Storia della filosofia/Aristotelismo in età imperiale: differenze tra le versioni

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In seguito, abbiamo notizia che i discendenti di Neleo, poco interessati alla filosofia, nascosero i testi in una cantina, così da evitare che venissero requisiti dai re Attalidi e portati nella biblioteca di Pergamo. Tra il II e il I secolo a.C., Apellicone di Teo riuscì a ricomprare i volumi a caro prezzo e a riportarli ad Atene. Fu lo stesso Appellicone a curare una prima, approssimativa pubblicazione delle opere di Aristotele. Dopo la conquista di Atene da parte di Silla, la biblioteca di Aristotele fu trasferita a Roma, dove le opere del filosofo furono trascritte dal grammatico Tirannione. Da quest'ultimo, i testi passarono poi nelle mani di Andronico di Rodi (I secolo a.C.).<ref>{{cita libro | autore=Giovanni Reale | titolo=Storia della filosofia antica | volume=vol. 4: ''Le scuole dell'età imperiale'' | editore=Vita e Pensiero | città=Milano | anno=1987 | pp=15-16 }}</ref>
 
Ad Andronico si deve l'edizione delle opere di Aristotele e Teofrasto. Per quanto riguarda il ''corpus'' aristotelico, sistemò i testi in modo da renderli intelligibili e li riordinò in base al contenuto nella suddivisione con cui sono conosciuti ancora oggi.<ref>{{cita libro | autore=Giovanni Reale | titolo=Storia della filosofia antica | volume=vol. 4: ''Le scuole dell'età imperiale'' | editore=Vita e Pensiero | città=Milano | anno=1987 | p=20 }}</ref> Andronico inoltre pose le basi per lo studio degli esoterici di Aristotele, basato sulla redazione di parafrasi e di commenti, e fu forse l'autore della ricostituzione del Liceo, di cui sembra essere stato anche scolarca. Possiamo conoscere i lineamenti del suo pensiero grazie ad alcune fonti antiche: sappiamo che diede una propria interpretazione delle ''Categorie'' aristoteliche e che si occupò di psicologia. Considerò l'anima come un rapporto numerico che unisce gli elementi del corpo, e giunse ad affermare che essa non è la causa ma la conseguenza di questa unione di elementi.<ref>{{cita libro | autore=Giovanni Reale | titolo=Storia della filosofia antica | volume=vol. 4: ''Le scuole dell'età imperiale'' | editore=Vita e Pensiero | città=Milano | anno=1987 | p=26 }}</ref>
 
Bisogna comunque ricordare che, ancora nel I secolo a.C., ci furono dei peripatetici che non conobbero le opere di Aristotele e continuarono a discutere sui temi già affrontati dai loro predecessori nei secoli III e II. Tra questi si possono citare, ad esempio, Stasea di Napoli, Aristone di Alessandria e Cratippo di Pergamo. Chi invece poté leggere le opere dello Stagirita, lo fece grazie all'edizione di Andronico. Per lo più, questi autori si dedicarono all'interpretazione di Aristotele, cercando di coniugarlo con alcuni aspetti dello stoicismo.<ref>{{cita libro | autore=Giovanni Reale | titolo=Storia della filosofia antica | volume=vol. 4: ''Le scuole dell'età imperiale'' | editore=Vita e Pensiero | città=Milano | anno=1987 | p=29 }}</ref>