Storia della letteratura italiana/Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni
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La poesia pascoliana si inserisce, con tratti originalissimi, nel panorama del [[../Decadentismo|decadentismo europeo]] e segna in maniera indelebile la poesia italiana. Affonda le radici in una visione pessimistica della vita, in cui si riflette
== La vita ==
[[File:Giovanni Pascoli.jpg|thumb|left|Giovanni Pascoli]]
Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855, quarto
Intanto nel 1862 Giovanni era entrato, insieme ai fratelli, nel collegio degli Scolopi di Urbino, dove aveva ricevuto una rigida educazione classica. Nel 1871, a causa delle ristrettezze economiche, deve abbandonare il collegio, ma grazie all'intervento di uno zio può terminare gli studi a Firenze. Finito il liceo frequenta, grazie a una borsa di studio, la facoltà di lettere a Bologna, dove ha tra i suoi maestri [[../Giosuè Carducci|Carducci]], e negli anni universitari si avvicina al socialismo. Nel 1879 viene arrestato mentre partecipa a una manifestazione antigovernativa e deve trascorrere alcuni mesi in carcere. Segnato da questa esperienza, decide di abbandonare la militanza politica.<ref name="Baldi109"/>
Nel 1882 si laurea con una tesi su Alceo e intraprende la carriera universitaria, prima a Matera, poi a Massa e infine a Livorno, dove rimane fino al 1895. In questi anni chiama a vivere con sé le sorelle Ida e
Nel 1895 Pascoli e la sorella
== Le raccolte poetiche e le altre opere ==
A partire dagli anni ottanta Pascoli ha pubblicato le sue poesie per lo più su riviste letterarie o in edizioni per sposalizi. Solo negli ultimi
=== ''Myricae'' ===
{{vedi source|Myricae}}
[[File:Tamarix gallica bloemen.jpg|thumb|Fiori di tamerice, la pianta da cui Pascoli trae il nome per la sua prima raccolta]]
La prima raccolta pubblicata da Pascoli è ''Myricae'' (1891). Compare in un'edizione fuori commercio e inizialmente comprende ventidue poesie dedicate alle nozze di due amici. Nelle edizioni successive la raccolta si è ampliata, e ha raggiunto la sua struttura definitiva a partire dalla quarta, nel 1897. Il titolo è una citazione dalla ''Bucolica'' IV, dove Virgilio afferma di volere innalzare il tono poetico, in quanto «non omnes arbusta iuvant, humilesque myricae» («non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici»).<ref name="Baldi115" /> Pascoli invece pone al centro della sua poesia le piccole cose, di cui le tamerici sono un simbolo. Si tratta per lo più di testi molto brevi, nei quali il poeta si sofferma su alcuni particolari che vengono caricati di mistero e suggestioni, e che sembrano rimandare a una realtà altra. La sintassi è frantumata e viene fatto un uso analogico del linguaggio; Pascoli ricorre a onomatopee e il suono delle parole assume a sua volta un valore simbolico. Riaffiora spesso il tema della morte e per la prima volta si affaccia il nodo centrale della poesia pascoliana, la necessità di riannodare i legami spezzati con la propria famiglia in seguito all'evento luttuoso della morte del padre.<ref name="Baldi116">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=D'Annunzio e Pascoli | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=116 }}</ref><ref name="Ferroni849">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=849 }}</ref>
=== I ''Poemetti'' ===
{{vedi source|Primi poemetti}}
{{vedi source|Nuovi poemetti}}
I ''Poemetti'' vengono pubblicati una prima volta nel 1897 e poi ripubblicati nel 1900. Nella loro struttura definitiva sono però divisi in due volumi intitolati ''Primi poemetti'' (1904) e ''Nuovi poemetti'' (1909). I componimenti sono più ampi rispetto a quelli di ''Myricae'' e hanno un taglio narrativo. Nelle due raccolte viene infatti descritta la vita di una famiglia rurale di Barga, della quale vengono ritratti alcuni momenti quotidiani. La narrazione si articola in diversi cicli, che corrispondono alle fasi dei lavori nei campi. Rispetto alle poesie del volume precedente, caratterizzate da versi brevi, vengono qui utilizzate le terzine dantesche raggruppate in sezioni. Diversamente dai [[../Verismo|veristi]],
=== ''Canti di Castelvecchio'' ===
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=== ''Poemi conviviali'' ===
{{vedi source|Poemi conviviali}}
Nei ''Poemi conviviali'' (1904) sono raccolti testi apparsi in precedenza, a partire dal 1895, sulla rivista ''Il Convito'' diretta da Adolfo De Bosis, la stessa su cui D'Annunzio avrebbe pubblicato ''Le vergini delle rocce''. Queste poesie sono dedicate a personaggi e temi ricavati dal mito e dalla storia antica. Si tratta però di una ricostruzione storica in cui il poeta fa sfoggio di erudizione e narra aneddoti e particolari poco noti o marginali. Viene inoltre utilizzato un linguaggio ricercato ed estetizzante, in linea con l'orientamento seguito dalla rivista su cui i componimenti sono stati pubblicati. Tuttavia anche qui riemergono elementi tipici della poetica pascoliana, e così il mondo classico non è un luogo di eterna e stabile perfezione come volevano i classicisti, ma è attraversato da tensioni e angosce tipicamente moderne.<ref name="Baldi117" />
=== Le altre raccolte ===
Nelle ultime raccolte Pascoli ha ormai assunto la funzione di "poeta ufficiale" della patria, che con i suoi componimenti ne elogia la grandezza e propaganda i valori civili e morali della nazione. Gli spunti per questo tipo di produzione provengono generalmente dall'attualità. Tutte le sue poesie di
=== I ''Carmina'' ===
{{vedi source|autore=Scriptor:Giovanni Pascoli|la}}
=== Prose ===
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Il poeta ha lavorato anche a libri scolastici, tra cui alcune antologie di letteratura italiana e latina. In generale la prosa pascoliana, lontana dallo stile erudito diffuso all'epoca, ha un tono più pacato e colloquiale. Nei discorsi ufficiali ricorre invece a un tono più sostenuto e a una certa enfasi retorica. Tra questi ricordiamo ''La grande proletaria si è mossa''.<ref name="Baldi118">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3=Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=D'Annunzio e Pascoli | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=118 }}</ref>
== Il profilo letterario: la
=== La formazione letteraria ===
Un momento cruciale nella formazione letteraria di Pascoli
A margine degli studi veri e propri, comunque,
Coerente con questi interessi, c'è anche quello per la cosiddetta "filosofia dell'inconscio" del tedesco Karl Robert Eduard von Hartmann, l'opera che aprì quella linea di interpretazione della psicologia in senso anti-meccanicistico che sfociò nella psicanalisi freudiana. È evidente in queste letture - come in quella successiva dell'opera dell'inglese James Sully sulla "psicologia dei bambini" - un'attrazione di Pascoli verso il "mondo piccolo" dei fenomeni naturali e psicologicamente elementari che tanto fortemente caratterizzò tutta la sua poesia. E non solo la sua. Per tutto l'Ottocento la cultura europea aveva coltivato un particolare culto per il mondo dell'infanzia, dapprima, in un senso pedagogico e culturale più generico, poi, verso la fine del secolo, con un più accentuato intendimento psicologico. I romantici, sulla scia di Giambattista Vico e di Jean-Jacques Rousseau, avevano paragonato l'infanzia allo stato primordiale "di natura" dell'umanità, inteso come una sorta di età dell'oro.
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