Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Le Nubi di Magellano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Gian BOT (discussione | contributi)
m Bot: corregge errori ortografici comuni
Nessun oggetto della modifica
Riga 16:
La Piccola Nube è più distante e più piccola e si osserva a sud di Achernar; i suoi oggetti sono più piccoli e dunque anche meno appariscenti, ma restano comunque alla portata di molti telescopi di uso comune. Nei suoi dintorni si osservano due brillanti ammassi globulari, uno dei quali è il famoso 47 Tucanae; nessuno di questi è tuttavia legato a questa galassia, essendo orbitanti attorno alla Via Lattea.
 
In fotografia la Grande Nube si rivela un oggetto straordinario: nelle riprese a grande campo è già possibile distinguere alcune decine di ammassi e persino di nebulose, mentre le riprese ad alta risoluzione permettono di risolvere appieno numerosi ammassi, tanto che l’intera galassiegalassia appare sciolta in milioni di deboli stelle.
 
Le fotografie alla Piccola Nube al confronto possono risultare meno entusiasmanti a causa della minore ricchezza di questa galassia, ma resta pur sempre un oggetto d’eccezione proprio perché anche in questo caso è possibile la sua risoluzione in stelle, ammassi e piccole nebulose.
Riga 63:
Esplorando la barra con un telescopio da 200 mm se ne può iniziare una prima blanda risoluzione in stelle; sparsi su tutta la sua lunghezza si individuano diversi piccoli addensamenti simili a macchie nebbiose, coincidenti con altrettanti ammassi aperti di piccole dimensioni e pertanto irrisolvibili.
 
Presso l’estremità occidentale della barra si può notare il brillante e compattissimo ammasso '''NGC 1850''', uno dei più appariscenti della galassia; è visibile anche con un binocolo 10x50 come una piccola macchia di aspetto simile a una stella leggermente sfuocata. L’aspetto rimane il medesimo anche con telescopi da 120 mm, mentre alcune stelle periferiche sul lato meridionale possono essere risolte con uno strumento da 150 mm o meglio ancora da 200 mm; questi strumenti permettono anche di notare un secondo addensamento molto più piccolo e compatto sul lato sudoccidentale dell’ammasso. Si tratta di un superammasso stellare, ossia un oggetto talmente ricco e compatto da ricordare per la sua morfologia un ammasso globulare; tuttavia, la sua età di appena 50 milioni di anni non lascia dubbi sulla sua appartenenza alla categoria degli ammassi aperti. Al suo interno sono contenute numerose stelle calecalde e di grande massa, assieme a una nutrita popolazione di stelle T Tauri, che ne costituiscono la grande maggioranza; l’addensamento compatto minore invece si ritiene che sia ancora più giovane, con un’età stimata di appena 4 milioni di anni. Oggetti di questo genere sono estremamente rari, tanto che nella Via Lattea si conosce solo l’esempio di Westerlund 1, nella costellazione dell’Altare. Le stelle più massicce dell’ammasso sono esplose milioni di anni fa come supernovae, generando una potente onda d’urto che ha dato origine a una superbolla, la quale ha progressivamente spazzato via i gas che lo circondavano; questi gas ora costituiscono i tenui archi nebulosi ben visibili attorno all’ammasso, che costituiscono la nube N103.
 
All’estremità occidentale della barra, fra i numerosi deboli oggetti, spicca il sistema di ammassi e nebulose associato alla nube '''N91''', esteso per 10’ e formato da diversi addensamenti con numeri di catalogo indipendenti: il più orientale è noto come '''NGC 1770''', mentre il più brillante, a sudovest, è indicato come '''IC 2117'''. Con un telescopio da 120 mm si riconosce come un addensamento chiaro e nebuloso su cui brillano alcune stelle di magnitudine 11; in realtà il chiarore indistinto visibile non è dovuto alla nebulosa in sé, che resta invisibile, ma alle numerose stelle di fondo non risolte, che si raggruppano in diversi piccoli ammassi stellari. Con telescopi da 200 mm si possono riconoscericonoscere circa una ventina di stelle, in prevalenza azzurre, su uno sfondo che permane nebuloso. Si ritiene che il vasto sistema nebuloso abbia dato luogo alla formazione stellare circa 6 milioni di anni fa.
 
