Embricazione del trauma in Hemingway/Trauma e ARIT: differenze tra le versioni

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"You better have a drink," Johnson told him.|THHN, 9}}
Questa tensione in THHN e in altre opere appare nelle narrazioni come un'interruzione dei modi tradizionali di struttura narrativa, soggettività e obiettività in reazione all'esperienza del trauma.
 
La tensione nelle narrazioni del trauma, secondo Anne Whitehead, contesta l'idea di una semplice referenzialità testuale dovuta alla tardività legata al trauma vissuto. Whitehead collega le rappresentazioni del trauma nei testi a un riposizionamento del sé nel mondo moderno. L'esperienza moderna delle guerre mondiali genera una Storia che "non è più disponibile come conoscenza completa, ma deve essere riconcepita come una conoscenza che sfugge o elude perpetuamente la nostra comprensione" (Whitehead, ''Trauma Fiction'', 13). Questa nozione di Storia, secondo Whitehead, "riposiziona implicitamente la relazione tra lingua e mondo, in modo che il testo passa da una modalità riflessiva – basata su una posizione di autocoscienza e comprensione di sé – a un atto performativo, in cui il testo diventa embricato nei nostri tentativi di ricevere e comprendere il mondo che ci circonda" (''Trauma Fiction'', 13). Pertanto, la rappresentazione narrativa del trauma comporta un ''calculus'' tra una consapevolezza di sé e una ''performance'' di sé. Il trattamento narrativo e la rappresentazione del trauma vissuto contribuisce quindi a storie intrise di tensione, distacco e disgiuntura. Ad esempio in SAR, Jake Barnes ricorda la sua esperienza traumatica e nella narrativa appare tensione nella sua memoria. Barnes osserva: "I lay awake thinking and my mind jumping around. Then I couldn’t keep away from it, and I started to think about Brett and all the rest of it went away" (39). In questo stralcio la rappresentazione del trauma testimoniata attraverso la narrazione di Barnes riflette un senso di tensione e disgiunzione nella struttura della narrazione.
 
Le osservazioni di Hemingway sulla relazione del trauma con la scrittura riflettono le idee di Caruth e Whitehead secondo cui durante l'esperienza del trauma un individuo vede l'esperienza con distacco. Inoltre, l'interpretazione di Hemingway si collega alla nozione di Whitehead sull'incompletezza della conoscenza dell'esperienza traumatica. Questa comprensione riecheggia anche le idee di Hemingway sulla funzione dell'arte derivante dalla sua osservazione secondo cui la narrativa dovrebbe scaturire da "things that have happened and from things as they exist and from all the things that you know and all those you cannot know."<ref>Si veda l'Intervista di Plimpton ristampata in Trogdon, ''Ernest Hemingway: A Literary Reference''.</ref> La concentrazione estetica di Hemingway illustra un riflesso narrativo dell'esperienza basata sull'autocoscienza. L'attenzione di Hemingway è ulteriormente mitigata dalla comprensione che questa consapevolezza è incompleta e deve essere riconcepita come una conoscenza che sfugge perpetuamente ed elude le nozioni convenzionali di comprensione a causa della natura del trauma.
 
La natura non convenzionale della conoscenza del trauma si esprime nel tentativo di ritrarre il trauma in una narrazione. In effetti, Hemingway tenta di catturare la realtà o "the things (= le cose)" del trauma nelle sue narrazioni. Ad esempio nel (1936) "The Snows of Kilimanjaro", Hemingway costruisce un protagonista che soffre dell'effetto di un trauma che coinvolge una puntura di spine. Harry, il protagonista e talvolta narratore della storia, viene mostrato usando una struttura narrativa indiretta di ''[[w:verso libero|vers libre]]'', o struttura narrativa indiretta libera. Harry viene mostrato mentre riflette sul fatto che
{{q|since the gangrene started in his right leg he had no pain and with the pain the horror had gone and all he felt now was a great tiredness and anger that this was the end of it.<ref>Hemingway, ''The Complete Short Stories'', 41.</ref>}}
In questo brano, le cose che sono successe – "since the gangrene started in his right leg" – le cose che sono esistite – "he had no pain and with the pain the horror had gone" – e le cose che conosci - "with the pain the horror had gone" – tutte operano per presentare l'esperienza di Harry e i ricordi di quell'esperienza degli effetti del trauma. Analogamente, come suggerisce Whitehead, l'esperienza e la memoria del trauma non riguardano solo la presentazione, nella narrazione, del riflesso accurato dell'esperienza. La funzione dell'arte, per Hemingway, non è solo quella di creare una storia che catturi le cose che "conosci", ma anche di creare una narrazione che incarni "tutto ciò che non puoi conoscere".
 
 
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