La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah/Da teoria a storia: differenze tra le versioni

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[[File:Maimonides-mishna.jpg|250px|left|Pagine del manoscritto del "Commentario alla Mishnah" nella calligrafia del Rambam, Trattato Sukkah, capitolo tre]] Si potrebbe obiettare che, quando scrisse "Leggi delle Fondamenta della Torah", Maimonide non sapesse cosa avrebbe scritto nella ''Guida''. La ''Guida'' pertanto non può essere usata come un aiuto all'interpretazione di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:3. Una cosa è suggerire che gli argomenti discussi a lungo nella ''Guida'' siano accennati nella ''Mishneh Torah'', del tutto un'altra suggerire che la ''Mishneh Torah'' sia stata scritta come se la ''Guida'' la complementasse. In realtà, il rapporto temporale tra le due è complicato. In parte, la ''Guida'' è un tentativo riveduto di trasmettere i significati delle parabole profetiche e del Midrash rabbinico dopo che Maimonide decise di abbandonare opere precedenti intese ad esplicare queste materie,<ref>Vedi ''Guida'' i, Introduzione (pp. 9-10).</ref> opere che sono già progettate nel '''''[[w:Pirush Hamishnayot|Commentario alla Mishnah]]'''''.<ref>Vedi "Introduction to ''Perek ḥelek''" (''Commentario alla Mishnah'', Ordine ''Nezikin'', 140). L'opera sulla profezia viene annunciata come già iniziata.</ref> Sembra quindi molto probabile che Maimonide avesse deciso le sue varie interpretazioni del sogno di Giacobbe e della visione di Ezechiele prima di scrivere "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:3, nel qual caso è legittimo vedere la ''Guida'' come se riflettesse idee che già gli stavano in mente a quel tempo precedente.<ref>Vedi Langermann, "Fusul Musa". Langermann propone che la ''Guida'' metta insieme brevi memoranda che Maimonide compose in un lungo arco di tempo, cosa che supporta l'idea che ''Mishneh Torah'' e ''Guida'' possano in una certa misura essere viste in parallelo. Si confronti comunque Kasher, "Early Stratum".</ref>
 
Se la derivazione di conoscenza del futuro dalla conoscenza della fisica fa parte del significato di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:3, possiamo vedere anche perché tale messaggio debba essere dato in maniera codificata nella ''Mishneh Torah''. Chiunque non abbia studiato approfonditamente logica e scienza potrebbe confonderlo con la posizione degli astrologi che Maimonide condanna, cioè che il futuro sta nelle stelle. Certamente egli vide un nesso tra cieli e vita terrena, ma credette e contribuì ad una scienza sistematica che asseriva una catena di causa ed effetto che spiegasse processi generali, piuttosto che la lettura dei fati di individui o gruppi nelle posizioni dei corpi celesti.<ref>Vedi Langermann, "Maimonides' Repudiation of Astrology" e "Astronomical Problems in Maimonides" {{he}}.</ref> Di solito questa scienza viene acquisita mediante una lunga applicazione mentale, ma rari individui, che hanno già studiato quanto sia possibile, possono ricevere un'improvvisaondataimprovvisa ondata di conoscenza dall'intelletto agente.
 
In ogni modo, ciò che ha fatto Maimonide nella nostra ''halakhah'' è di mettere un riferimento biblico contro l'altro, ed entrambi contro le loro risonanze midrashiche, per combinare la rivelazione del futuro con i segreti della Torah.
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Maimonide cita questo passo biblico in ''Guida'' ii.10, dove esamina il numero quattro, continuando della sua interpretazione "fisica" del sogno di Giacobbe:
{{q|Nelle sue parabole, ''Zaccaria'' — quando descrive ''ecco quattro carri uscire in mezzo a due montagne e le montagne erano di bronzo'' — interpreta ciò dicendo: ''Questi sono i quattro venti del cielo che partono dopo essersi presentati al Signore di tutta la terra.'' Essi sono di conseguenza la causa di tutto ciò che accade nel tempo.<ref>''Guida'' ii.10 (pp. 272-3).</ref>}}
È anche questa interpretazione intesa come una delle connotazioni di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:3? Potrebbe essere un'esagerazione vedere la ''Guida'' come un'integrazione della ''Mishneh Torah'' fino a questo punto, ma non ci dovrebbe sorprendere che ci siano coloro che interpretano i quattro carri/venti come si riferissero ai quattro regni.<ref>Vedi ''Tanakh da`at mikra, zekharyah'', Introduzione, 11-12.</ref> Abbiamo un' altro esempio di parabola come quella della scala di Giacobbe, una che ha un'interpretazione teorica nella ''Guida'' e inoltre anche un'interpretazione storica, una alla quale forse si allude nella ''Mishneh Torah'', tenendo in mente che i quattro carri sone "la causa di tutto ciò che accade nel tempo".
 
Ci rimane di provare ad interpretare i riferimenti a Geremia e il loro ordine invertito. Potrebbe darsi che ciò richieda di abbandonare l'esegesi e ritornare alle nozioni basilari. Lo scopo principale di "Leggi delle Fondamenta della Torah", 7:3, è di informarci che i profeti parlano in parabole. In tale rispetto, la ''halakhah'' può essere considerata coma una versione condensata di ''Guida'' ii.43, che ci si riferisce esplicitamente. In quel capitolo della ''Guida'', Maimonide discute tipi differenti di parabole (usando alcuni degli stessi esempi della ''halakhah'') ed i differenti modi in cui i loro significati vengono rivelati ai profeti che li ricevono. Il ramo di mandorlo lì viene confrontato con la pentola che bolle (e altre parabole) in quanto mentre quest'ultima trasmette il suo significato mediante un simbolismo visivo, il primo lo fa mediante un gioco di parole. Potrebbe quindi essere che la parabole che cita Maimonide nella nostra ''halakhah'' hanno una pari funzione, cioè di illustrare differenti stili parabolici, come anche servire da esempi del fatto che le parabole sono a volte accompagnate da spiegazioni e a volte no. In tale rispetto, come simbolo visivo, la pentola che bolle vista da Geremia ha più in comune con le creature viventi viste da Ezechiele di quanto non abbia il ramo di mandorlo, per cui l'ordine di creature-pentola-ramo nella ''halakhah''. Vedi il caso, le due visioni di Geremia sono discusse in ordine inverso anche in ''Guida'' ii.43 ed il capitolo in generale mescola gli esempi che cita rispetto all'ordine biblico, senza che ciò sembri particolarmente significativo. È lo stile più teso della ''Mishneh Torah'' che ci rende sensibili a tali anomalie.