Boris Pasternak e gli scrittori israeliani/Parte I: differenze tra le versioni

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Due lunghi articoli apparvero sul giornale ''Dava''r (31 ottobre 1958): uno (a cura dell'editore), "The Voice that Breaks through the Iron Curtain", esaminava la storia dell'"affare", mentre l'altro, firmato "A.Z." e intitolato "Boris Pasternak" — erano entrambi eccezionalmente favorevoli. Tra gli altri superlativi, "A.Z." scrive di ''Živago'': "Per la prima volta, uno scrittore sovietico – che è anche ebreo – coi suoi pensieri e le sue immagini crea la figura di un profeta che sacrifica la sua vita, elevandosi al di sopra di governo e violenza". Una delle prime e più profonde reazioni fu un articolo apparso sul giornale ''[[:en:w:LaMerhav|LaMerhav]]'' (31 ottobre 1958), scritto da A. Ben-Azay. Avendo osservato il processo di creazione del romanzo e la sua pubblicazione, e descritto con stupore la reazione delle autorità e degli scrittori russi, Ben-Azay chiede: "Qual è il suo peccato?"<ref>Ben-Azay, "Ha-martirologiya shel B. Pasternak".</ref> Ma non c'è risposta.
 
[[File:I won the Nobel Prize for Literature.jpg|250px|right|thumb|Vignetta sul ''[[:en:w:St. Louis Post-Dispatch|St. Louis Post-Dispatch]]'' del 30 ottobre 1958, traduce: "'''Io ho vinto il Premio Nobel per la letteratura. Qual è stato il tuo crimine?'''" Commento al trattamento da parte del governo sovietico dell'autore vincitore del Nobel Boris Pasternak, costretto a rifiutare il Premio. Questo fumetto ha vinto il [[w:Premio Pulitzer per il miglior editoriale in vignetta|Premio Pulitzer del 1959 per il miglior fumetto editoriale]]]]
Dan Pinnes (1900-1961) fu il capo dell'organizzazione [[:en:w:HeHalutz|Ha-khalutz]] e un attivista sionista in Russia fino al 1930; giornalista, pubblicista e politico che pubblicò ampiamente in periodici russi, yiddish, ebraici e inglesi; lessicografo e autore di numerosi libri storico-biografici; una delle figure di spicco del giornale israeliano ''Davar''; e il fondatore del giornale ''Omer''. Su ''Omer'', il 31 ottobre 1958, Pinnes pubblicò un articolo intitolato "Boris Pasternak—Reality and Symbol", sottolineando il suo punto principale nel sottotitolo: "Zhivago - ‘A Wandering Jew’ denies his Jewishness".<ref>Pinnes, "Boris Pasternak – metziut ve-semel."</ref> Pinnes interpreta, quasi seriamente e abbastanza sorprendentemente, il nome Zhivago come "Juif" ("giudeo" in [[w:lingua francese|francese]]) "vago" ("vagabondo", dal [[w:lingua latina|latino]] ''"vagus"'') — un simbolo dell'[[w:Ebreo errante|Ebreo Errante]] che non conosce la sua origine. Dal momento che uno del calibro di Pinnes non poteva sbagliarsi riguardo al vero significato di questo nome in russo, la sua interpretazione doveva essere volutamente provocatoria. Da un lato accenna al tema dell'ebreo errante (Ahasuerus) della leggenda medievale, che fu punito per il suo rifiuto di aiutare Gesù sofferente. Ciò avrebbe potuto avere senso all'interno del tema ebraico nel romanzo, in particolare per quanto riguarda la poesia di Živago "Miracolo", in cui un [[Un fico secco|fico è punito]] per lo stesso peccato (si veda sotto la nostra discussione sul saggio di [https://www.jewishvirtuallibrary.org/reuveni-aharon Aharon Reuveni] per il confronto con il racconto di Gogol [[w:Veglie alla fattoria presso Dikan'ka|"La terribile vendetta"]] e il tema dell'eterna maledizione). D'altra parte, il presunto "vagabondo" nel nome Zhivago avrebbe potuto riferirsi al tema dell'Olocausto, collegando così le ideologie cristiane e naziste della "non esistenza" degli ebrei. Inoltre, il tema dell'Ebreo Errante può anche essere collegato al problema dei [[w:gulag|campi di concentramento sovietici]] — a cui gli ebrei dell'Europa orientale salvati dai campi nazisti, nonché critici yiddish come Y. Rappoport nel suo articolo su ''Heimish'' dell'ottobre 1959, erano estremamente sensibili, come scrive Katsis.<ref>Katsis, "‘Doctor Zhivago’ vstrechaetsa s idishem", 276.</ref> A questo proposito, le parole di Pinnes sulla tragedia, citate di seguito, diventano più chiare.
 
Sin dall'inizio, avendo dichiarato che ''Živago'' è una grande opera letteraria perché il problema della personalità è al suo centro, Pinnes proclama drammaticamente che "per noi, c'è un problema specificamente ebraico in questo romanzo. E questo problema è molto tragico. Forse a causa di questo tragico '''punto ebraico''', le esitazioni interne dell'autore sono così autentiche. E forse proprio per questo Pasternak è stato recentemente ‘amato e abbracciato’ in campi differenti". Inoltre, dopo aver esaminato i primi periodi di Pasternak, Pinnes ricorda due incontri che, raccomandato al poeta da [[w:Isaak Ėmmanuilovič Babel'|Isaak Babel]], ebbe con Pasternak nel 1925-1926. Pinnes invitò Pasternak a scrivere per ''Davar'' e, naturalmente, venne rifiutato.
 
 
 
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