Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Storie di Gesù: differenze tra le versioni

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Storie come quelle sopra considerate, conservate nei Vangeli ma raccontate individualmente senza l'esplicita teologia del "divino Gesù", non avrebbero né offeso né messo alla prova la credulità di molti ebrei, e avrebbero potuto convincerli che Gesù era divino semplicemente perché aveva fatto in passato quello che dicevano Dio facesse ogni giorno. Raccontate correttamente, le storie potevano essere cognitivamente coerenti con ciò che gli ebrei pensavano che Dio stesse operando nel mondo. Queste storie non sarebbero state ostacoli per loro perché non richiedevano alcun impegno nelle loro implicazioni. Gli ebrei avrebbero "capito" immediatamente i punti di queste storie, indipendentemente dal fatto che le considerassero credibili o meno.<ref>Una valutazione dei tipi di narrazioni che gli ebrei raccontavano sulle storie di Gesù si trova in Schäfer, ''Jesus in the Talmud''. Come dimostra Schäfer, alcune di queste erano controstorie, repliche ebraiche a varie affermazioni fatte su Gesù dai cristiani. Schäfer sottolinea che le storie ebraiche non sono importanti per gli studi storici su Gesù, ma di grande importanza per lo studio delle relazioni ebraico-cristiane dal secondo al settimo secolo.</ref>
 
Inoltre, per molti ebrei, in particolare quelli che credevano di vivere ancora nell'era biblica, non ci sarebbe stato nulla di particolarmente strano nell'idea che Dio assumesse forma umana e fosse presentpresente tra le persone. Le storie basate esattamente su questo appaiono nella Bibbia ebraica. Ad esempio, in {{passo biblico2|Genesi|18}}, Dio è uno dei tre sconosciuti che visitano Abramo, si lavano i piedi, si adagiano all'ombra di un albero e mangiano carne di vitello. Uno di loro parla sia con Abrahamo che con Sara, e poi decide con Abramo la sorte dei giusti a Sodoma.
 
In {{passo biblico2|Esodo|24:9-11}}, Mosè, Aaronne, Nadab, Abiu e settanta anziani "salirono e videro il Dio d'Israele. Sotto i Suoi piedi vi era come un pavimento lavorato in trasparente zaffiro, e simile, per limpidezza, al cielo stesso. Ma Egli non stese la Sua mano contro quegli eletti dei figli d'Israele; anzi essi videro Dio, e mangiarono e bevvero."
 
Dalle scritture, gli ebrei sapevano che quando era desiderio di Dio che Lo vedessero, le persone potevano vederLo.<ref>Sull'argomento, si vedano: James Kugel, ''The God of Old: Inside the Lost World of the Bible'' (New York: The Free Press, 2003), 5-36; Esther J. Hamori, ''When Gods Were Men: The Embodied God in Biblical and Near Eastern Literature'' (Berlino: Walter de Gruyter, 2008), 1-128.</ref> Di conseguenza, non avrebbero avuto problemi ad affrontare le implicazioni binitarie delle storie di Gesù se avessero pensato in categorie teologiche. Il binitarismo non sarebbe stato problematico perché sapevano dalla Bibbia che Dio andava e veniva a Suo piacimento e poteva assumere forma umana e massa a Suo piacimento. Ma, anche se Dio fosse diventato Gesù e avesse fatto queste cose, ciò era molto prima del loro tempo. Il cristianesimo poteva essere apparso loro attraente, ma non convincente.<ref>Il binitarismo emerse come un serio problema teologico nei circoli rabbinici quando i saggi capirono che lo gnosticismo ebraico, la letteratura enochica e la prima metafisica ebraico-cristiana sollevavano la questione di molteplici autorità in cielo. Questo argomento, tuttavia, va oltre lo scopo di questo mio studio.</ref>
 
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== Note ==
{{Vedi anche|Biografie cristologiche|Ebraicità del Cristo incarnato|Serie cristologica}}