Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Profeta ebreo: differenze tra le versioni

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I cristiani hanno, come nucleo della loro fede, Gesù, che era nato come re dei Giudei ({{passo biblico2|Matteo|1:1}}; {{passo biblico2|Marco|1:1}}) e che è anche l'unto, il Messia o Cristo ({{passo biblico2|Matteo|16:16}}; {{passo biblico2|Marco|8:29}}; {{passo biblico2|Luca|9:20}}; {{passo biblico2|Giovanni|1:41,4:25}}).<ref>Esiste un vasto ''corpus'' di letteratura che tratta di Gesù come il Messia. Nonostante la loro data di pubblicazione, Tryggve Mettinger col suo ''King and Messiah'' (Lund: ConBOT 8, 1976) Sigmund Mowinckel con ''He That Cometh: The Messiah Concept in the Old Testament and Later Judaism'' (Grand Rapids: Eerdmans, 2005) sono sempre importanti. Per problematiche in merito alla figure messianiche del Secondo Tempio, si veda [[w:Jacob Neusner|Jacob Neusner]], ''Messiah in Context: Israel’s History and Destiny in Formative Judaism''(Philadelphia: Fortress, 1984); cfr. anche, ''Judaisms and Their Messiahs at the Turn of the Christian Era'', curr. Jacob Neusner, William Scot Green e Ernest Frerichs (Cambridge: Cambridge University Press, 1987).</ref> Ma, sorprendentemente, è solo in {{passo biblico2|Giovanni|4:26}} che Gesù si autoidentifica come tale.<ref>Per una testimonianza precedente (metà II sec. e.v.) al primo MS del testo canonico di {{passo biblico2|Giovanni|4:26}}, si veda P. Bodmer II + Inv. Nr. 4274/4298.</ref> Tuttavia, poiché Giovanni è chiaramente influenzato dal medio-platonismo, questa attribuzione potrebbe essere semplicemente una diversa delineazione di ciò che era chiaramente compreso dai seguaci di Gesù, inclusi gli autori dei vangeli sinottici. Dal punto di vista della fede [[w:Pasqua|pasquale]], la persona messianica di Gesù è fondata e basata sulla risurrezione ({{passo biblico2|Atti|26:23}}; {{passo biblico2|Romani|4:24,8:11}}; {{passo biblico2|Galati|1:1}}; {{passo biblico2|Efesini|1:20}}),<ref>Joseph Jensen, "Prediction-Fulfillment in Bible and Liturgy", ''Catholic Biblical Quarterly'' 50 (1988): 656. Se la risurrezione fu corporea è in discussione. George W. E. Nickelsburg, in "Resurrection", ''Anchor Bible Dictionary'', cur. David Noel Freedman (New York:Doubleday, 1992) dice che tali tradizioni suggeriscono un tipo di "tendenza apologetica" (5:691). F. W. Horn, in "Holy Spirit", ''Anchor Bible Dictionary'', nota che la risurrezione di Gesù dai morti "è espressa in alcune delle formula cristiane più antiche" (3:267).</ref> specificamente tramite lo spirito santo ({{passo biblico2|Romani|8:11}})<ref>Cfr. ''11Q Melch 18'', dove si fa riferimento all'araldo della fine dei tempi come "unto dallo spirito" (חורה חישמ). Cfr. ad esempio, Adam Simon von der Woude, "Messianic Ideas in Later Judaism", ''Theological Dictionary of the New Testament'', curr. Gerhard Kittel e Gerhard Friedrich, trad. e cur. Geoffrey W. Bromiley (Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans, 1964), 9: 517.