Leonard Cohen e la Cabala ebraica/Introduzione: differenze tra le versioni

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Si pensi, ad esempio, a "[[w:New Skin for the Old Ceremony|Who By Fire]]", una rielaborazione contemporanea di un inno medievale incluso nel tradizionale libro di preghiere ebraico per gli ''[[:en:w:High Holy Days|Yamim Noraim]]'' (Giorni santi di timore reverenziale) — Cohen crea un poema solenne in cui raffigura il dramma del giudice divino che inscrive e firma il destino di ogni persona per l'anno a venire. Non c'è nulla di particolarmente mistico, per non dire di cabalistico, in questa canzone, ma illustra chiaramente la profonda connessione di Cohen con le sue radici ebraiche, e in particolare il suo fascino per le questioni relative al giudizio e alla trasmissione delle sentenze, un tema ripetuto in molte sue poesie e canzoni. Inutile dire che Cohen trasforma l'immagine teologica tradizionale introducendo una nota di dubbio, che è caratteristica della situazione moderna, con il ritornello che pone fine a ogni strofa "and who shall I say is calling?"<ref>Leonard Cohen, ''Stranger Music: Selected Poems and Songs'', New York 1993, p. 207</ref> L'originale medievale non esprime tale ambivalenza; il poeta contemporaneo non è certo, non in questi tempi in cui il giudizio è manifesto ma non il volto del giudice.
 
Come notato sopra, l'obiettivo particolare di questo studio è di individuare alcune affinità tra la lirica poetica di Cohen e i simboli cabalistici. Prima di procedere, tuttavia, è necessario prendere atto del fatto che le sue composizioni rivelano l'effetto di altre tradizioni religiose, tra cui, soprattutto, il cristianesimo e il [[w:Buddhismo Zen|buddismo Zen]].<ref>Sulla triangolazione di ebraismo, cristianesimo e buddhismo Zen nella ricerca spirituale di Cohen, si veda Boucher, ''Dylan and Cohen'', pp. 219-231.</ref> Ci porterebbe troppo lontano per esaminare una di queste influenze in modo appropriato , ma è comunque obbligatorio dire qualcosa di preliminare rispetto a ciascuna di queste tradizioni, poiché le affinità che trarrò tra Cohen e l'[[w:Misticismo ebraico|misticismo ebraico]] non possono essere pienamente apprezzate se non in questo contesto eclettico. In effetti, a mio avviso, le immagini cabalistiche forniscono un meccanismo attraverso il quale il poeta espande e restringe i confini del suo ebraismo rispetto ad altre tradizioni nel tentativo di legittimare la validità del primo affermando il carattere distintivo della sua propria formazione culturale. Ovviamente, Cohen non pretende di essere uno studioso di religione, e tuttavia attraverso il suo prisma letterario fornisce un approccio comparativista che è impegnato in un percorso individuale ma anche abbracciante una verità che si presume sia universale.<ref>Sull'accettazione da parte di Cohen della diversità religiosa senza negare un impegno verso un percorso particolare, si veda Boucher, ''Dylan and Cohen'', p. 224.</ref> Secondo l'opinione di Cohen, come afferma in un'[https://kinkatso.blogspot.com/p/leonard-cohen.html intervista condotta da Arthur Kurzweil nell'ottobrenel 1994novembre 1993],<ref>LeUna citazioniversione sonoabbreviata dell'intervista è stata pubblicata da Arthur Kurzweil & Pamela Roth, "[[:en:w:Stranger Music|Leonard Cohen, Stranger Music: Selected Poems and Songs]]", ''The Jewish Book News Interview'', 1994.</ref> "‘messianic implication’ of Judaism entails allegiance to both the distinctiveness of the Jewish tradition<ref>La fedeltà orgogliosa di Cohen per la sua ebraicità viene espressa in modo ironico in "Not a Jew" dal suo ''[[:en:w:Book of Longing|Book of Longing]] (Il libro del desiderio)'', p. 158: ''"Anyone who says / I’m not a Jew / is not a Jew / I’m very sorry / but this decision / is final"''.</ref> and to the belief that all people ‘are of a brotherhood under the Almighty’." Egli è fortemente critico nei confronti della tendenza etnocentrica che isolerebbe gli ebrei dalle altre nazioni:
{{q|The exclusive elements, the nominal elements, seem to be emphasized and a kind of scorn for the nations, for the goyim, a kind of exclusivity that I find wholly unacceptable and many young people I know find wholly unacceptable, is expressed. A confident people is not exclusive. A great religion affirms other religions. A great culture affirms other cultures. A great nation affirms other nations. A great individual affirms other individuals, validates the beingness of others.<ref>Si confrontino i commenti di Cohen sulla canzone "Democracy", che è inclusa nel suo album ''[[w:The Future|The Future]]'' del 1992, durante l'intervista "CBC Interview with Leonard Cohen: August 26, 1995": "Democracy is the religion of the west and perhaps the greatest religion that the west has produced because it affirms other religions. Most religions have a lot of trouble affirming other religions. A great religion affirms other religions and a great culture affirms other cultures, and democracy is a faith, and it is an ideal and I think it is the greatest expression of western experience, this notion that there is a fraternity of men and women is a very, very high idea. It involves a deep, deep appetite that cannot be denied".</ref>}}
Nella misura in cui lo "sviluppo messianico" non è stato promosso, la "tradizione stessa ha tradito la tradizione". È interessante notare che Cohen spiega la propensione xenofoba in termini cabalistici, cioè la denigrazione degli altri sorge quando quel "lato dell'albero" (riferendosi alla struttura sefirotica) che è il giudizio viene "affermato fortemente" e il lato della "misericordia del Signore non è affermato". In linea con molti cabalisti, la visione escatologica di Cohen comporta la sopraffazione del lato sinistro del giudizio da parte del lato destro della misericordia.