Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Cabala: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
 
testo
Riga 6:
Own Interpretation of Isaiah'' (Londra: SPCK, 1984).</ref> orali – da indicare che era analfabeta?
 
Sebbene la Kabbalah possa davvero essere usata con un significato restrittivo, il suo orientamento di fondo non è altro che l'approccio della ''[[w:merkavah|merkavah]]'' di Dio, il trono del carro celeste da cui emanava la potenza e la sapienza divine per l'ordinamento di tutta la creazione. La concezione di tale ''merkabah'' è molto più antica, profondamente radicata nella teologia di Israele, rispetto allo sviluppo delle tecniche cabalistiche durante il Medioevo. In effetti, l'ascesa al trono divino è più antica di Israele stesso.
 
Dalla Mesopotamia, dal ventitreesimo secolo [[w:e.v.|p.e.v.]] e al XV secolo e.v., si raccontano storie di re e cortigiani che entrano nel palazzo dei cieli e vi ricevono visioni e potenze.<ref>Si vedano Bernhard Lang, "Die grosse Jenseitsfahrt", ''Paragana'' 7.2 (1998): 24-42, 32.; Stephanie Dally, ''Myths from Mesopotamia'' (Oxford: 1989), 182-87; James D. Tabor, "Heaven, Ascent to", ''Anchor Bible Dictionary'', curr. David Noel Freedman, Gary A. Herion, David F. Graf, John David Pleins e Astrid B. Beck (New York: Doubleday, 1992), 391-94.</ref> Israele imparò queste tradizioni regali da Babilonia e le convertì in autorizzazione profetica, specialmente durante il periodo di [[w:Ezechiele|Ezechiele]] (nel VI secolo p.e.v.). Lo stesso Ezechiele riferì la sua visione classica del trono di Dio come un carro, un ''merkavah'' (ebr. מרכבה), e ciò che di solito viene chiamato "misticismo merkavah" deriva dalla sua visione (in {{passo biblico2|Ezechiele|1}}). Dopo Ezechiele, il [[w:Libro di Daniele|Libro di Daniele]] (capitolo 7) descrisse ulteriormente questa visione (durante il II secolo p.e.v.). E al tempo di Gesù, il [[w:Libro di Enoch|Libro di Enoch]], trovato in [[w:Manoscritti del Mar Morto|frammenti]] in aramaico a [[w:Qumran|Qumran]], aveva portato avanti questa tradizione.<ref>La tradizione su cui si basa il libro chiaramente emerse prima del Libro di Daniele, ma Enoch continuò ad espandersi per secoli; cfr. Matthew Black, ''The Book of Enoch or I Enoch'', vol. 7 di ''Studia in Veteris Testamenti Pseudepigraphia'' (Leiden: Brill, 1985); Michael Langlois, ''Le premier manuscit du livre d’Hénoch. Étude épigraphique et philologique des fragments araméens de 4Q201 à Qumrân'' (Parigi: Cerf, 2008).</ref>
 
Il [[w:Genesi|Libro della Genesi]] dice di Enoch solo che "egli camminò con Dio, e più non fu" (Genesi 5:22). Questa scomparsa è considerata come un segno del fatto che Enoch godette di una visione avendo asceso ai molteplici cieli sopra la terra, e fu autorizzato a raccontare la sua sapienza ad Israele, anzi ad agire da intermediario con gli angeli che avevano disobbedito a Dio. Da Ezechiele, attraverso Daniele ed Enoch, fino a Giovanni e Gesù, c'è una tradizione crescente, una kabbalah (קַבָּלָה‎, qualcosa di "ricevuto"),<ref>In una fase molto più tarda, questa tradizione mistica fu formalizzata nella complessità accademica della Cabala medievale, che era un movimento erudito e intellettuale.</ref> che riflette un profondo impegno nella pratica disciplinata della visione del trono di Dio. I frammenti di Enoch a Qumran si trovano in aramaico, il che suggerisce che il libro fu usato non solo dagli [[w:Esseni|Esseni]] (che tendevano a proteggere i loro documenti settari in ebraico), ma da un pubblico più ampio, che includeva gli Esseni.<ref>Per un'introduzione e traduzione, si veda E. Isaac, "1 Enoch", ''The Old Testament Pseudepigrapha'', cur. J. H. Charlesworth (Garden City: Doubleday, 1983), 1.5-89.</ref> In effetti, il Libro di Enoch è anche citato in una fase successiva nel Nuovo Testamento, cosicché non vi siono dubbi sul suo uso largamente diffuso. Anche un'altra opera trovata in ebraico a Qumran e ampiamente attestata altrove, il [[w:Libro dei Giubilei|Libro dei Giubilei]], presenta Enoch come una figura di rivelazione: egli stesso conosce la Torah in seguito rivelata a Mosè mediante comunicazione angelica.
 
Lo sviluppo di queste tradizioni non è ovviamente indipendente: esiste un costruire e prendere in prestito l'una dall'altra. L'ascesa al trono divino fu un'aspirazione che fu "ricevuta" o "presa", una fonte dalle altre. "Ricevere" o "prendere" sia in aramaico che in ebraico è espresso dal verbo ''qabal'', da cui deriva il sostantivo ''qabbalah'', e il nome è usato sia nella [[w:Mishnah|Mishnah]] che nel [[w:Talmud|Talmud]] per riferirsi alla tradizione antica, inclusi i Profeti e il Scritti all'interno della Bibbia di Israele (distinti dalla Torah).<ref>Si veda l'articolo allegato a Scholem, ''Encyclopedia Judaica'' (Gerusalemme: Keter, 1972), 653-54, in cui Cecil Roth asserisce, rispetto al saggio di Scholem (citato come "voce precedente"), "Oggi il termine Kabbalah è usato ad indicare la dottrina mistica ed esoterica dell'ebraismo (si veda la voce precedente). La connotazion e mistica è sconosciuta nel Talmud.”</ref> Ora ciò che è ''qabal''izzato potrebbe essere qualsiasi tipo di tradizione autorevole, ma è la tradizione riguardante la ''merkabah'' che è qui la nostra preoccupazione. Quando Paolo desidera sottolineare quell'autorità del suo insegnamento riguardo all'[[w:Eucaristia|Eucaristia]], dice: "Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso", e continua a parlare sia dell'ultima cena di Gesù coi suoi seguaci sia del suo significato e corretta osservanza ({{passo biblico2|1Corinzi|11:23-33}}). Le fonti dell'autorità di Paolo includono ciò che ha appreso dai cristiani primitivi (in particolare Pietro, vedi {{passo biblico2|Galati|1:18}}), ma soprattutto quello che chiama ''apokálypsis'' (ἀποκάλυψις), la rivelazione, di Cristo Gesù ({{passo biblico2|Galati|1:12}}): "Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo". Tale rivelazione avvenne in un regno soprannaturale, il terzo cielo, il paradiso in cui Paolo in un'altra occasione afferma di essere stato rapito, dove egli udì sapienza indicibile ({{passo biblico2|2Corinzi|12:1-4}}).<ref>Si veda Victor Paul Furnish, ''II Corinthians, translated with introduction, notes, and commentary''. The Anchor Bible (Garden City: Doubleday, 1984), 542-45.</ref>
 
 
Line 15 ⟶ 20:
<div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4" ><references/></div>
 
{{Avanzamento|2550%|25 luglio 2020}}
[[Categoria:Riflessioni su Yeshua l'Ebreo|Cabala]]