Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Il Complesso di Orione: differenze tra le versioni

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L’intera regione inclusa nel rettangolo di Orione coincide con una grande regione di formazione, che in effetti è per noi la più vicina fra le regioni generanti stelle di massa molto grande. Questo sistema prende il nome di Complesso nebuloso molecolare di Orione e si trova a una distanza di circa 1500-1600 anni luce; a questo appartengono tutte le nebulose qui osservabili, a partire dalla famosa Nebulosa di Orione, nota anche con la sigla M42 e visibile anche con un piccolo binocolo.
 
Numerose sono tuttavia le nubi osservabili in questa direzione; alcune di queste sono visibili anche con strumenti da 150-200mm200 mm di diametro, come M43, M78, NGC 1977 e il sistema di NGC 1024, noto come Nebulosa Fiamma.
 
Nelle fotografie astronomiche più semplici queste nebulose sono visibili con estrema chiarezza e se ne mostrano anche delle altre, come la famosissima Testa di Cavallo (B33) e diversi bozzoli nebulosi isolati sia nei pressi della Cintura che attorno a M78.
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==La Spada di Orione==
La Spada di Orione è una sequenza di ammassi stellari e nebulose diffuse orientata in senso nord-sud, pochi gradi a sud dell’equatore celeste e direttamente a sud della Cintura di Orione. È perfettamente riconoscibile anche ad occhio nudo sotto cieli suburbani, mentre già con un binocolo 10x50 si scindono molte delle sue strutture, come i due addensamenti stellari alle due estremità, catalogati come NGC 1980 e NGC 1981, e la Nebulosa di Orione (M42). Con telescopi da 200mm200 mm diventano evidenti anche altri sistemi nebulosi, come quello di NGC 1977.
 
L’oggetto di gran lunga più cospicuo non solo della Spada, ma anche dell’intera costellazione, è la famosissima '''M42''', la grande '''Nebulosa di Orione'''. A occhio nudo sotto un cielo buio e limpido è già chiaramente visibile e ha un aspetto nettamente nebuloso, che continua a mostrarsi tale anche con piccoli binocoli come un 7x30 o un 10x50, attraverso cui è però anche possibile notare diverse stelline a farle da contorno; uno strumento da 100-120mm120 mm è sufficiente per individuare, al suo interno, un gruppo di stelline azzurre, quattro delle quali sono disposte a formare un piccolo e caratteristico asterismo chiamato '''''Trapezio'''''. La distanza della nebulosa è di circa 1270 anni luce e si estende per circa 24 anni luce; si tratta della regione di formazione stellare massiccia più vicina al Sistema solare. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. La nebulosa possiede una forma grosso modo circolare, la cui massima densità si trova in prossimità del centro; la sua temperatura si aggira mediamente sui 10.000 K, ma scende notevolmente lungo i bordi della nebulosa. Diversamente alla distribuzione della sua densità, la nube mostra una variazione di velocità e turbolenza in particolare nelle regioni centrali. I movimenti relativi superano i 10 km/s, con variazioni locali fino a 50 km/s e forse superiori. La Nebulosa di Orione è un esempio di "fornace" in cui le stelle prendono vita; varie osservazioni hanno infatti rilevato all'interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo. Recenti osservazioni col telescopio spaziale Hubble hanno scoperto un numero così elevato di dischi protoplanetari, che al giorno d'oggi la gran parte di quelli conosciuti sono stati osservati entro questo complesso nebuloso. Il telescopio Hubble ha infatti rilevato più di 150 dischi protoplanetari, che sono considerati come lo stadio primario dell'evoluzione dei sistemi planetari. Questi dati sono utilizzati come evidenza che ogni sistema planetario ha origini simili in tutto l'Universo.
 
