Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Profeta ebreo: differenze tra le versioni

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Per quanto riguarda l'escatologia, oggi gli ebrei non rifiutano teologicamente l'idea della risurrezione, e certamente non fu rifiutata durante il periodo compreso tra la composizione della Storia deuteronomistica e qualche (molto) tempo dopo la fine del Secondo Tempio e persino della prima era rabbinica.<ref>David J. Bryan, in "The Jewish Background to The Resurrection of the Son of God by N.T. Wright", ''Journal for the Study of the Historical Jesus'' (2005), nota che l'osservazione di Wright che ci sono eccezioni bibliche alla prospettiva veterotestamentaria che la morte sia finale: vale a dire "Enoch (Gen. 5), Elia (2 Re 2) e Mosè (Deut. 34)" (156). Tuttavia non vedo giustificazioni ad includerci Deut. 34. In ogni caso, Bryan prosegue affermando "l'emergere di indizi di speranza per i morti" e successivamente il "‘risveglio’ dei dormienti". Per differenze settarie ebraiche nel tardo Secondo Tempio riguardo alla credenza nella risurrezione, di Gesù o di altri, si veda per es. Atti 17:32, 23:6, 24:21;1 Cor. 15:3-4, 21, 29; Efes. 5:14.</ref> Sebbene nella maggior parte dei gruppi settari moderni all'interno dell'[[w:ebraismo rabbinico|ebraismo rabbinico]], la risurrezione non sia di solito un argomento di discussione né tra il pubblico laico né in ambiente rabbinico,<ref>Nel [[w:Kaddish|Kaddish]] del lutto, gli ebrei lodano Dio per tutta l'eternità senza citare la morte.</ref> tale non è il caso dell'ebraismo chassidico (in particolare) e rabbinico ortodosso. Ciò che è storicamente significativo, qui, è che o Rabbi [[w:Giuda il Principe|Yehudah HaNasi (Giuda il Principe)]] o gli artefici della [[w:Mishnah|Mishnah]] mantennero una fede, o almeno un dialogo riguardo alla fede, nella risurrezione. Si afferma che coloro a cui è negata una parte nel Mondo a venire sono quelli che negano l'attestazione della risurrezione dei morti nella Torah (''m. Sanh.'' 10: 1).
 
Non si può negare che nella Storia Primaria vi sia almeno un caso esplicitamente notato di morte e risurrezione, in cui lo storico deuteronomista riferisce della risurrezione del figlio della donna sunammita da parte del profeta [[w:sciamanesimo|estatico-sciamanico]] [[w:Eliseo (profeta)|Eliseo]] ({{passo biblico2|2Re|4:8-37}}).<ref>Uso i termini sciamanico ed estatico come sinonimi. In ogni caso, qui Eliseo è anche chiamato l'uomo di Dio. L'articolazione può essere significativa.</ref> Tuttavia, la tradizione chiaramente non tratta questo caso come anomalo poiché addirittura il contatto con le ossa del defunto Eliseo potevano far rivivere i morti ({{passo biblico2|2Re|13:20-21}}). Ma le circostanze in cui si verifica un tale atto in generale sono straordinarie e sono considerate limitate alle azioni del profeta sciamanico, Eliseo, che [[w:Yahweh|Yahweh]] possiede e pervade.<ref>Il gruppo di cui Eliseo era il leader è stato paragonato a un "culto della [[w:possessione|possessione]]". Si veda, per esempio, R. R. Wilson, ''Prophecy and Society in Ancient Israel'' (Philadelphia: Fortress, 1980), 202. Cfr. anche Keith W. Whitelam, "Elisha", ''Anchor Bible Dictionary'' 2:472.</ref>
 
