Ebraicità del Cristo incarnato/Melchisedec: differenze tra le versioni

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{{Immagine grande|Meeting of abraham and melchizadek.jpg|540px|''"Incontro tra il Patriarca [[w:Abramo|Abramo]] e [[w:Melchisedec|Melchisedec]]"'', di [[w:Dirk Bouts|Dirk Bouts]], ca. 1464–67}}
 
= Secondo caso studio: il Manoscritto di Melchisedec (''[[:en:w:11Q13|11QMelch]]'') =
Seleziono un testo trovato tra i reperti archeologici dei Rotoli del Mar Morto, vale a dire ''11Q Melch'',<ref>La prima pubblicazione di questi frammenti fu data da A. S. van der Woude, "Melchisedek als himmlische Erlösergestalt in den neugefunden eschatologishen Midraschim aus Qumran Höhle XI", ''OTS'' 14 (1965): 354–373. L'edizione più usata è stata pubblicata quale parte delle ''Discoveries of the Judean Desert'' da Florentino García Martínez, Eibert J. C. Tigchelaar e van der Woude, curr. ''Manuscripts from Qumran Cave 11 (11Q2-18, 11Q20-30)''. ''DJDe'' XXII (Oxford: Clarendon, 1996). Per informazioni biografiche in altre edizioni che sono state pubblicate, si veda Eric F. Mason, ''‘You Are a Priest Forever’: Second Temple Jewish Messianism and the Priestly Christology of the Epistle to the Hebrews'', ''STDJ'' 74 (Leiden: Brill, 2008), 138–190, partic. 169 nota 79.</ref> come mio secondo caso studio relativo all'antica percezione ebraica del Sommo sacerdote, non solo perché discute la figura sacerdotale di [[w:Melchisedec|Melchisedec]], ma anche perché – come gli altri testi ebraici su cui ho indagato durante questa studio – risale agli inizi dell'era volgare.<ref>Van der Woude, per esempio, sostiene che il testo dovrebbe essere datato verso il Periodo Erodiano, basandosi su informazioni prese da una teoria paleografica sviluppata inizialmente da Frank Moore Cross. Si veda "Melchisedek", 357; cfr. Rick Van de Water, "Michael or Yhwh? Toward Identifying Melchizedek in 11Q13", ''JSP'' 16.1 (2006): 75–86, part. 85–86. Per argomentazioni su una datazione precedente, si veda il dibattito riportato da Eric Mason, "You Are a Priest Forever", 170, note 85–87.</ref> Pertanto, il modo in cui l'autore di ''11Q13'' descrive Melchisedec quale incarnazione di Dio può essere confrontato costruttivamente con altre versioni ebraiche contemporanee di questo fenomeno. In contrasto con la rappresentazione di Jaddua fatta da Flavio Giuseppe come una forma di Dio materializzata in terra, ad esempio, l'autore del Rotolo di Melchisedec (''11Q Melch'') complica lo ''status'' del suo Sommo sacerdote mediante una serie di allusioni bibliche che confondono la condizione di Melchisedec con quella di Dio.<ref>[310]</ref> Qui, in un testo sul decimo e ultimo Giubileo, Melchisedec non è semplicemente una figura umana, ma un'entità che partecipa alla divinità di Dio in un contesto escatologico di tipo bellico. Egli è a capo di un esercito — la nazione dei santi di Dio. Insieme ai Figli della luce, conduce una battaglia cosmica contro Belial e le sue forze. All'interno di questo contesto escatologico marziale, il ruolo di Melchisedec è chiaro: deve essere il giudice escatologico, colui che sta al posto di Dio e che compie la vendetta di Dio.
 
 
 
 
 
 
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[[Categoria:Ebraicità del Cristo incarnato|Melchisedec]]