Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-31: differenze tra le versioni

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Passata la Guerra del Golfo, vi fu un riduzione generale delle spese militari, e l'USN non fece eccezione. Il 7 gennaio 1992 venne cancellato l'innovativo A-12 Avenger, una specie di B-2 imbarcato con struttura interamente a forma triangolare. Le spese erano lievitate oltre ogni previsione e non si capiva quando e come si sarebbe potuto terminare il programma. Si pensò subito al successivo aereo d'attacco AX, da realizzare verso la fine del decennio, mentre si meditava se riaprire o no la produzione dell'A-6, aereo comunque invecchiato. I tipi evoluti A-6F e il semplificato A-6G erano validi strikers, ma pur sempre costosi. Aggiornato varie volte, l'A-6 aveva le migliori capacità d'attacco tra i velivoli imbarcati mondialim con due motori turbogetti J52 da oltre 8.100 kgs seppur senza postbruciatori (assieme al Su-24 è l'unico con turbogetti tra la categoria degli strikers ognitempo), con peso massimo di 26.580 kg, e la capacità di portare 8,1 t su di un raggio di oltre 700 km a oltre 700 km/h di media. Un 'camion portabombe', senza prestazioni di punta, eppure in grado di sfiorare la velocità del suono in configurazione pulita. Dato che le ali dell'aereo presentavano problemi strutturali di affaticamento, sono state sostituite con ali della Boeing, tra l'altro in compositi. Originariamente si parlava di 325 casi sui 340 A-6E in servizio, poi ridotti a 183 per via dell'apparente buon esito del programma A-12, che invece ha comportato la spesa di oltre 1 mld di dollari senza nemmeno far volare il prototipo, mai completato. Ora la Marina era intenzionata a modificare 180 aerei con la competizione tra Grumman, Boeing e Northrop, con un valore di 1 mld di dollari per gli ultimi 120 aerei approvati. Alla fine dovevano essere circa 294 gli aerei modificati considerando i programmi preesistenti. Le nuove ali composite avrebbero dato origine all'A-6E SWIP, con vari aggiornamenti. All'epoca si pensava che in caso di guai all'AX, l'A-6E avrebbe potuto restare in servizio fino al 2020-2030, e considerando l'età venerabile dei B-52 del SAC la cosa non sembrava poi così strana. Dick Cheney, all'epoca Segretario della Difesa, aveva espresso la sua preferenza per l'F-18E e F, anche per rimpiazzare progressivamente gli F-14 Tomcat e visto il numero notevolmente elevato di Tomcat disponibili, ne dispose l'interruzione del programma F-14D, anche per via del costo unitario, che reputava troppo alto, così come la RCS, che certo non era un problema sentito ai tempi in cui venne concepito. Alla fine Cheney era anche convinto di far sostituire l'A-6 con il Super Hornet, in attesa dell'A-X.
 
