Embricazione del trauma in Hemingway/Stile e struttura: differenze tra le versioni

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Ferenczi, Abraham, Simmel e Jones, con Sigmund Freud<ref>Nella sua introduzione a questo volume, Freud criticò duramente le persone che cercavano di separare il genere dalla nevrosi di guerra.</ref> lavorano per stabilire una comprensione del trauma di guerra durante un simposio al ''Fifth International Psycho-Analytical Congress'' del 1918.<ref>Il tema dominante di questi procedimenti è il collegamento tra sessualità e traumi. Il dottor Karl Abraham osserva che "la ricorrenza di alcuni sintomi definiti nei neurotici di guerra, che mi erano familiari non solo nelle nevrosi traumatiche del tempo di pace, ma anche nei casi non traumatici, mi sembra degna di nota. Mi riferisco in particolare al complesso di sintomi che abbiamo potuto osservare così spesso durante la guerra nei casi di ansia con tremore, come tremore, agitazione, irritabilità, sensibilità, insonnia, mal di testa, ansia, depressione di spirito e sentimenti di incompetenza. Due tipi nevrotici con gli stessi sintomi – sebbene questi non appaiano così prominenti come nella guerra – sarebbero l'uomo impotente e la donna frigida. Una somiglianza così marcata nei fenomeni esterni porta ad aspettarsi una somiglianza anche nei processi interni" (23).</ref> Durante questo simposio, Abraham, Simmel e Jones presentano le connessioni tra il subire un trauma in guerra e gli effetti psicologici di tali eventi sullo stato mentale degli individui. Allo stesso modo, il neurologo/psicanalista Ernst Simmel osserva che "i sintomi psico-nevrotici bellici più frequenti rappresentano ciò che, dopo tutto, è comprensibile senza altra perdita di memoria. Può estendersi per un periodo limitato della guerra o per l'intero periodo o persino nei periodi prebellici. L'intero ricordo viene cancellato in modo da non riportare in mente cose definite" (40).<ref>Nel periodo tra la fine della PGM e l'inizio della SGM, Freud e altri ricercatori psicoanalitici come Joseph Breuer, si concentrano su varie angolazioni e prospettive nello studio, nella prevenzione e nel trattamento delle persone che subiscono un trauma bellico. Freud include attentamente un ''focus'' sugli effetti del genere sull'esperienza del trauma. In effetti, i primi lavori di Freud sull'isteria delle donne implicano ricordi di abusi sessuali. Questo lavoro dimostra una corrispondenza tra l'isteria delle donne e l'esperienza traumatica dei soldati. In relazione a queste connessioni, secondo Ann Banfield, i soldati come le donne traumatizzate hanno sofferto a causa dei ricordi di un evento travolgente che non erano stati in grado di registrare cognitivamente nel momento in cui accadde (''Trauma Culture'', 30). Pertanto, studiare l'esperienza del trauma riflette il desiderio di correlare la natura inconoscibile del trauma a una comprensione conoscibile di come funziona il trauma.</ref> Simmel ''et al.'' si concentrano sull'estensione della connessione del trauma alla perdita di memoria e le sensazioni presenti nel soldato e nell'individuo traumatizzati.<ref>Facendo eco alle opinioni di Simmel ''et al.'', il vecchio nel racconto di Hemingway del 1926 "A Clean, Well-Lighted Place", chiede "what did he fear? It was not fear or dread. It was a nothing that he knew too well" (''The Complete Short Stories of Ernest Hemingway'', 291). Il "nothing" menzionato dal vecchio diventa un demagogico "a nothing" nella storia. Lo "a nothing" di Hemingway corrisponde a una perdita o alla perdita di uno degli aspetti più importanti del pensiero, la propria memoria.</ref>
 
