Boris Pasternak e gli scrittori israeliani/Appendice 2: differenze tra le versioni

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Targa commemorativa di Boris Pasternak, presso il condominio dove visse nel 1931 a Kiev

L'altro Pasternak

(Per altre citazioni o stralci, si veda "Wikiquote: Boris Pasternak")

Citazioni e poesie sparse

  • Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti o che non hanno mai inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita.
  • L'uomo è nato per vivere, non per prepararsi a vivere.
  • L'arte non è pensabile senza rischio e sacrificio spirituale di sé.
  • Sei l'ostaggio dell'eternità, un prigioniero del tempo.
  • La politica non mi dice niente. Non amo le persone insensibili alla verità. (da Il dottor Živago)
  • Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci. (da Il dottor Živago)
  • L'arte [...] è una spugna [...] deve succhiare e lasciarsi impregnare [...]. Deve sempre essere in mezzo agli spettatori e guardare ogni cosa con una purezza, una ricettività, una fedeltà sempre più grandi. (da Alcune posizioni)
  • L'arte è realistica come l'attività, e simbolica come il fatto. (da Il salvacondotto)


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Poesie sparse

FEBBRAIO

Febbraio. Prender l'inchiostro e piangere!
Scrivere di Febbraio a singhiozzi,
finchè il tempo piovoso scrosciante
brucia come una fosca primavera.

Prendere una carrozza. Per sei soldi
fra scampanio e stridere di ruote
recarsi là dove la pioggia torrenziale
strepita più che lacrime ed inchiostro.

Dove, come pere incenerite,
dagli alberi mille cornacchie
cadranno nelle pozze rovesciando
una secca mestizia sul fondo degli occhi.

Nereggiano di sotto gli spazi disgelati,
e il vento e solcato dai gridi,
e quanto più a caso, tanto più esattamente
si compongono i versi a singhiozzi.

POESIA D'AMORE

Nessuno sarà a casa
solo la sera. Il solo
giorno invernale nel vano trasparente
delle tende scostate.

Di palle di neve solo, umide, bianche
la rapida sfavillante traccia.
Soltanto tetti e neve e tranne
i tetti e la neve, nessuno.

E di nuovo ricamerà la brina,
e di nuovo mi prenderanno
la tristezza di un anno trascorso
e gli affanni di un altro inverno,

e di nuovo mi tormenteranno
per una colpa non ancora pagata,
e la finestra lungo la crociera
una fame di legno serrerà.

Ma per la tenda d'un tratto
scorrerà il brivido di un'irruzione.
Il silenzio coi passi misurando
tu entrerai, come il futuro.

Apparirai presso la porta,
vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
di qualcosa proprio di quei tessuti
di cui ricamano i fiocchi.

NELLA NEBBIA E NEL GELO

Nella foschia dell'alba fredda il sole
sta come un palo di fuoco nel fumo.
Come in una pellicola sfocata,
anch'io sono per lui poco visibile.

Finchè il sole non esce dalla nebbia
sfolgorando sul prato oltre lo stagno
gli alberi non possono discernermi
nella lontananza della riva.

Il viandante si riconosce dopo
che è passato, sparendo nel nebbione.
Ho la pelle d'oca, il gelo, l'aria
è falsa come un velo di roseto.

Cammini sulla brina del sentiero
come su un impianto di graticci.
Non ne può più la terra di gelare
e respirare foglie di patate.

[senza titolo]

In ogni cosa ho voglia di arrivare
sino alla sostanza.
Nel lavoro, cercando la mia strada,
nel tumulto del cuore.
Sino all'essenza dei giorni passati,
sino alla loro ragione,
sino ai motivi, sino alle radici, sino al midollo.
Eternamente aggrappandomi al filo
dei destini, degli avvenimenti,
sentire, amare, vivere, pensare
effettuare scoperte.