Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Il cuore del Cigno: differenze tra le versioni

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==Attorno alla Nebulosa Nord America==
[[File:North America 2007 09 08-14.jpg|300px|thumb|left|La Nebulosa Nord America e la vicina Nebulosa Pellicano formano un grande complesso facente parte del nostro braccio di spirale galattico.]]
[[File:Ic5070s.jpg|300px|thumb|left|L’oggetto di Herbig-Haro HH 555, nella Nebulosa Pellicano. Questo genere di oggetti testimonianotestimonia la presenza di fenomeni di formazione stellare nella regione.]]
[[File:Regioni celesti scelte - NAdet.png|300px|thumb|left|Carta di dettaglio delle isofote nebulose attorno al complesso delle nebulose Nord America e Pellicano.]]
[[File:M39a.jpg|300px|thumb|left|M39 è un brillante ammasso aperto visibile anche a occhio nudo e risolvibile con un binocolo 10x50.]]
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La vicina '''Nebulosa Pellicano''' ('''IC 5070''') è apparentemente separata dalla Nebulosa Nord America da una banda scura, cui è assegnata la sigla LDN 935; entrambe fanno tuttavia parte dello stesso complesso, indicato come W80 e la cui distanza è stimata sui 2000 anni luce o poco inferiore.
 
Questo grande complesso nebuloso costituisce effettivamente la parte illuminata dell’estesissimo sistema della Fenditura del Cigno, il quale a sua volta diventa ben evidente poiché si sovrappone alla luce delle stelle della Via lattea situate al di là di esso, oscurandole fortemente. La stella responsabile della ionizzazione dell'idrogeno del complesso non è Deneb, come apparentemente potrebbe sembrare, ma è stata individuata attraverso studi condotti a diverse lunghezze d'onda, che hanno permesso di individuare una ventina di sorgenti coincidenti con altrettante stelle situate all’interno del coplessocomplesso stesso e spesso nascoste dai suoi gas; fra queste spicca 2MASS J205551.25+435224.6, una sorgente particolarmente isolata situata oltre la banda oscura di LDN 935 e ben visibile nella banda del vicino infrarosso, coincidente con una giovane stella blu di classe spettrale O5V. La posizione di questa stella è interessante poiché viene a trovarsi esattamente al centro geometrico del complesso nebuloso, rendendola di fatto la principale responsabile della ionizzazione dei gas circostanti. La regione di cielo in direzione delle nebulose Nord America e Pellicano presenta un gran numero di oggetti stellari giovani, come è testimoniato dalla presenza di stelle con emissioni nella banda dell'Hα; queste stelle si dividono in base alla loro massa in stelle Be e stelle T Tauri. Secondo gli scienziati che per primi catalogarono questelte popolazioni stellari in questa direzione, le stelle Be si trovano ad una distanza maggiore rispetto alle T Tauri, che invece sarebbero legate fisicamente alla Nebulosa Nord America. Gli studi che seguirono identificarono alcune centinaia di stelle con emissioni Hα centrate attorno alla nube LDN 935; su 430 stelle individuate, circa il 10% sarebbero nella fase di pre-sequenza principale. Alcune di queste stelle di piccola massa formano un piccolo ammasso, immerso nei gas di LDN 935. A queste componenti si aggiungono oltre 700 stelle con un eccesso di radiazione infrarossa, caratteristica tipica degli oggetti stellari giovani circondati da un disco circumstellare o immersi nei banchi gassosi. Ulteriori indizi che testimoniano la presenza di fenomeni di formazione stellare anche molto recenti sono dati dalla presenza di un gran numero di oggetti HH; gran parte di questi oggetti, in totale 44, sono stati individuati a cavallo fra gli anni novanta e gli anni duemila, ripartiti fra la Nebulosa Nord America e la Nebulosa Pellicano. Una parte di questi oggetti si addensano nella regione oscura che delinea idealmente il "Golfo del Messico", appartenente a LDN 935; in questa zona è stata scoperta una concentrazione di getti bipolari che confermano che la nube LDN 935 sia un importante sito di formazione stellare.
 
