Le strutture basilari del pensiero ebraico/Principi comuni: differenze tra le versioni

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Tuttavia, alla fine decise di non farlo e scrisse invece il ''Moreh Nevukhim'' come mezzo per affrontare le sottese idee sbagliate. Maimonide comprese che la letteratura midrashica rappresentava "i segreti della Torah" e le parabole erano "gli enigmi dei Saggi".<ref>Maimonides, 1995, II, p. 137.</ref> Questi ultimi sono gli elementi della metafisica e della filosofia astratta presentati in forma di parabola.
 
Maimonide delineò tre diversi modi in cui le persone devono avvicinarsi al ''Midrash''. Il primo modo è rappresentato da coloro che lo leggono letteralmente e credono che farlo sia un onore per i rabbini che lo hanno creato. Il secondo, da coloro che che deridono la natura fantasiosa del ''Midrash'' e lo respingono. Il terzo, da coloro dei quali Maimonide scrive: "Mio Dio! Sono così pochi che difficilmente possono essere chiamati un gruppo!"<ref>Maimonides, 1995, II, p. 137.</ref> e che comprendono che i Rabbini del Talmud presentavano il ''Midrash'' come parabola per esporre idee astratte e sofisticate. "Capiscono che le loro parole consistono di un significato semplice e segreto".<ref>''Ibid.''</ref> Maimonide definisce quindi un approccio appropriato per comprendere il ''Midrash'', mitigando così i malintesi. Tuttavia, egli non credeva che chi fraintendeva avrebbe rinunciato alle proprie convinzioni. Anzi, li ammonisce dal leggere le sue esposizioni.
 
{{q|Se state leggendo le mie parole e siete uno dei primi due gruppi, non approfondite nessuna delle mie parole su questo problema, poiché non vi aiuterà affatto. Anzi, vi farà del male... come può chi è abituato a mangiare cibo spazzatura digerire il cibo salutare senza prima rifiutarlo?<ref>''Ibid.''</ref>}}
 
=== Secondo Luzzatto ===
L'approccio di Luzzatto al ''Midrash'' è quasi identico a Maimonide. È molto probabile che egli scrivesse la sua spiegazione (nel 1740) come risposta agli eretici che aveva incontrato nei circoli di Sefarditi ad Amsterdam.<ref>Petuchowski, p. 101.</ref>
 
Afferma che il ''Midrash'' contiene i segreti della Torah: gli aspetti che affrontano la metafisica della Torah, nonché i vari aspetti degli studi sulla divinità. Vede i ''midrashim'' anche come enigmi e parabole, ma aggiunge molti più dettagli riguardo ai vari tipi di modalità usate dai Rabbini del Talmud. (Questo era un approccio naturale per Luzzatto che era un noto esperto letterario.)
 
Come Maimonide, Luzzatto scrive che esiste il pericolo nell'esporre le idee metafisiche:<ref>Luzzatto, 1961, Introd., p. 18.</ref>
{{q|L'elemento dei segreti della Torah... non è appropriato sia presentato apertamente a chiunque desideri acquisirlo perché [i segreti] sono preziosi e profondi. Essendo esse preziose, le parole del Creatore non devono essere consegnate a coloro che non sono raffinati di carattere, anche se sono saggi. Poiché sono profonde... solo individui con menti acute e chiare che hanno imparato i modi del pensiero critico...[possono avvicinarvisi]}}
Spiega inoltre che c'erano dei principi che i saggi usavano per esporre queste idee e per costruire queste parabole.<ref>''Ibid.</ref> e quindi il lettore deve leggerle con la consapevolezza di questi principi. La presentazione del ''Midrash'' da parte di Luzzatto lo riconosce come raccolta di idee sofisticate presentate in forma di parabola al fine di proteggere il loro valore e diventare accessibili solo al pensatore raffinato e sofisticato. Tuttavia, i ''midrashim'' non devono essere visti come espressivi di un pensiero povero o elementare tra i saggi che li hanno sviluppati.
 
=== Secondo Nieto ===