Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/La Poppa settentrionale: differenze tra le versioni

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[[File:NGC 2506 DSS.jpg|300px|thumb|left|NGC 2506 è un ammasso molto concentrato, visibile anche con un binocolo.]]
[[File:Messier object 093.jpg|300px|thumb|left|L’ammasso aperto M93 è uno degli oggetti più meridionali del Catalogo di Messier.]]
Il sistema della '''Nebulosa Gabbiano''' si trova al confine fra Unicorno e Cane Maggiore e comprende diversi ammassi stellari; la parte più principalecentrale della nebulosa porta la sigla '''IC 2177'''. Sebbene molti degli ammassi qui presenti siano visibili anche con piccoli telescopi, la nebulosa in sé è osservabile parzialmente solo con strumenti di diametro superiore ai 150 mm e filtri nebulari. La Nebulosa Gabbiano presenta una forma arcuata con la cavità aperta verso est; si tratta di una regione di idrogeno ionizzato molto allungata in senso nord-sud e costituisce la parte più brillante di un complesso nebuloso molecolare non illuminato che comprende le regioni oscure LDN 1657 e LDN 1658, poste rispettivamente ad ovest e ad est della nube luminosa. Associate a questa nube vi sono un gran numero di nebulose a riflessione, legate fisicamente al complesso e illuminate dalle stelle calde e blu della giovane associazione Canis Major OB1; queste nebulose a riflessione presentano delle forti emissioni del lontano infrarosso, in particolare nei pressi di alcune delle stelle più massicce dell'associazione, come HD 53367, Z Canis Majoris e HD 53623. Alcune delle stelle avvolte nelle nebulose a riflessione presentano dei dischi protoplanetari. Si crede che la gran parte dei fenomeni di formazione stellare nella regione siano stati indotti dall'esplosione di una supernova; fra gli indizi di ciò vi è la forma a semicerchio ben evidente osservando la Nebulosa Gabbiano e la sua vicina LBN 1036, che formano due lati di una cavità aperta sul lato meridionale del diametro di circa 3°. La sua distanza è stimata sui 3300 anni luce.
 
L’estremità meridionale della nebulosa è nota come '''Ced 90''' ed è anche uno degli addensamenti più luminosi del complesso. Il gas della nube è in parte ionizzato e in parte illuminato per riflessione a causa della radiazione proveniente dalla stella HD 53623, una gigante blu di classe spettrale B1III e di magnitudine 7,99, facente parte dell'associazione OB Canis Major R1, compresa a sua volta nella già citata e più estesa associazione Canis Major OB1; la caratteristica principale di questa sotto-associazione è il legame con delle estese nebulose a riflessione.
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La nube che rappresenta la testa del gabbiano è nota come '''Gum 1''' (o anche '''Sh2-292'''), e comprende anche una parte di gas illuminata per riflessione, a sua volta indicata come '''vdB 93'''. Appare come una nube dalla forma rotondeggiante, con una densa linea scura che la attraversa da nord e una fascia luminosa arcuata che si protende in direzione sud; la sua luminosità le consente di essere fotografata con semplicità anche con degli strumenti amatoriali di media potenza e osservata tramite appositi filtri. La massa della nube è di circa 16.000 masse solari ed è posta ad ovest della lunga scia luminosa del corpo della Nebulosa Gabbiano; il gas che contiene è in parte ionizzato e in parte illuminato per riflessione a causa della radiazione proveniente in particolare da HD 53367, una gigante blu con forti emissioni estremamente giovane e massiccia; questa stella è la componente primaria di un sistema binario che comprende questa e una stella più piccola, circondata da un disco protoplanetario, la quale compie attorno alla primaria un'orbita molto eccentrica. Anche queste stelle appartengono al sottogruppo Canis Major R1, così come le stelle che illuminano le vicine nebulose a riflessione '''vdB 91''' e '''vdB 92''', e più a sud '''vdB 88''' e '''vdB 90'''.
 
Fra i numerosi ammassi aperti che circondano la nebulosa, vi è '''NGC 2335''', che appare molto disperso; si individua nella parte settentrionale del complesso, e sebbene non sia alla portata di un binocolo, appare già evidente con un ouno strumento da 80 mm come un ricco ed esteso raggruppamento di stelle di magnitudine 11 e 12, disperso su un diametro di 10 minuti d’arco. Dalla stella più luminosa, rossa e di magnitudine 9,45, sembrano originarsi due concatenazioni sinuose e parallele di stelle fino alla magnitudine 13, molto ben evidenti con telescopi da 150 mm a salire, che dirigono verso NNW. Complessivamente, l’ammasso appare formato da un centinaio di componenti.
 