La Nebulosa Nord America ospita alcuni piccoli ammassi aperti, fra i quali spicca '''NGC 6997''', identificato talvolta anche come NGC 6996 (l’identificazione in questo caso specifico è piuttosto confusa); si individua circa mezzo grado a nordest della stella 57 Cygni, di magnitudine 4,80 situata a metà fra le due grandi nebulose. Fuori dalla portata di un binocolo 10x50, inizia a essere visibile come una concentrazione di deboli stelline con un telescopio da 80 mm; pur essendo poco concentrato, è abbastanza ben distinguibile a causa dell’assenza di stelle di campo di pari luminosità negli immediati dintorni. Con telescopi da 150 mm e oltre appare ben risolto in alcune decine di stelle di magnitudine compresa fra la 10 e la 12, mentre strumenti più aperti permettono di notare un ricco sfondo di stelle di magnitudine 14. Nonostante la sua posizione, si tratta di un ammasso la cui età non risulta essere così giovane come ci si potrebbe aspettare: al suo interno mancano infatti stelle delle classi spettrali O e B e sono presenti diverse giganti arancioni e stelle di classe A; da ciò, è stata derivata un’età di circa 350 milioni di anni. La sua distanza è invece pari a circa 2500 anni luce, dunque superiore rispetto al sistema nebuloso circostante, sebbene comunque nello stesso ambiente galattico; tuttavia si ritiene che non vi sia alcun legame reale con le nebulose, ma che si tratti di un comune ammasso di età intermedia con caratteristiche simili alle Ìadi, situato casualmente poco al di là del complesso nebuloso.
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Circa due gradi a nordest della Nebulosa Nord America si trova l’esteso ed enigmatico ammasso '''NGC 7039'''; viene riportato su quasi tutte le carte celesti come un oggetto anche piuttosto esteso, ma all’osservazione non si presentano addensamenti stellari di rilievo. Si tratta in effetti di un grande campo stellare con componenti di magnitudine dalla 10 alla 14 circa, con due stelle di magnitudine 6,6 a fargli da contorno, su cui spiccano alcune stelle di magnitudine 9, sparse su un diametro di circa 20 primi d’arco; l’osservazione con strumenti di piccolo diametro pertanto non produce risultati apprezzabili. La vera natura di quest’ammasso è stata sempre dibattuta, come pure la sua età e persino il suo diametro apparente: secondo alcuni studi infatti avrebbe un’età di 66 milioni di anni e una distanza di 3100 anni luce, mentre in altri studi si afferma che la sua età sarebbe di ben 676 milioni di anni circa. Altri studiosi hanno derivato una distanza fra i 2200 e i 5000 anni luce, mentre qualcuno ha persino ipotizzato che in questa direzione si osservino due ammassi distinti, situati rispettivamente alle due distanze appena citate. Ciò che è certo è che NGC 7039 sia un oggetto relativamente poco noto e studiato.
 
Più semplice riconoscere un ammasso aperto in '''NGC 7044''', situato due gradi a sudest della stella ξ Cygni; essendo tuttavia un oggetto molto debole, è visibile soprattutto nelle fotografie, oppure con telescopi di diametro di almeno 200-250 mm, dove appare come una piccola macchia chiara granulosa. La sua chiara risoluzione è possibile solo con telescopi dai 300 mm a salire. Si tratta di un ammasso piuttosto compatto, ma situato a una grande distanza: le stilestime in questo senso indicano valori compresi fra 9800 e 13000 anni luce, mentre le stime sull’età forniscono l’idea di un oggetto piuttosto vecchio, da 1,5 a 2,5 miliardi di anni.
 