Freud continua a sviluppare i suoi pensieri e le sue teorie sulle nevrosi di guerra, e in ''Beyond the Pleasure Principle'', il suo trattato esplora il modo in cui la mente distingue tra le pressioni degli istinti insoddisfatti interni e il disagio da una percezione esterna riconosciuta dall'apparato mentale come un pericolo (cfr. Banfield 31 e Freud ''Beyond'' 28). Successivamente, ''[[w:L'uomo Mosè e la religione monoteistica|L'uomo Mosè e la religione monoteistica (Der Mann Moses und die monotheistische Religion)]]'' di Freud crea la sua interpretazione ed esplorazione finali del trauma e della latenza. Ann Banfield suggerisce che, "centrale per... la teoria freudiana del trauma è un inconscio motivato... l'evento traumatico può scatenare i primi effetti traumatici... potrebbe esserci, in caso di trauma bellico, un senso di colpa inconscio nel sopravvivere all'attacco; o eventi in battaglia possono ricordare inconsciamente la violenza infantile" (32). parimenti, le continue esplorazioni del trauma da parte di Freud e gli effetti traumatici si concentrano sul congresso di elementi interni ed esterni che si verificano in relazione all'esperienza del trauma.
 
La guerra moderna e il trauma bellico esercitano un'influenza significativa sull'evoluzione della psichiatria nel ventesimo secolo. Infatti, lo studio del trauma di guerra e quindi una focalizzazione psicoanalitica su soggetti prevalentemente maschili, secondo Elaine Showalter, alla fine fece accettare ai medici che i maschi, in quanto distinti dalle femmine "isteriche", avevano anche una dimensione psichica (Johns e Wessley 49). Alla fine della PGM, la popolazione continua a essere perseguitata dai traumi bellici. Ad esempio, il Capitano William Brown, nel 1939, sostiene che per questi testimoni di guerra e traumi, il "ricordo di un evento inaccettabile o terrificante era stato represso a spese di alcuni aspetti del funzionamento fisico. Quindi era necessario persuadere il soldato a ricordare l'evento spaventoso in modo che potesse essere dominato e incorporato"<ref>M.H Rivers credeva che "i sintomi dello ''shell shock'' si generavano quando una forma adattiva di repressione non funzionava in modo efficiente. Poiché la maggior parte delle truppe non erano soldati regolari ma si erano offerte volontarie o erano state arruolate nell'esercito e addestrate in grande fretta, non avevano avuto il tempo di sviluppare un meccanismo efficace per affrontare forti emozioni "(citato in Johns & Wessley, 33).</ref> (citato in Johns & Wessley, 29). Pertanto, le nozioni di Brown riguardo a narrazione e accettazione traumatiche riflettono una dinamica mutevole negli studi dei traumi bellici. Di conseguenza, la dinamica cerca di comprendere non solo i sintomi della nevrosi da trauma ma anche le cause.
 
Le opinioni erano nettamente divise sulle cause del trauma di guerra nei soldati. Johns e Wessley sostengono che "i medici d'impostazione psicologica ritenevano che in alcuni casi lo ''shell shock'' fosse il risultato inevitabile dello stress prolungato e intenso del combattimento. Rivers, ad esempio, sosteneva che lo ''shell shock'' era una difesa isterica contro una paura intollerabile e che, quando trattato, poteva spesso lasciare una nevrosi d'ansia residua" (53). Vari teorici del trauma bellico e professionisti medici, come Rivers, erano al corrente delle idee freudiane prima dello scoppio della guerra. Rivers concluse che era un'incapacità di reprimere il conflitto tra il senso di paura e il dovere del soldato che era al centro dei disturbi psicologici legati alla guerra" (Johns & Wessley, 55).<ref>I Metodi ''PIE'' (''Proximity, immediacy and expectancy'' = Prossimità, immediatezza e aspettativa) introdotti nelle forze armate statunitensi e alleate durante la SGM: "L'obiettivo principale dei trattamenti PIE era di riabilitare gli uomini al servizio militare piuttosto che affrontare il loro stato mentale" (Johns & Wessley, 87).</ref> Tuttavia, quando la SGM esplode sull'arena mondiale, l'attenzione alla salute mentale dei soldati appare come una preoccupazione spesso accantonata mentre i vari eserciti e paesi cercano di difendere e proteggere i cittadini e le nazioni da forze esterne.
 
