Riflessioni su Yeshua l'Ebreo/Gesù ebreo: differenze tra le versioni

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= Il Gesù ebreo: immagine di parte =
Il mio approccio alla ricerca sul Gesù storico nel testo del Nuovo Testamento potrebbe sembrare estremo. Mi sembra che [[w:Vangelo secondo Marco|Marco]], la prima versione evangelica sulla vita di Gesù compilata poco dopo la [[w:Prima guerra giudaica|distruzione del Secondo Tempio ebraico]] da parte dei romani nel 70 [[w:e.v.|e.v.]], contenga tracce autentiche del [[w:Gesù storico|Gesù storico]] miste a ripetuti motivi di segretezza che intendono oscurare il ruolo di Gesù come simpatizzante rivoluzionario politico coinvolto nella lotta nazionale ebraica contro Roma. Quando il Vangelo di Marco viene analizzato alla sua propria luce, senza ricorrere allo ''status'' speciale che la tradizione canonica gli conferisce, è meno storia e biografia, e più storiosofia e parabola. Presenta anche un'astuta polemica contro i credenti cristiani ebrei a Gerusalemme, la cui influenza diminuì considerevolmente in seguito alla caduta di Gerusalemme nel 70 e.v., e un'apologia intelligente per rendere appetibile a Roma il primo cristianesimo, non identificando Gesù con le aspirazioni nazionali degli ebrei. Il racconto marciano sul processo a Gesù e la sua esecuzione, insieme al ritratto di un Cristo pacifista, sono per la maggior parte storicamente messi in discussione da [[w:Samuel G.F. Brandon|S. G. F. Brandon]], che vede in queste narrazioni i tentativi della Chiesa [[Ebrei e Gentili|Gentile]] per ottenere il favore romano discolpando [[w:Ponzio Pilato|Ponzio Pilato]] dalla sua parte nella crocifissione di Gesù.<ref>Gli scritti di [[w:Samuel G.F. Brandon|S. G. F. Brandon]], già professore di religione comparativa presso l'[[w:Università di Manchester|Università di Manchester]], devo ammettere mi hanno assai influenzato riguardo alla mia analisi di Gesù quale simpatizzante nazionalista e rivoluzionario politico. Si vedainveda in particolare il suo ''Jesus and the Zealots'' (New York: Charles Scribner’s Sons, 1967). Inoltre, importanti in questa interpretazione sono Hyam Maccoby, ''Revolution in Judaea: Jesus and the Jewish Resistance'' (New York: Taplinger Publishing Company, 1981) e [[w:Shmuley Boteach|Shmuley Boteach]], ''Kosher Jesus'' (Gerusalemme: Gefen Publishing House, 2012).</ref>
 
Sono d'accordo. Per quanto riguarda il racconto di Gesù davanti al [[w:Sinedrio|Sinedrio]] dei Vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca),<ref>{{passo biblico2|Matteo|26:57-75}}; {{passo biblico2|Marco|14:53-72}}; {{passo biblico2|Luca|22:54-71}}.</ref> il processo dinanzi a Pilato,<ref>{{passo biblico2|Matteo|27:11-14}}; {{passo biblico2|Marco|15:2-5}}; {{passo biblico2|Luca|2:3-5}}.</ref> e la sentenza di morte,<ref>{{passo biblico2|Matteo|27:15-26}}; {{passo biblico2|Marco|15:6-15}}; {{passo biblico2|Luca|23:17-25}}.</ref> la questione dell'equità storica si intromette in questi racconti. Gesù viene processato tre volte (il processo notturno del Sinedrio che lo giudica colpevole di blasfemia; il processo davanti a [[w:Erode Antipa|Erode Antipa]]; il processo all'alba davanti a Pilato), e quindi: quale tribunale ha condannato Gesù in modo decisivo?<ref>Si veda "The Trial of Jesus in Light of History: A Symposium", in ''Judaism'' 20.1 (1971):6-74.</ref> Dove, nella tradizione biblico-talmudica, la blasfemia è definita con l'affermare che uno è il "Messia, il Figlio del Benedetto"?<ref>{{passo biblico2|Matteo|26:63-65}}; {{passo biblico2|Marco|14:61-65}}; {{passo biblico2|Luca|22:67-70}}.</ref> {{passo biblico2|Levitico24:13-23}} e [[w:Sanhedrin|Sanhedrin]] 7.5 proclamano che chiunque maledice Dio è colpevole di blasfemia.<ref>Si veda {{passo biblico2|Atti|6}}, in cui la tradizione cristiana registra che Stefano fu condannato a morte poiché aveva pronunciato "espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio" (Atti 6:11). Cfr. anche {{passo biblico2|Esodo|22:27}}; {{passo biblico2|1Re|21:10,13}} ("Hai maledetto Dio e il re!").</ref> Raramente registrati sono maledizioni e volgarità empie da parte di chi afferma di essere una figura messianica. È pur vero che Flavio Giuseppe registrò molti pretendenti messianici tra il 6-70 e.v., ma non abbiamo alcuna testimonianza di condannati a morte. [[w:Simon Bar Kokheba|Bar Kochba]] fu chiamato messia da [[w:Rabbi Akiva|Rabbi Akiva]], ma la tradizione non parla male di nessun eroe del secondo secolo. E persino una personalità di spicco come [[Maimonide]] retrocesse dottrina messianica ad una posizione secondaria tra gli articoli di fede resi in suo nome. Inoltre, uno colpevole di blasfemia veniva lapidato a morte e non ucciso con crocifissione, come riportato da Marco.<ref>Una breve descrizione della crocifissione si trova in {{passo biblico2|Matteo|27:33-44}}; {{passo biblico2|Marco|15:22-32}}; {{passo biblico2|Luca|23:33-43}}.</ref>
 
Il fatto che Gesù fosse solidale con la causa [[w:zelota|zelota]] potrebbe spiegare perché le accuse di sedizione non furono apertamente negate da Gesù quando gli fu chiesto: "Sei tu il re dei Giudei?"<ref>{{passo biblico2|Matteo|27:11}}; {{passo biblico2|Marco|15:2}}; {{passo biblico2|Luca|23:3}}. Cfr. anche {{passo biblico2|Marco|15:9,12}} e l'accusa contro Gesù inscritta sulla croce "INRI" ({{passo biblico2|Matteo|27:37}}; {{passo biblico2|Marco|15:26}}; {{passo biblico2|Giovanni|19:19}}).</ref> Altri riferimenti supportano questa visione. Uno dei discepoli di fiducia fu [[w:Simone il Cananeo|Simone lo Zelota]].<ref>Si vedano {{passo biblico2|Matteo|10:14}}; {{passo biblico2|Marco|3:18}}; {{passo biblico2|Luca|6:15}}; {{passo biblico2|Atti|1:3}}. In Matteo e Marco sta scritto "Simone il Cananeo" (Zelota). Il pubblico ebreo di Matteo comprende l'aramaismo, ma Marco che di solito traduce eventuali aramaismi (per es., {{passo biblico2|Marco|7:34}}) nel greco, qui non lo fa. L'autore di Luca-Atti, scrivendo una generazione dopo Marco, non considera più la macchia di sedizione politica riguardo a Gesù o non è consapevole del dilemma marciano, e senza vergogna identifica Simone come uno Zelota.</ref> Il movimento degli Zeloti, radicato nella tradizione come "zelante per il Signore",<ref>Si vedano i ruoli di [[w:Fineas|Fineas]] ({{passo biblico2|Numeri|25:7-10}}), Mattia ({{passo biblico2|1Maccabei|2:15-41}}) ed Elia ({{passo biblico2|1Re|19:9-10}}) come tipi zeloti.</ref> nacque in Galilea nel primo decennio del primo secolo. Si può presumere che il bambino Gesù allevato a Nazaret avrebbe ascoltato spesso storie di imprese zelote contro gli odiati romani e quanti zeloti morirono da martiri in un futile tentativo di sostituire la sudditanza a Roma con il giogo del "regno dei cieli".<ref>"Sia benedetto il Suo Nome, il cui regno glorioso è nei secoli dei secoli", recitato nel Tempio durante i servizi del Giorno dell'Espiazione (''[[w:Yom Kippur|Yom Kippur]]''), fu aggiunto dai rabbini ad accompagnare il versetto di apertura dello [[w:Shemà|Shema]] ({{passo biblico2|Deuteronomio|6:4}}). Sin dal periodo di Caligola (34-41), gli imperatori romani esigevano dai loro sudditi il rispetto divino. L'ebreo lealista (religioso, nazionalista) che lo respingesse, era passibile di pena di morte. L'breo si sottometteva esclusivamente alla sovranità di Dio, che proclamava in "Ascolta, O Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno" seguito dalla succitata dossologia.</ref>
 
