Le strutture basilari del pensiero ebraico/Analisi degli esempi storici: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Guida maimonidea|Pensare Maimonide}}
[[File:Sala de Maimónides.JPG|right|200px|thumb|<small>"Giovane Maimonide", di José Luis Muñoz</small>]]
[[Maimonide]] nacque da un'importante famiglia ebrea a [[w:Cordova|Cordova]], nella [[w:al-Andalus|Spagna andalusa]]. Trascorse i primi due decenni della sua vita in Spagna. Sia la cultura ebraica siache quella secolare dell'Andalusia ebbero un grande impatto sulla sua vita e sul suo pensiero. Anche dopo aver lasciato la Spagna in età relativamente giovane, per il resto della sua vita parlò regolarmente di se stesso come lo "spagnolo" – ''haSepharadi''<ref>Kafeh, ''Igerot'', p. 107 nota 2.</ref> e definì le "nostre pratiche" come provenienti dalla Spagna, Adalusia o [[w:Maghreb|Maghreb]] (l'ovest arabo).<ref>Kraemer, 2008, p. 43.</ref> Maimonide vide le scuole e gli approcci spagnoli alla Torah superiori a quelli delle scuole di Babilonia consolidate da tempo.<ref>Halbertal, 2014, p. 15.</ref> La sua visione del mondo prese forma in Spagna.<ref>Maggiori dettagli sulla vita di Maimonide in Spagna nell'[[Le strutture basilari del pensiero ebraico/Appendice I|Appendice I]].</ref>
 
Maimonide visse tutta la sua vita nella civiltà musulmana.<ref>Kraemer, 2008, p. 2.</ref> Tuttavia, vi furono differenze negli approcci musulmani alla società e alla cultura. Mentre esistevano tribù che credevano in un approccio più tollerante alla religione nei confronti dei non-musulmani, altri non erano così tolleranti. Gli [[w:Almohadi|Almohadi]] che praticavano e imponevano una versione radicale dell'Islam, principalmente basata sul rafforzamento della credenza nell'unità assoluta di Dio, non avevano alcuna propensione per il compromesso e alla fine ottennero il controllo del Nord Africa e dell'Andalusia. La loro regola demolì i grandi progressi culturali e accademici ebraici che erano stati sviluppati in Andalusia e che avevano permesso agli ebrei spagnoli di prosperare nel decimo e undicesimo secolo.
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La diffusione della sua nuova struttura e il pieno trattamento della Torah Orale fu veloce e raggiunse tutte le comunità ebraiche relativamente rapidamente. Fu oltremodo audace il fatto che egli affermasse in modo inequivocabile che "una persona che legge per prima la Legge Scritta e poi questo libro ne ricaverà e conoscerà l'intera Legge Orale, ''senza aver bisogno di dover consultare altri libri''".<ref>Maimonide, ''Mishneh Torah'', Or Vishua Publications, 2009, p. 5.</ref> Mentre il lavoro fu lodato da molti, la sua potente presentazione suscitò anche aspre e dure critiche. Uno dei commenti più entusiasti riguardo allo splendore dell'opera è di [[w:Aaron ben Meshullam ben Jacob of Lunel|Aaron ben Meshullam]], un importante studioso francese contemporaneo di Maimonide, che affermò che la ''Mishneh Torah'' era "l'«arca di Dio»" [che contiene] le tavole dell'alleanza, il [[w:Efod|pettorale del giudizio]] e gli [[w:Urim e Tummim|Urim e Tummim]]".<ref>Citato in Davidson, p. 263, 265.</ref>
 
I critici, tuttavia, furono aspri e taglienti. È prevedibile, tuttavia, che quando certe idee vengono diffuse nella sfera pubblica con obiettivi sicuri per affrontare le fratture dello ''status quo'' sociale, le critiche e persino i tentativi di contrastare gli insegnamenti sono inevitabili. Per questo motivo, un aspetto importante della ricostruzione sociale mediante l'educazione è che i sostenitori e gli educatori devono sentirsi convinti e fermamente autorizzati a farlo. Le critiche all'opera di Maimonide arrivarono sia durante siache dopo la sua vita.
 
Tra gli oppositori principali di Maimonide e della sua ''Mishneh Torah'' furono gli studiosi di Baghdad. L'opposizione fu rafforzata dal fatto che lo studente più vicino di Maimonide, Yoseph ben Yehuda, insegnava la Torah del suo maestro ad [[w:Aleppo|Aleppo]], in Siria che, all'epoca, era sotto l'influenza e la guida del [[w:Gaon|Gaon]] babilonese, Shemuel ben Eli, la principale autorità rabbinica e capo della yeshivah. Le parole del Gaon erano essenzialmente accettate come legge dagli ebrei in Siria. A causa di ciò, Yoseph non solo fu denigrato dalla comunità babilonese, ma anche Maimonide e la sua ''Mishneh Torah'' vennero screditati. In una lettera che risponde alla frustrazione del suo studente, Maimonide reagisce alle critiche con chiare dichiarazioni sulle sue aspettative da tale opposizione, pur mantenendo coraggio e forza d'animo:<ref>Maimonide, ''Igerot (Lettere)'', Mossad HaRav Kook, 1994, pp. 126-7.</ref>