I primi lavori e studi sul trauma arrivano a una comprensione simile a quella dei teorici del trauma contemporaneo, con alcune differenze di opinione sul trattamento e sulla diagnosi. In effetti, Cathy Caruth afferma che "il trauma è descritto come la reazione a un evento violento inaspettato o travolgente o eventi che non sono pienamente colti mentre si verificano, ma ritornano più tardi in ripetuti flashback, incubi e altri fenomeni ripetitivi" (''Unclaimed Experience'', 91). L'osservazione di Caruth si collega alla visione iniziale di Myers sui sintomi del trauma – perdita di memoria e sensazione – che operano come espressione inconscia di un trauma represso.<ref>Si veda Edgar Jones e Simon Wessely, ''Shell Shock to PTSD: Military Psychiatry from 1900 to the Gulf War'', pp. 23-24, per una discussione particolareggiata dello studio di Myers.</ref> La generalizzazione di Caruth fa eco alla discussione di Freud ''et al.'' del 1915 al simposio, nella sua attenzione alla perdita di memoria rappresentata dalla mancata accettazione del trauma al momento da parte dell'individuo.<ref>Inoltre, la connessione del trauma con la perdita di memoria proposta da Caruth, Myers e Freud ''et al.'' si collega alle esperienze belliche di Hemingway relative alla prima e seconda guerra mondiale.</ref> La differenza, in molti modi, tra la comprensione storica e quella contemporanea del trauma si riferisce spesso all'idea contraddittoria della dissociazione nel trauma.
 
Gli effetti del trauma della prima e della seconda guerra mondiale presentano un'arena di studio che contribuisce al fiorente campo dello studio psicoanalitico. Quando le guerre finirono e divennero parte della comprensione e delle esperienze della cultura, molti autori del periodo cercarono di incorporare la guerra e il trauma bellico nelle loro narrazioni. L'effetto del trauma di guerra sulla letteratura del periodo è profondo. Gli studiosi [[:en:w:Paul Fussell|Paul Fussell]], Eric Leeds, Trudi Tate e [[:en:w:Margaret Higonnet|Margaret Higonnet]] – per citarne alcuni – si sforzano di favorire il collegamento tra guerra e letteratura nel loro lavoro. Il fiorente campo della psicologia del trauma nel corso del ventesimo secolo è abbracciato da una varietà di studiosi letterari. Il trauma bellico diventa un'area ricca per lo studio delle funzioni del testo letterario.
 
==Trauma bellico e letteratura nel XX secolo ==
La prima metà del ventesimo secolo annuncia molti cambiamenti per la popolazione, così come la letteratura del tempo.<ref>"Se i Greci hanno inventato la tragedia, i Romani l'epistola e il Rinascimento il sonetto", il sopravvissuto all'Olocausto [[w:Elie Wiesel|Elie Wiesel]] ha scritto famosamente, "la nostra generazione ha inventato una nuova letteratura, quella della testimonianza" (citato in Stonebridge, 202).</ref> Creatori letterari e, successivamente, critici letterari, reagiscono adottando le voci e il timbro della guerra e del trauma nelle epoche che circondano le guerre mondiali.<ref>[46]</ref> Allo stesso modo, Margaret R. Higonnet afferma che il trauma, in generale, e il PTSD, in particolare, offrono ai "critici letterari un vocabolario per descrivere i sintomi dei disturbi mentali dei soldati che possono figurare in ''memoirs'' e in altri racconti autobiografici: memoria non sequenziale, flashback, incubi e mutismo o linguaggio frammentato" ("Authenticity and Art in Trauma Narratives of World War I", 92). Inoltre, Higonnet osserva che "quei sintomi hanno una suggestiva somiglianza con alcune caratteristiche dell'esperimento modernista: decentramento del soggetto, montaggio, ellissi o lacune nella narrazione e immagini sorprendentemente vivide. Questa somiglianza – o, secondo alcuni, la connessione – tra una serie di sintomi medici tra i veterani e una serie di caratteristiche stilistiche nella narrativa ha favorito un canone maschile del modernismo" (92). Pertanto, le osservazioni di Higonnet rivelano un legame necessario ed espressivo tra le esperienze di guerra e la letteratura che circonda il trauma della guerra e il campo di battaglia.<ref>Higonnet, come Sandra Gilbert e Susan Gubar, modella attentamente uno spazio nello studio della guerra e del trauma per le esplorazioni del [[w:genere (scienze sociali)|genere]].</ref>