Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Profeta ebreo: differenze tra le versioni

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Tra vari ebrei laici d'oggi, ci sono varie aspettative per un futuro messia ebreo, sia esso basato sulla Scrittura, sul misticismo ebraico o sulle moderne credenze e pratiche settarie.<ref>Anche alcuni ebrei che rifiutano ogni forma di pratica religiosa, ma amano Israele, sperano ancora in un leader politico-militare, che salverà Israele dai suoi nemici. Potrebbero certo non considerarla un'aspettativa messianica, ma in fin dei conti e per definizione lo è.</ref> Proprio come alcuni ebrei rabbinici credono che il termine "unto" nella Scrittura possa raramente essere usato per riferirsi a un futuro salvatore o redentore escatologico, altri, in particolare ebrei [[w:Chassidismo|chassidici]] e [[w:Ebraismo ortodosso|ortodossi]], attendono l'arrivo di un tale messia escatologico.<ref>Si veda per esempio l'elenco delle opinioni chassidiche su <https://truthnet.org/> o anche il sito [[w:Chabad Lubavitch|Chabad]] <https://chabadinfo.com/> e <https://www.chabad.org/>.</ref> Alcuni membri di diverse affiliazioni ebraiche attendono l'arrivo di un messia politico-militare. Ma, per la maggior parte, non si sentono molti ebrei laici esprimere aspettative messianiche.
 
Per quanto riguarda l'escatologia, oggi gli ebrei non rifiutano teologicamente l'idea della risurrezione, e certamente non fu rifiutata durante il periodo compreso tra la composizione della Storia deuteronomistica e qualche (molto) tempo dopo la fine del Secondo Tempio e persino della prima era rabbinica.<ref>David J. Bryan, in "The Jewish Background to The Resurrection of the Son of God by N.T. Wright", ''Journal for the Study of the Historical Jesus'' (2005), nota che l'osservazione di Wright che ci sono eccezioni bibliche alla prospettiva veterotestamentaria che la morte sia finale: vale a dire "Enoch (Gen. 5), Elia (2 Re 2) e Mosè (Deut. 34)" (156). Tuttavia non vedo giustificazioni ad includerci Deut. 34. In ogni caso, Bryan prosegue affermando "l'emergere di indizi di speranza per i morti" e successivamente il "‘risveglio’ dei dormienti". Per differenze settarie ebraiche nel tardo Secondo Tempio riguardo alla credenza nella risurrezione, di Gesù o di altri, si veda per es. Atti 17:32, 23:6, 24:21;1 Cor. 15:3-4, 21, 29; Efes. 5:14.</ref> Sebbene nella maggior parte dei gruppi settari moderni all'interno dell'[[w:ebraismo rabbinico|ebraismo rabbinico]], la risurrezione non sia di solito un argomento di discussione né tra il pubblico laico né in ambiente rabbinico,<ref>Nel [[w:Kaddish|Kaddish]] del lutto, gli ebrei lodano Dio per tutta l'eternità senza citare la morte.</ref> tale non è il caso dell'ebraismo chassidico (in particolare) e rabbinico ortodosso. Ciò che è storicamente significativo, qui, è che o Rabbi Judah il Principe o gli artefici della Mishnah mantennero una fede o almeno un dialogo riguardo alla fede nella risurrezione. Si afferma che coloro a cui è negata una parte nel Mondo a venire sono quelli che negano l'attestazione della risurrezione dei morti nella Torah (''m. Sanh.'' 10: 1).