Storia della letteratura italiana/Baldassarre Castiglione: differenze tra le versioni

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La prosa di Baldassarre Castiglione è considerata una delle più alte espressioni del Rinascimento italiano. Soggiornò in molte corti, tra cui quella di Francesco II Gonzaga a Mantova, quella di Guidobaldo da Montefeltro a Urbino e quella di Ludovico il Moro a Milano. Al tempo del sacco di Roma fu nunzio apostolico per papa Clemente VII. La sua opera più famosa è ''Il Cortegiano'', pubblicato a Venezia nel 1528, e ambientato presso la corte d'Urbino, ma scritto solo in seguito al soggiorno in quest'ultima. È la trattazione, in forma dialogata, di quali siano gli atteggiamenti più consoni a un uomo di corte e a una "dama di palazzo", dei quali l'autore riporta raffinate ed equilibrate conversazioni che immagina si tengano durante serate di festa alla corte dei Montefeltro, attorno alla duchessa Elisabetta Gonzaga.
 
[[File:BalthazarBaldassare Castiglione, by Raffaello Sanzio, from C2RMF retouched.jpg|thumb|left|Baldassarre Castiglione ritratto da Raffaello (1514-1515). Louvre, Parigi]]
== La vita ==
Figlio di Cristoforo Castiglione, uomo d'armi alle dipendenze del marchese Ludovico Gonzaga e di Luigia (Aloisia) Gonzaga. Nato a Casatico, oggi località del comune di Marcaria in provincia di Mantova il 6 dicembre 1478,<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 305 }}</ref> dal 1490 studia a Milano alla scuola di Giorgio Merula e di Demetrio Calcondila. Nel 1499 torna a Mantova al servizio di Francesco II Gonzaga. Tra il 1504 e il 1513 è alla corte di Urbino, presso Guidobaldo da Montefeltro e Francesco Maria I della Rovere. Nel 1513 è ambasciatore a Roma dove conosce Raffaello. Rientrato a Mantova il 15 ottobre 1516 sposa la nobildonna Ippolita Torelli, dalla quale ha tre figli. Rimasto vedovo nel 1520, si fa prete. Nel 1527 è nominato nunzio apostolico (a quel tempo ''nunzio pontificio'') a Madrid. Dopo il sacco di Roma del 1527, è accusato ingiustamente dal papa di non aver saputo prevedere l'evento. Colpito da attacchi febbrili muore a Toledo l'8 febbraio 1529.