Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Sacrificio religioso: differenze tra le versioni

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Questa è la storia di un infanticidio abortito richiesto da Dio. Secondo l'eminente studioso ebreo, il compianto [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/spiegel-shalom Shalom Spiegel], "lo scopo principale della storia dell’''Akedah'' potrebbe essere stato solo questo: attaccare a un vero pilastro del popolo e ad una venerata reputazione la nuova norma: abolire il sacrificio umano, sostituirci invece gli animali".<ref>Shalom Spiegel, ''The Last Trial'', trad. {{en}} Judah Goldin (New York: Schocken Books, 1969), 64.</ref> Sembrerebbe che la maggior parte, ma non tutti, gli studiosi ebrei moderni siano d'accordo con Spiegel.
 
C'è, tuttavia, un'opinione di minoranza espressa in modo convincente da [[:en:w:Jon D. Levenson|Jon Levenson]] di Harvard, che "Gen. 22:1-19 è spaventosamente inequivocabile sull'ordine di YHWH a un padre di offrire il proprio figlio in sacrificio".<ref>Jon D. Levenson, ''The Death and Resurrection of the Beloved Son'' (New Haven: Yale University Press, 1993), 12.</ref> Condivido questa opinione. Sebbene Shalom Spiegel fosse il mio insegnante al [[w:Jewish Theological Seminary|Jewish Theological Seminary]],<ref>Il Jewish Theological Seminary, conosciuto in ambiente ebraico semplicemente come ''JTS'', è uno dei principali centri dell'Ebraismo conservatore fondato nel 1886 a New York City, su iniziativa del rabbino livornese [[w:Sabato Morais|Sabato Morais]], come eredità del [[:en:w:Jewish Theological Seminary of Breslau|Seminario Teologico Ebraico]] di [[w:Breslavia|Breslavia]].</ref> devo rispettosamente dissentire con lui.
 
Una ragione importante per questa divergenza di opinioni è che ci sono versetti nella Scrittura in cui il comando divino di sacrificare il primogenito maschio sembra essere incondizionato. Ad esempio, {{passo biblico2|Esodo|13:1-2}} stabilisce: "Il SIGNORE disse a Mosè: «Consacrami ogni primogenito tra i figli d'Israele, ogni primo parto, sia tra gli uomini, sia tra gli animali: esso appartiene a me»". {{passo biblico2|Esodo|22:28-29}} recita: "Non ritarderai l'offerta di ciò che riempie il tuo granaio e di ciò che stilla dal tuo frantoio. Il primogenito dei tuoi figli lo darai a Me. Così farai per il tuo bue e per il tuo bestiame minuto: sette giorni resterà con sua madre, l'ottavo giorno Me lo darai." In nessuno dei due versetti troviamo una qualificazione attenuante.
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[[File:Pidyon HaBen P6020102.JPG|right|200px|thumb|''"[[w:Pidyon HaBen|Pidyon HaBen]]"'': riscatto del primogenito]]
Inoltre, l'ebraismo non ha mai rifiutato del tutto l'idea che Dio richieda il sacrificio del figlio primogenito. Comunque valutiamo l'esistenza del sacrificio di bambini nell'[[w:Giuda (tribù)|antica Giuda]], in Israele, in Canaan e nelle colonie di Canaan-Fenicia, è evidente che abbiamo a che fare con un Dio che esige la morte di bambini. Riflettendo sulla questione del sacrificio di bambini nell'ebraismo e nel cristianesimo, Levenson commenta, "il complesso mitico-rituale che chiamo ‘sacrificio di bambini’ non fu mai stato sradicato; fu solo trasformato".<ref>Levenson, ''The Death and Resurrection'', 45.</ref> Un primario esempio di questa trasformazione è il rituale ''[[w:Pidyon HaBen|pidyon haBen (פדיון הבן‎)]]'' in adempimento del comandamento già annotato: "Ogni primogenito dei tuoi figli lo dovrai riscattare. Nessuno venga davanti a Me a mani vuote" (Esodo 34:20). Nella cerimonia (ancor oggi) il padre presenta il suo figlio primogenito a un ''[[w:sacerdote (ebraismo)|cohen]]'' o preposto sacerdote il trentesimo giorno dopo la sua nascita, dopodiché il sacerdote chiede al padre: "Quale preferisci, tuo figlio o il tuo denaro?" Il padre dichiara di preferire suo figlio e presenta al ''cohen'' cinque monete d'argento, l'equivalente simbolico di cinque sicli biblici, per "riscattare" suo figlio. Il sacerdote accetta le monete con la formula rituale: "Queste (monete) al posto di quello (il bambino). Questo in cambio di quello." Lo scopo fondamentale della cerimonia è di riconoscere subliminalmente le nostre tendenze infanticide e deviarne. A suo modo, questo motivo è operativo anche nel cristianesimo, poiché è Cristo, il Figlio, che viene sacrificato affinché gli altri possano essere redenti. Tuttavia capisco che, a un certo livello, il rituale ebraico riconosce che il potere sotterraneo dell'impulso infanticida non è mai del tutto scomparso. Oggi, la cerimonia è un'occasione familiare felice e pochi partecipanti, se non nessuno, sono consapevoli del suo significato più antico.
 
Non solo la tradizione ebraica continua ancor oggi la cerimonia del ''pidyon haBen'', ma, come abbiamo visto, in uno dei giorni più sacri dell'ebraismo, agli ebrei viene ricordato che la morte del figlio primogenito del loro patriarca ancestrale fu scongiurata solo a causa dell'incondizionata obbedienza al terribile comando di Dio. Pertanto, la Scrittura descrive un "angelo del Signore" che dice ad Abrahamo: "Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio". (Gen. 22:12) Segue un secondo discorso angelico. Ad Abramo viene detto: "Tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce" ({{passo biblico2|Genesi|22:18}}) Non solo il sacrificio è stato evitato a causa dell'obbedienza incondizionata di Abramo, ma l'Alleanza di Dio è stata conferita a lui e ai suoi discendenti a causa di tale stessa obbedienza. Inoltre, l'obbedienza di Abramo fu pari a quella di suo figlio. La Scrittura descrive Isacco mentre chiede a suo padre: "Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?" E Abramo risponde: "Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!". La Scrittura quindi riporta: "E proseguirono tutti e due insieme" ({{passo biblico2|Genesi|22:7-8}}) indicando in tal modo la loro completa unità di risolutezza.<ref>Si veda Levenson, ''The Death and Resurrection'', 133-40.</ref> Alcune tradizioni si riferiscono alle "ceneri di Isacco" e affermano che Abramo compì il sacrificio ma che Isacco fu risorto.<ref>Si veda Levenson, ''The Death and Resurrection'', 298-99.</ref> Il poeta del XII secolo, Rabbi [[:en:w:Ephraim of Bonn|Efraim ben Jacob di Bonn]] (nato nel 1132), raffigurò Isacco mentre implorava Abramo così: