Embricazione del trauma in Hemingway/Trauma e ARIT: differenze tra le versioni

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{{q|It is very bad for writers to be hit on the head too much. Sometimes you lose months when you should have and perhaps would have worked well but sometimes a long time after the memory of the sensory distortions of these woundings will produce a story which, while not justifying the temporary cerebral damage, will palliate it. "A Way You’ll Never Be" was written at Key West, Florida, some fifteen years after the damage it depicts, both to a man, a village, and a countryside, had occurred. No questions? I understand. I understand completely. However, do not be
alarmed. We are not going to call for a moment of silence. Nor for the man in the white suit. Nor for the net.<ref>''The Paris Review'', rist. in Trogdon, ''Hemingway: A Literary Reference'', 318. La citazione continua: "Now gentlemen, and I notice a sprinkling of ladies who have drifted in attracted I hope by the sprinkling of applause. Thank you. Just what stories do you yourselves care for? I must not impose on you exclusively those that find favor with their author. Do you too care for any of them?" Hemingway che si rivolge ad un pubblico ipotetico di genere misto è interessante alla luce della traiettoria di cambiamento presa dai suoi personaggi in reazione a traumi nel testo.</ref>}}
In questo brano, Hemingway sembra esplorare la progressione della sua struttura narrativa in relazione al trauma che aveva vissuto. Le varie "ferite" che Hemingway subisce dal trauma contribuiscono al "after the damage" rappresentato. Gli effetti delle sue esperienze con il trauma si riflettono nell'evoluzione delle sue strutture narrative, incluso lo spesso superficialmente denigrato ARIT. Le narrazioni di Hemingway interrogano e utilizzano un senso degli effetti del trauma vissuto e ricordato da Hemingway.
 
''Across the River and into the Trees'' riflette lo scontro e il gioco di alcune nozioni di pensiero reputate stabili nella soggettività e oggettività narrative. Troppo spesso, l'evoluzione di Hemingway come scrittore è vista quale risultato del trauma vissuto e di come queste esperienze siano biograficamente correlate e compaiano nella sua prosa. Tuttavia, la progressione narrativa di Hemingway appare più profondamente correlata al modo in cui le varie esperienze a cui ha assistito hanno influenzato la forma della sua narrazione. In altre parole, la costruzione delle narrazioni e non solo i contenuti di tali narrazioni fanno riferimento all'esperienza traumatica. L'evoluzione di Hemingway come scrittore non è dovuta esclusivamente alle esperienze che ha avuto. La progressione di Hemingway, evidenziata nelle sue strutture narrative, può invece essere vista come il trattamento della qualità pervasiva dei ricordi di queste esperienze che influenzano la struttura narrativa nei romanzi di Hemingway. Hemingway osserva "but sometimes a long time after the memory of the sensory distortions of these woundings will produce a story which, while not justifying the temporary cerebral damage, will palliate it." Di conseguenza, ''Across the River and into the Trees'' interroga e integra gli effetti dei suoi ricordi traumatici all'interno della struttura narrativa del romanzo.<ref>La memoria e il ricordo attivo del trauma e della guerra appaiono focalizzati in ARIT. Hemingway considera la funzione dell'arte come un esplorare cose che sono successe, cose come esistono, cose che conosci e cose che non puoi conoscere. La funzione dell'arte hemingueiana è quella di creare non una rappresentazione ma una cosa nuova più vera e viva, che raggiunga l'immortalità. Le "things (= cose)" di ARIT si concentrano tutte sugli aspetti dell'esperienza del trauma. Nell'intervista del 1958 a George Plimpton, in cui descriveva la funzione dell'arte, Hemingway risponde alla domanda "how detached must you be from an experience before you can write about it in fictional terms?" affermando: "It depends on the experience. One part of you sees it with complete detachment from the start. Another part is very involved. I think there is no rule about how soon one should write about it. It would depend on how well adjusted the individual was and on his or her recuperative powers" (''The Paris Review'', Primavera 1958; rist. in Trogdon, ''Ernest Hemingway: A Literary Reference'', 309). Per Hemingway, il trauma è una "thing (= cosa)" integrale esplorata nella sua narrativa.</ref>
 
