Ebraicità del Cristo incarnato/Sofia: differenze tra le versioni

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Questo brano dimostra che ''Sofia'' funziona come il pedagogo maschile di quegli uomini che amano imparare. Considerando il ruolo della [[w:pederastia|pederastia]] (combinazione di παίδ- radice greca per "ragazzo" con ἐραστής ''erastès''-"amante", la cui radice etimologica proviene dal termine ''Eros'' => pertanto: "amore per i ragazzi") nelle pratiche pedagogiche dell'antica Grecia, Filone potrebbe aver evocato intenzionalmente uno scenario del genere nella sua presentazione di ''Sofia''.<ref>Si veda William A. Percy, ''Pederasty and Pedagogy in Archaic Greece'' (Urbana: University of Illinois Press, 1996).</ref> Nel suo ruolo di educatrice, la sapienza assume un ruolo attivo, o mascolino. Quando gli uomini vengono alla sua fontana divina, come gli studenti che si affollano presso un insegnante stimato e assorbono la sua conoscenza, come quelli che assimilano una lezione eccellente, le loro anime ricevono la migliore educazione possibile. Inoltre, bevendo abbondantemente dalle sue acque, imparano a non invidiare. Iniziano quindi il processo attraverso il quale si allontanano dalle attrattive del mondo femminile, sensoriale, e ritornano al loro Dio maschio o mascolino.
 
Di particolare interesse in questo senso è il modo in cui Filone impiega immagini acquatiche per rappresentare l'esistenza poliedrica di ''Sofia''. L'acqua è una presenza onnipresente nella vita quotidiana, possiede il tratto unico della mobilità, poiché viene versata e scorre da un luogo a un altro. Tramite il suo movimento, l'acqua svolge la funzione necessaria di dare vita e nutrire coloro che sono stanchi o prosciugati. Questi ruoli sfaccettati servono bene a Filone nelle sue descrizioni di ''Sofia''. Non solo Dio è raffigurato come la fontana di ''Sofia'' (''Sacr.'' 64; cfr. ''Fug.'' 97 e ''Fug.'' 137), ma il suo "flusso inesauribile" viene spesso presentato come versato ai suoi discepoli o assorbito da loro (''Prob.'' 13; cfr. ''Post.'' 146, 151). In altri casi, Filone suggerisce che il desiderio di sapienza può causare un rallentamento dei flussi di piacere per le cose effeminate e terrene, contrastando così il potere delle acque maschili di ''Sofia'' rispetto a quelle femminili del piacere terreno (''Somn.'' 2.13). Inoltre, Filone raffigura la sapienza di Dio come un fiume che scorre, suggerendo che sebbene gli uomini perfetti possano avere i loro inizi nel corpo, la loro fine è invece nella sapienza di Dio (''Her.'' 314–15).
 
Poiché Filone paragona la sapienza all'acqua in questo modo, le dà un'aria di fluidità e mobilità, il che spiega il modo variegato con cui presenta il suo genere, a seconda che sia con Dio nei cieli o attore nel mondo creato . Ad esempio, sebbene essa sia presente con Dio in cielo e costituisca un elemento essenziale della stessa identità di Dio, non rimane lì. Inoltre, in altri luoghi, Filone descrive come lo spirito divino della sapienza sia stato trovato a dimorare nei quartieri degli uomini, come lo era con Mosè (''Gig.'' 47), o con il re (''Her.'' 314–15), e che la sapienza può rimanere in tale luogo per lungo tempo, aiutando coloro che cercano la virtù nel loro viaggio verso il reame incorporeo. Si muove, come un fiume, scorrendo a volte rapidamente e altre volte lentamente, dalla sua posizione come parte di Dio al suo ruolo incarnato nel mondo creato. Come l'acqua, c'è una fluidità nella sua interpretazione di carattere, in particolare per quanto riguarda il suo genere, che le consente di svolgere questi ruoli sfaccettati. Non è quindi solo la sposa di Dio e madre della creazione, ma anche il pedagogo dell'umanità, permettendo agli esseri umani di abbeverarsi alle sue acque vivificanti e colme di conoscenza in modo che anche loro, come lei, possano imparare a diventare più mascolini — e quindi anche più simili a Dio.
 