Sempre nei paraggi, a 1°40’ a SSE della già citata ξ Cygni si trova una nebulosa planetaria, la '''NGC 7027'''; è molto appariscente, e può essere notata anche direttamente attraverso i comuni cercatori 9x50, sebbene sia molto piccola come dimensioni apparenti. Osservando con strumenti da 120 mm di apertura usando bassi ingrandimenti appare come una stella sfuocata di colore azzurrognolo, mentre per scorgere dettagli sulla sua forma occorrono telescopi di diametro maggiore e maggiori ingrandimenti. La sua età è di circa 600 anni e ciò la rende una delle nebulose planetarie più giovani conosciute; ciò spiega anche le sue ridotte dimensioni, che non sono solo apparenti (dovute a una distanza di 3300 anni luce), ma anche reali, avendo un diametro di soli 0,2 anni luce, un quinto delle dimensioni consuete di una nebulosa planetaria. I suoi gas sono molto ricchi di carbonio, mentre risulta carente di molecole neutre se confrontata con la media delle altre nebulose planetarie. La stella centrale ha una massa di 0,7 masse solari, ma la sua luminosità è di ben 7700 volte superiore a quella del Sole.
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In questa direzione si osserva anche il celebre oggetto '''Cygnus X-1''', una sorgente di raggi X formata da una supergigante blu variabile e da un oggetto compatto, probabilmente un buco nero la cui massa, secondo le stime più recenti, ammonterebbe a quasi 15 masse solari. I due oggetti orbitano attorno al baricentro del sistema ogni 5,6 giorni, con una separazione media di 0,2 UA; il vento emesso dalla stella spiraleggia attorno al buco nero alimentando un disco di accrescimento dalle cui regioni più interne, scaldate a temperature di milioni di K, si origina l'emissione di raggi X osservata. Perpendicolarmente al disco si dipartono due getti relativistici, che espellono nello spazio interstellare una parte della materia che va ad affluire verso il buco nero.
 
Numerosi sono gli ammassi aperti osservabileosservabili in direzione di Cygnus X; alcuni sono anche legati fisicamente al complesso, mentre altri vi appaiono solo sovrapposti per effetto prospettico.
Il più famoso è '''M29''', un piccolo ammasso visibile 1,5 gradi a sud di Sadr (γ Cygni) stretto fra i ricchi campi stellari a ovest e la fascia scura della Fenditura del Cigno ad est. Si può notare anche con un binocolo 10x50, dove appare come una piccola macchietta chiara su uno sfondo ricco di stelle, specialmente nel settore nord-occidentale; nelle notti più limpide se ne può già tentare la difficile risoluzione in stelle, cosa invece impossibile con binocoli più piccoli come un 8x30. Lo strumento più adatto per la sua osservazione è un piccolo telescopio: con un 80 mm sono già visibili tutte le sue componenti principali, di cui sei sono disposte a formare un asterismo che ricorda la figura della costellazione di Pegaso in miniatura. Strumenti più grandi consentono di rivelare fino ad una trentina di componenti principali. La distanza di questo ammasso viene stimata tra i 4000 e i 7200 anni luce e pertanto vi è una certa incertezza, dovuta anche al parziale oscuramento ad opera delle polveri oscure situate lungo la sua linea di vista. La sua età sarebbe invece di circa 10 milioni di anni e i membri più brillanti del gruppo sono tutti di classe spettrale B. La componente più luminosa è generalmente indicata come di magnitudine apparente 8,4, ma è in realtà una binaria a eclissi oscillante fra le magnitudini 8,53 e 8,67.
 
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Un altro piccolo ammasso nei dintorni è '''Cr 419''', visibile circa 50’ a nordovest di Sadr (γ Cygni); attraverso piccoli strumenti appare molto difficile anche a forti ingrandimenti e l’unico oggetto dominante nel campo visivo è una stella bianca di magnitudine 5,9 con una compagna di magnitudine 8,7 visibile poco a nord. Con un telescopio da 200 mm e forti ingrandimenti si può notare un piccolo gruppo di stelle di magnitudini fra la 10 e la 13 che circondano l’astro prima citato, sebbene sia difficile notarvi un vero e proprio ammasso. Anche su quest’oggetto vi sono poche informazioni e risulta essere poco studiato.
Circa 40’ a ovest di M29 si trova il piccolo ammasso Berkeley 86, poco noto presso gli appassionati ma ben conosciuto e studiato presso la comunità scientifica. Il suo aspetto è in effetti modesto e appena si distingue dai ricchi campi circostanti: è dominato da alcune stelle di magnitudine 10 e 11 sparse entro 7’ di diametro che ricordano vagamente una miniatura elladella costellazione australe dell’Altare, evidente se osservato con telescopi da almeno 120 mm di diametro. Berkeley 86 fa parte dell’associazione Cygnus OB1 e si trova pertanto a una distanza di circa 5500 anni luce; possiede un’età di circa 5-6 milioni di anni.
 
