Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Profeta ebreo: differenze tra le versioni

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Quando i laici cristiani moderni considerano Gesù e la profezia, generalmente lo fanno per quanto riguarda la profezia [[w:tradizione jahvista|jahvista]] che si ritiene preannunci la venuta di Gesù. Trattano solo transitoriamente, se non per niente, della persona profetica di Gesù.<ref>Ciò ignora il fatto che quando Gesù dichiara cosa accadrà, agisce come un profeta. Può, tuttavia, essere collegato al dibattito sull'esistenza della profezia nell'era del Secondo Tempio. Per una discussione sulla continuazione della profezia nell'era del Secondo Tempio, si veda Benjamin D. Sommer, "Did Prophecy Cease? Evaluating a Reevaluation", ''Journal of Biblical Literature'' 115 (1996): 31-47. Sebbene Sommer concluda che gli ebrei del Secondo Tempio si aspettavano che la profezia venisse rinnovata con l'avvento del Messia (47), credo che la storia dell'era del Secondo Tempio suggerisca che questa fosse una visione settaria. Per una discussione sulla storia del Secondo Tempio in generale, cfr. John H. Hayes e Sara R. Mandell, ''The Jewish People in Classical Antiquity: From Alexander to Bar Kochba'' (Westminster: John Knox, 1998).</ref> Questo non significa che coloro che conoscevano o trattavano il Gesù storico ignorassero anche la sua natura profetica. Essere l'unto di Yahweh e un profeta non si escludono a vicenda.
 
Sebbene la natura profetica di Gesù non sia rilevante per gli ebrei contemporanei, potrebbe essere stata rilevante per alcune sette di ebrei durante la tarda era del Secondo Tempio e poco dopo. Pertanto, dati i precetti teologici di alcune comunità del Mar Morto, nonché i modi in cui le loro pratiche differivano da molto ma non da tutto ciò che era praticato nello Stato templare di Giuda e a Gerusalemme, non sorprende trovare riferimenti nella loro letteratura ai profeti dell'Antico Testamento come unti (CD 2:12,5:21-6:1; 1QM 11:7,8).<ref>CD 5:21-6:1 si riferisce a Mosè e ai santi unti quali datori dei comandamenti. Per i profeti come unti dallo Spirito e ricercatore di verità, si veda Michael A. Knibb, ''The Qumran Community'' (Cambridge: Cambridge University Press, 1988), 27, a II.11-13. Cfr. anche Marinus de Jonge, "Messiah", ''Anchor Bible Dictionary'' 4:782; Emil A. Wcela, "The Messiah(s) of Qumran", ''Catholic Biblical Quarterly'' 26 (1964): 340-49. Potrebbe essere importante che il Salmo 105:15 usi "gli unti", avendo come suo antecedente i "patriarchi" e i "profeti" in parallelismo.</ref>
 
