Ecco l'uomo/Il messaggio: differenze tra le versioni

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Come Hillel (30 p.e.v.-9 e.v.), Gesù diede al comandamento "ama il prossimo tuo" la stessa importanza del timor di Dio e di conseguenza li pose al di sopra di tutti gli altri comandamenti della Torah (Mc {{passo biblico|Mc|12:28-34}}). A causa di una mancanza di conoscenza o incomprensione dell'ebraismo al tempo di Gesù, molti cristiani credettero, per molto tempo, che Gesù rappresentasse un'interpretazione della [[w:Halakhah|Halakhah]] che non poteva derivare dall'ebraismo. Tuttavia, riconoscendo la natura pluralistica dell'ebraismo dell'epoca, questo passo viene ora letto come un'interpretazione ebraica interiore della Torah. Secondo Joseph Klausner, i Vangeli descrivono Gesù come ebreo osservante:
{{q|Per quanto i Vangeli Sinottici siano ricolmi di ostilità verso i Farisei, non possono però evitare di descrivere Gesù come un ebreo farisaico nel suo atteggiamento riguardo alla legge. Di conseguenza, egli richiede che vengano offerti sacrifici in svariate occasioni (Mc {{passo biblico|Mc|1:44}}; Mt {{passo biblico|Mt|5:23-24}}), inoltre non si oppone ai digiuni e alla preghiera, se ciò vien fatto senza arroganza (Mt {{passo biblico|Mt|6:5-7;6:16;6:18}}). Egli stesso segue tutte le leggi cerimoniali, indossa [[w:Talled|frange (''tzitzit'')]] (Mc {{passo biblico|Mc|6:56}} e paralleli), paga il mezzo shekel al Tempio, fa pellegrinaggi a Gerusalemme per la Pesach, recita la benedizione sul pane e vino, ecc. Ammonisce i suoi discepoli contro il contatto coi Gentili e coi Samaritani; risponde alle richieste di guarire un bambino pagano in spirito ultra-nazionalistico.<ref>Joseph Klausner, "Jesus von Nazareth", in ''Encyclopaedia Judaica'', Eschkol, 1932, Vol. 9, col. 69f. Si veda anche Herbert W. Basser, "Gospel and Talmud", in Levine, Allison e Crossan, ''Historical Jesus in Context'', 285-295; Bruce Chilton, "Targum, Jesus, and the Gospels", in Levine, Allison e Crossan ''op. cit.'', 238-255.</ref>}}
Le "[[w:Beatitudini evangeliche|beatitudini]]" attribuite alla Fonte ''Q'' (Lc {{passo biblico|Lc|6:20-22}}; Mt {{passo biblico|Mt|5:3-11}}) riassicurano i poveri, le persone in lutto, i deboli ed i perseguitati che per loro il regno è già presente e certo per il loro futuro come giusta porzione per ricompensarli delle sofferenze subite. Questi furono i primi e più importanti destinatari delle parole di Gesù. Secondo Luca {{passo biblico|Lc|4:18-21}}, il suo "sermone inaugurale" consistette solo della frase "Oggi si è adempiuta questa Scrittura [Isaia {{passo biblico|Isaia|61:1-3}}] che voi avete udita con i vostri orecchi". Pertanto, la promessa biblica di un "Giubileo" di perdono dei debiti e di ridistribuzione della terra (Levitico {{passo biblico|Lv|25}}) veniva realizzata per i poveri di allora. Secondo gli studi sociostorici, la popolazione rurale ebraica soffriva lo sfruttamento, tassazione da parte di Roma e del tempio, costante presenza militare romana, schiavitù per debiti, fame, epidemie e sradicamento sociale.<ref>David L. Balch e John E. Stambaugh, ''The New Testament in Its Social Environment'', Westminster Press, 1986, 102.</ref> Il sollievo portato da Gesù ai poveri, le guarigioni e la coincidenza di preghiera e carità, furono simili a quelli del carismatico taumaturgo [[w:Hanina Ben Dosa|Hanina ben Dosa]] (ca. 40-75 e.v.), un rappresentante dei [[w:Chassidismo|Hassidim]] galilei.<ref>Bernd Kollmann, "Paulus als Wundertäter", in ''Paulinische Christologie'', cur. Udo Schnelle e Thomas Söding, Vandenhoeck & Ruprecht, 2000, 95f.</ref> Questa è un'altra ragione per cui gli studiosi di religione contemporanei, a differenza dei loro predecessori, pongono Gesù di Nazareth interamente nell'ambito dell'ebraismo del suo tempo e sottolineano la somiglianza del suo messaggio agli insegnamenti dei Farisei.<ref>Theissen e Merz, ''Historical Jesus, cit.'', 571. Vedi anche Schalom Ben-Chorin, "Judentum und Jesusbild", in ''Neues Lexikon des Judentums'', cur. Julius H. Schoeps, Gütersloher Verlagshaus, 2000, 400-402.</ref>
 
==Note==