== Terza fase: la Sapienza mascolina insegna agli umani come mascolinizzarsi ==
Nella terza fase, una volta che la sapienza è entrata nel mondo corporeo della percezione sensoriale tra gli umani, spesso risiedendo in loro o nelle loro menti, Filone la raffigura in un ruolo completamente mascolino. A proposito di questo nuovo ritratto maschile, Filone è esplicito. In uno dei suoi trattati, ad esempio, in risposta a due ipotetiche domande che egli stesso propone: "Come può la figlia di Dio, vale a dire la sapienza, essere chiamata padre?" e "È perché il nome di sapienza è davvero femminile, ma il sesso maschile?" — risponde:
{{q|Tutte le virtù portano i nomi di donne, ma hanno i poteri e le azioni della maggior parte degli uomini adulti, dal momento che qualunque cosa proceda da Dio, anche se è la più antica di tutte le altre cose, ha ancora solo il secondo posto se paragonata a quell'essere onnipotente, e non appare maschile bensì femminile, secondo la sua somiglianza con le altre creature, poiché il maschio ha sempre la precedenza, dato che la femmina non è all'altezza ed è inferiore nel rango. Diciamo, quindi, che la sapienza, figlia di Dio, è sia maschio che padre, e colei che semina i semi e genera apprendimento nelle anime, e anche educazione, conoscenza, prudenza e tutte le cose onorevoli e lodevoli.|''Fug.'' 50–51}}
Diversi temi che ho già evidenziato, ricorrono qui. Riappare, ad esempio, la subordinazione di ''Sofia'' al Dio l'Altissimoo e onnipotente di Israele. Sebbene sia una parte essenziale della vera identità di Dio, Filone presenta la sapienza che "procede da Dio", e quindi la considera al "secondo posto rispetto a quell'essere onnipotente" (''Fug.'' 51). Inoltre, per sottolineare questa gerarchia, ribadisce che, in relazione a Dio, essa appare "non tanto maschile quanto femminile... dato che "il maschio ha sempre la precedenza, la femmina non è all'altezza" (''Fug.'' 51). Tuttavia Filone descrive vividamente come ''Sofia'' assuma un ruolo maschile una volta che entra nella corporalità creata (e femminile). Come le altre virtù che portano nomi femminili, la sapienza ha in effetti "i poteri e le azioni della maggior parte degli uomini adulti" (''Fug.'' 51). Cioè, la sua veste femminile serve solo a mascherare il suo vero potenziale e la sua capacità come uomo. Inoltre, una volta che la saggezza femminile entra nel mondo femminile della percezione sensoriale, assume un ruolo attivo. Piuttosto che essere il destinatario dei semi di Dio (''Ebr.'' 50-51), diventa colei che "semina i semi e che genera l'apprendimento nelle anime" degli altri (''Fug.'' 52). In questo modo, Filone non rappresenta più ''Sofia'' in una luce femminile, bensì maschile.
 
Mascolinizzata in questo modo, anzi a volte esplicitamente descritta come il "padre di coloro che praticano la virtù (τῶν ἀσκητῶν πατρός)", ''Sofia'' guida gli esseri umani attraverso i loro sforzi educativi lontano dal contaminato mondo femminile della materialità creata e ritornando al Dio supremo senza macchia di Israele (''Migr.'' 28). In ''Immut.'' 143, ad esempio, Filone spiega come ''Sofia'' si comporti come il pedagogo dell'umanità, guidando le menti degli umani nel processo di acquisizione della conoscenza di Dio:
{{q|E sappi che questo modo è ''Sofia'' (ταύτην ἴσθι σοφίαν). Poiché la mente guidata dalla sua ''Sofia'', mentre la strada è dritta, piana e facile, procede lungo la strada fino alla fine; e la fine di questa strada è la conoscenza e la comprensione di Dio. Ma ogni compagno della carne odia e ripudia, e si sforza di corrompere questo modo; poiché non c'è nulla che differisca così tanto dall'altro, poiché la conoscenza è in contrasto con il piacere della carne. Di conseguenza, l'[[w:Edomiti|Edom]] terreno combatte sempre con coloro che desiderano procedere su questa strada.|''Immut.'' 143}}
Qui, Filone sottolinea le difficoltà intrinseche che gli umani incontrano quando si procede in questo viaggio verso Dio senza l'aiuto di ''Sofia'', ma sottolinea anche la relativa facilità del processo – descrivendo come la strada diventa dritta, piana e facile, almeno per alcuni – quando è coinvolta. Per chiarire ulteriormente questo punto, descrive anche come, quando le persone hanno un insaziabile desiderio di ''Sofia'', si dice che siano richiamateverso l'alto (''Plant.'' 22), in effetti persino dotate di ali per innalzarle, il che consente loro di affrettarsi verso il loro Dio increato (''Plant.'' 23; cfr. anche le mie discussioni sull'ascesa dell'umanità verso Dio nel Capitolo III di questo studio). ''Sofia'' svolge quindi un ruolo strumentale nella mascolinizzazione di persone particolarmente inquisitorie.
 
Per altri, tuttavia, il processo di riconnessione con Dio pone delle sfide, poiché ''Sofia'' è meno accessibile o la sua assistenza è da loro meno desiderata. Ad esempio, sebbene Filone spieghi come alcune persone "continuamente bramano" ''Sofia'', desiderando di abbeverarsi alle sue "sorgenti sacre" (''Virt.'' 79), altre non assaggiano mai le sue dolci acque ", o lo fanno solo "con i bordi delle loro labbra" (''Virt.'' 188). Questo linguaggio implica che, sebbene le acque della divina ''Sofia'' si siano materializzate nel mondo affinché l'umanità ne goda, a volte persino prendendo dimora diretta nelle anime di certi umani, esse sono in realtà disponibili solo per coloro che più le desiderano, o che stanno attivamente cercando di imparare a vivere la vita virtuosa. Pertanto, sebbene la ''Sofia'' mascolinizzata si sia incarnata nel mondo, la sua accessibilità è ancora limitata. Colpisce, quindi, l'insistenza di Filone in ''Immut.'' 160 che ''Sofia'' è l'unico modo in cui "le anime supplicanti... possono trovare un modo per innalzarsi al Dio increato (σοφία, δι᾽ ἧς μόνης ἱκέτισι ψυχαῖς ἡ ἐπὶ τὸν ἀγένητον καταφυγὴ γίνεται). Da quando ''Sofia'' si è mascolinizzata, essa possiede le conoscenze necessarie per insegnare agli altri, in particolare a coloro che desiderano imparare, come emulare il suo percorso. In questo ruolo mascolinizzato, ''Sofia'' aiuta così a istruire coloro che sono più desiderosi di lasciarsi alle spalle i loro corpi effeminati e il mondo effeminato in cui risiedono per ascendere nel mondo maschile incorporeo delle ideea in cui risiede il loro Dio.
 
 
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