I Tomcat erano ancora aerei molto popolari, in servizio dal '72 e in servizio con oltre 400 aerei A, A+ e D, con un costo unitario di 50 mln di dollari ma la capacità di operare in maniera eccezionale in modalità aria-aria, incluso l'impiego dei missili Phoenix, e con un sistema radar capace di seguire 24 bersagli aerei e ingaggiarne 6 in simultanea. Grazie a queste capacità eccezionali non ha avuto molto bisogno di aggiornamenti per i primi 15 anni, ma poi, date le deficienze e la potenza un po' insufficiente dei motori TF-30P-413, ha avuto una ibridazione con le tecnologie tipiche dell'F-15, per esempio i motori F100-GE-400 da 56.000 lbs, nonostante la navalizzazione subita. Questo permette tra l'altro un'accelerazione superiore del 50% e una migliore maneggevolezza, e persino di decollare senza AB dalle catapulte, oltre all'intercambiabilità all'82% con i motori dell'USAF, a tutto beneficio dei costi d'acquisto. Dal 1984 è stato speso un mld di dollari per consentire alla Grumman di sviluppare l'F-14D con un nuovo sistema avionico, una specie di riedizione del fallito (per ragioni di costo) F-14C. Con i motori dell'F-14A+ o B, con radar AN/APG-71 digitalizzato con velocità di calcolo ben 6 volte maggiori, portata raddoppiata (non è chiaro quanto), IRST in aggiunta alla telecamera (prima erano o l'uno o l'altra), HUD Kaiser, 3 MFD, RWR ALR-67, ECM ALQ-165 ASPJ, sistema JTIDS (l'unico tipo della Navy ad averlo all'epoca), e in generale un'architettura eletronicaelettronica simile a quella dell'A-6F, AV-8B ecc, quindi basata su di un doppio databus Mil-1553B con due calcolatori Control Data AYK-14, con sistemi INS, GPS e altri apparati moderni, e la capacità di manovrare anche a 9 g di accelerazione, mentre come missili vi erano i Phoenix C, gli Sparrow M, pare anche gli AMRAAM e in futuro l'AAAM da 180 km, sostituto del Phoenix, che però venne cancellato poco prima da Bush, ma che era per specifica di progetto compatibile con l'F-14D. I precedenti F-14 non hanno la capacità di usare AAAM o AMRAAM, essendo con tecnologie analogiche e quindi incompatibili con i tipi precedenti. La Navy prevedeva la conversione di ben 400 aerei di vecchio tipo e la compera di 127 F-14D nuovi, ma nel '90 già si ridusse e nel '92 si era deciso di avere in tutto 43 D, 69B e 270 A nella linea dei Tomcat; tra i contratti c'erano la costruzione di 38 F-14B e la trasformazione di altri 32 A, nonché di 12 A allo standard D, il tutto da completare nel 1993. Il costo di trasformazione non era marginale: tra un F-14A e un 'D' (Super Tomcat) c'erano 35 milioni di dollari di differenza, contro i 50 di un F-14D nuovo. La Grumman aveva proposto all'epoca anche di modificare l'F-14 con un investimento di appena 100 mln per sviluppare un kit per renderlo capace di diventare simile all'F-15E Strike Eagle, un programma noto come 'Quick Strike', e il costo sarebbe stato, per costruire un F-14D, inferiore ai 57,8 mln messi a bilancio nell'FY 93 per ciascun F-18 (perché ne erano previsti solo 20, mentre dopo l'FY 93 ha visto piuttosto l'ordine di 48 Hornet a 36,5 mln, dovuti alla ripartizione dei costi di supporto; il costo medio di un F-18 era valutato a circa 28 mln dalla MDD e a 35 mln da parte della Marina, mentre il futuro Super Hornet sarebbe stato valutato a 40 mln. Con le valutazioni dell'Ufficio per il Budget del Congresso era invece valutato all'FY 92 il costo di un F-18 (incluso lo sviluppo) di 40 mln per un F-18C, 60 per un F-18E, 75 per un F-14D Quick Strike e 105 per un A-X.
 
Insomma, una selva di valutazioni differenti, tra cui l'offerta Grumman di produrre 12 F-14D e 120 'Quick Strike' per complessivi 4 mld di dollari inclusi 170 di sviluppo ma non quegli apparati forniti dal governo come i motori e i radar. Non un'omissione da poco, dunque, del costo di milioni di dollari per esemplare. L'APG-71 è ibridato con l'APG-70 degli F-15 di ultima generazione. In ogni caso sarebbero stati aggiornati gli F-14A, un po' per volta, con i missili AIM-54C.
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In ogni caso, la Top Gun era molto ambita dai piloti dell'USN; quelli prescelti, bravi sia come aviatori e come insegnanti, avevano tra i 28 e i 40 anni, possibilmente 30-32.
 
