Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Il cuore del Cigno: differenze tra le versioni

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Fra le stelle presenti in questa regione spicca per la sua peculiarità la famosa '''P Cygni''', una variabile molto massiccia di tipo S Doradus. L'astro era sconosciuto fino al XVII secolo, quando improvvisamente apparve un astro di terza magnitudine in una zona della volta celeste dove prima non era visibile nessuna stella. Durante gli anni seguenti calò la sua luminosità fino a divenire invisibile ad occhio nudo, fino al 1655 quando tornò a brillare di magnitudine 3,5. Rimase tale fino al 1659, quando calò di nuovo di luminosità per attestarsi attorno alla magnitudine 6 fino al 1675, quando tornò di nuovo ad aumentare di brillantezza. Seguirono altre fluttuazioni, fin quando, nel 1715, parve attestarsi attorno alla quinta magnitudine, fluttuando entro questo valore anche per i successivi 200 anni. Le variabili S Doradus, come P Cygni, sono molto rare, hanno una vita breve e si formano soltanto in regioni galattiche dove si ha un'intensa attività di formazione stellare. Hanno inoltre masse enormi (sulle 50 masse solari) e sono estremamente energetiche (migliaia di volte più luminose); pertanto esauriscono piuttosto rapidamente il loro combustibile nucleare. Dopo aver brillato per pochi milioni di anni (al contrario dei miliardi di anni di vita delle stelle nane) esplodono in brillantissime supernovae. P Cygni dà il nome ad una caratteristica spettrale detta P Cygni profile (Profilo P Cygni), che consiste nella presenza di linee sia di assorbimento sia di emissione, il che indica l'esistenza di nubi di gas in espansione dalla stella. Il lobo di emissione presenta un accentuato redshift mentre il lobo di assorbimento presenta il blueshift conformemente al resto delle lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico. Questi profili sono utili nello studio dei venti stellari in molti tipi di stelle. Spesso sono utilizzati per indicare le variabili S Doradus.
 
==Ammassi remoti==
[[File:NGC 6811.png|300px|thumb|left|NGC 6811 è facilmente risolvibile in alcune decine di stelle anche con piccoli telescopi rifrattori.]]
[[File:NGC 6819.png|300px|thumb|left|NGC 6819, uno degli ammassi aperti più antichi conosciuti, con un’età che si aggira sui 2,5 miliardi di anni.]]
Gli ammassi aperti sparsi qui osservabili a maggiore distanza dal piano della Via Lattea sono tendenzialmente più vecchi e remoti; alcuni sono oggetto di attenti studi per via della loro grande età, che fornisce informazioni sulle popolazioni stellari antiche della nostra galassia.
 
Quasi 2 gradi a nordest della stella δ Cygni si trova '''NGC 6811''', in un campo stellare piuttosto ricco di stelle di fondo sul bordo della Via Lattea. Può essere individuato anche attraverso un binocolo 10x50, in cui appare come una chiazza chiara e nebulosa, impossibile da risolvere in stelle; le sue componenti più luminose infatti, essendo di decima e undicesima magnitudine, diventano visibili solo con un telescopio da almeno 80-100mm di apertura. Già a 80x l'ammasso è completamente risolto in diverse decine di stelle. Si tratta di un ammasso non particolarmente ricco, ma ben in risalto sui campi stellari circostanti; possiede un'età di almeno 700 milioni di anni ed è pertanto piuttosto evoluto. In esso le popolazioni stellari di debole luminosità scarseggiano, anche a causa della sua evoluzione dinamica. Un'altra caratteristica che condivide con altri ammassi di grande età è la sua posizione alle alte latitudini galattiche. Studi condotti sull'analisi dei dati della Missione Kepler hanno permesso di identificare 71 stelle di piccola massa fisicamente legate all'ammasso, come emerso dalla loro velocità radiale; lo studio ha preso in esame i parametri rotazionali di queste stelle, allo scopo di definire maggiormente la relazione fra periodo di rotazione, età e massa. La sua distanza si aggira sui 4000 anni luce, in una zona del Braccio di Orione particolarmente ricca di nubi molecolari e di gas ionizzato per via della presenza del grande complesso di Cygnus X, ma a una latitudine galattica ben più elevata. Nel 2013 con un articolo su Nature è stata data la notizia che due pianeti sono stati scoperti orbitare attorno ad una stella appartenente all'ammasso analizzando i dati di Kepler. Si tratta dei primi esopianeti scoperti all'interno di un ammasso stellare mediante il metodo del transito. L'interno degli ammassi stellari è sempre stato giudicato come luogo non adatto alla formazione planetaria, in quanto le forze gravitazionali dovute alla vicinanza tra le stelle e l'intensa luce ultravioletta che proviene da giovani stelle, potrebbero disgregare in tempi brevi l'eventuale disco protoplanetario; su più di 800 pianeti conosciuti all’epoca infatti, solo quattro facevano parte di ammassi stellari. I pianeti scoperti hanno una raggio di 2,8 e 2,9 volte quello terrestre.
 