Poco più a sud si trova '''NGC 2343''', che appare formato da una quindicina di stelle a partire dalla nona e decima magnitudine; si individua con un piccolo telescopio o con un grande binocolo, in cui si presenta come una piccola ma evidente concentrazione di astri. Le sue componenti sono disposte a formare una sorta di triangolo, che ad alti ingrandimenti ricorda perfettamente una miniatura delle Ìadi, con la stella più brillante, di ottava grandezza e di colore marcatamente rossastro, posta proprio nel vertice sudorientale; questa stella, a differenza di Aldebaran nel caso delle Ìadi, appartiene realmente all'ammasso e non vi si trova davanti per un effetto prospettico. NGC 2343 è un ammasso molto giovane e moderatamente ricco, ben contrastato dai campi stellari di fondo e situato alla distanza di 3440 anni luce; la sua posizione ricade così nello stesso ambiente in cui si trova la Nebulosa Gabbiano, di cui fa fisicamente parte come membro dell’associazione Canis Major OB1. Si ritiene che l'ammasso faccia parte di una generazione precedente alle stelle più giovani di recente formazione attorno alla nebulosa. Le sue stelle più calde sono di classe spettrale B e sono nella fase di sequenza principale; la componente più luminosa invece è la gigante rossa HD 54387. Le sue dimensioni reali sono pari a circa 12 anni luce, entro cui sono contenute almeno 32 stelle fino alla classe spettrale F, fra le quali è presente una sola stella variabile.
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Mezzo grado a nord di M47 si trova '''NGC 2423'''; è un ammasso circondato da un ricco campo stellare e forma un bel trio coi due precedenti oggetti. È visibile anche con un binocolo 10x50, in cui si mostra come un alone chiaro e nebuloso con qualche debole stellina al suo interno; un telescopio da 80 mm già consente di risolverlo quasi completamente in stelle, mentre una visione molto ben definita e ricca è possibile con strumenti da 200 mm, in cui sono evidenti decine di stelle. NGC 2423, benché luminoso e di facile risoluzione, si presenta decisamente meno ricco e concentrato dei due ammassi vicini e le sue stelle principali sono di nona magnitudine; se la stima della sua distanza, pari a 2500 anni luce, è corretta, risulta essere più vicino di M46, ma più lontano di M47, il quale ha anche le componenti più brillanti fra i tre ammassi. Da un punto di vista della distribuzione dunque questi tre oggetti non sono legati fisicamente e si presentano vicini solo per un puro effetto prospettico. Con un'età di oltre 700 milioni di anni, NGC 2423 appartiene alla classe degli ammassi di età intermedia, più avanzata di quella delle Ìadi e del Presepe; la stella più calda in esso presente possiede la classe spettrale B8, mentre abbondano le stelle di classe A e diverse stelle evolute che hanno abbandonato la sequenza principale. Fra queste è presente la stella NGC 2423-3, una gigante rossa attorno alla quale si è scoperto che orbita un pianeta di tipo gioviano, con 10,6 volte la massa del pianeta Giove.
 
Circa tre gradi a nord di M47, a metà via fra l’ammasso e la stella α Monocerotis, si trova il piccolo ammasso '''Mel 71'''; sebbene sia ben staccabile dai campi di fondo, le sue componenti sono piuttosto deboli, così con telescopi da 100-120 mm appare come un alone risolvibile parzialmente, con tre stelle di magnitudine 9 che dominano il lato meridionale. Con strumenti da 200 mm la sua risoluzione è quasi completa e sono visibili fino a una cinquantina di stelle fino quasi alla magnitudine 14. Si tratta di un ammasso moderatamente ricco, con un’età stimata di 900 milioni di anni; il campo stellare circostante mostra un’elevata presenta di giganti rosse, molte delle quali legate fisicamente all’ammasso. La sua distanza è stimata sui 6800 anni luce; data anche la sua distanza angolare dall’equatore galattico, è possibile stimare una distanza di 530 anni luce dal piano della Via Lattea.
 