Poco meno di mezzo grado a SSW della famosa stella variabile P Cygni si trova l’ammasso '''IC 4996'''. Con un binocolo 10x50 si può notare con molta difficoltà e appare come un piccolissimo chiarore indistinto attorno a una stella di magnitudine circa 8; con un telescopio da 100 mm e forti ingrandimenti si nota che questa stella è in realtà un tripletto di stelline di magnitudine 8 e 9, circondate da numerose stelle di magnitudine 11 e 12 fittamente addensate e disposte lungo due file leggermente ricurve e parallele. Un telescopio da 200 mm permette di avere una visione molto più chiara e di completarne la risoluzione con stelle fino alla magnitudine 13. Quest’ammasso è legato, come il precedente, all’associazione Cygnus OB1 e si colloca pertanto a una distanza di circa 5600 anni luce; l’età delle sue componenti è stimata come sicuramente inferiore a 10 milioni di anni, al pari degli altri ammassi legati al grande complesso di Cygnus X. L’intera associazione Cygnus OB1, compresi quindi IC 4996 e Berkeley 86, appare circondata da un vasto involucro di polveri, rilevato dalle osservazioni condotte all’infrarosso.
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[[File:Cocoon nebula ic5146.jpg|300px|thumb|left|La famosa Nebulosa Bozzolo (IC 5146), connessa alla nebulosa oscura B168.]]
[[File:NGC 7243 large.png|300px|thumb|left|NGC 7243 è un ammasso aperto di facile individuazione e osservazione.]]
Il tratto di Via Lattea fra Cigno e Lucertola appare tanto brillante quanto povero di stelle visibili ad occhio nudo e persino con un piccolo binocolo: ciò è dovuto in parte all’oscuramento provocato da alcuni banchi di polveri, e in parte all’assenza di campi stellari vicini formati da stelle intrinsecamente luminose. Sono tuttavia presetipresenti alcuni oggetti degni di nota.
 
Uno di questi è l’ammasso '''NGC 7086''', visibile tre gradi e mezzo a nordovest della stella π2 Cygni, in un campo stellare che appare a tratti fortemente oscurato da polveri interstellari; è un oggetto di piccole dimensioni apparenti, formato da componenti invisibili ad un binocolo. Le sue stelle più luminose sono di magnitudine 11 e formano un addensamento ben evidente anche con un piccolo telescopio; con diametri superiori ai 150 mm sono evidenti decine di stelle fino alla magnitudine 13. L'ammasso appare dominato da una stella rossa, non appartenente ad esso. NGC 7086 è un ammasso poco appariscente situato sul Braccio di Orione alla distanza di circa 4700 anni luce; la regione galattica a cui appartiene è dominata dalla presenza della grande regione di formazione stellare di Cygnus X. A questa distanza, le sue dimensioni apparenti corrispondono a un diametro reale di circa 7,2 anni luce. Studi fotometrici hanno permesso di individuare inizialmente una settantina di stelle come membri effettivi dell'ammasso, cui si aggiungono 20 stelle la cui appartenenza è dubbia; estendendo gli studi alle stelle di piccola massa, si è arrivati a un totale di circa 210 componenti. La massa totale di tutte queste componenti si aggira sulle 330 masse solari. Ricerche finalizzate all'individuazione di pianeti extrasolari tramite il metodo del transito non hanno dato esito positivo, ma hanno permesso di individuare cinque stelle variabili, quattro delle quali di tipo a eclisse.