Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Storie di Gesù: differenze tra le versioni

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== Invocazioni a Dio nella liturgia ebraica ==
La sezione preliminare del servizio mattutino ebraico, ''Birkhot Hashachar'', contiene una serie di benedizioni che condividono un'introduzione comune. Ciascuna si conclude con un'invocazione a Dio differente. L'introduzione è: "Benedetto sei Tu, Signore nostro Dio, Re dell'universo".<ref>''Signore'' è tradotto dall'ebraico ''Adonai'' che rimpiazza la pronuncia del Tetragramma, YHWH, nella lettura della Torah e nelle preghiere a partire da c. 250-200 [[w:e.v.|p.e.v.]]</ref> Le sezioni conclusive presentate qui, sono seguite da parentesi in cui indico il passo poetico, profetico o salmodico che sembra aver ispirato la benedizione:
# Che ha dato al gallo intelligenza per distinguere il giorno dalla notte ({{passo biblico2|Giobbe|38:36}})
# ...
# Che non mi ha fatto [[Ebrei e Gentili|gentile]]
# Che non mi ha fatto schiavo
# Che non mi ha fatto donna (o, in una tradizione alternativa: che mi ha fatto secondo la Sua volontà)
# Che apre gli occhi ai ciechi ({{passo biblico2|Salmi|146:8}}; {{passo biblico2|Isaia|35:5-6}})
# Che veste gli ignudi
# Che libera i prigionieri ({{passo biblico2|Salmi|146:6-8}})
# Che rialza chi è caduto ({{passo biblico2|Salmi|146:6-8}})
# Che crea il cielo e la terra, il mare e quanto contiene ({{passo biblico2|Salmi|146:6-8}})
# Che mi dàciò di cui ho bisogno ({{passo biblico2|Salmi|146:6-8}})
# Che fa sicuri i passi dell'uomo ({{passo biblico2|Salmi|37:23}}; {{passo biblico2|Samuele|2:9}})
# Che cinge Israele di potenza (''[[:en:w:Gevurah|gevurah]]'') ({{passo biblico2|Salmi|65:7;93:1}}
# Che incorona Israele di splendore ({{passo biblico2|Isaia|62:3}})
# Che moltiplica il vigore allo spossato ({{passo biblico2|Isaia|40:29}})
In origine, le persone recitavano queste benedizioni a casa, come parte di un'estesa liturgia privata.<ref>Dalia Marx, "The Morning Ritual in the Talmud: The Reconstitution of One’s Body and Personal Identity through the Blessings", ''HUCA'' 77 (2006): 103-29.</ref> Quando si svegliavano al canto del gallo, recitavano la prima benedizione. Quindi, secondo una ''[[w:Baraita|baraita]]'' – insegnamento [[w:Tannaim|tannaitico]] non trovato nella [[w:Mishnah|Mishnah]] ma citato nella [[w:Ghemara|Gemara]] – nel trattato [[w:Berakhot (Talmud)|Berachot]] 60b, le benedizioni venivano recitate mentre aprivano gli occhi, si vestivano, si alzavano dal letto, si mettevano in piedi sul pavimento, si mettevano i sandali, facevano il primo passo, si allacciavano il loro indumento esterno con una cintura, indossavano un copricapo e via dicendo.<ref>L'ordine delle benedizioni in b. Ber 60b differisce dal succitato che è comune nei libri di preghiera contemporanei e manca dei vv. 2-4. Non se ne può fare questione troppo lunga, perché molto nell'ordine fisso della liturgia contemporanea deve la sua origine alla stampa.</ref> Mediante queste benedizioni, gli atti quotidiani diventavano preghiere coreografate. Proclamavano una teologia pratica di presenza attiva, di imminenza e coinvolgimento divino.
 
Composto originariamente in circoli [[w:Farisei|farisaici]] tra la fine del II e il I secolo p.e.v., la loro articolazione esistente è dovuta ai [[w:Tannaim|Tannaim]], insegnanti rabbinici del I e del II secolo e.v. La loro inclusione nella liturgia formale del servizio mattutino della sinagoga, tuttavia, non è databile prima del periodo medievale, c. 500 e.v.14 La maggior parte delle loro invocazioni a Dio sono composte in frasi e idiomi tratti dalla Bibbia, come era pratica nelle preghiere farisaiche e successivamente tannaitiche. È importante osservare che le invocazioni 2, 3, 4 e 6 non sono collegate ai versetti biblici.