Hemingway esplora gli effetti del trauma sullo scrittore in un'intervista del 1958 a George Plimpton e osserva: "Certainly it is valuable to a trained writer to crash in an aircraft which burns. He learns several important things very quickly. Whether they will be of use to him is conditioned by survival" (''The Paris Review'', Primavera 1958; rist. in Trogdon, ''Ernest Hemingway: A Literary Reference'', 309). In questa osservazione, il privilegio di Hemingway sul trauma si concentra sulle conoscenze acquisite non solo dall'evento ma, in aggiunta, l'attenzione è focalizzata sugli effetti della sopravvivenza al trauma. Hemingway afferma l'importanza di questa sopravvivenza:
{{q|Survival, with honor, is as difficult as ever and as all important to a writer. Those who do not last are always more beloved since no one has to see them in their long, dull, unrelenting, no quarter given and no quarter received, fights that they make to do something as they believe it should be done before they die. Those who die or quit early and easy and with every good reason are preferred because they are understandable and human. Failure and well-disguised cowardice are more human and more beloved.<ref>''The Paris Review'', Primavera 1958; rist. in Trogdon, ''Ernest Hemingway: A Literary Reference'', 309.</ref>}}
 
Inerente alla risposta di Hemingway a Plimpton è la relazione tra i sopravvissuti traumatici e la scrittura.<ref>La risposta di Hemingway a Plimpton riguarda il distacco nell'esperienza del trauma. Presenta anche una preoccupazione per la sopravvivenza in relazione al trauma. Hemingway pone l'accento sulla sopravvivenza dell'esperienza traumatica. Rafforza questa enfasi con una connessione tra due modalità: una, la sopravvivenza del trauma e due, la sopravvivenza dell'autore. Hemingway osserva che la relazione tra l'esperienza del trauma e la scrittura sull'esperienza è legata all'abilità e al successo della sopravvivenza. Hemingway osserva l'utilità del trauma per lo scrittore affermando "whether they will be of use to him is conditioned by survival." Do conseguenza, per Hemingway la sopravvivenza del trauma è legata alla sopravvivenza dell'autore.<br/>
[[w:Robert Jay Lifton|Robert Jay Lifton]], in un'intervista a Cathy Caruth, esplora la sopravvivenza in relazione al trauma. Lifton propone che il sopravvissuto al trauma "avanzi in una situazione in cui si ha poca capacità di immagine; ed è per questo che uno distrugge tutto ciò che era potenziale o esperienziale" (Caruth, ''Trauma: Explorations in Memory'', 137). Lifton afferma che questa frantumazione crea un secondo sé, in quanto "il proprio senso di sé è radicalmente alterato" (137). Le opinioni di Lifton sul frantumarsi che si verifica all'interno nell'individuo che vive il trauma viene riecheggiate in Hemingway dal senso di distacco e coinvolgimento simultanei nell'evento traumatico e nella sopravvivenza del trauma. L'interpretazione da parte di Hemingway dell'esperienza traumatica incarna l'idea di Lifton del secondo sé, un sé che non è "un sé totalmente nuovo" ma un sé che è "ciò che uno ha portato nel trauma come influenzato in modo significativo e doloroso, confuso, ma in un modo molto primordiale, da quel trauma" (137).<br/>
L'embricazione da parte di Hemingway del coinvolgimento traumatico e del distacco posiziona la sopravvivenza sia come ''coinvolgimento'' dell'individuo sia come creazione dell'autore. In "On Writing" di Hemingway, apparso in ''The Nick Adams Stories'' di Philip Young (1972), la figura/voce di Nick Adams proietta questa identità biforcata di individuo e autore. Nella storia, avviene una narrazione a flusso di coscienza che unisce Nick Adams e Hemingway. Hemingway scrive: "Like talking about something good. That was what had made the war unreal. Too much talking. Talking about anything was bad. Talking about anything actual was bad. It always killed it. The only writing that was any good was what you made up, what you imagined. That made everything true" (237). La figura di Adams cattura un senso di distacco da Hemingway e dalle esperienze traumatiche con l'osservazione "that was what had made the war unreal". Inoltre, la narrazione produce un senso di coinvolgimento con Hemingway e le esperienze del trauma tramite l'affermazione "too much talking".<br/>
Hemingway ritrae in Adams la reazione dell'individuo alla sopravvivenza del trauma. In questo ritratto, è necessario evitare la rivisitazione dell'esperienza effettiva del trauma. Nella storia, Adams proclama che "talking about anything actual was bad". Hemingway cattura anche un senso dell'esperienza legata alla sopravvivenza dell'autore. L'esperienza e la sopravvivenza del trauma espone l'inconoscibile, o come lo chiama Hemingway, "things you cannot know". In questa violazione, vengono create storie nel tentativo di spiegare l'evento traumatico. Pertanto, autori, come Hemingway, sono generati nell'impulso di spiegare l'inspiegabile. Hemingway fa eco a questa idea in "On Writing", quando Adams afferma: "the only writing that was any good was what you made up, what you imagined".<br/>
In "On Writing", aspetti di Hemingway, l'individuo, e Hemingway, l'autore, sono imposti e proiettati nella figura di Adams. Il lavoro cattura la natura a doppia faccia di un sopravvissuto al trauma sia come individuo che come creatore. Lawrence Broer osserva le differenze essenziali nello sviluppo di Nick Adams fatto da Hemingway. Broer osserva che, "l'ex soldato ferito di ''Big Two-Hearted River'' può esternare la sua linea mentale solo fino a quando la tensione diventa insopportabile e si ammala e soffre" (226). Broer mette invece in evidenza lo sviluppo di Adams come "l'aspirante scrittore di ''On Writing'' che ha acquisito il coraggio di confrontarsi con l'esperienza traumatica del passato e la conoscenza necessaria di sé e del mestiere per trasformare tale esperienza in arte e creare così un'identità più stabile e durevole" (Beegel, ''Hemingway’s Neglected Short Fiction'', 138). In "On Writing", il Nick Adams di Hemingway portaa livello di consapevolezza l'esperienza repressa tramite il ricordo sia dell'esperienza stessa che della sopravvivenza del trauma. L'osservazione di Broer sulla dualità in "On Writing" fa riferimento alla sopravvivenza dell'individuo coinvolto nell'esperienza traumatica e alla generazione dell'autore come un doppione distaccato creato in quella sopravvivenza.<br/>
La figura di Nick Adams in "On Writing" subisce due impulsi contraddittori. Il primo impulso è il desiderio di catturare la realtà della situazione, e il secondo si concentra sulla necessità di creare una scrittura che "abbia fatto diventare tutto realtà" (Young, ''The Nick Adams Stories'', 237). La rappresentazione da parte di Hemingway del raddoppio nella storia rispecchia l'esperienza del trauma. Raddoppiare in questo modo si verifica nella sopravvivenza del trauma che stabilisce una dualità in cui "elementi" sono in contrasto con i due impulsi, "comprese le contraddizioni etiche" (Lifton, 137). La scrittura hemingueiana incarna la contraddizione tra catturare la vita e creare narrativa da momenti traumatici. Le sue storie generano un dialogo tra coinvolgimento e distacco con il trauma.<br/>
Gli impulsi contraddittori in Hemingway appaiono nel suo desiderio di scrivere prosa che catturi aspetti del trauma, crei narrativa coinvolgente, includa le sue esperienze traumatiche e gli offra l'opportunità di staccarsi da queste esperienze. Hemingway è un catturatore di vita e di trauma nella sua prosa. Afferma, "but when you get the damned hurt use it—don’t cheat with it. Be as faithful to it as a scientist [...]" (Hemingway Baker, ''Selected Letters'', 408). Ed è un creatore di narrativa, "find what gave you the emotion; what the action was that gave you the excitement. Then write it down making it clear so the reader will see it too and have the same feeling that you had" (Hemingway, ''By-Line'', 219). La sua prosa include la sua esperienza del trauma. L'esperienza di Hemingway sul trauma di guerra in Italia è catturata dalla sua osservazione, "when there is a direct hit your pals get spattered all over you" (lettera di Hemingway ristampata in Nagel, ''Hemingway in Love and War'', 176). Questa esperienza si rispecchia in AFTA quando Fredric Henry è spruzzato dal sangue di un soldato. Hemingway scrive: "I felt something dripping [...] I tried to move sideways so that it did not fall on me" (AFTA, 61). E la sua storia coinvolge il distacco che ha provato al momento del trauma. Il distacco di Hemingway in relazione al suo ferimento in Italia è espresso in una lettera in cui scrive: "The 227 wounds I got from the trench mortar didn’t hurt a bit at the time, only my feet felt like I had rubber boots full of water on" (176). Questo distacco riecheggia in FWBT, quando Robert Jordan rileva il danno alla sua gamba. Jordan osserva: "the big nerve must have been truly smashed when that damned horse rolled on it, he thought. It truly doesn’t hurt at all" (Hemingway, FWBT, 468). Le osservazioni di Hemingway sul trauma, tutte evidenti nella sua saggistica, fanno riferimento alla dualità nelle sue storie. La dualità traumatica di Hemingway nella sua prosa interpola la tensione tra il sopravvissuto come individuo e il sopravvissuto come autore.</ref> Altrettanto importante nella sua risposta è l'attenzione sulla quantità di tempo tra l'esperienza del trauma e l'accesso alla memoria dell'evento in relazione alla costruzione di strutture narrative che tentano di illustrare e coinvolgere gli effetti del trauma nella scrittura.
 
Sull'esperienza del trauma, Hemingway osserva: "One part of you sees it with complete detachment from the start. Another part is very involved. I think there is no rule about how soon one should write about it" (''The Paris Review'', Primavera 1958; rist. in Trogdon, ''Ernest Hemingway: A Literary Reference'', 309). In questo stralcio, Hemingway espone in modo rilevante le lacune tra le esperienze traumatiche, la conoscenza delle esperienze, il coinvolgimento con le esperienze e il successivo accesso alle esperienze nella scrittura di un testo.<ref>Si veda Caruth e Freud per il senso di tardività che emerge dall'esperienza del trauma.</ref> Le lacune nella comprensione, esposte da Hemingway, si collegano alla specifica esperienza di Hemingway con il trauma che opera nei suoi romanzi. Ad esempio in ARIT, Hemingway sembra indicare la sua visione dell'esperienza del trauma quando Cantwell commenta sulle persone che scrivono di guerra. Nella narrazione, Cantwell osserva:
{{q|Boys who were sensitive and cracked and kept all their valid first impressions of their day of battle, or their three days, or even their four, write books. They are good books but can be dull if you have been there. Then others write to profit quickly from the war they never fought in. The ones who ran back to tell the news. The news is hardly exact. But they ran quickly with it. Professional writers who had jobs that prevented them from fighting wrote of combat that they could not understand, as though they had been there. I do not know what category of sin that comes under.|ARIT, 129}}
Inoltre, le osservazioni di Hemingway che compaiono in ''The Paris Review'' e in ARIT collegano l'esperienza del trauma alla progressione come scrittore, esplorando anche il ruolo del trauma nell'interpretazione dei suoi testi.
 
Le osservazioni di Hemingway nella sua intervista del 1958 con George Plimpton riflettono sull'epistemologia generale del trauma in relazione alla generazione narrativa di Hemingway. L'osservazione di Hemingway sull'esperienza del trauma si collega a elementi della teoria del trauma. Questa connessione non vuol dire che Hemingway si riferisca specificamente alla comprensione psicoanalitica del trauma in menzione diretta, quando annota una sfiducia nell'impulso di leggere la sua letteratura in relazione a "discards from Freud and Jung" (Lettera a Wallace Meyer del 1952, rist. in Baker, ''Selected Letters'', 751). Invece, elementi delle osservazioni di Hemingway sono correlati alla comprensione psicoanalitica e cognitiva storica e contemporanea della rappresentazione testuale e del trattamento del trauma che appaiono nelle opere letterarie. Per esempio, in THHN, Richard Gordon viene osservato dal professor MacWalsey...
{{q|He watched Richard Gordon lurching down the street until he was out of sight in the shadow from the big trees whose branches dipped down to grow into the ground like roots. What he was thinking as he watched him, was not pleasant. It is a mortal sin, he thought, a grave and deadly sin and a great cruelty, and while technically one’s religion may permit the ultimate result, I cannot pardon myself. On the other hand, a surgeon cannot desist while operating for fear of hurting the patient. But why must all the operations in life be performed without an anaesthetic? If I had been a better man I would have let him beat me up. It would have been better for him. The poor stupid man. The poor homeless man. I ought to stay with him, but I know that is too much for him to bear. I am ashamed and disgusted with myself and I hate what I have done. It all may turn out badly too. But I must not think about that. I will now return to the anaesthetic I have used for seventeen years and will not need much longer. Although it is probably a vice now for which I only invent excuses. Though at least it is a vice for which I am suited. But I wish I could help that poor man whom I am wronging.|THHN, 222}}
In questo brano, la narrazione di Hemingway fa riferimento al trattamento storico del trauma in un testo in relazione alla distanza e alla vicinanza che un personaggio sperimenta durante il trauma o a seguito di esperienze traumatiche.