Ora c'è da dire parole anche sugli aerei impiegati: nel 1991, l'A-4E e l'F-16N. Il primo dei due, chiamato 'Moongoose' era alleggerito e dotato di un motore potente, il P-8 da 5.000 kgs; gli F-16 erano arrivati più recentemente, erano del Block 30 con un GE F110-GE-100 da 25.000 lbs, ma con il radar APG-66 anziché il più recente e valido APG-68, più ALR-69 e lanciatori di chaff ALE-40, ma niente cannone interno. Ne sono stati comprati 2 di cui 4 biposto, tra la scuola, il VF-126 (con sei macchine) e VF-45 (12). Tuttavia, per quando sia stato valutato in maniera entusiasta come prestazioni, vi sono stati preoccupanti fenomeni di affaticamento strutturale che hanno messo a terra parecchi aerei, nonostante la loro configurazione così ridotta in pesi; è strano, ma del resto l'USN ha criteri di sicurezza maggiori di quelli usati con l'USAF. Quanto ai mezzi da combattimento c'erano 4 classificazioni, tra le macchine ad elica e i caccia di ultima generazione. Ovviamente gli A-4 erano paragonabili ai MiG-17 (emulati nella RAF dagli Hawk T.Mk 1). Se tirati al massimo pare che fossero piuttosto difficili da controllare, ma in generale lo 'scooter' era considerato un' eccellente aereo da dogfight, molto piccolo e quindi difficile da vedere. Per questo su Top Gun spesso era vicino e davanti agli F-14 (mentre non c'era traccia degli F-18), con una spettacolare differenza di dimensioni: gli A-4 zigzagavano davanti agli F-14, senza quasi uscire dalla loro apertura alare. Nella realtà ben difficilmente un pilota di F-14 sarebbe riuscito a vincere contro di loro, e in ogni caso sia il tempo di lock-on che le distanze non erano realistiche, ma piuttosto ritagliate sugli scopi della pellicola: differentemente lo scontro sarebbe stato condotto a distanze maggiori e con un minor tempo per acquisire e 'uccidere' il bersaglio. Nel debriefing si tendeva ad essere professionali e distaccati, senza farne casi personali: per esempio, piuttosto che parlare dell'errore del tal pilota, parlare dell'errore fatto dal tal aereo. Il punto è che non si era lì per dimostrare come gli istruttori battevano i piloti; lo scopo dell'istruttore, differentemente da tante altre occasioni, non è quello sacrale del 'sensei', né quello dello sparring patner: il suo scopo è quello di insegnare al pilota a batterlo, senza trucchi e scorciatoie eccetto quanto sarebbe utile in un combattimento vero. Nella missione finale, altamente agonistica, il 1V1 vede il vincitore autorizzato a fare un 'victory roll' sulla pista, il perdente costretto ad un atterraggio TACAN a mò di pilota di linea. In ogni caso, nessuna manovra non autorizzata sopra gli aeroporti sarebbe tollerata. Ma era l'addestramento dell'USN a fare la differenza, più dei già eccezionali equipaggiamenti (soprattutto il Tomcat, ma sempre di più, per la stessa ammissione dei suoi piloti, si faceva largo l'Hornet, a quanto pare meglio attrezzato per le missioni tattiche sopra il territorio nemico).
 
Adolf Galland diceva del pilota da caccia: ''Solo la volontà di combattere nata in cuore coraggioso porterà alla vittoria un velivolo da caccia, non importa quanto avanzato esso sia'. Certo, all'epoca era tutto più artigianale e conseguentemente imponderabile, le mitragliatrici della maggior parte degli aerei potevano, se ben portate dal 'manico' a segno sul bersaglio, ottenere dei risultati positivi contro qualunque avversario. Un pilota esperto era temibilissimo rispetto ai 'pivelli' anche su aerei superiori, altrimenti come spiegare il numero di vittorie che i Finlandesi ottennero con i Buffalo contro i Sovietici? All'epoca servivano senso tattico, un aereo pronto nella manovra e un paio di buone mitragliatrici. Spesso non c'era nemmeno la radio di bordo. Nei combattimenti aerei l'acrobazia cara ai cacciatori giapponesi e italiani era vista dagli anglosassoni con un certo fastidio e ilarità; i Britannici erano un po' nel mezzo, visto che su Malta gli Italiani pensavano che fossero troppo 'precisi' nelle manovre di attacco e disimpegno quando gli aviatori maltesi da un lato ne notavano l'eccessiva propensione ad acrobazie da air-show, mentre consideravano a loro volta i Tedeschi poco propensi (anche per il tipo di aerei in uso, veloci ma poco efficaci nelle virate) a cercare i combattimenti manovrati. È difficile capire come le cose vadano nei combattimenti aerei: forse l'esempio più eclatante è il fatto che sull'Australia i P-40 americani combatterono all'altezza degli Zero nel '42, mentre nel '43 esperti piloti di Spitfire vennero sistematicamente umiliati dai giapponesi (pare con un secco 7:1, vedi P.F.Vaccari, RID dic 2003). Era un'epoca diversa, la tecnologia era più semplice e i sistemi di combattimento e scoperta automatici non esistevano (specie nei caccia diurni), e quindi la tecnologia aveva tutto sommato un peso minore rispetto ad altri fattori. Ma le regole basilari del combattimento aereo, se ben applicate, restano valide adesso come nel 1916, quando vennero enunciate da Boelke. La maggior parte dei piloti da caccia abbattuti non ha visto l'avversario prima di essere colpito, a maggior ragione nell'era dei missili (maggiore gittata, letalità accresciuta ecc).