Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Fra le zampe del Centauro: differenze tra le versioni

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'''NGC 5281''' è un altro ammasso aperto, molto piccolo ma brillante, che con un binocolo 10x50 si può individuare senza difficoltà, anche se spesso sembra presentarsi come una singola stella sfocata o al più un piccolissimo gruppo di stelline. Un telescopio da 150 mm di apertura riesce in parte a risolverlo, ma la concentrazione di stelle è così elevata che occorrono strumenti maggiori per scinderlo del tutto; a sudovest appare dominato da una stella rossa di ottava magnitudine. La sua distanza è invece stimata sui 3600 anni luce. Si tratta di un oggetto molto giovane, avendo un'età di circa 14 milioni di anni appena, anche se esistono stime che riportano un'età fino a circa 40 milioni di anni. Contiene diverse stelle calde e massicce di classe spettrale B e A e alcune stelle dalle caratteristiche esotiche, fra le quali spicca la stella Be HD 119682; ad essa è associata la forte sorgente di raggi X 1WGA J1346.5-6255, facente parte della categoria degli analoghi γ Cassiopeiae. Si ritiene che si tratti di una blue straggler, data la sua grande massa e la sua posizione insolita nel diagramma colore-magnitudine rispetto alle altre stelle dell'ammasso di pari massa, già evolute in giganti rosse.
 
Il tratto della Via Lattea compreso fra Hadar e la Croce del Sud è dominato, oltre che dalla oscura nube Sacco di Carbone, anche da un'altra nebulosa piuttosto estesa, catalogata come Ced 122; sebbene sia riportata su molti atlanti, resta un oggetto poco noto e osservato ma che può essere individuato parzialmente anche attraverso un grande binocolo, se la notte è perfettamente buia. Giace sul Braccio del Sagittario e la sua stella principale sembra apparentemente la gigante gialla m Centauri (da cui il nome improprio di “Nebulosa di m Centauri”); tuttavia, questa stella si trova ad appena 257 anni luce dal sistema solare ed è pertanto completamente slegata dalla nebulosa, la cui posizione, secondo le misurazioni, sarebbe come visto all'interno del Braccio del Sagittario a una distanza di almeno 5700 anni luce. La stella responsabile della ionizzazione dei gas della nube sarebbe, secondo alcuni studi, la stella blu HD 116796, assieme ad altre due stelle di classe spettrale B situate nelle vicinanze. La regione galattica in cui viene a trovarsi Ced 122 è la medesima della nube RCW 75 e della brillante ed estesa associazione Centaurus OB1, entrambe poste alla distanza media di 6500 anni luce dal sistema solare. A questa regione celeste sono associate due “nubi stellari” riportate anche nel catalogo NGC, del diametro di un grado ciascuna: si tratta di '''NGC 5045''', occupante la parte nordoccidentale della nebulosa, e '''NGC 5155''', che si sovrappone invece alla parte nordoccidentalenordorientale; con telescopi di grande diametro (oltre i 150 mm) e oculari a grande campo e bassi ingrandimenti appaiono come due aree nebbiose, che in effetti potrebbero essere confondibili con la nebulosa stessa. In fotografie con campi di alcuni gradi appaiono molto ben risolte in decine di migliaia di stelle fino alla magnitudine 17, su uno sfondo che permane nebuloso sia per la presenza della nebulosa in sé, sia perché molte altre stelle restano non risolvibili.
 