</ref> o il padre ({{passo biblico2|Atti|2:32,3:15}}; {{passo biblico2|1Tessalonicesi|1:10}}; {{passo biblico2|Galati|1:1}}; {{passo biblico2|1Corinzi|6:14}}; {{passo biblico2|Romani|4:20-24}}; {{passo biblico2|Efesini|1:17-20}}). Tuttavia la ''persona'' messianica abbraccia anche la nascita verginale di Gesù ({{passo biblico2|Matteo|1:18-25}}); il suo ''status'' di Figlio dell'Uomo e Figlio di Dio,<ref>I Nuovo Testamento ripetutamente usa questi termini in riferimento al Gesù storico o al Gesù escatologico. Per una panoramica, si veda George W. E. Nickelsburg, "Son of Man", ''Anchor Bible Dictionary'' 6:141-50. Per il "Figlio dell'Uomo" e per l'influenza di Enoch nel delineare Gesù, cfr. G. W. E. Nickelsburg, "First and Second Enoch: A Cry against Oppression and the Promise of Deliverance", in ''The Historical Jesus in Context'', curr. Amy-Jill Levine, Dale C. Allison Jr. e John Dominic Crossan (Princeton: Princeton University Press, 2006), 87-109; cfr. partic. 89-92. Per una discussione onnicomprensiva dei significati messianici ed umani ed i rispettivi usi, cfr. Adela Yarbro Collins e John J. Collins, ''King and Messiah as Son of God: Divine, Human, and Angelic Messianic Figures in Biblical and Related Literature'' (Grand Rapids: Eerdmans, 2008). Crispin H. T. Fletcher-Louis, in "Jesus as the High Priestly Messiah: Part 2" ''JSHJ'' 5 (2007), dimostra che il termine Figlio dell'Uomo viene riferito a Gesù come "re e sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec" (57-79, partic. 57). Fletcher-Lewis nota che Giovanni (Apoc. 1:13-16) "vede Gesù come Figlio dell'Uomo" con le rispettive vesti del sommo sacerdozio (59). J. Andrew Overman, in ''The New Oxford Annotated Bible:NRSV with the Apocrypha'', III ediz., cur. Michael D. Coogan, (Oxford:Oxford University Press, 2001) asserisce che l'uso greco di "Figlio di Dio" denota un leader di qualche tipo o un'entità divina (32 [New Testament] a Matteo 16:16).</ref> la sua sofferenza e morte per i peccati dell'umanità ({{passo biblico2|Matteo|26-27}}; {{passo biblico2|Marco|14-15}}; {{passo biblico2|Luca|22:23}}; {{passo biblico2|Giovanni|12-19}}); la sua condizione di uno che è egli stesso stato risuscitato ({{passo biblico2|1Corinzi|15:12,19:3-4}}) e verrà di nuovo ({{passo biblico2|Matteo|24:27}}; {{passo biblico2|Marco|13:24-27}}; {{passo biblico2|Luca|21:25-28}}); e, uno che non solo ha il potere di risuscitare altri dai morti ({{passo biblico2|Marco|5:35-43}}; {{passo biblico2|Luca|7:11-15}}; {{passo biblico2|Giovanni|11:1-34}}),<ref>La credenza che i morti potessero essere risuscitati risale dall'antichità in poi. Importante nel Nuovo Testamento è la risurrezione di Lazzaro. Vediamo inoltre la risurrezione dei morti nei Padri della Chiesa pre-Nicene. Si veda, per esempio, "On the Resurrection of the Dead The Treatise of Athenagoras the Athenian, Philosopher and Christian" in ''Early Church Fathers 1.2.4.2.0.0: The Ante-Nicene Fathers 2'', curr. Alexander Roberts, James Donaldson e A. Cleveland Coxe (Grand Rapids: Eerdmans/Libronix, ND), 149-62.</ref> ma risusciterà o condurrà i credenti alla vita eterna ({{passo biblico2|Giovanni|5:21}}; {{passo biblico2|Atti|26:8}}; {{passo biblico2|Romani|4:17}}; {{passo biblico2|2Corinzi|1:9}}) anche se non è chiaro se sia Dio Padre o Cristo la causa efficiente.