Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Sacrificio religioso: differenze tra le versioni

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Inoltre, l'atto di ingerire è forse uno dei modi più antichi in cui ci confrontiamo col nostro ambiente. Molto prima che gli organismi viventi sviluppino la facoltà di percezione visiva, devono consumare una parte del loro ambiente. Il mangiare partecipa anche della più antica espressione d'amore: la madre dà della propria sostanza quando nutre il bambino. In origine, l'oggetto amato, l'alimento, e l'alimentatore sono una cosa sola per il bambino. Nel sacrificio totemico diventano di nuovo uno. Quando un dio viene consumato, è sia alimento che alimentatore. Coloro che prendono la sua sostanza diventano uno con lui, come fanno i cristiani con Cristo nella [[w:Eucaristia|Santa Comunione]].
 
Freud respinse la teoria secondo cui la vittima sacrificale è un dono della comunità adorante al suo dio. Egli considerava il sacrificio come dono uno sviluppo successivo sorto dopo l'istituzione della proprietà privata. Sottolineò invece la perenne centralità del sacrificio di Comunione come atto religioso decisivo. Il suo punto di vista è in conflitto con alcune tendenze razionalizzanti e moralizzatrici sia all'interno dell'ebraismo che del protestantesimo, che consideravano il sacrificio un'anticipazione "primitiva" di espressioni più "avanzate" del culto religioso come la preghiera personale. L'enfasi di Freud, tuttavia, non era affatto estranea al cattolicesimo romano, che ha sempre sottolineato la reale presenza del corpo e del sangue di Cristo negli elementi sacrificali della Messa.
 
Freud vide la differenza tra ebraismo e cristianesimo in termini di "ritorno del represso", vale a dire, ciò che era latente o represso nell'ebraismo si era manifestato nel cristianesimo, ad esempio, la cena del Signore. Da una prospettiva freudiana, la rievocazione sacrificale del crimine primordiale era stata trasformata nell'ebraismo in un sistema di sacrifici animali. Certamente, a parte l'agnello pasquale e il rituale della Redenzione del Primogenito, il sistema sacrificale ebraico conteneva poche tracce evidenti del carattere surrogato dei sacrifici animali. Tuttavia, come abbiamo visto, un'ampia conoscenza dei sistemi sacrificali cananei e di altri sistemi sacrificali del Vicino Oriente tende a corroborare l'ipotesi che molti dei sacrifici animali ordinati biblicamente avevano le loro radici nel sacrificio umano.<ref>Sul sacrificio cananeo, si vedano anche Theodore H. Gaster, "The Service of the Sanctuary: A Study in Hebrew Survivals", in ''Melanges Syrien offert a M. R. Dussaud'' (Parigi: Geuthner, 1939), 577-82; Roland de Vaux, ''Ancient Israel: Its Life and Institutions'', trad. {{en}] John McHugh (New York: McGraw-Hill, 1961), 438-46.</ref>
 
Freud sostenne che il sacrificio arcaico di una vittima divino-umana fu infine ripreso nella Santa Comunione. Egli affermò che Cristo aveva redento l'uomo psicologicamente dal "peso del peccato originale", dando la propria vita in pagamento del crimine primordiale. Secondo Freud, il "peccato originale" dell'umanità non era il fatto che Adamo avesse mangiato la mela. La tradizione biblica censurava un'offesa ben più grave, il parricidio. Se gli uomini fossero stati colpevoli del crimine minore, asserì Freud, Dio sarebbe stato descritto che richiedeva una punizione molto meno severa, in conformità con il principio di misura-per-misura. La morte espiatoria di Cristo indica un'arcaica colpa di sangue.<ref>Sigmund Freud, ''[[w:L'uomo Mosè e la religione monoteistica|Moses and Monotheism]]'', trad. {{en}} Katherine Jones (New York: Alfred A. Knopf, 1939), 174, e ''Totem and Taboo'', 154.</ref>
 
Freud sostenne anche che, offrendo se stesso sulla Croce, il "Figlio" ucciso prendeva il posto del "padre" originariamente assassinato come oggetto di adorazione umana. Di conseguenza, la religione del figlio (cristianesimo) prese il posto della religione del padre (ebraismo). Come segno dello spostamento del padre da parte del figlio, la festa del totem fu ripresa, ma ora la comunità dei fratelli (cioè la chiesa) mangiava il corpo e il sangue del figlio piuttosto che quello del padre o del suo animale surrogato. Il rito permetteva ai fratelli di identificarsi con il figlio nel modo più concreto, mangiando la sua sostanza. Ripeteva anche il crimine primordiale in una forma inedita: con la sua espiazione prefetta, il Figlio aveva fatto a modo suo ciò che il gruppo più anziano di fratelli aveva fatto a modo proprio: il Figlio aveva sostituito il Padre. Freud quindi concluse che l'Eucaristia era "essenzialmente una nuova eliminazione del padre, una ripetizione dell'atto colpevole".<ref>Freud, ''Totem and Taboo'', 155.</ref>