Ebraicità del Cristo incarnato/Risveglio epistemologico: differenze tra le versioni

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= Ruolo della filosofia nel risveglio epistemologico degli esseri umani =
La dipendenza di Filone dalla filosofia greca è stata spesso sottolineata<ref>Gli esempi abbondano, tra cui quello di Runia, ''Philo of Alexandria'', partic. 467–75, dove riassume le sue scoperte di come una struttura antropologica platonica stia alla base della dottrina dell'umanità di Filone. Più recentemente Mackie ha rivolto l'attenzione a come — alla pari del Socrate di Platone (cfr. ''Phaed.'' 66c-d, 67a, c) — Filone incoraggi i suoi lettori a distaccare la propria anima/mente dal proprio corpo. Si veda Scott D. Mackie, "The Passion of Eve and the Ecstasy of Hannah: Sense Perception, Passion, Mysticism, and Misogyny in Philo of Alexandria, De ebrietate 143–52", ''JBL'' 133.1 (2014): 141–163, part. 147.</ref> — meno, tuttavia, la connessione tra la filosofia e la sua descrizione della materializzazione di Dio tramite l'anima umana. Dopo aver esaminato la teoria esegetica che sta alla base di questo fenomeno nella sezione precedente, passo ora al ruolo che la filosofia gioca nel risvegliare gli esseri umani a questo aspetto di Dio al loro interno.<ref>Rispetto a questo punto, è importante tenere presente che per gli antichi – in particolare a partire da Platone – la filosofia non era semplicemente una forma di discorso intellettuale o un mezzo per acquisire conoscenza, ma ugualmente, e forse più significativamente, un modo di vita, o nelle parole di Pierre Hadot "une manière de vivre". Il Socrate di Platone esemplifica al meglio questa visione della filosofia, e in particolare del filosofo, e questo sfondo informa la descrizione da parte di Filone dei patriarchi e di Mosè. In effetti, come uno che "non è mai stato interamente all'interno del mondo, eppure mai al di fuori di esso" (36), Socrate di Platone riconosce che l'unica cosa che può veramente sapere è che non sa nulla. Quindi, il problema, per lui, non è conoscere una cosa o l'altra, ma piuttosto ''essere'' in un modo o nell'altro. Vale a dire, per chi la pratica la filosofia coltiva un nuovo tipo di essere, un nuovo modo di vivere che pone uno più vicino alla saggezza e quindi a Dio. Si veda Pierre Hadot, ''What is Ancient Philosophy?'', trad. {{en}} Michael Chase (Cambridge: Harvard University Press, 2002).</ref> Un tale risveglio consente loro di spostarsi dal mondo corporeo all'incorporeo, diventando così più pienamente simili a Dio (cfr. Filone, ''Opif.'' 144; ''Virt.'' 8, 168; ''Fug.'' 63).