Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Salmo 22: differenze tra le versioni

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{{q|I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: ''Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte.'' E i soldati fecero proprio così.|Giovanni 19:23-25}}
 
Il Vangelo di Giovanni afferma che questo versetto era un passaggio profetico e fu adempiuto dai soldati che dividevano i vestiti di Gesù in quattro parti e tiravano a sorte la sua tunica; Giovanni citava il Salmo della ''Septuaginta'' come testo di prova per la narrazione. Questo è un altro esempio che illustra come il cristianesimo abbia adattato le parole di Davide per applicarle a Gesù, Salmo 22:19: ''Si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.'' I Vangeli sviluppano le metafore e le scene riguardanti le vesti di Gesù alla crocifissione contestualizzando il Salmo nella passione.
== Uso liturgico ==
 
Giustino martire, ''Prima apologia'', 38, ampliò la narrazione prima che il Nuovo Testamento canonizzato fosse stabilito:
{{q|E di nuovo quando dice: "Essi gettarono la sorte sulla mia veste e mi traforarono piedi e mani [Sal. 22:19, 17]. Ma io mi coricai e dormii, e mi rialzai, poiché il Signore mi ricevette". Ed ancora quando dice: "Mormorarono con le labbra scossero il capo [Sal. 22:8] dicendo: 'Liberi se stesso'" [Sal. 22:9]. Voi potete conoscere che tutto questo fu operato contro Cristo per opera dei Giudei. Infatti, dopo averlo crocifisso, muovevano le labbra e scuotevano il capo [Sal. 22:8] dicendo: "Egli che ha risuscitato i morti, liberi se stesso"!}}
Il versetto precedente, Salmo 22:18, è fondamentale per comprendere il cotesto del Salmo 22:19. La persona i cui vestiti venivano divisi viene descritta che conta le sue ossa, mentre quelli che prendono le sue vesti lo fissano. Quest'uomo affamato è così emaciato che le sue ossa sono visibili. La "voce" qui è ancora il re Davide, come lo è in tutto il Salmo, e usa l'atto di prendere e dividere le sue vesti come riferimento metaforico ai desideri dei suoi nemici per togliergli il mantello della regalità e appropriarsene. Nel cristianesimo, la figura del salvatore che è stata sostituita da re Davide nel Salmo 22 è Gesù.
 
Il Salmo 22:19 ha una connotazione molto diversa nei testi rabbinici; le vesti sono i possedimenti di Dio che vengono divisi fra le nazioni. ''[[:en:w:Esther Rabbah|Esther Rabbah]]'' 1:13 afferma che Israele fu punito e la sua sovranità gli fu tolta e data alle nazioni del mondo. In futuro, quando Israele si pentirà, Dio porterà via il regno dalle nazioni e lo restituirà a Israele; il testo di riprova è {{passo biblico2|Abdia|1:21}}: ''Allora dei liberatori saliranno sul monte Sion per giudicare le montagne di Esaù, e il regno sarà del Signore. Come commentato in precedenza, il Salmo 22 ha la caratteristica semiotica di un testo aperto, che porta a molteplici identità delle sue metafore e ''personae'', e le azioni descritte nel Salmo possono quindi avere molteplici applicazioni. Nei testi midrashici possono essere scambiate diverse figure di salvatori; nella corrispondente mossa esegetica viene analizzata un'agiografia o una narrativa storica della salvezza.
 
== Uso liturgico ==
Liturgicamente, il Salmo 22 fa parte del servizio commemorativo di [[w:Purim|Purim]] nell'ebraismo<ref>Ismar Elbogen (tr. Raymond Scheindlin), ''Jewish Liturgy: A Comprehensive History'' (Philadelphia: The Jewish Publication Society, 1993), 110-11.</ref> e fa parte della liturgia del [[w:Venerdì santo|Venerdì Santo]] nel cristianesimo. Tracce di un uso liturgico del Salmo 22 e delle sue interpretazioni che presentano una figura salvifica si trovano in testi omiletici rabbinici, come il ''Midrash Esther'' nel Talmud babilonese, ''Midrash Tehillim'' e ''Pesiqta Rabbati''. Questo uso liturgico dovrebbe essere visto come avvenisse all'interno del trasferimento culturale e della migrazione culturale di idee tra ebraismo e cristianesimo. L'applicazione dei lemmi critici del Salmo 22 a Ester e al [[:en:w:Messiah ben Joseph|Messia Ephraim]] nei testi omiletici è forse una reazione critica, postneotestamentaria, alla sua applicazione cristiana a Gesù. Per quanto riguarda gli usi liturgici del Salmo 22, è significativo che il Salmo faccia parte della preghiera di Ester, come anche della preghiera di un uomo giusto (Talmud babilonese, ''Yoma'' 29a).
 
In questi due casi l'impostazione della preghiera coinvolge un individuo sotto enorme stress. Diversi passaggi midrashici che interpretano il Salmo 22 potrebbero aver riflesso la liturgia della sinagoga. Menn<ref>Menn, "Nor Ordinary Lament", 318.</ref> nota che i passaggi di apertura, ''petihot'' (proemi) in ''Midrash Tehillim'' sono introduzioni omiletiche a passaggi scritturali letti liturgicamente nel servizio della sinagoga. I vv. 22:1-2 servono da versi introduttivi, i cosiddetti versi ''petiha'', nella maggior parte di questi proemi. Ad esempio, Ester è la "Cerva dell'aurora", la trasposizione midrashica delle lettere ebraiche cambia "cerva" (איילת) nella "forza" (אילותי) di Ester (Sal. 22:20). Potrebbero esserci state occasioni liturgiche per l'uso di ''Pesiqta Rabbati'',<ref>Ulmer, ''A Synoptic Edition'', xix-xxii.</ref> che contiene omelie scritte e anche benedizioni (ad esempio, ''Pesiqta Rabbati'' 37:9).
 
== ''Pesiqta Rabbati'' ==
[[File:Francesco Hayez 020.jpg|right|260px|thumb|''Ephraim'', olio di [[w:Francesco Hayez|Francesco Hayez]] (1844)]]
Le omelie di ''[[:en:w:Pesikta Rabbati|Pesiqta Rabbati]]'' contengono numerose reinterpretazioni midrashiche dei messia che si basano sui passaggi messianici nella Bibbia ebraica, che sono passaggi chiave nella "teologia dell'adempimento" cristiana, come evidente in Giustino martire:
{{q|'''''Prima Apologia'' 35''': Che tutto questo sia veramente accaduto, potete apprenderlo dagli Atti redatti sotto Ponzio Pilato. A prova che era stato veramente vaticinato il fatto che si sarebbe seduto su un puledro di asina e sarebbe entrato in Gerusalemme, citeremo le parole della profezia di un altro Profeta, [[w:Sofonia|Sofonia]] [''recte'': Zacc.]. Eccole: "Gioisci fortemente, figlia di Sion, annunzia, figlia di Gerusalemme; ecco viene a te, mansueto, il tuo re, cavalcando un'asina ed un asinello, puledro di una giumenta". [Zacc. 9:9]<ref>Phillip Schaff, ''Ante-Nicene Fathers'', vol. 1 (Peabody, Mass.: Hendrickson, 1994), 174-75.</ref>}}
 
 
 
== Conclusione ==