La parte più settentrionale della Nebulosa di Orione appare separata dal corpo centrale della nube da una banda di nebulosità oscure, che la fanno sembrare un oggetto indipendente, al punto che ha ricevuto dal Messier una denominazione separata ed è oggi nota come '''M43''', nonché un nome proprio indipendente ('''Nebulosa De Mairan'''). Al suo interno si trova la stella variabile NU Orionis, che oscilla fra le magnitudini 6,5 e 7,6.
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L’estremità meridionale della Spada è rappresentata dall’ammasso '''NGC 1980'''. A occhio nudo si nota senza difficoltà la stella ι Orionis, che con una magnitudine pari a 2,75 è l'astro più luminoso dell'ammasso, più alcune stelle di quinta magnitudine; con un binocolo 10x50 sono osservabili ulteriori componenti di settima magnitudine, tutte piuttosto ravvicinate fra loro, mentre con un piccolo telescopio e bassi ingrandimenti si arriva a notare fino a una trentina di stelle. All'ammasso si sovrappone una tenue nebulosità, parte del Complesso di Orione, evidente nelle foto a lunga esposizione. NGC 1980 è un oggetto molto giovane, dominato da stelle calde e azzurre di classe spettrale O e B; se si escludono un paio di stelle che paiono appartenere all'ammasso solo per un effetto prospettico, sovrapponendosi in realtà ad esso, la maggior parte delle stelle di NGC 1980 appartiene all'associazione OB Orion OB1. Si tratta di una vastissima associazione cui appartengono almeno 10.000 stelle, poste a una distanza media di circa 1400 anni luce.
 
L’estremità settentrionale della Spada è invece marcata dall’ammasso '''NGC 1981''', che è visibile ad occhio nudo come una macchia sfocata; le sue componenti sono stelle giovani e azzurre di magnitudine compresa fra 6 e 8, le più luminose delle quali formano un arco nella parte ad est dell'ammasso, mentre quelle meno luminose si dispongono ad ovest. L'ammasso viene risolto completamente con un binocolo 10x50 in nottate limpide; con un telescopio da 100mm100 mm offre una bella visione anche a bassi ingrandimenti. NGC 1981 è immerso nel grande Complesso nebuloso molecolare di Orione e le sue stelle illuminano parzialmente la nebulosa NGC 1977. NGC 1981 è costituito da alcune decine di stelle giovani e brillanti situate alla distanza di circa 1300-1400 anni luce; costituisce uno degli addensamenti più rilevati dell'Associazione Orion OB1, una delle associazioni OB meglio studiate a causa della sua vicinanza.
 
Fra NGC 1981 e la nebulosa M42 si trova la nebulosa '''NGC 1977''', illuminata da un brillante gruppo di stelle giovani; questa nebulosa inizia ad essere evidente anche con un telescopio da 150mm150 mm, seppure con difficoltà. La fonte di ionizzazione dei gas della regione è principalmente la stella azzurra 42 Orionis, sebbene molte altre stelle concorrano ad illuminare le nubi, come altre due stelle simili e la gigante gialla 45 Orionis; la responsabile del piccolo lembo nebuloso catalogato come NGC 1973 è invece la variabile KX Orionis.
 
==La Cintura di Orione==
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La brillante sequenza delle stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka costituisce la celeberrima Cintura di Orione; tutte e tre queste stelle sono giovani e piuttosto massicce e dominano su un ricco campo stellare formato dalle componenti del sottogruppo Orion OB1b, il quale è classicamente catalogato con la sigla Cr 70. La visione al binocolo è molto appagante, con finanche un centinaio di stelle visibili fino alla magnitudine 9; un telescopio anche di piccole dimensioni permette di ingrandire le zone dell’associazione in dettaglio, ma rischia di far perdere la visione d’insieme. Con strumenti di grande diametro diventano invece visibili le numerose nebulose associate a questo importante gruppo stellare.
 