Più debole ancora è l’ammasso '''Mel 72''', visibile a metà strada fra il precedente e la stella α Monocerotis; come riferimento si può utilizzare una stella arancione di magnitudine 7 (HD 61277) visibile nelle immediate vicinanze dell’ammasso. Le sue componenti sono molto deboli, pertanto con piccoli strumenti appare solo come un debole bagliore nebuloso appena 4 minuti d’arco a sudest di questa stellina; con telescopi da 150 mm si può iniziare la risoluzione, che resta però parziale, mentre con telescopi da 250 mm è sostanzialmente completa. L’ammasso è formato da stelle di magnitudine 13 e 14 e si presenta piuttosto raccolto; una debole concatenazione di stelle lo fa apparire molto allungato a nord del suo nucleo. Quest’ammasso è formato da almeno un centinaio di stelle fino alla magnitudine 15 e mostra un’età un po’ maggiore del precedente, stimata a seconda degli studi fra 1 miliardo e 1,6 miliardi di anni; la sua distanza è invece stimata sui 10.400 anni luce, che lo collocherebbe in una regione periferica esterna del Braccio di Perseo.
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Circa due gradi e mezzo a sudovest di M47, in direzione di un campo stellare molto ricco, si osserva '''NGC 2409'''; è formato da meno di una decina di stelle molto ravvicinate. Le componenti più luminose sono di magnitudine 9 e sono quindi al limite di un binocolo 10x50; tuttavia attraverso questo strumento appare più simile a una stellina sfuocata che a un gruppetto di stelle deboli. L'ammasso può essere risolto facilmente con un telescopio da 120 mm e ingrandimenti elevati, dove si notano 6-8 stelline molto vicine fra loro. Nella parte settentrionale si trova una stella di colore rosso, che contrasta fortemente con l'azzurro delle altre componenti dell'ammasso. L'aspetto e le pochissime stelle componenti farebbero quasi pensare che si tratti di un asterismo, ossia di un gruppo di stelle vicine solo per un effetto prospettico, piuttosto che ad un gruppo di stelle fisicamente legato. Tuttavia quest'oggetto è compreso nel catalogo degli ammassi aperti fisicamente reali ed è noto per esso un valore di distanza di circa 7500 anni luce; ciò lo colloca probabilmente sul Braccio di Perseo, nel suo tratto terminale. La sua età è stimata sui 10 milioni di anni ed è pertanto molto giovane, data anche la presenza di diverse stelle azzurre.
Fra i numerosi ammassi meno appariscenti in questo tratto di cielo vi è NGC 2432, situato quasi 5 gradi a sud di M46; è un oggetto sfuggente, sebbene sia rintracciabile anche con telescopi da 100 mm, dove appare come un gruppetto di stelle formato da due brevi concatenazioni parallele di 3-4 astri di magnitudine 12, poco a sudovest di una stella azzurra di magnitudine 8,2. Con strumenti da 200 mm e ingrandimenti molto spinti l’ammasso è completamente risolto nelle due serie sopra citate, alle cui componenti di magnitudine 12 se ne aggiungono poche altre fino alla magnitudine 14. L’ammasso è formato da una ventina di stelle racchiuse in un diametro di appena 2 minuti d’arco, ede contiene principalmente stelle di classe A e F, per un’età stimata sui 630 milioni di anni; la sua distanza è invece indicata come di circa 6500 anni luce e giace pertanto sul Braccio di Perseo.
 
Meno di un grado a NNE si trova la nebulosa planetaria '''NGC 2440''', rintracciabile anche circa 4 gradi a sud di M47. Si può notare anche con strumenti da 120 mm di diametro, pur senza poter osservare particolari di rilievo. La sua stella centrale è probabilmente la nana bianca con la più alta temperatura superficiale conosciuta, attorno ai 200.000 K e una magnitudine di 17,5; la sua distanza è stimata sui 4000 anni luce.
 
'''NGC 2421''' è invece visibile più a sud; per rintracciarlo si può fare riferimento a una stella bianca di magnitudine 4,4 e non inclusa nella nomenclatura di Bayer (HD 60532). È anche alla portata di un binocolo 10x50, sebbene non sia assolutamente risolvibile ma appaia come una macchia nebulosa, mentre un telescopitelescopio da 80 mm consente di iniziarle la risoluzione ad alti ingrandimenti; strumenti da 150 mm lo risolvono completamente in alcune decine di stelle fino alla magnitudine 13. Si presenta abbastanza compatto e piuttosto ben distaccato dai campi circostanti; tutte le sue componenti sono comprese entro un diametro di 9 anni luce, mentre la distanza è stimata sui 7200 anni luce, che lo posiziona all’interno del Braccio di Perseo. Si tratta inoltre di un ammasso relativamente giovane, con un’età di circa 80 milioni di anni.
 
