Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Sacrificio religioso: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo
Riga 64:
Passiamo ora più direttamente a Gesù. Quali che siano le divergenze narrative esistenti tra i quattro Vangeli canonici, essi sono tutt'uno nel descrivere la morte di Gesù avvenuta durante la stagione della Pesach. Marco, con tutta probabilità il Vangelo più antico, offre la seguente descrizione dell'inizio della carriera pubblica di Gesù:
{{q|In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto".|{{passo biblico2|Marco|1:9-11}}<ref>Cfr. {{passo biblico2|Matteo|3:17}}, {{passo biblico2|Luca|3:22}}, {{passo biblico2|2Pietro|1:17}}</ref>}}
Levenson vede echi del ruolo di Isacco nell’''Aqedah'' per la designazione di Gesù come il Figlio prediletto di Dio, ma c'è una grande ironia in questa designazione. Essere il prediletto figlio di Dio o anche il figlio benamato nel complesso religioso israelita-cananeo-fenicio non è una promessa di felicità duratura. Troppo spesso il destino del benamato figlio era quello di subire una prova sacrificale suprema o ancor peggio. A Cartagine, le famiglie nobili spesso sacrificavano ciò che era più prezioso per loro, il loro bambino, come dono alla dea [[w:Tanit|Taanit]] o al dio [[w:Ba'al Hammon|Baal Hammon]]. Inoltre, in una fase molto precoce, la neonata comunità cristiana arrivò a credere che il servo sofferente di {{passo biblico2|Isaia|52:13-53:12}} fosse collegato all'idea di Gesù come il Figlio prediletto di Dio. Ciò contribuì a trasformare la crocifissione da un'arma di morte dolorosa a una certezza di vita eterna.<ref>Levenson, ''The Death and Resurrection'', 200-01.</ref> Isacco, il servo sofferente di Isaia, e Gesù devono entrambi sottoporsi a un terribile confronto con la morte per compiacere il loro Padre celeste.<ref>Levenson, ''The Death and Resurrection'', 202.</ref>