Pochi minuti d’arco a est di Alnitak si trova la '''Nebulosa Fiamma''', nota anche come '''NGC 2024'''; è visibile con telescopi di 200mm200 mm di diametro, meglio se muniti di filtro UHC, ed è molto ben evidente nelle fotografie a lunga esposizione. La grande luminosità di Alnitak disturba però la sua osservazione. La sua caratteristica fisica principale, che le conferisce pure il nome, è una grande banda scura di polveri che l'attraversa da nord a sud, allargandosi progressivamente e conferendo alla parte brillante della nebulosa una forma a fiamma; la sorgente illuminante non è, come potrebbe sembrare, Alnitak, poiché questa stella si trova a circa 820 anni luce, dunque in primo piano a una distanza quasi dimezzata rispetto alla nebulosa, che sta invece a 1500 anni luce circa. La fonte potrebbe essere un giovane ammasso di circa 300 stelle scoperte nella parte meridionale della nube nel corso degli anni novanta, le cui componenti possiedono una magnitudine apparente che arriva fino alla tredicesima, o anche meno luminose.
 
A sud della stella Alnitak si può osservare nelle foto a lunga posa o direttamente con strumenti di diametro molto grande la lunga nebulosa '''IC 434''', che mostra una forma a lama orientata in senso nord-sud, che si assottiglia nella parte meridionale. Il suo gas riceve la radiazione ionizzante direttamente dalla stella σ Orionis, un brillante membro della grande associazione Orion OB1. La temperatura della regione è stata misurata tramite varie metodologie e sfruttando vari rapporti di radiazione, ottenendo inizialmente dei valori compresi fra gli 8000 K e i 7600 K; successivamente questo valore fu ridotto a 3360 K e anche meno a seconda della mappa presa come riferimento.
 
È proprio grazie a questa nebulosa che si rende visibile un getto di gas oscuro che si sovrappone ad essa mascherandone la luce; questo getto prende il nome di '''Nebulosa Testa di Cavallo''' (nota anche con la sigla '''B33''') ed è uno degli oggetti più famosi e caratteristici del cielo. Tuttavia è molto difficile poterla osservare visualmente: la sua forma caratteristica si può individuare principalmente attraverso le fotografie dell'area, oppure solo sfruttando telescopi di diametro davvero molto grande, oltre i 300mm300 mm. È talvolta confusa con IC 434, che è in realtà la nebulosa a emissione alle sue spalle, di colore rosso. L'oscurità della nebulosa è principalmente causata da polvere densa, anche se la parte più bassa del "collo" getta un'ombra sulla sinistra. I flussi di gas che lasciano la nebulosa sono incanalati da un forte campo magnetico; le macchie brillanti alla base di questa nebulosa sono invece giovani stelle in formazione. La Testa di cavallo dista circa 1500 anni luce e la sua massa è di circa 27 masse solari; possiede una velocità radiale di 5 km/s, con uno spostamento verso il rosso nella parte sudorientale; quella che appare come una “testa di cavallo” è di fatto una colonna di gas in sovrapposizione con IC 434, da cui emerge una sporgenza nella parte settentrionale (il "naso") che possiede una velocità radiale leggermente superiore, indice che sta subendo una spinta accelerativa a causa delle turbolenze.
 
Pochi minuti d’arco a nordest della Testa di Cavallo si trova '''NGC 2023''', una piccola nebulosa che brilla per riflessione della luce prodotta dalla stella HD 37903, di classe spettrale B5, da cui prende il colore marcatamente azzurrognolo; si tratta della parte illuminata più meridionale di Orion B. Gli studi condotti all'infrarosso hanno mostrato che al suo interno si trova un ammasso composto da 16 sorgenti infrarosse coincidenti con altrettante stelle giovani, circondate dai gas da cui si sono originate; fra queste l'unica osservabile anche nella banda della luce visibile è la stessa che illumina la nube, essendo la più massiccia e l'unica non oscurata dalle polveri direttamente. La nebulosa costituisce inoltre una delle sorgenti di idrogeno molecolare più brillanti dell'intera volta celeste; ciò la rende un perfetto laboratorio per lo studio della fluorescenza di questo gas. La sua struttura forma una cavità sulla superficie del complesso nebuloso in cui è immersa, mentre la radiazione ultravioletta delle stelle in essa avvolte opera una fotolisi sulle sue molecole.
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A nord di Alnitak spiccano altre due nebulose a riflessione. Una di queste è '''IC 431''', che appare circondata da un gran numero di altre nebulose, in particolare dalla vicina IC 432, che appare pochi primi d'arco ad est, ed è illuminata da una stella catalogata come HD 37674, una stella bianco-azzurra di sequenza principale di classe spettrale B3V, la cui misura della parallasse fornisce un valore di distanza pari a circa 990 anni luce dal sistema solare; questa stella imprime ai gas della nebulosa un colore marcatamente bluastro. La regione di cielo in cui la nube fisicamente si trova è la medesima di quella di Alnitak, la quale potrebbe concorrere essa stessa all'illuminazione di tutti i gas circostanti, che appaiono di un colore azzurro pallido.
 
