w:John Ruskin|John Ruskin]], "Lecture II.—Lilies: Of Queens’ Gardens" in ''Sesame and Lilies'', (Londra: Collins’ Clear-Type Press, 1904), 141.</ref>
 
Questo è precisamente il tipo di ignoranza con cui la chiesa iniziò a confrontarsi al Concilio Lateranense II alla fine del XII secolo, spingendo i parroci ad istruirsi e i laici ordinari a conoscere le basi della fede. L'imperativo educativo sta dietro le direttive di creare le grandi rappresentazioni del ''Corpus Christi'' come modo per raggiungere una popolazione al di là della portata dell'istruzione formale. Questi ecclesiastici inoltre invitarono gli artisti a decorare le chiese, in particolare le vetrate colorate, con un correlativo visivo di questi insegnamenti elementari. Era anche questo grande vuoto culturale nella conoscenza popolare che [[w:Geoffrey Chaucer|Chaucer]] prende in giro in ''[[w:I racconti di Canterbury|The Canterbury Tales]]'', dove alcuni dei suoi pellegrini, come il [[w:Il racconto del mugnaio|Mugnaio]], conoscono solo una parte della Sacra Scrittura che hanno raccolto dalle rappresentazioni teatrali messe in scena nelle strade delle città inglesi.
 
Possiamo dire, quindi, che se i cristiani ordinari per la maggior parte non avevano quasi nessuna conoscenza sofisticata della propria religione, anche gli ebrei potevano non aver avuto una conoscenza migliore — ma avevano però una comprensione diversa. E, a causa delle persecuzioni periodiche e delle ondate di pressioni affinché abbandonassero la loro fede ancestrale, gli educatori rabbinici cercarono di garantire che i loro fedeli fossero armati di risposte ai sermoni forzati e alla schiacciante saturazione dell'iconografia cristiana di conversione che stavano diventando comuni nell'[[w:Alto Medioevo|Alto Medioevo]].
 
Ma piuttosto che esaminare queste azioni presunte – a me sembrano più fantasie e miti che eventi reali, tentativi ''post factum'' di razionalizzare ciò che realmente accadde – voglio passare a un'altra serie di immagini cristiane che appaiono nella scrittura cripto-ebraica dei secoli XIV e XV. Queste sono immagini di Gesù come neonato, come un bambino tra le braccia di sua madre Maria e come un bambino innocente tra i tanti che furono [[w:strage degli innocenti|massacrati]] da [[w:Erode il Grande|Erode il Grande]] il giorno di Capodanno.
 
I tre testi che esaminerò sono ''[[w:Sir Gawain e il Cavaliere Verde|Sir Gawain and the Knight of the Green Chapel]]'' (titolo corretto che prendo dal poema stesso), il racconto ''[[w:Il racconto della madre priora|Prioress's Tale]]'' di Chaucer da ''[[w:I racconti di Canterbury|The Canterbury Tales]]'', e ''[[:en:w:The Second Shepherds' Play|The Second Shepherds’ Play]]'' del [[:en:w:Wakefield Mystery Plays|Wakefield Cycle]].<ref>Tutti i testi di letteratura medievale inglese sono qui riportati nell'originale ''[[w:Lingua inglese media|Middle English]]'' senza traduzione italiana.</ref> Nessuna di queste opere è normalmente considerata ebraica in alcun senso dagli storici letterari e culturali, e io sostengo solo che i loro "autori" (termine già problematico) potrebbero essere stati cripto-ebrei.
 
<!-- <ref>Tutti i testi di letteratura medievale inglese sono qui riportati nell'originale ''[[w:Lingua inglese media|Middle English]]'' senza traduzione italiana.</ref> --->
== Le molte circoncisioni di ''[[w:Sir Gawain e il Cavaliere Verde|Sir Gawain]]'' di "Qa'milot" o Camelot ==
{{Immagine grande|Gawain and the Green Knight.jpg|800px|''"[[w:Sir Gawain e il Cavaliere Verde|Sir Gawain e il Cavaliere Verde]]"'', da manoscritto originale (tardo XIV secolo)}}
{{q|...the tendency of holy war is to turn inwards... the appeal [of] introspective violence appears to have had for lay men and women... the failure of the church leaders to control public emotion.<ref>Jonathan Riley-Smith, "Christian Violence and the Crusades", in ''Religious Violence Between Christians and Jews: Medieval Roots, Modern Perspectives'', cur. Anna Sapir Abulafia (Houndsmith: Palgrave, 2002), 5.</ref>}}