Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Salmo 22: differenze tra le versioni

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: Durante la settimana [periodo di sette anni] in cui [Ephraim]<ref>Il testo contiene "ben David", sebbene continui con il "Messia Ephraim". Ciò può indicare la fusione di idee messianiche in ''Pesiqta Rabbati''; in alternativa, potrebbe essere dovuto a uno dei numerosi errori di scrittura nel manoscritto di Parma.</ref> verrà, porteranno travi di ferro<ref>In {{passo biblico2|Apocalisse|19:15}} la figura messianica ritorna a regnare con una "verga di ferro"; questo termine è un simbolo di potenza. ''Pesiqta Rabbati'' applica il termine alla potenza del governare. Nei [[w:Salmi di Salomone|Salmi di Salomone]] la figura messianica è un re ad immagine di Davide (Salmi Salom. 17:21); egli abbatterà gli oppressori gentili di Gerusalemme con una verga di ferro.</ref> e gliele metteranno al collo finché il corpo del Messia non sarà piegato. Griderà e piangerà e la sua voce salirà all'alto [dei cieli]. Dirà in Sua presenza: Signore dell'universo, quanto possono sopportare le mie membra? Quanto il mio spirito? Non sono io solo carne e sangue? Fu in questo momento che Davide si lamentò, dicendo: ''La mia forza si è prosciugata come un coccio'' (Sal. 22:16). In quell'ora il Santo dice loro {''ed. pr.'': lui}: Ephraim, Mio ​​giusto Messia, Tu hai già accettato [questa sofferenza] dai sei giorni della Creazione. Ora la tua sofferenza è come la Mia sofferenza, dal giorno in cui il malvagio Nabucodonosor distrusse il Mio Tempio e bruciò il Mio santuario ed esiliò i Miei figli tra le nazioni del mondo, per la tua vita e la vita della Mia testa! Non mi sono seduto sul Mio trono. E se non credi, guarda la rugiada che è sul Mio capo, ''il Mio capo è pieno di rugiada, [i Miei riccioli di gocce della notte]'' ({{passo biblico2|Cantico|5:2}}). In quell'ora, [il Messia] dirà in Sua presenza: Signore dell'universo, ora la mia mente è a riposo, perché è sufficiente che il servo sia come il suo Signore.
: Rabbi Levi disse: In quell'ora in cui il Santo dice alla congregazione di Israele: ''Alzati, risplendi, perché la tua luce è giunta'' (Isaia 60:1), [Israele] dirà: Signore dell'universo, in futuro Tu ci guidi. A quell'ora il Santo si girerà e riconoscerà [ciò] e le dirà [a Israele]: Figlia mia, hai parlato bene, poiché si dice: ''Ora parla il mio diletto e mi dice: [Alzati, amor mio, mia bella, e vieni!]'' ({{passo biblico2|Cantico|2:10}}).
Il suddetto passaggio sottolinea la sofferenza di Ephraim; la sua sofferenza fu determinata al momento della creazione. Il Salmo 22:16 è usato come testo di riprova quando il Messia si lamenta della sua sofferenza; è confortato da Dio. Il passaggio si basa su tropi che descrivono Dio, che ha sofferto perché il Suo Tempio è stato distrutto. Questo passaggio è posto all'interno dell'interpretazione più ampia del Salmo 36:9: ''Tu sei la fonte della vita'', intesa come Dio che è la fonte della risurrezione. Cantico 5:2 menziona la "rugiada" sul capo di Dio, che nei testi rabbinici indica la risurrezione.<ref>Si veda Rivka Ulmer, "Consistency and Change in Rabbinic Literature as Reflected in the Terms ‘Rain’ and ‘Dew’", ''Journal for the Study of Judaism'' 26 (1995): 55-75.</ref> Questo ritratto messianico presenta il Messia come la luce di Dio; questa luce è nascosta fino alla fine dei tempi quando risplenderà per Israele.<ref>Il Messia quale luce del mondo si trova nel Talmud babilonese (''Bavli''), ''Shabbat'' 116b; simile in ''Genesi Rabbah'' 2:4.</ref> Questo racconto in ''Pesiqta Rabbati'' si evolve come una storia raccontata dal ''darshan'' (il compositore dell'omelia) sul Messia; le idee sul Messia in ''Pesiqta Rabbati'' 36 definiscono la sofferenza del Messia e i compiti che svolgerà alla fine dei tempi. Quando il Messia si rivelerà come re, ogni israelita avrà numerosi discepoli dalle nazioni.
 
Il primo testo rabbinico medievale che sembra citare questo materiale di ''Pesiqta Rabbati'' si trova in [[:en:w:Moshe ha-Darshan|Moshe di Narbonne]] (XI secolo), indicato anche come [[:en:w:Moshe ha-Darshan|Moshe Ha-Darshan]] (il predicatore). Egli presenta un dialogo in cui al Messia viene chiesto da Dio se accetti la sua sofferenza:
 
: '''''Midrash Bereshit Rabbati'', Gen. 1:3''': I tuoi occhi non vedranno la luce, ma le tue orecchie udranno il grande rimprovero delle nazioni del mondo... la tua lingua si incollerà al palato [Sal. 22:16], la tua pelle si attaccherà alle tue ossa [Sal. 22:18], e il tuo corpo sarà consumato dall'angoscia e dai gemiti.
 
