Guida alle costellazioni - Regioni celesti scelte/Galassie nell'Orsa Maggiore: differenze tra le versioni

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La figura del Grande Carro è probabilmente alla base del più antico mito cui l’Umanità faccia ancora riferimento; è una delle più caratteristiche del cielo boreale ed è spesso riconosciuta anche da chi non segue l’astronomia.
 
Al di là delle sue stelle brillanti, con un telescopio da 200mm200 mm di diametro è possibile osservare diverse galassie, alcune della quali sono anche relativamente semplici e alla portata anche di telescopi più piccoli.
 
==Caratteristiche==
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Durante i mesi primaverili boreali l’Orsa Maggiore appare allo zenit; nella sua parte centrale, nei pressi del quadrilatero delineato dalle stelle occidentali del Grande Carro, sono presenti numerose galassie e gruppi di galassie ben evidenti soprattutto nelle fotografie a lunga esposizione.
 
In realtà, alcune di queste galassie sono individuabili anche visualmente e con telescopi di diametro medio-piccolo, come quelli da 100-120mm120 mm; sono infatti presenti galassie incluse nel Catalogo di Messier, come M108, M109 e, a breve distanza, M106.
 
I gruppi di galassie più vicini in realtà si trovano nella parte settentrionale della costellazione e sono le famose M81 e M82, la cui distanza da noi si aggira sugli 11 milioni di anni luce; tuttavia, a circa 60-80 milioni di anni luce di distanza si trovano diversi gruppi di galassie molto popolosi, come il gruppo di M109 e quello di NGC 3610, le cui componenti principali sono distinguibili anche con strumenti molto diffusi presso gli appassionati.
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Si tratta di un insieme di galassie in gran parte a spirale, esteso per circa 15 gradi di volta celeste; l’addensamento principale è costituito dal '''Gruppo di M109''', che comprende la galassia omonima assieme a una trentina di altre galassie più piccole o meno appariscenti, in massima parte situate a una distanza compresa fra 55 e 60 milioni di anni luce. A queste se ne aggiungono alcune la cui appartenenza è dubbia, ma la cui distanza potrebbe in effetti essere compatibile.
 
La galassia dominante, nonché la più appariscente, di questo gruppo è '''M109''', che dà appunto il nome al gruppo stesso. La sua posizione è facilissima da individuare, trovandosi solo un grado a sudest della brillante stella Phecda (γ Ursae Majoris), che fa parte dell'asterismo del Grande Carro; con un binocolo da 10x50 non è osservabile, così come non lo è nei comuni cercatori da 50mm50 mm di apertura; tuttavia può essere trovata con facilità inquadrando direttamente la stella γ. La sua luminosità è piuttosto bassa e la luce della vicina stella infastidisce un po' la sua osservazione se si osserva con un oculare a grande campo; la struttura maggiormente visibile è il nucleo, da cui parte la barra centrale, a cui sono legati due bracci di spirale. Questa galassia dista sui 55 milioni di anni luce e si trova nei pressi dell’estremità settentrionale del gruppo; possiede un diametro reale di circa 130.000 anni luce, dunque leggermente superiore a quello della Via Lattea. Ha inoltre tre galassie satelliti, note con le sigle UGC 6923, UGC 6940 e UGC 6969, cui se ne potrebbero aggiungere altre ancora non riconosciute come tali. La distribuzione delle regioni di idrogeno neutro di M109 è regolare, con un'estensione radiale di basso livello all'esterno del disco galattico, mentre nella regione della barra è presente un buco nella sua distribuzione.
 
L’estremità meridionale del gruppo è invece centrata sulla galassia a spirale barrata '''NGC 3726''', che si trova 2 gradi e mezzo a sudovest di χ Ursae Majoris ed è anch’essa alla portata di piccoli strumenti, sebbene con difficoltà; attraverso un telescopio da 200mm200 mm di diametro si evidenzia il nucleo e la galassia assume una forma ovale allungata. Questa galassia si trova sul lato del gruppo rivolto verso la Via Lattea, trovandosi infatti a circa 45 milioni di anni luce; possiede un nucleo piccolo e una barra sottile, che termina in una struttura ad anello dalla quale partono i bracci di spirale, di aspetto inizialmente ben marcato ma che dopo mezzo giro tendono a diventare sfilacciati. La struttura del disco è molto ricca di stelle giovani e calde, nonché di regioni H II; all’esterno si trova invece un alone di materia oscura molto massiccio. Il diametro della galassia è di circa 85.000 anni luce.
 
Ad appena 15 minuti d’arco dalla χ Ursae Majoris, di magnitudine 3,69, si trova '''NGC 3877''', uno dei membri più massicci del gruppo; con strumenti da 100mm100 mm e ingrandimenti oltre i 50x è visibile come una piccola macchietta specialmente con la visione distolta, mentre con un 200mm200 mm si può apprezzare il suo aspetto allungato in senso nordest-sudovest. Si tratta di una galassia spirale vista quasi di taglio e perciò dall’aspetto simile a un fuso; benché la sua morfologia sia di difficile studio a causa della sua angolazione, sembrerebbe una spirale senza barra, di tipo Sc. La sua distanza è stimata sui 50 milioni di anni luce.
 