Molto più difficile è individuare e staccare l’ammasso '''NGC 2455''', che si presenta piuttosto disperso e poco contrastato rispetto ai campi stellari di fondo. La sua posizione si individua 2°20’ a nordovest della stella 11 Puppis, in prossimità di una stella bianca di magnitudine 5,6; sebbene le sue componenti più luminose siano di magnitudine 11 e 12, la loro scarsa concentrazione fa sì che l’ammasso diventi ovvio solo a ingrandimenti molto bassi, cosa che potrebbe penalizzare chi osserva con strumenti di piccolo diametro. Non si trovano molti studi di dettaglio dedicati a quest’ammasso e suoi dati sono stati analizzati in lavori ad ampio raggio su gruppi di ammassi aperti; ciò nonostante, è stato indicato un valore di distanza pari a 6600 anni luce, che lo posizionerebbe nel Braccio di Perseo assieme a tanti altri ammassi visibili nei dintorni.
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Nell’estremo nord della Poppa si trova '''NGC 2539''', visibile in un'area completamente priva di stelle appariscenti (la stella 16 Puppis, visibile poco a sudest, è infatti di magnitudine 4,7); la presenza, 7 gradi a SSW, del ben noto gruppo di M46 e M47 contribuisce a rendere questa zona ancora meno conosciuta ed oscura. In realtà, quest'ammasso è ben visibile anche con un piccolo binocolo, nel quale si presenta come una macchia chiara priva di stelle, dominata però a sudest da una stella giallognola di magnitudine 4,76, che parzialmente lo oscura; un telescopio da 100 mm è comunque sufficiente per risolverlo completamente in stelle. NGC 2539 è un ammasso moderatamente ricco e compatto, anche se è formato da stelle piuttosto deboli; la sua distanza è stimata attorno ai 4440 anni luce. L’ammasso possiede una sessantina di stelle, tutte comprese fra le magnitudini undicesima e tredicesima, racchiuse in un diametro apparente di 15'; se si considerano le stelle fino alla quindicesima grandezza, il numero di componenti triplica, raggiungendo le 160 unità in un diametro di 21', corrispondenti a 24 anni luce. NGC 2539 si trova a 760 anni luce dal piano galattico, così risulta poco oscurato dalla polvere interstellare; la sua età è stimata sui 650 milioni di anni, rendendosi così molto simile ad altri ammassi ben noti, come le Ìadi, il Presepe e NGC 6633. La percentuale di carbonio e azoto determinata nelle sue giganti rosse è risultata essere praticamente simile a quella delle giganti delle Ìadi; mancano inoltre stelle dalle caratteristiche esotiche, come le blue stragglers.
 
Poco più di 3 gradi a nordovest, oltre il confine con l’Unicorno, si trova l’ammasso '''NGC 2506''' (noto anche come '''C54'''). Contiene solo stelle piuttosto deboli, così anche la sua osservazione con piccoli strumenti risulta deludente, benché sia comunque rintracciabile anche con un binocolo 10x50. Per recuperarlo si può partire da M48 e poi dirigersi in direzione sudovest per circa 6,5°. Un telescopio da 100 mm di apertura e un buon ingrandimento consenteconsentono di rilevare alcune delle sue componenti, le più luminose delle quali sono di decima e undicesima magnitudine; lo sfondo dell'ammasso si presenta per lo più di aspetto nebuloso, anche a ingrandimenti maggiori, con due concentrazioni a est e a ovest. La sua distanza è stimata attorno ai 11.300 anni luce ed è quindi situato in una zona esterna della Via Lattea, probabilmente in corrispondenza del Braccio di Perseo, in un tratto che presenta segni di disgregazione a causa della sua terminazione. Si tratta di uno degli ammassi aperti più vecchi conosciuti: la sua età è stata stimata attorno a 1,1 miliardi di anni, alla pari di altri ammassi antichi, come NGC 752 e NGC 2420, sebbene comunque più giovani di altri oggetti ancora più particolari, come M67. Le sue stelle sono estremamente povere in metalli, fattore dovuto alla sua distanza dal centro galattico, dato che più un ammasso è distante da esso e più le sue stelle hanno una bassa metallicità; inoltre si trova circa 1600 anni luce a nord del piano galattico, il che lo rende molto simile ad altri ammassi aperti sul bordo del disco galattico, come NGC 2420 nei Gemelli. Il numero delle componenti dell'ammasso si aggira sulle 800 circa, la maggior parte delle quali hanno una magnitudine apparente meno luminosa della tredicesima; le sue stelle di sequenza principale sono in massima parte stelle doppie. La sua orbita attorno al centro galattico è relativamente poco eccentrica, suggerendo che non si è allontanato molto dal sito della sua formazione.
 
