Ebraicità del Cristo incarnato/Introduzione 1: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo+avanzamento
Riga 29:
Di conseguenza, questo studio presenta quattro argomenti principali:
 
* '''Primo''', suggerisco che nel periodo dell'Antichità Ebraica su cui indago, ci fossero diversi modi in cui il "divino" poteva diventare "incarnato", e quindi la nozione di incarnazione emerse dalla matrice di altro pensiero ebraico e non come una deviazione significativa da esso. In particolare, sostengo che la descrizione contenuta in {{passo biblico2|Giovanni|1:14}} secondo cui la parola divina divenne carne (ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο) era solo uno dei molti modi in cui gli ebrei nei primi secoli dell'era volgare comprendevano che Dio, o un aspetto di Dio, si era incarnato o aveva assunto una forma corporea. Pertanto, nel I secolo e.v., sia immediatamente prima che dopo la distruzione del Secondo Tempio, la nozione di incarnazione divina non era antitetica al pensiero religioso ebraico, ma piuttosto ad esso integrale.
 
* '''Secondo''', sostengo che, sebbene gran parte della successiva tradizione cristiana – specialmente dopo Nicea – adottasse una teologia in cui Dio e un particolare essere umano erano uno, concentrandosi esclusivamente sui passi che portarono a questo sviluppo nel cristianesimo, gli studiosi, in particolare specialisti neotestamentari e del paleocristianesimo, non hanno pienamente apprezzato i molti e multiformi modi in cui i primi seguaci di Gesù e altri ebrei arrivarono ad articolare e comprendere come la presenza divina potesse manifestarsi sulla terra o come loro, da esseri umani, potessero trascendere il reame terreno per partecipare invece nella divinità. Esplorando tale questione da una prospettiva esclusiva, gli studiosi hanno posto il "cristianesimo" in opposizione all'"ebraismo". In realtà, tuttavia, almeno in alcuni punti specifici, le due religioni non erano entità distinte fino almeno al IV secolo e.v., se non ben oltre.
 
* '''Terzo''', propongo che queste varie forme di "incarnazione divina" all'interno del tardo Secondo Tempio e dell'inizio del Periodo romano, come il Cristo incarnato di Giovanni, avessero implicazioni soteriologiche significative. Se gli aderenti credevano nell'efficacia della figura che incarnava o mediava il divino, allora pensavano anche che questa figura garantisse la loro salvezza.
 
* '''Quarto''' e ultimo, sebbene gran parte del mio lavoro enfatizzi la continuità tra la formulazione nel Vangelo di Giovanni e queste altre forme di incarnazione divina, ridefinendo la nozione di antico monoteismo ebraico in termini di distinzione tra la divinità suprema increata e tutte le altre realtà, rivelo perché l'affermazione di {{passo biblico2|Giovanni|1:14}} fosse comunque senza precedenti e radicale, persino al suo tempo.
 
==Note==