Ebraicità del Cristo incarnato/Introduzione 3: differenze tra le versioni

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= Il Sommo Sacerdote come forma di Dio =
== Introduzione ==
[[File:LEV 8- High priest in robes and breastplate.jpg|200px230px|left|thumb|[[w:Sommo sacerdote|Sommo sacerdote]] con vesti e pettorale]]
Nell'ultimo capitolo, ho dimostrato uno dei modi in cui un ebreo che viveva nel primo secolo dell'era volgare avrebbe immaginato che una parte di Dio potesse materializzarsi in forma umana. In particolare, ho esplorato il modo in cui il filosofo ebreo alessandrino Filone del I secolo presenta l'afflato di Dio mentre entra nelle anime degli esseri umani creati e funziona da agente tramite cui gli umani possono prendere parte alla divinità. Ho quindi mostrato come Mosè operi da esempio principale per Filone.
 
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Il significato di queste osservazioni per la mia più ampia argomentazione è che anche nel caso del Vangelo di Giovanni, Gesù viene presentato come l'incarnazione del λόγος (cioè ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο, cfr. {{passo biblico2|Giovanni|1:14}}) e non della suprema divinità di Israele (ὁ θεός, noto anche come ὁ πατὴρ). In questo modo, l'autore giovanneo, come altri ebrei del I secolo, dimostra la massima riverenza per la più alta divinità di Israele, mentre allo stesso tempo presenta un modo in cui questo Dio poteva connettersi, e alla fine incarnarsi, nella forma umana.
 
Comincio esplorando il modo in cui gli storici greco-romani recenti hanno ribaltato ipotesi di lunga data sulla divinità dell'[[w:imperatore romano|imperatore]]. Quindi traccio queste nozioni riportandole sopra le antiche concezioni ebraiche del Sommo sacerdote. Poi indago su come, verso gli inizi dell'era volgare, molti ebrei avessero sottolineato simili concezioni di divinità. Nel primo caso studio, seleziono un brano dalle ''Antichità'' 11.302–345 di Flavio Giuseppe per mostrare come egli elabori una polemica intenzionale contro le credenze greco-romane sulla divinità dell'imperatore per suggerire invece che il Sommo sacerdote ebreo era la vera manifestazione di Dio sulla terra. Nel secondo caso studio, dimostro con il [[:en:w:11Q13|''Rotolo di Melchizedec'' (11Q13)]] come un altro autore ebreo impieghi una serie di interpretazioni tipo [[:en:w:pesher|''pesher'' (ebr. פשר)]] delle Scritture per fondere le azioni del Sommo sacerdote con quelle di Dio. Infine, nel terzo caso studio, esploro una serie di testi tratti da Filone di Alessandria, in cui Filone rende la posizione del Sommo sacerdote ebreo nella gerarchia divina più vicina al Dio supremo di Israele. Insieme, queste testimonianze rivelano come, per molti autori ebrei intorno al I secolo e.v., la compartecipazione del Sommo sacerdote alla divinità di Dio lo rese sia divino sia un ''locus'' per la presenza di Dio sulla terra.
 
 
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{{Vedi anche|Biografie cristologiche}}
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[[Categoria:Ebraicità del Cristo incarnato|Introduzione 3]]