Più a sud, nella parte centro-settentrionale della costellazione della Poppa e un grado a nordovest della stella ξ Puppis, si trova '''M93''', il terzo degli ammassi di Messier; è uno dei più piccoli, ma allo stesso tempo uno dei più brillanti della Poppa. È al limite estremo della visibilità ad occhio nudo: si può provare ad individuarlo se si osserva in una notte particolarmente nitida e buia, a patto di conoscerne esattamente la posizione; con un binocolo 10x50 appare di forma leggermente allungata e già si risolvono alcune delle componenti, che diventano una trentina con un 20x80. Un piccolo telescopio amatoriale come un 140 mm consente di risolverlo completamente in decine deidi minute stelline, mentre un telescopio di grande diametro come un 300 mm rivela circa un centinaio di componenti fino alla tredicesima magnitudine. M93 è a una distanza di circa 3600 anni luce dalla Terra, dunque sul bordo esterno del nostro braccio di spirale, il Braccio di Orione, mentre il suo raggio è stimato essere compreso tra 10 e 12 anni luce (dunque un diametro di circa 22 anni luce); la sua età è stimata di circa 100 milioni di anni. Le stelle più brillanti di M93 sono giganti blu del tipo B9, di magnitudine apparente 8,20. L'indice di colore B-V dell'ammasso è di 0,37, con un assorbimento di quasi 0,2 magnitudini, dovuto principalmente all'assorbimento da parte della polvere interstellare.
 
A breve distanza, circa un grado e mezzo a ENE della già citata stella ξ Puppis, si individua l’ammasso '''NGC 2482'''; si presenta come un ammasso di aspetto modesto e poco concentrato, tanto che resta difficile individuarlo in modo chiaro, nonostante le sue componenti più luminose siano di magnitudine 10 e 11. Con un telescopio da 100 mm appare solo come una piccola concentrazione di stelle, mentre con strumenti da 120 mm diventa evidente il fatto che gran parte delle componenti appare allineata lungo una sequenza orientata in senso nordovest-sudest. Telescopi da 200 mm offrono già una risoluzione completa. Secondo alcuni studi, quest’ammasso si trova a circa 3900-4400 anni luce di distanza, dunque sul bordo esterno del Braccio di Orione; stime sull’età indicano che si tratta di un ammasso di età intermedia, sui 400 o 450 milioni di anni. Studi sulla sequenza principale delle stelle dell’ammasso hanno evidenziato che questa si presenta relativamente “spessa”, in modo simile, sebbene non così evidente, a quella degli ammassi globulari; una possibile spiegazione presentata è quella secondo cui alcune stelle si sarebbero formate su un periodo di tempo prolungato, sebbene ciò venga considerato tendenzialmente irrealistico per la quasi totalità degli ammassi aperti.
 
Interessante infine la coppia di piccoli ammassi '''NGC 2383''' e '''NGC 2384'''. Il primo è anche il più ricco e attraverso un binocolo appare come una debole macchia chiara sotto un cielo molto buio, su cui dominano alcune stelle di magnitudine 9; la sua risoluzione è appena accennata in un telescopio da 100 mm di apertura, mentre una buona risoluzione è possibile con strumenti di almeno 200 mm di diametro e ingrandimenti medio-alti. La gran parte delle componenti ha una magnitudine meno luminosa della 12. NGC 2384 è visibile anche con un binocolo, ma la sua risoluzione è impossibile; lo strumento ideale per la sua osservazione è un telescopio con almeno 100 mm di apertura. Si presenta diviso in due parti distinte, formato da due archi di stelle speculari fra loro, con la stella più luminosa disposta in entrambi i casi nella parte occidentale. Ricorda a colpo d'occhio la forma di una farfalla ad ali spiegate. Entrambe le componenti principali, di magnitudine 9, sono doppie. NGC 2383 dista sui 5400 anni luce e ha un’età di 200 milioni di anni, mentre NGC 2384 si trova a 6900 anni luce ed è un ammasso molto giovane, di appena 8 milioni di anni; La componente principale di quest’ultimo è HD 58509, una gigante blu di classe B2III e una magnitudine pari a 8,58; segue HD 58465, una supergigante blu di classe B7Ib/II avente magnitudine 8,91.
 
