Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Profeta ebreo: differenze tra le versioni

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Coloro che accettano Gesù come il Messia attingono al paradigma profeticamente annunciato, in particolare quello dei quattro Cantici del Servo nel Deutero-Isaia ({{passo biblico|Isaia|42:1-4;49:1-7;50:4-11;52:13-53:12}}). Questi Cantici del Servo sono ancora interpretati dai cristiani<ref>Jensen, "Prediction-Fulfillment", 658 nota che la tardività dell'"identificazione ebraica del Servo Sofferente col Messia" non la si trova prima del quarto secolo e.v. Cfr. anche J. A. Fitzmyer, "Jesus in the Early Church through the Eyes of Luke-Acts", ''Scripture Bulletin'' 17 (1987): 32.</ref> – da tempi relativamente antichi fino ai giorni nostri – come profetizzassero la venuta di Gesù quale messia escatologico e, quindi, come il "Servo Sofferente di Yahweh" e il Figlio di Dio.<ref>Richard T. Murphy, in "Second Isaiah: The Servant of the Lord", ''Catholic Biblical Quarterly'' 9 (1947): 269, nota che fu la controversia coi cristiani che spinse i rabbini ad identificare il Servo Sofferente con Israele piuttosto che con l'atteso Messia.</ref> Di conseguenza, interpretano la sua definizione di Figlio di Dio in modo inequivocabile come un segno di divinità. In realtà la designazione è ambigua e può denotare sia il divino che l'umano, e quindi definirlo in entrambi i modi.<ref>In quanto servo sofferente, potrebbe essere Figlio dell'Uomo o di Dio. Ma, in quanto Servo Sofferente escatologico, egli può solo essere il Figlio di Dio. Per il Figlio di Dio diverso dal suo uso onorifico nei circoli ellenistici, si veda Paul J. Achtemeier, "Mark, Gospel of", ''Anchor Bible Dictionary'' 4:551.</ref> Per i cristiani, la raffigurazione di Gesù come Figlio dell'Uomo e il (solo unigenito) Figlio di Dio è congruente, ma passibile di differenziazione. Quindi, la percezione di Gesù come il re dei Giudei così come quella predetta dai profeti, si basa e ''deve'' basarsi su quella di Gesù l'ebreo umano, che ciò sia riconosciuto o meno. La qual cosa non nega il suo ''status'' divino, ma piuttosto indica i legami regali con l'individuo umano.
 
Ci sono molti aspetti interessanti in questo. Ad esempio, da nessuna parte nei Vangeli Gesù si riferisce a se stesso come re dei Giudei, sebbene Matteo lo consideri nato per essere il re dei Giudei e Gesù concordi. Basandosi solo sugli scritti biblici ed extra-biblici esistenti, è impossibile determinare se la cautela di Gesù fosse per amor di sicurezza in modo da non essere classificato come traditore dalla legge romana (cfr. ''supra'') oppure perché non si considerava il re degli ebrei, il che è improbabile date le sue quasi-ammissioni. D'altra parte, la targa sovrascritta sopra la testa di Gesù in croce recita "Il Re dei Giudei" ({{passo biblico2|Marco|15:26}}); o "Questi è il re dei Giudei" ({{passo biblico2|Luca|23:38}}); o "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei" ({{passo biblico2|Giovanni|19:19-20}}); o "Questi è Gesù, il re dei Giudei" ({{passo biblico2|Matteo|27:37}}). Tali sovrascrizioni mostrano che i romani lo crocifissero per l'atto traditore di assumere regalità, indipendentemente dal fatto che lo avesse ammesso o meno quando fu interrogato da Pilato.<ref>Ciò solleva la questione della validità del rapporto nei Vangeli secondo cui Pilato non aveva trovato alcuna colpa in Gesù (''supra'').</ref>
 