Eliseo aveva varie caratteristiche sciamaniche che sono anche basilari e parallele, sebbene con modifiche, alle tradizioni di Gesù: per esempio, Eliseo fece sì che più vasi d'olio fossero riempiti da un solo vaso ({{passo biblico2|2Re|4:1-7}}); fu in grado di nutrire un certo numero di uomini solo con una piccola quantità di cibo ({{passo biblico2|2Re|4:42-44}}); guarì ({{passo biblico2|2Re|5:1-19}}) e fece ammalare di lebbra ({{passo biblico2|2Re|5:20-27}}). Come Eliseo aveva fatto riempire più vasi di olio da uno solo, Gesù fece riempire più vasi di vino trasformati dall'acqua ({{passo biblico2|Giovanni|2:2-11}}). E compì altri miracoli simili a quelli di Eliseo: per esempio, sfamò migliaia di persone con sette pani ({{passo biblico2|Matteo|15:32-39}}; {{passo biblico2|Marco|8:2-10}}); e ancora, migliaia con soli cinque pani e due pesci ({{passo biblico2|Matteo|14:13-21}}; {{passo biblico2|Marco|6:35-44}}; {{passo biblico2|Luca|9:10-17}}; {{passo biblico2|Giovanni|6:1-15}}); guarì gli ammalati ({{passo biblico2|Matteo|4:24-25;8:14-17;9:20-22;12:13-14}}; {{passo biblico2|Marco|1:29-31;3:1-5;5:28-31}}; {{passo biblico2|Luca|4:38-41;6:8-10;8:43-48}}); resuscitò i morti, in varie occasioni (ad esempio, la ragazza morta [{{passo biblico2|Matteo|9:24}}; {{passo biblico2|Marco|5:35-39}}], la donna morta [{{passo biblico2|Luca|8:52-3}}], il figlio della vedova [{{passo biblico2|Luca|7:11-1}}]), il ragazzo [{{passo biblico2|Marco|9:26}}], che la folla credeva morto, ma che forse era semplicemente posseduto; e, in particolare, Lazzaro [{{passo biblico2|Giovanni|12:1-17}}]). Inoltre, si considerava che egli fosse Giovanni Battista risorto dai morti ({{passo biblico2|Matteo|14:2}}).<ref>In particolare, Gesù giustifica il suo ministero ai gentili ({{passo biblico2|Luca|4:27}}) in virtù di Eliseo che guarì [[w:Naaman|Naaman]]; si veda Whitelam, "Elisha", ''Anchor Bible Dictionary'' 2:472). Per il battezzatore di Gesù, Giovanni il Battista, come nuovo Elia, cfr. J. Severino Croatto, "Jesus, Prophet like Elijah", 454.</ref>
 