Pochi primi d'arco ad est si trova '''IC 432''', un’altraun'altra piccola nebulosa a riflessione illuminata da una stella catalogata come HD 37776, una stella subgigante azzurra di classe spettrale B2IV, la cui misura della parallasse fornisce un valore di distanza pari a circa 1075 anni luce dal sistema solare. La regione di cielo in cui la nube fisicamente si trova sarebbe la medesima di quella di Alnitak, la quale potrebbe concorrere essa stessa all'illuminazione di tutti i gas circostanti, che appaiono di un colore azzurro pallido; tuttavia, altre misurazioni della parallasse indicano un valore di distanza maggiore, fino a 1600 anni luce di distanza. HD 37776 è anche una stella variabile del tipo SX Arietis, con oscillazioni comprese fra le magnitudini 6,97 e 7,02 nell'arco di circa 1,54 giorni.
 
Circa 2 gradi in direzione NNE rispetto alla brillante stella Alnilam, l'astro centrale del ben noto asterismo della Cintura di Orione, si trova '''vdB 48'''; si presenta come una nube allungata in senso est-ovest con sovrapposte delle stelle di classe spettrale B allineate nello stesso senso, che imprimono ai gas un intenso colore bluastro. La principale fonte di illuminazione proviene dalle stelle HD 37370 e HD 37371, la cui distanza di circa 740 anni luce le colloca nella regione di Alnilam, la quale potrebbe pure concorrere assieme alle altre stelle all'illuminazione dei gas della nebulosa.
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Alcuni altri addensamenti nebulosi si trovano fra Alnilam e Mintaka, come '''IC 426''' e '''IC 423''', che testimoniano la grande presenza di gas che avvolge la regione attorno all’associazione Orion OB1 e in particolare il sottogruppo Orion OB1b. L’insieme dei veli nebulosi parzialmente a riflessione e parzialmente debolmente ionizzati attorno alla stella Alnilam è invece indicato con la sigla '''NGC 1990''' e si rende visibile solo in fotografia con numerose integrazioni. Il complesso sistema di nebulose che senza soluzione di continuità si estende invece fra Alnilam e Mintaka è invece talvolta indicato con la sigla '''IC 424'''.
 
Altre nebulose incluse nel catalogo van den Bergh si rinvengono invece a nord della Cintura e nei pressi della stella Bellatrix; alcuni di questi oggetti sono piuttosto notevoli, come '''vdB 43''' e soprattutto '''vdB 38''', e possono essere osservati con telescopi di diametro molto grande, oltre i 400mm400 mm, oppure riprese nelle fotografie astronomiche.
 
