Guida maimonidea/Etica e fede: differenze tra le versioni
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{{q|Riassumendo quello che abbiamo detto in merito alle credenze come segue: In alcuni casi un ''comandamento'' comunica una credenza corretta, che è la sola cosa a cui si mira — come, per esempio, la credenza nell'unità ed eternità della divinità ed il Suo non essere un corpo. In altri casi, la credenza è necessaria per l'abolizione di malefatte reciproche o per l'acquisizione di una nobile qualità morale — come, per esempio, la credenza che Egli, che Egli sia glorificato, provi un'ira violenta contro coloro che commettono ingiustizie, secondo quanto è detto: E la Mia ira sarà furente, ed Io ucciderò, e così via; e come la credenza che Egli, che Egli sia esaltato, risponda istantaneamente alla preghiera di uno che ha subito ingiustizia o inganno: E quando invocherà da Me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, perché Io sono pietoso (Esodo 22:27).|''Guida'', pp. 513-514}}
E pertanto i principi di fede che servono un duplice scopo includono un livello di credenze necessarie che le masse farebbero bene ad assimilare e osservare e la cui verità dovrebbe essere proclamata dai filosofi. Se una credenza debba essere classificata come vera o necessaria è una difficoltà fondamentale nel pensiero di Maimonide.<ref name="Faith"/> A questo punto, prima di esaminare la questione in profondità, possiamo dire che molti principi elencati nell'introduzione a ''Pereq Ḫeleq'' sono formulati in maniera consistente con il loro essere credenze necessarie. Le credenze in un Dio che sorveglia il comportamento umano e nella ricompensa e punzione rientrano in tale categoria: Dio supervisiona le
==Obbligo e virtù==
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