Inoltre, c'è la questione del paradigma del Servo Sofferente di Yahweh che si trova in Deutero-Isaia, che i cristiani ipotizzano anticipi Gesù.<ref>Inoltre, Siracide ({{passo biblico|Siracide|48:24}}) dice di Isaia: "Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi" che i cristiani ritengono sia una predizione di Gesù.</ref> Tuttavia, è altamente possibile che Deutero-Isaia non abbia proposto i Cantici del Servo come profezia di una futura figura messianica. Piuttosto, molto probabilmente, proprio come Proto-Isaia stava riflettendo sulla nascita del re Ezechia ({{passo biblico|Isaia|7:14}}) in una asserzione successivamente presa a profetizzare la nascita di Gesù,<ref>Quindi è significativo che ({{passo biblico|Siracide|48:22-25}}) descriva le azioni di Ezechie come re secondo gli insegnamenti di Isaia.</ref> Deutero-Isaia nei Cantici del Servo potrebbe aver riflettuto sulla sofferenza del Proto-Isaia. Cioè, potrebbe davvero essersi riferito all'Isaia di Gerusalemme dell'VIII secolo che, come altri profeti dell'VIII secolo di cui siamo a conoscenza,<ref>76. Poiché ''1Qp Hab'' 2:9 si riferisca ai profeti servi di Dio, è una conclusione logica che Proto-Isaia sia, o possa essere, il Secondo Servo Sofferente descritto da Isaia. Per tale uso si veda {{passo biblico2|2Re|17:23,21:10}}. Benjamin D. Sommer, ''The Jewish Study Bible'' (Oxford: Oxford University Press, 2004) 867, a {{passo biblico2|Isaia|42:1-9}}, afferma che Ibn Ezra considerò che il servo fosse Isaia. Tuttavia, nel suo commentario di Isaia, ibn Ezra interpreta che il servo sia Israele.</ref> ai suoi tempi era un disprezzato paria.<ref>Per Isaia, come anche per altri profeti "presenti" sia in Deutero-Isaia che in Trito-Isaia, si veda Christopher R. Seitz, "How is the Prophet Isaiah Present in the Latter Half of the Book? The Logic of Chapters 40-65 within the Book of Isaiah", ''Journal of Biblical Literature'' 115 (1996): 237-38.</ref>
 
Le correlazioni sono forti. Proprio perché la forma di jahvismo del Proto-Isaia era decisamente diversa da ciò che egli attribuisce ai suoi contemporanei Giudaiti, e in particolare ai gerosolimitani, fu giustamente disprezzato dai suoi contemporanei. Le sue pratiche, secondo la sua stessa testimonianza ({{passo biblico2|Isaia|1-39}}),<ref>Sebbene ci siano aggiunte al testo successive, è principalmente Proto-Isaia.</ref> sebbene richieste da Yahweh, erano anomale, almeno nella società per amore della quale, ma allo stesso tempo contro la quale, predica. È lui che è diverso, non quelli che egli critica. Soprattutto è vituperosa la sua predicazione sui peccati dei gerosolimitani nei capitoli 1-6.
 
Allo stesso modo, la predicazione di Gesù (ad esempio, le Beatitudini: {{passo biblico2|Matteo|5:3-12}}; {{passo biblico2|Luca|6:17,20-23}}) va al di là di ciò che, per quanto ne sappiamo, era praticato nello Stato del Tempio, ed era spesso in disaccordo con le dottrine sacerdotali ({{passo biblico2|Matteo|5:17-48}}). L'attacco di Gesù ({{passo biblico2|Matteo|5:1-7:27}}) alle pratiche religiose di coloro che si trovano nello Stato del Tempio è analogo all'attacco di Proto-Isaia alle figlie di Gerusalemme. Il suo attacco ai cambiavalute e ad altri nel Tempio ({{passo biblico2|Matteo|21:12-13}}; {{passo biblico2|Marco|11:15-19}}; {{passo biblico2|Luca|19:45-48}}; {{passo biblico2|Giovanni|2:13-22}}) è forse il punto saliente del suo attacco contro lo Stato del Tempio, in particolare l'establishment gerosolimitano. Ma, in modo significativo, quando a Gesù viene chiesto perché i suoi discepoli trasgrediscano le tradizioni degli anziani ({{passo biblico2|Matteo|15:1-6}}), risponde ({{passo biblico2|Matteo|3-9:1}}; {{passo biblico2|Marco|7:1-23}}) dicendo ai farisei e agli scribi che costoro danno la priorità alle loro tradizioni piuttosto che a Dio. Nella giustificazione, cita Proto-Isaia ({{passo biblico|Isaia|29:13}}). Come Isaia, è Gesù che è diverso e non quelli criticati. Per quanto riguarda la cattiveria, va notato che Gesù chiarisce che non di non esser venuto a portare la pace, ma a mettere gli uni contro gli altri ({{passo biblico2|Matteo|10:34-36}}; {{passo biblico2|Luca|12:51-53}}), e maltratta coloro che crede stiano violando la casa e le leggi di suo Padre. Inoltre, in Matteo, parla di se stesso come se fosse venuto con una spada. Sia Proto-Isaia che Gesù intendono portare il dissenso, per cambiare le pratiche religiose delle persone:
{{q|Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.|{{passo biblico2|Matteo|10:34-36}}}}