Queste esperienze d'infanzia ascoltate attentamente e con timore reverenziale fecero sì che Gesù adulto simpatizzasse con i sentimenti anti-romani della sua gente. Pertanto, la pericope della "[[w:purificazione del Tempio|purificazione del Tempio]]" non deve essere letta come anti-tempio ma piuttosto come una critica dei funzionari del Tempio che collaboravano con Roma.<ref>{{passo biblico2|Marco|11:15-19}}; {{passo biblico2|Matteo|21:21}}; {{passo biblico2|Luca|19:45-48}}.</ref> Questo episodio sembra coincidere con un'insurrezione a Gerusalemme durante il periodo di [[w:Caligola|Caligola]] (34-41), in cui sembrano essere stati coinvolti gli zeloti.<ref>Si può riscontrare un riferimento alla soppressione violenta della ribellione da parte di Pilato in {{passo biblico2|Luca|13:1}}.</ref> La famosa domanda relativa al tributo a Cesare che fa dire a Gesù: "Rendi a Cesare le cose che sono di Cesare e a Dio le cose che sono di Dio"<ref>{{passo biblico2|Marco|12:17}}; {{passo biblico2|Matteo|22:21}}; {{passo biblico2|Luca|20:25}}.</ref> implica il sostegno ebraico alla politica fiscale romana. Questa è una posizione di assimilazione ed è molto dubbio che il Gesù storico vi si sia identificato. Meglio dire che la scuola di Marco basata a Roma coniò la risposta di Gesù e garantì che Gesù e il suo movimento fossero fedeli a Roma e contrari al nazionalismo ebraico. Questo era un mandato necessario alla sopravvivenza dei cristiani gentili che vivevano a Roma durante e dopo la guerra ebraica di ispirazione zelota contro Roma.
 
 
Sono d'accordo. Per quanto riguarda il racconto di Gesù davanti al Sinedrio dei Vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca),<ref>{{passo biblico2|Matteo|26:57-75}}; {{passo biblico2|Marco|14:53-72}}; {{passo biblico2|Luca|22:54-71}}.</ref> il processo dinanzi a Pilato,<ref>{{passo biblico2|Matteo|27:11-14}}; {{passo biblico2|Marco|15:2-5}}; {{passo biblico2|Luca|2:3-5}}.</ref> e la sentenza di morte,<ref>{{passo biblico2|Matteo|27:15-26}}; {{passo biblico2|Marco|15:6-15}}; {{passo biblico2|Luca|23:17-25}}.</ref> la questione dell'equità storica si intromette in questi racconti. Gesù viene processato tre volte (il processo notturno del Sinedrio che lo giudica colpevole di blasfemia; il processo davanti a [[w:Erode Antipa|Erode Antipa]]; il processo all'alba davanti a Pilato), e quindi: quale tribunale ha condannato Gesù in modo decisivo?<ref>Si veda "The Trial of Jesus in Light of History: A Symposium", in ''Judaism'' 20.1 (1971):6-74.</ref> Dove, nella tradizione biblico-talmudica, la blasfemia è definita con l'affermare che uno è il "Messia, il Figlio del Benedetto"?<ref>{{passo biblico2|Matteo|26:63-65}}; {{passo biblico2|Marco|14:61-65}}; {{passo biblico2|Luca|22:67-70}}.</ref>
 
== Note ==
{{Vedi anche|Biografie cristologiche|Ebraicità del Cristo incarnato|Serie cristologica}}
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[[Categoria:Riflessioni su Yeshua l'Ebreo|Gesù ebreo]]