Altri ammassi e associazioni meno note si osservano in questa direzione, come '''Cr 271''' e '''Tr 21''' a nord, e '''Cr 277''' a sud. Fra questi il più facile è Tr 21, che appare dominato da due stelle azzurre di magnitudine 8; è un oggetto molto piccolo e raccolto, più simile a un asterismo che a un vero e proprio ammasso stellare. In totale conterebbe una ventina di componenti o poco più, la cui età è stimata sui 25-30 milioni di anni. La sua distanza è invece pari a 4500 anni luce.
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Più a nord, '''NGC 6067''' è uno degli ammassi più brillanti della Norma e giace proprio in direzione della sua Nube stellare. Si trova al centro della costellazione, circa 4 gradi a sud della coppia di stelle γ1-γ2 Normae; l'osservazione a occhio nudo non è facile, poiché si confonde con la luminosità della nube, e bisogna ricorrere all'uso di un binocolo per individuarlo e per iniziarne la risoluzione. Con l'ausilio di un piccolo telescopio la risoluzione è completa, con evidenti diverse decine di stelle anche a ingrandimenti piuttosto bassi. Le componenti più luminose sono di magnitudine 9, cui si aggiungono diverse decine di stelle fino alla magnitudine 12. NGC 6067 è un ammasso piuttosto ricco e concentrato, situato alla distanza di circa 4600 anni luce dal Sole, nel mezzo del Braccio del Sagittario; alcune stime tendono ad aumentare leggermente la distanza, fino a 5700 anni luce. La sua età è stimata sui 120 milioni di anni e infatti non contiene alcuna stella particolarmente massiccia e delle prime classi spettrali, da tempo già esplose come supernovae. Nella sua direzione sono state individuate numerose variabili cefeidi, così come nel già citato NGC 6087; diversi studi si sono così concentrati nel determinare se queste stelle siano o meno dei membri effettivi dell'ammasso o se si trovino nella sua direzione solo per un effetto prospettico. Gli studi più recenti indicano che le stelle QZ Normae e V340 Normae fanno effettivamente parte dell'ammasso, mentre GU Normae sarebbe una stella situata in primo piano e slegata da esso.
 
Poco più di un grado a sudest si trova invece '''Cr 299''', un ammasso molto poco concentrato e relativamente esteso, fatto che complica la sua osservazione, benché sia formato da stelle di magnitudine 7 e 8. La sua distanza è stimata sui 3000 anni luce e appare comacome un leggero addensamento di stelle che potrebbe apparire più come un gruppo casuale che una vera associazione stellare.
 
Meno di un grado a ovest di NGC 6067 si trova il debole ed evanescente ammasso '''NGC 6031''', formato da una decina di stelle di magnitudine 11 e 12 e dunque molto difficile da individuare; è un ammasso di età intermedia, stimata sui 200 milioni di anni, situato a circa 6800 anni luce, seppur con un ampio margine di incertezza dovuto al fatto che si presenta fortemente oscurato.
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Fra queste galassie vi è '''ESO 137-1''', una spirale barrata peculiare visibile con strumenti da almeno 200 mm di diametro. La galassia è stata studiata tramite il Telescopio spaziale Hubble nella banda dell'ultravioletto e dal telescopio spaziale Chandra nei raggi X ottenendo immagini che esaltano la presenza di una colossale scia che si disperde nello spazio intergalattico per una lunghezza di circa 260.000 anni luce, e che nell'insieme genera una suggestiva immagine che ricorda la morfologia di una medusa. La scia è costituita da un insieme di giovani stelle avvolte da gas, che raggiunge elevate temperature, strappate via dalla galassia tramite un fenomeno chiamato ram pressure stripping. Tale fenomeno è il risultato dello scontro tra i gas di una galassia e quelli presenti nello spazio intergalattico di un ammasso. In questo caso il campo gravitazionale di Abell 3627 allontana stelle, gas e polveri soprattutto dalle regioni periferiche di ESO 137-1 risparmiando, ma solo in parte, la materia situata nel nucleo galattico. Col tempo, la maggior parte delle polveri e del gas saranno allontanati e ESO 137-1 risulterà alla fine del tutto spogliata del materiale necessario alla formazione di nuove stelle.
 
Fra le galassie più appariscenti in questa direzione vi è '''ESO 137-18''', di morfologia probabilmente lenticolare; il centro dell’ammasso invece è dominato da una breve sequenza di galassie dominata dalle due ellittiche giganti '''ESO 137-6''' e '''ESO 137-10''', entrambe visibili solo con strumenti da almeno 200 mm di diametro, con cui appaiono come due macchiette circolari simili a due stelle sfuocate. Poco più a nord spicca la galassia '''ESO 137-107''' e, ancora più a nord, '''ESO 137-7''',di entrambemorfologia ellitticheellittica o lenticolarilenticolare ed evidenziabilievidenziabile nelle fotografie. Una ripresa fotografica di dettaglio della zona rivela in verità un campo estremamente ricco di galassie di fondo, fra le quali compaiono le galassie dell’ammasso.
 
Una menzione finale merita la galassia '''ESO 97-13''', nota come '''Galassia del Compasso'''; anch’essa fortemente oscurata, è una delle galassie più vicine a noi, essendo posta a una distanza di 13 anni luce. Si tratta di una galassia spirale, nonché una galassia attiva di tipo Seyfert 2, ed è anche alla portata di strumenti da 120 mm; ciò nonostante, non venne individuata prima del 1977, proprio per via della sua posizione.