Questi attributi, abilità e opere miracolose che il Gesù storico condivide con i presunti profeti sciamanici del IX secolo p.e.v.,<ref>Gesù è stato ben riconosciuto come una figura tipo Elia. Si veda per esempio, John A. T. Robinson, "Elijah, John and Jesus: An Essay in Detection", ''New Testament Studies'' 4 (1957-58): 263-81. J. Severino Croatto, in "Jesus, Prophet like Elijah", sottolinea che "Luca raccoglie una serie di miracoli che ‘imitano’ miracoli paralleli di Elia o di Eliseo" (456).</ref> almeno come descritto dallo storico deuteronomista tra la fine del VI e l'inizio del V secolo p.e.v.,<ref>37. Il tardo collocamento cronologico della maggior parte di ''[[:en:w:Deuteronomist#Deuteronomistic history|DtrH (= Storia deuteronomistica)]]'', con l'eccezione di diverse poesie, è ben stabilito. Nonostante la convinzione di molti studiosi che esistessero tradizioni precedenti su cui poggiano parti di ''DtrH'', con l'eccezione di Giudici 4 che è una presentazione tardiva e variabilmente interpolata di ciò che sta in Giudici 5, l'esistenza di materiale narrativo precedente è attualmente non dimostrabile e quindi deve rimanere ipotetico. Inoltre, poiché i cicli di Elia ed Eliseo non sono tra le eccezioni, non abbiamo modo di attribuire alcuna veridicità storica alle narrazioni. Significativamente, Susanne Otto, in "The Composition of the Elijah-Elisha Stories and the Deuteronomistic History", ''Journal for the Study of the Old Testament'' 27 (2003): 487-508, data tre delle storie di Elia-Eliseo come composte non molto tempo dopo il 562 p.e.v., e le rimanenti storie di Eliseo risalgono al V secolo p.e.v. e persino al post-deuteronomismo (vedere specialm. 497). Il punto di vista di Otto che la maggior parte delle storie di Eliseo siano basate su "una vecchia raccolta di storie di miracoli" (505) è infondato e, in particolare, non fornisce data a quella raccolta. Sebbene possa avere ragione nell'affermare che {{passo biblico2|1Re|19:1-18}} era stato inserito in ''DtrH'' come tentativo di convalidare l'importanza della profezia, che era stata retrocessa a sostegno del primato di Mosè e del Pentateuco (507), questo sarebbe avvenuto in un secondo momento, poiché fu Esdra a dividere l'Antico Testamento della prima Bibbia in Pentateuco e ''corpus'' profetico. Si veda David Noel Freedman, "The Formation of the Canon of the Old Testament: The Selection and Identification of the Torah as the Supreme Authority of the Post-exilic Community," in ''Religion and Law: Biblical-Judaic and Islamic Perspectives'', cur. Edwin B. Firmage, Bernard G. Weiss e John W. Welch (Winona Lake: Eisenbrauns, 1990), 317-18, 324-326.</ref> complementano la sofferenza e il rifiuto che egli condivise coi profeti/autori dell'VIII secolo p.e.v.,<ref>Qui includo Elia poiché, in Luca, c'è anche un legame implicito con il Terzo Isaia oltre che con Gesù. Tuttavia, non vediamo le stesse corrispondenze di quelle tra Eliseo e Gesù. Per le immagini di Elia in {{passo biblico2|Luca|4:16-30}} e la sua relazione con {{passo biblico2|Isaia|61:1-2}}, vedere John C. Poirier, "Jesus as an Elijanic Figure in Luke 4: 16-30", ''Catholic Biblical Quarterly'' 69 (2007): 349-63. Poirier non considera "l'analogia di Elia ed Eliseo" come una "logion vagante" (363). Significativamente, Poirier osserva che è molto probabile che Elia sia stato unto sebbene non vi sia alcuna dichiarazione esplicita al riguardo (353). Questa è una chiara corrispondenza con Gesù, che è considerato l'unto del Signore, ma non vi è alcuna rappresentazione dell'unzione tradizionale con olio.</ref> formando così un paradigma che richiede che egli sia classificato come profeta proprio come lo descrive l'autore degli Atti ({{passo biblico|Atti|3:22-26}}). Gesù non solo condivide alcune caratteristiche con il presunto sciamano Eliseo, ma condivide anche alcune caratteristiche con il presunto Mosè del tredicesimo secolo p.e.v.,<ref>Dato il ritardo della Storia Primaria (= da Genesi a 2 Re MT), e in particolare ''DtrH'' e ''P'', con quest'ultimo molto probabilmente risalente all'inizio dell'era del Secondo Tempio, la nostra immagine di Mosè, che può o meno essere esistito, è di per sé abbastanza tardiva.</ref> che gli ebrei considerano un profeta e che i cristiani credono abbia profetizzato la venuta di Gesù come Messia ({{passo biblico|Atti|3:22-26}}). Gesù, come Mosè e gli altri profeti, parla direttamente con Yahweh. Inoltre, Yahweh parla tramite Mosè, tramite i profeti sciamanici, tramite i profeti/autori e infine, appunto, Gesù. Inoltre, Yahweh possiede i profeti sciamanici, e alcuni ma non tutti i profeti/autori (almeno quando ricevono la loro "chiamata"), e a volte anche Gesù.
 
 
 
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