Baruch Spinoza/Terzo capitolo: differenze tra le versioni

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Conoscere gli uomini così come sono in carne ed ossa, dimenticando ciò che si vorrebbe idealmente che fossero, è il punto di partenza necessario — oltre che per un'etica realistica — anche, a maggior ragione, per una scienza politica effettivamente applicabile, che non si limiti a fustigare i costumi presenti o a vagheggiare una società dei sogni, ma piuttosto sia in grado di proporre soluzioni concrete per un presente vivibile e per un futuro sereno. Spinoza constata quanto sia inutile e fine a se stesso il lavoro a cui si dedicano quei filosofi che pretendono di dettare una prassi lontana dalla realtà e finiscono così col redigere — volontariamente o involontariamente — trattati di satira, piuttosto che di etica:
[[File:BaruchBenedictus de Spinoza cover portrait.jpg|thumb|left|Una illustrazione che etichetta Spinoza come «giudeo e ateo»]]
 
{{quote|Non concepiscono gli uomini per come sono, ma per come li vorrebbero: con la conseguenza che, nella maggior parte dei casi, scrivono della satira al posto dell'etica, e non sanno mai elaborare una politica applicabile alla pratica, ma solo finzioni chimeriche o istituzioni realizzabili in Utopia, o nel famoso secolo d'oro dei poeti, dove peraltro non ce n'è alcun bisogno.<ref name="TPI1"/>}}