Boris Pasternak e gli scrittori israeliani/Parte I: differenze tra le versioni

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Tuttavia, ovviamente le opinioni raccolte da Lapid non furono le sole reazioni agli eventi. '''[[:en:w:Nathan Alterman|Nathan Alterman]]''' (1910-1970), un rinomato poeta israeliano, reagì agli eventi che seguirono l'assegnazione del Premio Nobel a Pasternak nella sua rubrica settimanale poetica "The Seventh Column" (''"Ha-tur ha-shvi'i"'') su ''Davar'' il 7 novembre 1958. L'immaginario "Discorso di A.S. Pushkin" a Pasternak esprime il sostegno incondizionato del poeta oppresso, insieme a un ironico accenno alla visione del mondo dell'autore di ''Živago'': è diventato vittima delle forze e delle leggi della natura, di quelle caratteristiche dell'ambiente che ha volutamente evitato di descrivere e interpretare. Quali sono queste caratteristiche? Cosa c'è nel paesaggio di cui Pasternak ha volutamente evitato di parlare? "Tu sai, come lo so io, che il paesaggio è costituito non solo da ampi campi e pioppi ai margini della foresta."<ref>Alterman, "Sikhato shel A.S. Pushkin", 87.</ref> E questo non è solo lo "spirito slavo". Pushkin (Alterman) definisce il romanzo come "il libro più russo di tutti i tempi", e sottolinea che il suo autore è stato chiamato "Giuda Iscariota" in Russia — caratteristica che viene presentata in contrapposizione alla "russicità" di Pasternak. Questo accenno all'ebraicità di Pasternak è usato da Pushkin, per così dire, come analogia alle allusioni delle sue stesse radici. Pasternak è stato frequentemente paragonato a Pushkin, e non solo per quanto riguarda le loro radici "straniere" come, ad esempio nella lettera di [[w:Marina Ivanovna Cvetaeva|Cvetaeva]] (1931) ma, soprattutto, per quanto riguarda la collisione del loro conflitto-e-riconciliazione con il potere di Stato. Pertanto, entrambi rappresentano qualcosa di "strano" nel paesaggio, qualcosa che è, allo stesso tempo, una parte di questo paesaggio — per quanto inesprimibile o taciuto possa essere. Questo è il motivo per cui, per "Pushkin", Pasternak non ha dovuto spingersi così tanto oltre nel glorificare la Patria e giurare che, oltre i suoi confini, "sarebbe morto come sradicato dal suolo".
 
Per quanto ironico, l'empatia di Alterman è completamente dalla parte di Pasternak e la sua caratterizzazione di scrittori e critici sovietici come cacciatori, predatori e sciocchi non è ambigua, tutt'altro. In effetti, "Pushkin" chiama Pasternak "cameratacompagno", e "[[w:Vladimir Vladimirovič Majakovskij|Majakovskij]]", altro personaggio della poesia e vicino di Pushkin, minaccia di protestare contro la dichiarazione dell'[[:en:w:Union of Soviet Writers|Unione degli Scrittori]] davanti a [[w:Iosif Stalin|Stalin]], [[w:Grigorij Evseevič Zinov'ev|Zinoviev]] e [[w:Nikolaj Ivanovič Bucharin|Bukharin]]. Tuttavia, il problema principale risiede su un piano assolutamente diverso: questa dichiarazione degli scrittori non è leggibile; MayakovskyMajakovskij non riesce proprio a comprenderla, "come se fosse scritta dai [[w:Tatari|Tatari]]".<ref>''Ibid.'', 88.</ref> Pertanto, il "paesaggio", in cui Pasternak è attualmente radicato, non è né russo, né slavo, né cristiano, ma è piuttosto barbaricamente pagano. Tale paesaggio è esattamente ciò che è strano, estraneo e invasivo, invece delle persone come Pushkin e Pasternak con il loro "sangue straniero". Per riassumere, Alterman proclama in modo "politicamente corretto" che l'URSS non è il posto migliore per il poeta russo, specialmente quando non è la vera Russia, e specialmente quando il poeta non è del tutto russo.
 
[[File:Nathan Zach, photographer moti kikayon.jpg|250px|right|thumb|Il poeta israeliano [[w:Natan Zach|Nathan Zach]], 1991]]
Un altro, seppur implicito, motivo per chiamare Pasternak "compagno" e per una così profonda empatia nei suoi confronti potrebbe essere la posizione di Alterman sulla scena della poesia israeliana alla fine del 1958. In qualche modo simile a Pasternak, solo un anno prima Alterman, uno dei poeti ebrei canonici, era ritornato alla sua "grande poesia", dopo una pausa di tredici anni (sebbene non del tutto un "silenzio" completo) con il libro ''City of the Dove (Città della colomba)'' (''‘Ir ha-yona''). Tuttavia, le nuvole si stavano già radunando sopra la sua testa: nel 1959 '''[[w:Natan Zach|Nathan Zach]]''', un altro grande poeta israeliano – un novizio, che aveva pubblicato il suo primo libro di poesie solo pochi anni prima – provocò col suo famoso articolo "Thoughts on Alterman's Poetry (Pensieri sulla poesia di Alterman)" ("Hirhurim 'al shirat Alterman")<ref>''Akhshaw'' 3-4 (1959): 109-122.</ref> una feroce controversia sulla poesia di Alterman, dubitando delle sue virtù ampiamente riconosciute. Zach accusò Alterman di figuratività decorativa, ritmo meccanico, linguaggio arcaico, razionalismo tendenzioso e astrattezza. Tuttavia, denunciando questa critica, l'accademico [[:en:w:Dan Miron|Dan Miron]] sottolineò la forza principale della poesia di Alterman, rimasta inosservata da Zach: "la creazione di simboli narrativi drammatici, di significative interpretazioni balladiche con significati multipli".<ref>Miron, ''Arba panim'', 94.</ref> Queste parole, così come le seguenti, possono essere facilmente correlate a Pasternak, il romanziere, non meno che ad Alterman: "L'insolita ampiezza del campo di battaglia [in cui la poesia di Alterman intende agire] è evidente non solo nelle grandi vittorie di questa poesia ma anche nei suoi fallimenti, in cui il potere che si sente è misurato da ‘''altri'' criteri’, quelli dell'eccezionale. In effetti, tali grandi fallimenti possono causare più interesse e credenza di parecchie piccole vittorie nella nostra poetica."<ref>''Ibid.'' 108.</ref> Nel 1958, sebbene questa discussione non fosse ancora avvenuta, Alterman stava già creando per sé la confraternita di Pushkin, Majakovskij e Pasternak al fine di costituire e preservare – sia per loro che per se stesso, e forse per tutta la sua generazione – il diritto essenziale a questi "altri criteri".
 