Appena 16’ a WNW si può rintracciare uno degli ultimi sistemi stellari prima del bordo della galassia, noto come '''NGC 1755'''; è individuabile con strumenti da 120 mm e si presenta di dimensioni molto più contenute del precedente. La sua risoluzione in stelle non è possibile con la gran parte degli strumenti in possesso degli appassionati.
Riga 71:
Dall’estremità occidentale della barra parte un’esile struttura formata da stelle e addensamenti più o meno isolati, che farebbe pensare a un abbozzo di braccio di spirale; questo prosegue dapprima verso nordovest, per poi curvare verso nord e invertire la sua direzione passando 2-3 gradi a nord della barra, in direzione est. Dopo aver raggiunto un punto molto ricco a nord della Nebulosa Tarantola, sembra sfaldarsi del tutto, con un ramo che sembra disperdersi verso est in diversi piccoli ammassi isolati, e un altro più debole che vira verso sud e ricongiungendosi apparentemente con la barra.
 
Seguendo il braccio, il primo sistema di rilievo che si incontra è formato dai gruppi stellari attorno all’ammasso '''NGC 1747''', che può essere individuato con telescopi da 120 mm come una macchia nebulosa non risolvibile; si osservano in questa direzione alcune stelle di magnitudine 11 e 12, mentre lo sfondo lascia intendere la presenza di diversi bozzoli probabilmente di natura stellare non risolti. Con un 200 mm si possono individuare con chiarezza i due addensamenti più importanti: a sudest il già citato NGC 1747, mentre a nordovest appare più definito l’ammasso '''NGC 1731''', sebbene nessuno dei due sia risolto in stelle. Poco più a nord disi osserva una gigante rossa di magnitudine 6,4, che però fa parte della Via Lattea. Entrambi gli ammassi mostrano un’età giovane, come è evidenziato dalla presenza di alcune stelle di classe spettrale O e numerosi oggetti stellari giovani, che si disperdono nell’intera area di cielo fra i due oggetti e anche oltre.
 
Poco meno di un grado a nord, si trova il complesso nebuloso '''N11''', che costituisce il secondo sistema di nubi più brillante ed esteso dell’intera galassia dopo quello della Nebulosa Tarantola, nonché una delle regioni di formazione stellare più importanti. Presenta una struttura ad anello formata da più addensamenti nebulosi maggiori, visibili otticamente solo con telescopi di grande diametro, al cui interno si apre una cavità del diametro di 550 anni luce; questa bolla è stata generata dalle stelle giovani e calde poste al suo interno, che formano una brillante associazione OB nota come LH9 o con la sigla '''NGC 1760'''. Quest’ultimo oggetto è ben visibile anche con strumenti da 100 mm come una macchia chiara su cui brillano alcune stelle di magnitudine 10 e 11; l’addensamento più importante, visibile sul lato nord del sistema, è invece risolto parzialmente in stelle da un telescopio da 150 mm ed è talvolta distinto con una designazione a parte, '''NGC 1763'''. Il centro geometrico dell’associazione invece è formato in prevalenza da stelle di magnitudine 13 e 14 e pertanto per la loro risoluzione occorrono telescopi da 250 mm a salire. La popolazione stellare di quest’insieme di associazioni è formata da almeno 43 stelle di classe O, delle quali 17 sono di classe inferiore a O7, denotando dunque un’età molto giovane, più 30 dei primi numeri della classe B, oltre ad alcune stelle di Wolf-Rayet. Secondo alcuni studi, questa regione ha subito negli ultimi 5 milioni di anni un processo di formazione stellare a catena che ha portato alla nascita dei diversi addensamenti che si osservano oggi: il primo episodio avrebbe avuto luogo nella parte meridionale e avrebbe formato l’ammasso NGC 1761, che si trova nella zona più povera di gas al centro della bolla; in seguito, 2-3 milioni di anni fa, si sarebbe espanso verso nord per formare le stelle di NGC 1763, quindi 2 milioni di anni fa verso est, per generare infine le stelle del gruppo più giovane, denominato NGC 1769 e ancora immerseimmerso nella nebulosità. L’intera sequenza evolutiva sembrerebbe ricordare in scala minore ciò che è avvenuto anche nel sistema della Nebulosa Tarantola, sul lato opposto della galassia.
 
Mezzo grado a nord si trova '''NGC 1783''', che non fa fisicamente parte del braccio di spirale in quanto è un ammasso globulare, uno dei più brillanti della galassia. Con un telescopio da 80 mm appare come una semplice stellestella sfuocata e rintracciarlo può essere difficile, mentre con strumenti da 150 mm appare già più chiaro e definito, sebbene non sia naturalmente risolvibile in stelle; il suo aspetto permane molto simile a quello di una lontana galassia ellittica o lenticolare, più luminosa al centro, estesa per circa 3 minuti d’arco. Secondo alcuni studi la sua età sarebbe di 1,8 miliardi di anni, dunque decisamente giovane per essere un ammasso globulare; studi più recenti hanno portato la sua età a 6 miliardi di anni, ma ciò nonostante resta un ammasso piuttosto giovane per la sua categoria.
 