Il brano appare come un commento a {{passo biblico2|Genesi|1:3}}; si concentra sul lemma "luce". Allude al Salmo 22 e {{passo biblico2|Isaia|53}}, il passaggio del Servo Sofferente, citato come prova che il Messia soffrirà.
 
Un'altra opera rabbinica medievale è ''Yalqut Shim`oni''; in ''Tehillim'' 686, che è uno dei pochi brani tardivi che descrivono un Messia sofferente, [[:en:w:Yalkut Shimoni|Shimon Ha-Darshan]] si riferisce a un figlio sofferente di un re. Il re è inteso come Dio; e l'intero passaggio è un commento al Salmo 60:1-3, che menziona una vittoria del re Davide. Il passaggio è probabilmente volutamente ellittico. Il termine "affidarsi" può anche essere tradotto come "far rotolare qualcosa" [verso Dio] o "gettare un peso" [su Dio].<ref>Dörte Bester, ''Körperbilder in den Psalmen'', FAT, 2, 54; (Tübingen: Mohr/Siebeck, 2007), 57.</ref>
 
: ''Si è affidato [gol] al Signore]'' [Sal. 22:9] tramite una parabola del figlio di un re: Gli fecero portare l'estremità pesante della trave [traversa]. Suo padre guardò e lo vide. Disse loro: Fatemi avere ciò che desiderate e io lo porterò. Così disse il Santo, Benedetto Egli sia, gettate [''gol''] i vostri peccati su di Me e Io li porterò.
 
Alcuni brani rabbinici medievali, come anche citazioni nell'opera cristiana ''Pugio Fidei'' (di [[w:Raimondo Martí|Raimundus Martinus]], c. 1280), riflettono l'idea di un Messia sofferente, che porta i peccati di Israele. Arnold Goldberg<ref>Arnold Goldberg, ''Erlösung durch Leiden: Drei rabbinische Homilien über die Trauernden Zions und den leidenden Messias Efraim'' (''Pesiqta Rabbati'' 34.36.37), ''Frankfurter Judaistische Studien'', 4 (Frankfurt am Main, 1978), 261; e ''Ich komme und wohne in deiner Mitte: Eine rabbinische Homilie zu Sacharja 2,14'' (''Pesiqta Rabbati'' 35), ''Frankfurter Judaistische Studien'', 3 (Frankfurt am Main, 1977).</ref> e [[:en:w:Michael Fishbane|Michael Fishbane]]<ref>Michael A. Fishbane, "Midrash and Messianism: Some Theologies of Suffering and Salvation", in Peter Schäfer & Mark Cohen, curr., ''Toward the Millenium: Expectations from the Bible to Waco'' (Leiden: Brill, 1998), 57-71.</ref> basandosi su Goldberg, sostengono che il ''Pugio Fidei''<ref>Benedikt Carpzov, cur., ''Raimundus Martinus, Pugio Fidei'' (Leipzig: Johannis Wittegau, 1687, rist. facsimile Farnborough: Gregg Press, 1967), 416.</ref> contiene brani estratti da ''Pesiqta Rabbati'' 36. A mio parere, sono solo parzialmente corretti, poiché uno sguardo ravvicinato alla sezione in discussione in ''Pugio Fidei'' rivela un testo combinato basato sia su ''Pesiqta Rabbati'' 36 e sia ''Pesiqta Rabbati'' 37, nonché il testo sopra citato di Moshe di Narbonne.
 
: '''''Pugio Fidei'', 598''': Coloro che sono nascosti con te, i loro peccati ti piegheranno (porteranno) sotto un pesante giogo; i tuoi occhi non vedranno la luce, le tue orecchie udranno grandi insulti dalle nazioni del mondo [Sal. 22:7-8], il tuo naso odorerà fetore, la tua bocca avrà un sapore amaro, la tua lingua si attaccherà al palato [Sal. 22:16], la tua pelle si seccherà sulle tue ossa [Sal. 22:18], la tua anima spirerà tra lamenti e sospiri.
 
[[w:Azaria de' Rossi|Azaria de' Rossi]] (Mantova, XVI secolo), in ''Me’or Enayim'', capitolo 19,<ref>''Me’or Enayim'' (Vilna, 1863-66, rist. Gerusalemme: Maqor, 1970), 250; Joanna Weinberg, cur., ''Azariah de’ Rossi Meor Eynaim: The Light of the Eyes''. Trad. dall'ebr. (New Haven: Yale University Press, 2001). Questa opera potrebbe essere una risposta parziale alla polemica cristiana contro le idee rabbiniche.</ref> suggerì che i passaggi del Messia sofferente furono aggiunti a ''Pesiqta Rabbati''sotto l'influenza cristiana nel Medioevo. Non è chiaro quando sia emerso questa contesa col cristianesimo, poiché ''Pesiqta Rabbati'' ha materiale del I, III e V secolo e fu successivamente editata nel Medioevo.
 