 
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[[File:PuppisExtraDettaglio.png|500px|center]]
 
==IlVerso il centro della NormaPoppa==
[[File:Eso1834aThe Pirate of the Southern Skies NGC 2467.jpg|300px|thumb|left|La brillante nebulosa NGC 2467, in cui sono stati attivi processi di formazione stellare generanti stelle di grande massa.]]
[[File:NGC 2453 DSS.jpg|300px|thumb|left|L’ammasso aperto NGC 2453, visibile anche con un binocolo e risolvibile con piccoli strumenti.]]
[[File:NGC 2527.png|300px|thumb|left|L’ammasso aperto NGC 2520, noto anche come NGC 2527.]]
[[File:NGC 2439 DSS.jpg|300px|thumb|left|NGC 2439 è parzialmente risolvibile anche con un binocolo.]]
Altri ammassi aperti si concentrano a sud della coppia di stelle ρ e ξ Puppis e ad est di η Canis Majoris (Adhara); sebbene la gran parte non siano particolarmente appariscenti, ve ne sono alcuni di facile osservazione.
 
Circa un grado e mezzo a sudest di ξ Puppis, non molto lontano dal già citato ammasso M93, si può osservare la nebulosa '''NGC 2467''', una delle più appariscenti della costellazione; è visibile anche con un telescopio da 120-150 mm di apertura, mentre l'ammasso aperto associato, per altro poco concentrato, contiene alcune stelle di nona magnitudine ed è identificato con la sigla Cr 164. Le sue stelle sono tutte azzurre e sono responsabili della ionizzazione dei gas della nube circostante; possono essere notate anche con strumenti da 80 o 100 mm e appaiono dominate dalla stella V402 Puppis, una variabile di tipo α Cygni di magnitudine media attorno a 9,2. Si ritiene in realtà che in questa direzione siano presenti due gruppi di stelle distinti e sovrapposti lungo la medesima linea di vista; la loro disposizione è interessante in quanto mostra un tratto della struttura a spirale della nostra Galassia: quelle facenti parte della generazione più vecchia sono disperse (Puppis OB2) lungo il Braccio Esterno ad una distanza di 13.700 anni luce da noi, mentre ad una distanza di 8150 anni luce si trova un altro gruppo di stelle più giovani, denominato Puppis OB1, che appartengonoappartiene al Braccio di Perseo, più prossimo a noi. La distanza della nebulosa è invece a sua volta stimata sui 13.700 anni luce, pertanto apparterrebbe al braccio di spirale più remoto dei due ed è legata all’associazione Puppis OB2.
Non lontano da M93, circa un grado e mezzo a nordest di ξ Puppis, si trova il piccolo ammasso '''NGC 2482'''; può essere notato anche con un telescopio da 80 mm, con cui appare come uno sparuto gruppo di stelle di magnitudine 10 e 11 abbastanza ben staccato dai campi di fondo. Strumenti da 150 mm lo risolvono pienamente in una trentina di stelle e si nota anche che gran parte di queste si trovano disposte lungo una blanda sequenza orientata in senso nordovest-sudest. Gli studi fotometrici hanno mostrato alcune difficoltà nella sua analisi, poiché fra le numerose giganti rosse osservabili in questa direzione, ve ne sono alcune che effettivamente appartengono all’ammasso, mentre altre ne sono estranee; ciò nonostante, è stato possibile determinarne un’età indicativa di NGC 2482 di circa 450 milioni di anni. La sua distanza è invece di 3900 anni luce.
 
