Biografie cristologiche/Gesù ed Ebraismo: differenze tra le versioni

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La riga successiva nella versione matteana del ''Padre nostro'', "Sia santificato il tuo nome", è una componente della maggior parte delle preghiere ebraiche. Per esempio, il [[w:Kaddish|Kaddish]] — fore meglio noto per essere recitato in occasioni di lutto, e preghiera in aramaico, la lingua parlata da Gesù — inizia: "Venga riconosciuto grande e santo il Nome eccelso [di Dio]". Gli ebrei sin dagli inizi riconobbero che il nome di Dio è sia sacro che ineffabile. Un numero di [[w:Manoscritti del Mar Morto|Manoscritti del Mar Morto]], dal Qumran, riportano le quattro lettere del nome divino ([[w:lingua ebraica|ebraico]]: ''yod, heh, vav, hey'', translitterato '''YHWH''') in paleoebraico, uno stile antico di scrittura, piuttosto che nei caratteri regolari. La santificazione del nome divino mediante l'uso di circonlocuzioni appare anche nel Nuovo Testamento. Per esempio, il Vangelo di Matteo tende a parlare di "regno dei cieli" invece del "regno di Dio".<ref name="Cross">Amy-Jill Levine, Dale C. Allison Jr., & John Dominic Crossan (curatori), ''The Historical Jesus in Context'', Princeton University Press, 2006, pp. 77-102 e ''passim''.</ref>
 
"Venga il tuo regno" si correla nella tradizione ebraica con l'espressione [[w:'Olam Ha-Ba|''olam ha-bah'', "il mondo a venire''"]]. Il "mondo a venire" è l'era messianica, un'epoca distinta e infinitamente migliore di "questo mondo" (''olam ha-zeh''). L'appello di Gesù al mondo a venire ha anche un conspicuo connotato politico. La preghiera invoca il regno ''divino'', non quello di Cesare o dei suoi lacchè, come Erode Antipa, il sovrano della Galilea che giustiziò Giovanni Battista, o Ponzio Pilato, il governatore romano che crocifisse Gesù.<ref name="Cross"/>
 
Oggigiorno una quantità di cristiani (ed ebrei) pensano che l'Ebraismo manchi di una nozione di era messianica o di aldilà. L'opinione scaturisce in parte da secoli di confronti tra cristiani ed ebrei su come definirsi reciprocamente. Più la chiesa si concentrava su quello che gli ebrei chiamavano "il mondo a venire" e quindi sulla salvezza ottenibile tramite un'ortodossia di credenze necessarie, e più la sinagoga sottolineava la vita di ''questo'' mondo e la santificazione della vita mediante le opere. In parte, certe branche dell'Ebraismo moderno scelsero di snellire o persino eliminare dalla liturgia materiali che implicavano il soprannaturalismo. Tuttavia anche per queste congregazioni, la visione che il mondo può essere riparato (visione nota come [[w:Tiqqun 'Olam|''Tiqqun `olam'' (ebr. תיקון עולם)]], "riparazione del mondo") e l'enfasi sull'operare per ottenere tale riparazione, mantiene ferma l'idea di un mondo migliore, un "mondo a venire".<ref name="Levine">Amy-Jill Levine, ''The Misunderstood Jew, cit.'', pp. 43-52.</ref>