Per quanto riguarda il suo ''status'' messianico, è Gesù come il Messia, sia esso escatologico o politico-militare, non l'idea di un messia che è stata ed è ancora rifiutata da molti ebrei rabbinici dalla fine dell'era del Secondo Tempio in poi.<ref>Dobbiamo ricordarci che l'ebraismo rabbinico stesso è uno sviluppo successivo, forse ma non necessariamente iniziato come continuazione dell'ebraismo farisaico dopo la distruzione del Tempio. Per una possibile interpretazione romana di ciò, si veda Sara Mandell, "Who Paid the Temple Tax when the Jews were Under Roman Rule?" ''Harvard Theological Review'' 77 (1984): 223-32. Per la restaurazione della porzione del re (''m. Sotah'' 7:8) ed il "Messia", che secondo gli ebrei sarebbe un Re Ebreo pienamente funzionante in senso politico, si veda Hyam Maccoby, ''Early Rabbinic Writings'' (Cambridge: Cambridge University 1998), 106.</ref> Durante l'era del Secondo Tempio, le aspettative di un messia escatologico potevano essere scarse e limitate a certi gruppi settari nella Palestina ebraica,<ref>Si veda, per esempio, Richard A. Horsley, "Like one of the Prophets of Old", ''Catholic Biblical Quarterly'' 47 (1985): 435-63.</ref> in particolare quelli a Qumran; ciononostante, stavano continuando a svilupparsi.<ref>Per un aumento delle aspettative messianiche in questo periodo, si veda John J. Collins, in Collins e Collins, ''King and Messiah as Son of God'', 45-46.</ref> Nel periodo che va dal 200 p.e.v. al 100 e.v., i riferimenti messianici furono "usati solo raramente in relazione ad agenti della liberazione divina attesi in futuro".<ref>De Jonge, "Messiah", ''Anchor Bible Dictionary'' 4:777.</ref> Tale liberazione poteva o meno essere considerata imminente nello Stato templare di Giuda e a Gerusalemme, ma era chiaramente creduta come imminente nelle comunità di Qumran.<ref>Joseph Fitzmyer, in "The Aramaic ‘Elect of God’ Text from Qumran Cave IV", ''Catholic Biblical Quarterly'' 27 (1965), nota le aspettative messianiche a Qumran con inizio verso l'era Asmonea (352). Si veda, per esempio, ''1QSa'' 2:14, 20 per il messia escatologico (unto); ''1QS'' 9:11 per il profeta futuro ed i messia (cioè, militari ed escatologici); ''4Q Test'' 5-8 per un profeta; e ''4Q Flor'' vv. 11-12 per il messia davidico che arriverà alla fine dei tempi. Cfr. partic. ''11Q Melch'' 18-19 per "l'unto dello Spirito", che è particolarmente interessante poiché serve chiaramente da prototipo per l'unzione di Gesù.</ref> Inoltre, in Giuda e nella stessa Gerusalemme, sappiamo che [[w:Rabbi Akiva|Rabbi Akiva]] considerò [[w:Simon Bar Kokheba|Bar Kochba]], che guidò la [[w:terza guerra giudaica|terza guerra giudaica]] contro Roma (132-135 e.v.) come un messia, se non ''il'' Messia. È significativo che alla fine del II secolo e.v. e all'inizio del terzo si riscontra l'aspettativa di un Mondo a venire per tutto Israele (''m. Sanh.'' 10:1); e, nel sesto secolo e.v., troviamo nel [[w:Bavli|Bavli]] l'aspettativa di un messia sofferente (''b. Sanh.'' 98a-b). Ancor oggi, una coppa per Elia viene posta sul tavolo del [[w:Seder|Seder]] e la porta viene lasciata aperta in modo che Elia possa entrare e bere in accordo con la predizione presente nel [[w:Libro di Malachia|Libro di Malachia]] ({{passo biblico2|Malachia|3:23-24}} [o vers. ND/NR 4:5-6]) alla fine del V secolo p.e.v., che Elia tornerà "prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore".
 
Tra vari ebrei laici d'oggi, ci sono varie aspettative per un futuro messia ebreo, sia esso basato sulla Scrittura, sul misticismo ebraico o sulle moderne credenze e pratiche settarie.<ref>Anche alcuni ebrei che rifiutano ogni forma di pratica religiosa, ma amano Israele, sperano ancora in un leader politico-militare, che salverà Israele dai suoi nemici. Potrebbero certo non considerarla un'aspettativa messianica, ma in fin dei conti e per definizione lo è.</ref> Proprio come alcuni ebrei rabbinici credono che il termine "unto" nella Scrittura possa raramente essere usato per riferirsi a un futuro salvatore o redentore escatologico, altri, in particolare ebrei [[w:Chassidismo|chassidici]] e [[w:Ebraismo ortodosso|ortodossi]], attendono l'arrivo di un tale messia escatologico.<ref>Si veda per esempio l'elenco delle opinioni chassidiche su <https://truthnet.org/> o anche il sito [[w:Chabad Lubavitch|Chabad]] <https://chabadinfo.com/> e <https://www.chabad.org/>.</ref> Alcuni membri di diverse affiliazioni ebraiche attendono l'arrivo di un messia politico-militare. Ma, per la maggior parte, non si sentono molti ebrei laici esprimere aspettative messianiche.