<ref>Per questa ed altre tradizioni e termini riferiti alla designazione di Gesù quale profeta che, a differenza di Figlio dell'Uomo o Figlio di Dio, potrebbe essere un "minimo irriducibile", si veda P. E. Davies, "Jesus and the Role of the Prophet", 24. Che "Figli del Padre", l'equivalente di "Figli del Profeta" possa essere usato più esplicitamente di "Figlio di Dio", è molto importante. Si veda, per esempio, James G. Williams, "The Prophetic ‘Father’: A Brief Explanation of the Term ‘Sons of the Prophets,’" ''Journal of Biblical Literature'' 85 (1966): 344-48. J. Severino Croatto, in "Jesus, Prophet like Elijah", 453, chiama il termine Figlio di Dio "polisemico e ambiguo". Esamina "la tradizione dei ‘figli dei profeti’ in 1 Sam. 10:5; 19:20-24; 2 Re 2:3; Gioele 3:1-5" con riferimento all'estatico. D'altra parte, questa interpretazione potrebbe essere precedente.</ref>
 
Quando i laici cristiani moderni considerano Gesù e la profezia, generalmente lo fanno per quanto riguarda la profezia [[w:tradizione jahvista|jahvista]] che si ritiene preannunci la venuta di Gesù. Trattano solo transitoriamente, se non per niente, della persona profetica di Gesù.<ref>Ciò ignora il fatto che quando Gesù dichiara cosa accadrà, agisce come un profeta. Può, tuttavia, essere collegato al dibattito sull'esistenza della profezia nell'era del Secondo Tempio. Per una discussione sulla continuazione della profezia nell'era del Secondo Tempio, si veda Benjamin D. Sommer, "Did Prophecy Cease? Evaluating a Reevaluation", ''Journal of Biblical Literature'' 115 (1996): 31-47. Sebbene Sommer concluda che gli ebrei del Secondo Tempio si aspettavano che la profezia venisse rinnovata con l'avvento del Messia (47), credo che la storia dell'era del Secondo Tempio suggerisca che questa fosse una visione settaria. Per una discussione sulla storia del Secondo Tempio in generale, cfr. John H. Hayes e Sara R. Mandell, ''The Jewish People in Classical Antiquity: From Alexander to Bar Kochba'' (Westminster: John Knox, 1998).</ref> Questo non significa che coloro che conoscevano o trattavano il Gesù storico ignorassero anche la sua natura profetica. Essere l'unto di Yahweh e un profeta non si escludono a vicenda.
 
Sebbene la natura profetica di Gesù non sia rilevante per gli ebrei contemporanei, potrebbe essere stata rilevante per alcune sette di ebrei durante la tarda era del Secondo Tempio e poco dopo. Pertanto, dati i precetti teologici di alcune comunità del Mar Morto, nonché i modi in cui le loro pratiche differivano da molto ma non da tutto ciò che era praticato nello Stato templare di Giuda e a Gerusalemme, non sorprende trovare riferimenti nella loro letteratura ai profeti dell'Antico Testamento come unti (CD 2:12,5:21-6:1; 1QM 11:7,8).<ref>CD 5:21-6:1 si riferisce a Mosè e ai santi unti quali datori dei comandamenti. Per i profeti come unti dallo Spirito e ricercatore di verità, si veda Michael A. Knibb, ''The Qumran Community'' (Cambridge: Cambridge University Press, 1988), 27, a II.11-13. Cfr. anche Marinus de Jonge, "Messiah", ''Anchor Bible Dictionary'' 4:782; Emil A. Wcela, "The Messiah(s) of Qumran", ''Catholic Biblical Quarterly'' 26 (1964): 340-49. Potrebbe essere importante che il Salmo 105:15 usi "gli unti", come suo antecedente i "patriarchi" e i "profeti" in parallelismo.</ref>
 
 
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== Le molte facce di Yeshua ==
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