Anche '''NGC 6819''' si può rinvenire utilizzando la stella δ Cygni, da cui bisogna spostarsi di 5 gradi a sud; si ricade così in un ricco campo stellare situato sul bordo della Via Lattea. Attraverso un binocolo 10x50 appare come una piccola macchia chiara indefinita e apparentemente priva di stelle, mentre le sue componenti più brillanti possono essere risolte solo con telescopi di almeno 80mm di apertura. Gran parte delle sue stelle sono di magnitudine dalla 12 alla 15, pertanto una piena risoluzione è possibile solo con strumenti di almeno 200mm di diametro. Si tratta di un oggetto piuttosto popolato e molto concentrato, al punto che sono presenti segni di segregazione di massa e di interazioni fra stelle, come è ben testimoniato dalla scoperta al suo interno di tre ''blue stragglers''. Data inoltre l'individuazione di almeno tre binarie a eclisse distaccate di lungo periodo, sistemi di per sé di difficile individuazione, è possibile che nell'ammasso vi sia un discreto numero di sistemi di questo tipo. La sua età è stimata attorno ai 2,5 miliardi di anni e come molti altri ammassi molto vecchi si trova ad alte latitudini galattiche. La metallicità delle sue componenti stellari è simile o al più di poco superiore a quella del Sole. Dista 7700 anni luce.
 
Non lontano si osserva '''NGC 6866''', un altro ammasso di facile osservazione; per trovarlo si può utilizzare la coppia di stelle ο1 Cygni e ο2 Cygni, prolungando per circa 2,5 volte la direzione tracciata dalla coppia e deviando leggermente verso ovest. Si evidenzia anche in un binocolo 10x50 come una chiazza chiara e nebulosa, impossibile da risolvere in stelle; le sue componenti più luminose infatti, essendo di undicesima magnitudine, diventano visibili solo con un telescopio da almeno 120mm di apertura. Queste si dispongono principalmente nella parte sudovest dell'ammasso, mentre le componenti della parte centrale sono ancora meno luminose. A 100x l'ammasso è completamente risolto in diverse decine di stelle. Si tratta di un ammasso piuttosto ricco e di forma allungata in senso nord-sud, contenente almeno 130 stelle disperse su un diametro di circa 20'; presenta segni di segregazione di massa, fenomeno in cui le componenti più massicce tendono a concentrarsi al centro dell'ammasso, mentre la sua età è stimata attorno a 800 milioni di anni. Dista circa 3900 anni luce dal Sole.
 
Sul lato orientale, 2 gradi a sudest di τ Cygni, si trova '''NGC 7063'''; le sue stelle principali, di magnitudine 9, sono visibili anche con un binocolo 10x50, mentre quasi tutte le restanti si mostrano in telescopi da almeno 80mm. Con strumenti più grandi l'ammasso è pienamente risolto, ma ingrandimenti molto spinti non ne permettono una buona visibilità. Le stelle più luminose dell'ammasso sono in prevalenza azzurre e bianche e presentano una bassa concentrazione, confondendosi parzialmente con le stelle di fondo. Si tratta di un piccolo ammasso situato alla distanza di circa 2250 anni luce, nella medesima regione galattica del Braccio di Orione in cui si trovano i grandi complessi nebulosi della Fenditura del Cigno, anche se a una latitudine galattica più elevata. La sua età è stata stimata attorno ai 95-125 milioni di anni, non molto diversa da quella delle Pleiadi. Gran parte delle sue componenti sono molto deboli e di piccola massa; studi che hanno preso in esame il moto proprio delle stelle della regione circostante l'ammasso hanno permesso di individuare 209 componenti con una probabilità di appartenenza di almeno l'80%. Altri studi, basati sulla fotometria, hanno invece permesso di individuare fra le sue componenti almeno 7 possibili nane bianche.
 
Infine circa 3 gradi a sudest della stella ξ Cygni si trova l’ammasso '''NGC 7044''', molto piccolo e debole; può essere individuato con difficoltà con telescopi da 200mm di diametro, dove appare come una debole macchia sfumata ed estesa per circa 5 minuti d’arco, ma irrisolvibile in stelle. Con strumenti da 300mm e oltre si può iniziare la risoluzione in alcune decine di stelle di magnitudine 14, ma per scioglierlo completamente servono telescopi ancora più grandi. Nelle fotografie ad alta risoluzione si mostra come un ammasso compatto formato da una sessantina di stelle fino alla magnitudine 16. A causa della sua debolezza, quest’ammasso ha ricevuto attenzione da parte degli studiosi solo in anni recenti; i primi studi hanno determinato una distanza di circa 13.000 anni luce, mentre l’età è stata stimata sul miliardo e mezzo di anni. In seguito la distanza è stata ridimensionata a 9800 anni luce, mentre l’età è stata portata fino a due miliardi e mezzo di anni; gli studi più recenti tendono ad accettare questo valore di distanza, ma a rivalutare l’età sulla base di studi fotometrici approfonditi, riportandola al valore inizialmente stimato. Parte della difficoltà nel suo studio è dovuta al fatto che si tratta di un oggetto remoto e situato a breve distanza dal piano galattico. Nell’ammasso sono state identificate 23 stelle variabili.
 
 
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