Meno di un grado a nordest si può notare un piccolo raggruppamento di stelle di magnitudine 10 e 11, che formano l’ammasso '''Tr 9'''; ben poco è noto su questo gruppo e non sembra essere mai stato oggetto di studio approfondito.
Circa un grado e mezzo a sudest di ξ Puppis si può osservare la nebulosa '''NGC 2467''', una delle più appariscenti della costellazione; è visibile anche con un telescopio da 120-150 mm di apertura, mentre l'ammasso aperto associato, per altro poco concentrato, contiene alcune stelle di nona magnitudine ed è identificato con la sigla Cr 164. Le sue stelle sono tutte azzurre e sono responsabili della ionizzazione dei gas della nube circostante; possono essere notate anche con strumenti da 80 o 100 mm e appaiono dominate dalla stella V402 Puppis, una variabile di tipo α Cygni di magnitudine media attorno a 9,2. Si ritiene in realtà che in questa direzione siano presenti due gruppi di stelle distinti e sovrapposti lungo la medesima linea di vista; la loro disposizione è interessante in quanto mostra un tratto della struttura a spirale della nostra Galassia: quelle facenti parte della generazione più vecchia sono disperse (Puppis OB2) lungo il Braccio Esterno ad una distanza di 13.700 anni luce da noi, mentre ad una distanza di 8150 anni luce si trova un altro gruppo di stelle più giovani, denominato Puppis OB1, che appartengono al Braccio di Perseo, più prossimo a noi. La distanza della nebulosa è invece a sua volta stimata sui 13.700 anni luce, pertanto apparterrebbe al braccio di spirale più remoto dei due.
 
Meno di un grado a nordest si può notare un piccolo raggruppamento di stelle di magnitudine 10 e 11, che formano l’ammasso '''Tr 9'''.
 
Poco più di un grado a sudovest della nebulosa si trova l’ammasso '''NGC 2453'''; con un binocolo 10x50 si mostra come una piccola macchia irrisolvibile e nebulosa, mentre un telescopio da 80 mm è già in grado di mostrarne le prime componenti risolte. L’ammasso appare pienamente risolvibile con telescopi da 150 mm e ingrandimenti medio-alti. Quest’oggetto è stato a lungo oggetto di studio in quanto uno dei pochi in cui si può osservare una nebulosa planetaria nelle sue immediate vicinanze: questa nebulosa è nota come NGC 2452 e si trova sul bordo meridionale dell’ammasso; uno studio in cui si è analizzata la velocità radiale della nebulosa e dell’ammasso ha però permesso di scoprire che i due oggetti non sono legati fra loro: la nebulosa infatti è posta in primo piano e sarebbe posta a una distanza di circa 11.400 anni luce, in corrispondenza di un addensamento stellare discretamente massiccio che si osserva proprio in direzione dell’ammasso. NGC 4253 invece si troverebbe a ben 15.300 anni luce, in una regione più periferica della Via Lattea; la sua età è inoltre stimata sui 40-50 milioni di anni.
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'''NGC 2483''' è invece un oggetto più sfuggente e difficile a causa della sua scarsa concentrazione e consistenza; con telescopi da 150 mm appare come un gruppo di stelle deboli e poco contrastato rispetto ai campi di fondo, orientate a formare una sorta di “Y”. Si tratta di un ammasso poco studiato, distante sui 5400 anni luce e piuttosto giovane, con un’età di 12 milioni di anni.
 
'''NGC 2520''' è anche indicato in diversi atlanti, specie in quelli un po' più datati, con la sigla '''NGC 20272527''': si tratta però del medesimo oggetto e si individua circa 4 gradi a SSW della stella ρ Puppis, in direzione di un campo stellare molto ricco di stelle di fondo; si evidenzia discretamente anche con un binocolo 10x50, dove appare come una macchia debole e sfuggente dominata da due stelline di magnitudine 8 e 9. Ingrandimenti appena superiori, possibili con un telescopio da 80 mm di apertura, consentono di risolvere completamente gran parte delle sue componenti stellari; strumenti più grandi e maggiori ingrandimenti non aggiungono ulteriori componenti oltre la magnitudine 12, al di là del naturale aumento delle stelle di fondo. NGC 2520 è un ammasso relativamente esteso, anche se poco concentrato e povero di componenti; la sua distanza è stimata attorno ai 1960 anni luce ed è quindi situato sul Braccio di Orione, a breve distanza dai bordi della Nebulosa di Gum. Le sue stelle principali sono di nona magnitudine;, mentre fino alla dodicesima grandezza si possono contare una trentina di stelle, sparse entro un diametro apparente di circa 20'. La disposizione delle componenti ricorda vagamente un trapezio, dominato nell'angolo nord-orientale da una stella di magnitudine 8,5. Si tratta di un ammasso di età simile a quella del Presepe, stimata attorno ai 445 milioni di anni; tuttavia in passato sono stati indicati valori attorno a 1 miliardo di anni, collocandolo così fra gli ammassi aperti di età intermedia o avanzata. Le sue stelle più calde sono di classe spettrale A2-A8 e sono presenti alcune giganti rosse, segno che il ''turnoff'' nel suo diagramma colore-magnitudine è al di sotto delle classe spettrali O e B, ossia non sono presenti stelle blu e azzurre.
 