Un altro giovane ammasso globulare si osserva 45’ a nordovest del sistema nebuloso di N11 ed è '''NGC 1818'''; come il precedente, è alla portata di strumenti da 80 mm, dove appare come una sorta di stella sfuocata e simile a una galassia ellittica. La sua risoluzione, anche solo parziale, resta impossibile anche con telescopi da 200 mm. Si tratta anche in questo caso di un ammasso globulare giovane, la cui età non sarebbe superiore ai 40 milioni di anni, di fatto rendendolo uno dei più giovani conosciuti.
Riga 87:
Due gradi a NNW della Nebulosa Tarantola, l’abbozzo di braccio di spirale fin qui descritto presenta un importante addensamento, che appare ricchissimo di stelle e nebulose; si tratta di una vera e propria nube stellare delle dimensioni di circa un grado, che sotto cieli molto bui e cristallini è perfettamente visibile anche ad occhio nudo. Con un binocolo 10x50 se ne apprezza l’estensione, ma non è visibile alcuna stella, tranne alcune piccole macchie chiare corrispondenti ad altrettanti ammassi non risolti; telescopi da 80 mm iniziano a mostrare alcune stelle di magnitudine 11 e 12, alcune delle quali sono comunque in primo piano essendo parte della Via Lattea. Gli ammassi più brillanti, come '''NGC 2002''', '''NGC 2006''' e, più a sud, '''NGC 2004''', vengono parzialmente risolti con un telescopio da 200 mm, come pure, più ad est, '''NGC 2027''' e '''NGC 2041'''. In fotografia ad alta risoluzione e campo di 1-2 gradi si nota che l’intera nube è completamente risolvibile in decine di migliaia di stelle in prevalenza bianche e azzurre, indice della forte presenza di stelle giovani e calde in tutta la regione.
 
Sul bordo meridionale della nube si trovano numerose dense regioni HII associate a giovani stelle di recente formazione; fra queste il sistema più esteso è quello di '''N51''', legato a diverse giovani associazioni stellari come '''NGC 1968'''. In direzione di quest’ultimo sistema, anche un telescopio da 80-100 mm è in grado di mostrare alcune decine di stelle di magnitudine 11 e 12 allineate lungo una larga sequenza orientata in senso nordest-sudovest ed estesa per circa 20’; con telescopi da 200 m si nota in modo chiaro che molte delle sue stelle appaiono raggruppate in tre punti, corrispondenti ad altrettante associazioni stellari giovani. In fotografia invece si evidenzia il sistema nebuloso, formante una grande cavità sul lato sudoccidentale. N51 è uno dei sistemi della galassia in cui la formazione stellare è più intensa; questa ha luogo soprattutto lungo i margini che separano alcune superbolle in espansione. La più grande di queste ultime è indicata come N51D e circonda le associazioni OB LH51 e LH54 (NGC 1955); probabilmente la loro espansione è stata determinata dall’azione combinata del vento stellare delle componenti più massicce e dall’esplosione di una o più supernovae.
 
Una seconda nube stellare più piccola e meno appariscente è visibile ancora più ad est, fino ad arrivare alla stella ε Doradus, di magnitudine 5,1 e facente parte della Via Lattea; appena percepibile ad occhio nudo, diventa molto più chiarochiar con telescopi da 120 mm a bassissimi ingrandimenti, mentre in fotografia appare ben risolta in migliaia di stelle. Pochi sono tuttavia gli oggetti di rilievo in questa regione.
 
Nell’ampia insenatura delineata dadal braccio fin qui descritto, quindi a nord della barra centrale della galassia, si trova un’importante e isolata regione di formazione stellare, denominata '''N44'''; con un binocolo 10x50 è visibile come un debole addensamento di aspetto nebuloso ma irrisolto, mentre con telescopi da 120 mm è possibile iniziare a risolverne le stelle più appariscenti, di magnitudine 13. Si tratta dell’ammasso '''NGC 1935''', situato all’interno della nebulosa, che con strumenti da 200 mm si risolve parzialmente in una ventina di stelle comprese entro un diametro di 6’. Il complesso nebuloso è invece molto ben evidente in fotografia, essendo uno dei più appariscenti della galassia. L’intero complesso nebuloso si estende per circa 1000 anni luce ed è dominato da una grande superbolla in espansione generatogenerata dall’azione combinata del vento stellare dell’ammasso NGC 1935, formato da una quarantina di stelle massicce, assieme all’esplosione di alcune supernovasupernovae in passato; una seconda superbolla più piccola, denominata N44F, è stata generata dal vento stellare di una singola stella molto massiccia caratterizzata da un tasso di perdita di massa fino a 100 milioni di volte superiore a quello del Sole. Emissioni di raggi X provenienti da questo complesso nebuloso sono una prova dell’avvenuta esplosione di supernovae nel recente passato.
 