L’''editio princeps'' di ''Pesiqta Rabbati'' (Praga, 1653 o 1657) ha le citazioni più estese dal Salmo 22; come discusso in precedenza, questo Salmo era stato fondamentale nella prima teologia dell'adempimento cristiano. Il precedente Manoscritto di [[w:Biblioteca Palatina (Parma)|Parma]] (MS 3122, XIII secolo) cita il Salmo 22:16 e potrebbe alludere ad altri lemmi del Salmo 22; tuttavia, cita principalmente versetti dalle ''[[w:Libro delle Lamentazioni|Lamentazioni]]'' per fornire la prova scritturale del Messia. Ciononostante, i versetti delle ''Lamentazioni'' supportano gli argomenti del testo, perché sono molto simili al Salmo 22. Potremmo avere un caso di referenzialità scritturale o intertestualità non marcata nel manoscritto di Parma della ''Pesiqta Rabbati''. Questo è tipico del midrash che spesso segue la sequenza degli eventi in un testo biblico senza citare l'intero passaggio. Per quanto riguarda i riferimenti cristiani o la loro inversione nella narrazione del Messia sofferente di ''Pesiqta Rabbati'', troviamo che questo testo rabbinico interagisce con riferimenti e allusioni provenienti dalla sfera culturale. [[:en:w:Vernon K. Robbins|Vernon Robbins]] ha osservato che un testo interagisce "con tradizioni che sono beni ‘culturali’ che chiunque conosca una particolare cultura può utilizzare".<ref>Vernon K. Robbins, ''Exploring the Texture of Texts: A Guide to Socio-rhetorical Interpretation'' (Valley Forge, PA: Trinity Press, 1996), 58. Per esempio, un'allusione diegetica è citata in {{passo biblico2|Luca|1:1}}.</ref>
 
Il Messia ebreo nascosto si riferisce a un essere celeste preesistente, risplendente, maestoso e seduto sul Trono di Gloria. Allo stesso modo, la descrizione cristiana di Gesù, a volte indicata come la "Parola" ({{passo biblico2|Giovanni|1:1,14}}), afferma che il Messia cristiano era con Dio all'inizio della creazione. Il concetto del Messia nascosto continua nella letteratura mistica midrashica, come il ''[[:en:w:Smaller midrashim|Midrash Konen]]'', raffigurante un Messia nascosto che risiede nel Giardino dell'Eden.<ref>"La quinta camera: [qui è dove] dimorano il Messia ben David, Elia e il Messia Ephraim. Elia gli tiene la testa e la lascia appoggiare sul suo petto. Lo incoraggia e gli dice: sopporta il tormento e il giudizio del tuo Signore mentre Egli ti punisce per il peccato di Israele, poiché la Scrittura dice: ''È trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità'' (Isaia 53:5) fino al tempo in cui arriva la fine. Ogni lunedì, giovedì, Shabbat e giorno di festività gli antichi Patriarchi, Mosè, Aronne, Davide, Salomone, l'intera linea regale, i profeti e i pii vengono a salutarlo [il Messia] e a piangere insieme a lui. Gli esprimono gratitudine e gli dicono: Sopporta il giudizio del tuo Signore, ''perché la fine è quasi arrivata, e le catene che sono sul tuo collo saranno spezzate'' e te ne andrai in libertà". Jellinek, ''BHM'', 2:29.20-33, simile in 2:50.5-9. Qui Isaia 53:5 si applica al Messia ebreo.</ref>
 
In queste sezioni di ''Pesiqta Rabbati'' troviamo reinterpretazioni dei tropi cristiani che riflettono la trasformazione da un Messia celeste a un Messia terreno, che tornerà alla fine dei tempi. Il Messia in ''Pesiqta Rabbati'' 36 combina elementi di apocalitticismo e mondanità. Dopo la vittoria in una battaglia apocalittica, il Messia è raffigurato in piedi sul tetto del Tempio (''Pesiqta Rabbati'' 36:9).<ref>In {{passo biblico2|Matteo|4:5}}, è il diavolo che pone Gesù sul pinnacolo del Tempio; ''Pesiqta Rabbati'' 36:9 può riflettere un processo in cui un elemento di un'altra cultura viene incorporato, sebbene modificato, il che poi si traduce in una risposta invertita alle forze apocalittiche del male nel suo riferimento al Messia sul tetto del Tempio.</ref> Questo è uno dei brani messianici più difficili di ''Pesiqta Rabbati''; è indeterminato se questo passo rifletta pensieri esistenti prima della [[w:Prima guerra giudaica|distruzione del Secondo Tempio]] (70 e.v., da parte dei Romani) o se sottintende che il Tempio distrutto sarà ricostruito quando verrà il Messia. Tuttavia, penso che sia significativo che questo stralcio sia presentato come tannaitico, il che lo collocherebbe in stretta vicinanza temporale al cristianesimo primitivo, quando il Tempio di Gerusalemme era ancora in piedi.
 
 
 
 
== Conclusione ==
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