Storia della letteratura italiana/Vittorio Alfieri: differenze tra le versioni

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Il ventiquattrenne Alfieri rientra a Torino nel 1773 e si dedica allo studio della letteratura, rinnegando in tal modo «anni di viaggi e dissolutezze». Prese una casa in piazza San Carlo, la ammobilia sontuosamente, ritrova i suoi vecchi compagni dell'Accademia militare e di gioventù.<ref name="VitaIII" /> Con loro istituisce una piccola società che si riunisce settimanalmente in casa sua per «banchettare e ragionare su ogni cosa», la ''Societé des Sansguignon''. In questo periodo scrive «cose miste di filosofia e d'impertinenza», per la maggior parte in lingua francese, tra cui l<nowiki>'</nowiki>''Esquisse de Jugement Universél'', ispirato agli scritti di Voltaire.<ref name="VitaIII" />
 
Ha anche una relazione con la marchesa Gabriella Falletti di Villafalletto, moglie di Giovanni Antonio Turinetti marchese di Priero. Tra il 1774 e il 1775, mentre assiste l'amica malata, porta a compimento la tragedia ''Antonio e Cleopatra'', rappresentata a giugno di quello stesso anno a Palazzo Carignano, con successo.<ref name="VitaIII" /> Nel 1775 tronaòtronca la ''liaison'' e perfeziona la sua conoscenza della grammatica italiana riscrivendo le tragedie ''Filippo'' e ''Polinice'', che in una prima stesura erano state composte in francese.<ref name="VitaIII" />
 
Nell'aprile dell'anno seguente si reca a Pisa e Firenze per il primo dei suoi "viaggi letterari", iniziando la stesura dell<nowiki>'</nowiki>''Antigone'' e del ''Don Garzia''. Torna in Toscana nel 1777, in particolare a Siena, dove conosce quello che sarebbe diventato uno dei suoi più grandi amici, il mercante Francesco Gori Gandellini. Questi influenza notevolmente le sue scelte letterarie, convincendolo ad accostarsi alle opere di [[../Niccolò Machiavelli|Niccolò Machiavelli]]. Da queste nuove ispirazioni nascono ''La congiura de' Pazzi'', il trattato ''Della Tirannide'', l<nowiki>'</nowiki>''Agamennone'', l<nowiki>'</nowiki>''Oreste'' e la ''Virginia''.<ref name="VitaIII" /> Per dedicarsi solo ed esclusivamente alla letteratura per lungo tempo, arriva a farsi legare alla sedia da Elia, in un famosissimo episodio.<ref>{{cita libro | Lucio | D'Ambra | Vittorio Alfieri. Il trageda legato alla sedia | 1938 | Zanichelli | Bologna }}</ref>