Storia della filosofia/Henri Bergson: differenze tra le versioni

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La '''filosofia di Henri Bergson''' incise profondamente nella cultura del Novecento: ritroviamo elementi del suo pensiero nella filosofia di Michel Serres, Emmanuel Lévinas, Gilles Deleuze, nella storiografia di Fernand Braudel, nella letteratura di Marcel Proust, nella epistemologia di Jacques Monod. Quasi misconosciuto agli inizi della sua carriera accademica, Bergson divenne alla fine così popolare da esser quasi identificato con il filosofo ufficiale del pensiero francese. Egli fu uno dei pochi filosofi, insieme a Bertrand Russel, Jean-Paul Sartre e Elias Canetti, a ricevere il premio Nobel (1927). Bergson viene indicato come appartenente alla corrente filosofica dello spiritualismo, che si opponeva al positivismo imperante all'inizio del XIX secolo, ma la sua filosofia è così originale che sarebbe più giusto definirla "bergsonismo"<ref>Gilles Deleuze, ''Il bergsonismo e altri saggi'', a cura di Pier Aldo Rovatti e Deborah Borca, Torino: Einaudi, 2001.</ref> proprio per evidenziare l'impossibilità di assimilarla alle tradizionali dottrine filosofiche.
 
Quasi misconosciuto agli inizi della sua carriera accademica, Bergson divenne alla fine così popolare da esser quasi identificato con il filosofo ufficiale del pensiero francese. Egli fu uno dei pochi filosofi, insieme a Bertrand Russel, Jean-Paul Sartre e Elias Canetti, a ricevere il premio Nobel (1927).
 
Bergson viene indicato come appartenente alla corrente filosofica dello spiritualismo, che si opponeva al positivismo imperante all'inizio del XIX secolo, ma la sua filosofia è così originale che sarebbe più giusto definirla "bergsonismo"<ref>Gilles Deleuze, ''Il bergsonismo e altri saggi'', a cura di Pier Aldo Rovatti e Deborah Borca, Torino: Einaudi, 2001.</ref>
proprio per evidenziare l'impossibilità di assimilarla alle tradizionali dottrine filosofiche.
 
==Il dualismo==