Boris Pasternak e gli scrittori israeliani/Introduzione: differenze tra le versioni

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Versione delle 22:05, 10 lug 2020

Indice del libro
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"Boris sul Baltico a Merekule", ritratto eseguito dal padre Leonid, 1910

Introduzione

 
Doktor Živago – Frontespizio dell'edizione russa, casa editrice Feltrinelli, 1957

La lunga vita e oeuvre di Boris Pasternak (1890-1960), le sue numerose biografie e lettere, insieme alle lettere e alle memorie dei suoi contemporanei, nonché alle ampie discussioni delle sue opere (e talvolta ai dettagli scandalosi sulla loro pubblicazione) in periodici, servono come fonti inesauribili di ricerca contestuale. Anche il presente studio appartiene a questo tipo di ricerca. Tuttavia, al fine di evitare la tentazione dell'ipercontestualizzazione, l'analisi della reazione degli intellettuali israeliani a Il dottor Živago, in seguito all'assegnazione del Premio Nobel a Pasternak (1958), sarà accompagnata da alcune riflessioni metacontestuali riguardanti la natura della ricerca letteraria ebraico-russa[1]


Note

  Per approfondire, vedi Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo e Serie letteratura moderna.
  1. Accetto gli argomenti di Maxim D. Shrayer a favore dell'uso del termine «"letteratura ebraico-russa" invece di "letteratura russo-ebraica" e di altre varianti, che è "in stretta analogia con termini come [...] letteratura afro-americana, letteratura franco-canadese e letteratura ebraico-americana. [...] Il primo aggettivo determina l'aspetto distintivo della letteratura (ebraicità) e il secondo il paese, la lingua o la cultura con cui questa letteratura viene identificata in modo trasparente per scelta, impostazione predefinita o procura» (Shrayer, An Anthology of Jewish-Russian Literature, xxxi; vedi anche xli-xliii). Tuttavia, come sarà sottolineato nella seconda parte di questo studio, per questa letteratura i termini di "biculturalismo", "dualità" (secondo Simon Markish) e "consistenza ebraica", in parte adottati da Shrayer, sembrano essere contrari all'approccio "più inclusivo" (come dice Shrayer) e meno appropriato per il presente saggio.