Biografie cristologiche/Il Cristo divino: differenze tra le versioni

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Continuando ad esaminare la questione della natura divina di Gesù, natura che il primo Cristianesimo per poco non identificò con Dio stesso, allora oltre a Signore bisogna esaminare un altro termine, ''[[w:Logos|Logos ( λόγος)]]''. Il Gesù divino viene esplicitamente identificato con ''Logos'', ma brevemente e laconicamente. ''Logos'' era un antico termine greco e veniva usato frequentemente nell'epoca di Gesù tra gli ebrei greci, specialmente negli scritti di [[w:Filone di Alessandria|Filone d'Alessandria]] (20 p.e.v.-40 [[w:e.v.|e.v.]]) Esaminare come gli ebrei greci trattassero la parola ''Logos'' può essere d'aiuto, con le dovute cautele, a capire cosa avessero in mente i cristiani quando identificavano Gesù in tal modo. Le cautele sono necessarie perché esistono differenze, come anche somiglianze, tra il ''Logos'' ebraico e quello cristiano.<ref name="Cristologia"/>
 
Se ci si chiede coso si intendesse per ''Logos'', allora prima di tutto ci si dovrebbe chiedere qual era la questione religiosa o filosofica che produceva ''Logos'' come risposta? Si potrebbe dire che ''Logos'' sia un tentativo di risolvere unaun problema ricorrente del pensiero religioso: conciliare la questione del Dio remoto ma immanente. L'essere umano, nei suoi momenti di introspezione e devozione, tende per così dire di esaltare Dio così da renderlo un concetto al di là del mondo e della comprensione terrena. Tuttavia c'è un senso in cui un Dio remoto è insignificante per l'uomo, ed il concetto di Dio è applicabile alla vita umana solo se Dio è a portata di mano, e in questo mondo, disponibile ad assistere l'essere umano e invocabile (con preghiera). Pertanto, come può l'uomo concepire Dio simultaneamente "trascendente" — al di sopra e persino al di fuori del mondo — e tuttavia "immanente", nel mondo e disponibile all'uomo? Il pensiero ebraico palestinese "risolse" questo dilemma immaginando [[w:angelo|angeli]] che facevano da ponte tra uomo e Dio remoto. Tale pensiero che concepiva gli angeli fu spesso intuitivo, popolare, persino "mitico". Il pensiero greco, d'altra parte, era rzionalistico, "dialettico" (cioè, strettamente logico) e non incline al mitico, anche quando accettava i dati dei miti. ''Logos'', che era profondamente radicato nel pensiero greco-ebraico, era un espediente con cui gli ebrei greci risolvevano il dilemma di un Dio che era sia trascendente che immanente.<ref name="Cristologia"/>
 
Cos'era quindi il ''Logos''? Il termine può essere, ed è stato, tradotto in vari modi.<ref name="Logos">''Logos'' (in [[w:lingua greca|greco]]: λόγος) deriva dal greco λέγειν (''léghein'') che significa scegliere, raccontare, enumerare. Cfr. voce corrispondente in ''Enciclopedia Garzanti di Filosofia'', 1981. I termini latini corrispondenti (''ratio'', ''oratio'') si rifanno con il loro significato di ''calcolo'', ''discorso'' al senso originario della parola. Successivamente la parola logos ha assunto nella lingua greca molteplici significati: "stima, studio (come suffisso), apprezzamento, relazione, legame, proporzione, misura, ragion d'essere, causa, spiegazione, frase, enunciato, definizione, argomento, ragionamento, ragione, disegno" - cfr. W. Cavini in ''Enciclopedia Garzanti'', ''op. cit.'', pag. 535.</ref> Può essere reso da "pensiero logico" e allo stesso tempo connota il contenuto di tale pensiero logico. Uno potrebbe riassumerlo nella parola "ragione" o, come hanno fatto i cristiani, in "parola/verbo". Possiamo esprimerlo come "intelligenza" o "saggezza", o anche con il doppio "parola-anima". Dalla sua base greca, il termine ha a che fare con la saggezza, che si ottiene mediante una logica corretta, e che è disponibile per coloro che hanno la capacità di ragionare correttamemnte e quindi acquisire, ognuno per se stesso, una qualche porzione o possessione individuale della saggezza/conoscenza universale. Dalla sua parte ebraica, la rivelazione di Dio fu ovviamente saggia; pertanto la rivelazione, la manifestazione di Dio, e la saggezza, realizzazione umana, erano strettamente relazionate. E talmente relazionate erano, che nel tardo pensiero ebraico palestinese la rivelazione e la saggezza vennero considerate virtualmente la stessa cosa. Quando questa identificazione ebraica di rivelazione e saggezza si imbattè nel mondo greco, anche la sostanza della saggezza greca venne assimilata al concetto, col risultato che la filosofia di [[w:Platone|Platone]] e degli [[w:Stoicismo|Stoici]] poteva essere contenuta dalla rivelazione-saggezza ebraica, in modo da sembrare il pensiero giusto e corretto. L'antico termine greco ''Logos'' divenne il termine principale per esprimere l'idea che la rivelazione divina e la saggezza universale erano la stessa identica cosa e poteva servire da ponte tra Dio e uomo.<ref name="Logos"/>