'''NGC 2489''' si individua tramite un ponte stellare che parte da Adhara (η Canis Majoris), giunge alla stella 3 Puppis, di magnitudine 3,9 e prosegue a sudest verso la stella HD 65456, di magnitudine 4,7. Con telescopi da 80 mm appare come un piccolo gruppo compatto di una decina di stelle racchiuse entro un diametro di 5’, mentre una apparente piena risoluzione è possibile con telescopi da 150 mm, che consentono di individuare una quarantina di stelle fino alla magnitudine 13. Si tratta di un ammasso che mostra una grande concentrazione nelle sue regioni centrali, dove sono presenti centinaia di stelle in gran parte molto deboli; la sua distanza è stimata sui 5900 anni luce, sebbene con alcune incertezze, dato che non sono mancate stime che lo collocano a distanze anche molto maggiori, fino a quasi 13.000 anni luce. La sua età è invece stimata sui 500 milioni di anni.
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Più appariscente è l’ammasso '''NGC 2439'''; si individua circa 4 gradi a sudest della brillante stella η Canis Majoris, in direzione di un campo stellare piuttosto ricco; appare dominato verso nord da una stellina giallastra di sesta magnitudine. Un binocolo 10x50 può permettere di risolvere in parte le sue componenti più luminose, anche se l'oggetto permane di aspetto nebuloso; attraverso un telescopio da 100 mm è risolto in una ventina di stelle fino alla magnitudine 12, mentre con uno strumento da 200 mm e ingrandimenti sui 100x il campo visivo si satura di stelle. NGC 2439 è un ammasso assai ricco e luminoso, consistente di una nutrita popolazione di stelle giovani; la sua distanza è stimata attorno ai 12.600 anni luce ed è quindi situato in una zona esterna della Via Lattea, probabilmente in corrispondenza del Braccio di Perseo, in un tratto che presenta segni di disgregazione a causa della sua terminazione. Secondo alcuni studi, in direzione di quest'oggetto non vi sarebbe un gruppo compatto di stelle, ma piuttosto ciò che si osserva sarebbe il risultato di una sovrapposizione di diversi gruppi stellari lungo la stessa linea di vista; alcune di queste stelle appartengono a diverse piccole associazioni OB, la più vicina delle quali si troverebbe ad appena 3260 anni luce. A una distanza inferiore vi sarebbe invece una regione ricca di polvere interstellare, cui sono associati alcuni gruppi stellari. In direzione dell'ammasso è visibile la stella variabile R Puppis, che oscilla fra le magnitudini 6,5 e 6,7 con un periodo non definibile in quanto non regolare; questa stella starebbe al di là dell'ammasso e lo scurisce notevolmente. Gran parte delle componenti sono di decima e undicesima grandezza e si concentrano poco a sud di questa stella, come a formare una sorta di "grappolo".
 
L’ammasso '''NGC 2533''' si osserva invece poco meno di due gradi a sud dell’ammasso NGC 2520. Con strumenti da 80 mm è visibile come una piccola macchia chiara indistinta dominata da una stella di magnitudine 9,6 sul lato sudoccidentale; a forti ingrandimenti l’ammasso si risolve in 5-6 deboli stelle. Telescopi da 120 mm permettono invece una facile risoluzione in una ventina di stelle, che diventano ancora di più con strumenti da 200 mm. È un ammasso poco studiato, la cui età è stata stimata sui 750 milioni di anni; la sua distanza è invece indicata suglisui 11.000 anni luce.
 
Circa 6-7 gradi a sudest della stella ρ Puppis è presente un’alta concentrazione di ammassi aperti, gran parte dei quali però si presentano piuttosto deboli e poco concentrati e risultano evidenti soprattutto nelle fotografie ad alta risoluzione con campi ripresi ampi circa 3-4 gradi.