Il 17 novembre 1958, il quotidiano ''Haaretz'' riferì di un nuovo libro che era stato pubblicato in URSS: ''The State of Israel — Its Condition and Politics'' di Konstantin Ivanov<ref>Konstantin Ivanov è lo pseudonimo di [[:en:w:Vladimir Semyonov (diplomat)|Vladimir Semyonov]] – a quel tempo Vice-Ministro degli Affari Esteri, dopo la Seconda Guerra Mondiale – una delle figure principali della politica sovietica nella Germania Est.</ref> e Zinovy Sheynis (autore di numerosi libri sulla politica e la diplomazia sovietica). Il titolo dell'articolo recitava: "L'opuscolo della politica russa contro Israele nega al ‘popolo reazionario’ il diritto all'auto-definizione. La soluzione è l'assimilazione." L'articolo sintetizzava i punti chiave del libro, tra cui quello centrale era lo stallo del [[w:Sionismo|sionismo]]. Naturalmente, non esiste alcun legame tra questa ingannevole satira propagandistica e Pasternak, ma la sua pubblicazione nel bel mezzo dell'"Affare Premio Nobel" probabilmente servì ad affinare la sensibilità degli israeliani alla voce assimilatoria del romanzo sovietico, ''Il dottor Živago''. Inoltre, potrebbe anche aver causato alcuni intellettuali e scrittori influenti di evitare di rispondere al romanzo o addirittura a boicottarlo.
 
Come già accennato in precedenza, un evento dedicato a Pasternak ebbe luogo nel Tzavta Club di Tel Aviv il 14 novembre 1958, in cui parlarono famosi scrittori israeliani: Avraham Shlonsky (1900-1973), Lea Goldberg (1911-1970) e Avraham Benjamin Yaffe (cfr. sotto per i dettagli sul suo articolo). Shlonsky fu profondamente influenzato dalle poesie di Pasternak<ref>Lapidus, ''Russkie vliyaniya na ivritskuyu literaturu'', 16.</ref> e ne tradusse alcune in ebraico. Goldberg ammirava Pasternak come uno dei più grandi poeti contemporanei. Come mostrano i suoi diari, meditò sulle sue prime poesie, come "Alba ancor più soffocante" ("Escho bolee dushny rassvet"): "Anche nella malattia più grave le linee di Pasternak mi risuoneranno nelle orecchie: ‘Per favore, acqua, sorella’ [Ispit′, sestritza] ".<ref>Goldberg, ''Yomanei Lea Goldberg'', 263 (22 agosto 1939), 267 (29 settembre 1939).</ref> In seguito, Goldberg si concentrò sulle sue traduzioni: "Sono stata molto contenta di sentire come [Shlonsky] ha parlato della traduzione di ‘Faust’ fatta da Pasternak e come, alla fine, egli abbia scoperto Goethe."<ref>''Ibid.'' 346 (15-16 luglio 1954).</ref> Nel settembre del 1954, Goldberg partecipò alla visita della delegazione israeliana in URSS e apparentemente si aspettava di incontrare Pasternak. A proposito di uno degli eventi organizzati "presso il Museo della Letteratura", scrive: "Selvinsky, Bagritzky, Plotkin — ma nessuna traccia di B. Pasternak".<ref>''Ibid.'', 499.</ref> E in seguito aggiunge: "Le poesie di Pasternak in Znamia N. 5 1954."<ref>''Ibid.'', 503 (6 settembre 1954).</ref> Goldberg intende la pubblicazione in ''Znamia'', n. 4 (aprile 1954) di dieci "Poesie del romanzo in prosa ‘Doctor Zhivago’", che non comprendevano le poesie cristiane che furono successivamente incluse nel romanzo. In una breve prefazione alla pubblicazione su ''Znamia'', Pasternak annunciò che "il romanzo dovrebbe presumibilmente esser completato entro l'estate".<ref>Evgeny e Elena Pasternak, ''Zhizn Borisa Pasternaka'', 428.</ref> Come abbiamo visto sopra, Goldberg e Shlonsky si rifiutarono di essere intervistati da Tommy Lapid riguardo a ''Živago'' (7 novembre 1958); il loro silenzio su Pasternak e i suoi scritti su periodici quotidiani e scientifici è incredibilmente sconcertante.