==Altre nebulose==
[[File:Messier 78.jpg|300px|thumb|left|La nebulosa a riflessione M78 è visibile facilmente anche con piccoli strumenti.]]
Un gran numero di altre nebulose si aggiunge al corteo di nubi di varia natura visibili in questo settore di cielo; le più importanti fra queste giacciono in particolare a nordest della Cintura di Orione, a ridosso dell’Anello di Barnard e fanno parte del complesso scarsamente illuminato di Orion B; si tratta in prevalenza di nebulose oscure, ma alcune parti sono illuminate da stelle giovani ed emettono una luce bluastra. Fra queste si trova '''M78''', che si individua molto facilmente partendo dalla stella Mintaka, una delle tre stelle della Cintura di Orione, e spostandosi di 3° verso est e mezzo grado a nord. L'oggetto è anche alla portata di un binocolo 10x50, sebbene occorra un cielo molto nitido per la sua osservazione, come pure osservandolo con un telescopio da 60-80mm80 mm di apertura; si vede invece molto ben chiaramente in un 140mm140 mm, dove si mostra come una macchia ampia di colore grigiastro o azzurrognola e circondante una coppia di stelle. In un 300mm300 mm il lato settentrionale possiede un bordo netto, causato dalla presenza di una banda oscura. M78 è la nebulosa a riflessione più brillante del cielo; fa parte di un gruppo di nebulose che comprende NGC 2064, NGC 2067 e NGC 2071, lontano 1.600 anni luce dalla Terra. Le due stelle che illuminano la nube di polvere in M78 sono catalogate come HD 38563A e HD 38563B e sono di magnitudine 10; l'estensione reale della nebulosa è pari a circa 4 anni luce. Nel gennaio del 2004 la stella V1647 Orionis, una giovane variabile eruttiva situata sul bordo nordoccidentale della nube, subì un improvviso picco di luminosità, illuminando una parte dei gas della nube: questo evento ebbe notevole importanza nello studio delle dinamiche correlate alle giovani stelle di pre-sequenza principale e fu intensamente studiata per due anni, corrispondenti al periodo in cui mantenne una luminosità superiore alla norma; nell'ottobre del 2005 la sua luminosità scese bruscamente.
 
Poco a nord di M78, sempre alla distanza di 1600 anni luce, si trova la già citata '''NGC 2071''', anch’essa piuttosto brillante, anche se meno della precedente; può essere osservata con un telescopio da 200mm200 mm ed è ben evidente nelle foto a lunga esposizione. Possiede al suo interno una grande popolazione di stelle T Tauri e una piccola nube di idrogeno ionizzato individuata alla banda delle onde radio e catalogata come NGC 2071-OH, al cui interno è presente una stella massiccia ancora avvolta nel suo bozzolo originario. Sono quindi presenti numerosi indizi che fanno ritenere che i fenomeni di formazione stellare siano ben attivi anche nei pressi di queste nebulose.
 
In Eridano si trova infine '''IC 2118''', nota anche col soprannome di '''Nebulosa Testa di Strega'''. Si tratta di una nebulosa a riflessione ben nota, situata poco a sud della stella Cursa (β Eridani) e circa otto gradi ad ovest di Orion A; la fonte della luce che la nebulosa riflette sarebbe la brillante stella Rigel, situata circa due gradi ad est. La sua luminescenza la rende visibile nelle fotografie, in cui appare di un netto colore azzurrognolo dovuto alla riflessione della luce blu proveniente dalle stelle vicine. La nebulosa dista circa 685 anni luce, venendosi così a trovare sulla parte più esterna del Complesso di Orione, rivolta verso la nostra direzione; contiene alcune regioni più dense e luminose, catalogate come LBN 968, LBN 959 e LBN 975. Da un punto di vista evolutivo, questa nebulosa e i banchi di gas ad essa associati sarebbero classificabili come un residuo di una nube molecolare; al suo interno sono presenti dei limitati fenomeni di formazione stellare, che sono testimoniati dalla presenza di alcune sorgenti infrarosse che possiedono delle intensità di flusso all'infrarosso tipiche degli oggetti stellari giovani. Alcune delle sottostrutture della nube mostrano inoltre una forma a cometa con la coda rivolta in direzione opposta alle stelle dell'associazione Orion OB1, indice che i gas della nube sono soggetti all'azione fotoevaporante delle sue stelle più massicce.