Un altro complesso nebuloso più piccolo è visibile a nordovest ed è facile da rintracciarne la posizione, poiché si trova pochi minuti d’arco a sud della stella θ Doradus, una gigante arancione di magnitudine 4,8 facente parte della Via Lattea. Con un telescopio da 200 mm si può notare una serie disomogenea di stelle di magnitudine 12 e 13 estesa per una decina di minuti d’arco, che si addensano negli ammassi aperti '''NGC 1873''', '''NGC 1869''' e '''NGC 1871'''; quest’ultimo oggetto comprende anche una piccola nebulosa denominata '''DEM L 106''', formata da una nube settentrionale più luminosa catalogata come '''N30B''', e una parte più estesa ma meno luminosa a sud. L’involucro di gas più luminoso riceve la radiazione delle giovani stelle calde del già citato ammasso NGC 1871. La stella più notevole di quest’ammasso è nota come Henize S22, si trova a circa 25 anni luce dalla nebulosa e appare circondata da un disco di gas, probabilmente espulso dalla stella stessa; si tratta della maggior responsabile della luminosità di N30B.
Riga 118:
==La Piccola Nube di Magellano==
[[File:Regioni celesti scelte - Z 18 a.png|300px|thumb|left|Mappa di dettaglio della Piccola Nube di Magellano, con evidenziati gli oggetti più cospicui.]]
[[File:Ngc346.jpg|300px|thumb|left|Il grande sistema nebuloso di NGC 346 è situato sul bordo settentrionale della GrandePiccola Nube di Magellano e racchiude un brillante ammasso aperto formato da giovani stelle massicce.]]
[[File:NGC290.jpg|300px|thumb|left|L’ammasso aperto NGC 290.]]
La '''Piccola Nube di Magellano''' si estende per circa 5 gradi di volta celeste ed è quasi totalmente compresa nella costellazione del Tucano; la sua distanza è pari a 197.000 anni luce e il suo diametro è di circa 7.000 anni luce, la metà della Grande Nube. Nelle carte viene indicata spesso con la sigla '''SMC''' (dall’inglese ''Small Magellanic Clou''d) e le è stata anche assegnata la sigla '''NGC 292'''.
Riga 128:
NGC 346 è la nube più occidentale e la più luminosa di una sequenza di piccole nebulose che comprende NGC 371 e NGC 395.
 
'''NGC 371''' è la meno appariscente, sebbene sia più grande di NGC 395, e si trova circa 20’ a ENE della precedente; del tutto invisibile all’osservazione visuale, si evidenzia solo nelle fotografie come una nube di forma tondeggiante e pallida, al cui centro si trova un blando addensamento stellare. Le componenti stellari più luminose sono di magnitudine 12 e 13 e possono essere osservatiosservate anche con telescopi da 150 mm; nelle vicinanze si osserva anche una stella di magnitudine 9,6. L’ammasso associato alla nebulosa è formato da astri molto giovani, la cui età è stimata di appena 5 milioni di anni; al suo interno sono state identificate 118 possibili stelle di tipo Be, nonché alcune variabili a eclisse e una trentina di probabili variabili pulsanti.
 
Circa 10’ lungo la medesima direzione si trova la più piccola nube '''NGC 395''', legata a una piccola e giovane associazione stellare; le sue componenti più brillanti sono di magnitudine 13 e possono essere notate con telescopi da almeno 200 mm di diametro, sebbene l’oggetto in sé resti anonimo e poco percepibile. In fotografia ad alta risoluzione è invece possibile esaltare il sistema nebuloso che lo circonda.
 
Circa 20’ a sudovest di NGC 346 si trova invece '''NGC 330''', uno degli ammassi aperti più brillanti della galassia; è visibile anche con un binocolo 10x50, con cui appare come una piccola chiazza chiara più luminosa rispetto al chiarore diffuso della galassia. Con telescopi da 120 mm è possibile iniziare a risolverne le componenti più luminose, che sono di magnitudine 13, ma il centro dell’ammasso resta irrisolto e di aspetto nebuloso; telescopi da 200 mm aumentano la risoluzione, ma ancora non è possibile scioglierlo per intero in stelle. Si presenta come un oggetto molto compatto, tanto che inizialmente venne scambiato per un ammasso globulare; in realtà è un ammasso aperto molto massiccio e piuttosto giovane, con un’età stimata sui 45 milioni di anni. Al suo interno sono state individuate oltre un centinaio di stelle di classe B, molte delle quali di tipo Be; lo studio di questo e di altri ammassi di questa galassia ha infatti permesso di scoprire che nella popolazione di stelle di classe B della Piccola Nube sembra essere presente una percentuale maggiore di stelle Be rispetto alla Grande Nube.