Andando invece un grado a nordest sempre della stella χ Ursae Majoris si trova '''NGC 3893''', un’altraun'altra spirale stavolta vista quasi di faccia. È visibile anche con telescopi da 100-120mm120 mm, con cui appare come una piccola macchia circolare uniforme e sfumata; telescopi da 180-200mm200 mm permettono di notare attorno al nucleo un leggero alone chiaro e qualche venatura più luminosa. La sua morfologia è quella di una spirale molto ben definita e chiara, con due bracci maggiori e altre strutture minori estesi su un disco molto ricco di regioni H II; il suo diametro reale è pari a 70.000 anni luce, mentre la sua distanza è di 50 milioni di anni luce, al pari delle galassie circostanti. Appare in interazione con la vicina NGC 3896, molto più piccola, la quale è responsabile delle strutture deformate e i ponti stellari che circondano la galassia principale, frutto dell’interazione mareale.
 
Un grado e mezzo a est di χ Ursae Majoris si trova un’altraun'altra galassia abbastanza semplice, la '''NGC 3949'''; se l’inquinamento luminoso è del tutto assente può essere notata anche con un telescopio da 120mm120 mm, sebbene sia molto d’aiuto la visione distolta, mentre con un 200mm200 mm è molto più evidente come un ovale chiaro dai contorni sfumati orientato in senso nordovest-sudest. Si tratta di una galassia spirale semplice con un nucleo piuttosto corposo circondato da una struttura di bracci molto frastagliata, con numerose diramazioni, su cui giacciono numerosi vasti complessi di regioni H II; al pari delle sue compagne, la sua distanza è stimata sui 50 milioni di anni luce.
 
Nelle foto a lunga esposizione emergono numerose altre galassie nei dintorni, fra le quali spicca '''NGC 3769''', una spirale barrata vista di taglio e visibile anche con telescopi da 180-200mm200 mm di diametro; è accompagnata dalla più piccola '''NGC 3769A''', con la quale sembra in interazione.
 
Fra Phecda (γ Ursae Majoris) e χ Ursae Majoris si trova il secondo insieme del Gruppo di M109, quello che, come visto, comprende anche la stessa M109.
 
Qui la più facile è la galassia '''NGC 3953''', la quale è visibile anche con un telescopio da 100mm100 mm come una macchia tonda luminosa; anche con telescopi da 150mm150 mm l’aspetto resta simile, ma con due piccole protuberanze ai lati, che costituiscono l’anello luminoso che circonda la barra centrale e le conferiscono un aspetto allungato: si tratta infatti di una spirale barrata di tipo intermedio, con una struttura dei bracci molto ben sviluppata in cui si contano quattro bracci principali e numerosi speroni minori su cui sono attivi in più punti processi di formazione stellare, con un aspetto generale che potrebbe essere molto simile a quello della Via Lattea. Anche le dimensioni sarebbero molto simili. La sua distanza è stimata fra i 50 e i 64 milioni di anni luce.
 
[[File:Regioni celesti scelte - UMadettaglio1.png|300px|thumb|left|Carta di dettaglio delle galassie attorno alla stella χ Ursae Majoris.]]
Meno di un grado a sudovest si trova '''NGC 3917''', una galassia spirale vista quasi di taglio e dunque di aspetto molto allungato; nonostante ciò, è relativamente luminosa ed è alla portata anche di un telescopio da 150mm150 mm di diametro, dove appare con un piccolo fuso chiaro sotto ottime condizioni osservative. Nelle fotografie si evidenzia a meno di 10 minuti d’arco verso ovest un’altraun'altra piccola galassia anch’essa vista di taglio e molto sottile, la UGC 6802, molto più debole.
 
Circa 3 gradi a sudest di Phecda (γ Ursae Majoris) si trova la '''NGC 4026''', una galassia lenticolare vista di taglio e quindi con l’aspetto di un lungo fuso orientato in senso nord-sud, con un nucleo piuttosto brillante; proprio il nucleo è la caratteristica visibile attraverso strumenti da 100mm100 mm di diametro, con cui appare come una macchia luminosa di aspetto quasi stellare. Con telescopi da 200mm200 mm è evidente ad alti ingrandimenti anche il fuso che forma il disco. La sua distanza è stimata sui 50 milioni di anni luce, mentre le sue dimensioni reali sarebbero di circa 80.000 anni luce. Nel suo nucleo si trova un buco nero supermassiccio con una massa stimata compresa fra 166 e 275 milioni di masse solari.
 
Circa un grado a sudest si trova '''NGC 4088''', un po’ meno appariscente della precedente ma sempre alla portata di strumenti di 100-120mm120 mm di diametro, dove appare come una macchia dalla forma irregolare e sfuggente, molto più staccata usando la visione distolta. Per apprezzarne meglio la presenza occorrono strumenti da 200mm200 mm e oltre, con cui può evidenziarsi la struttura deformata. La galassia presenta un’evidente deformazione dei suoi bracci di spirale, i quali sono comunque molto ben definiti e chiari; la sua distanza è pari a 52 milioni di anni luce.
 
A soli 11 minuti d’arco verso sud appare la galassia compagna, '''NGC 4085''', con la quale è in interazione; per individuarla occorrono però telescopi da 150mm150 mm di apertura, con cui appare solo come una piccola macchia simile a una debole stellina sfumata. Nelle fotografie ad alta risoluzione è possibile inquadrare con facilità sia questa che la precedente.
 
Ancora più a est di questa coppia, in posizione un po’ isolata, vi è la galassia '''NGC 4157''', più difficile delle precedenti in quanto meno luminosa; per individuarla con sicurezza occorrono telescopi da almeno 200mm200 mm, con cui appare per altro solo come un debolissimo alone allungato. Si tratta di una spirale probabilmente barrata vista di taglio, con un disco attraversato da polveri oscure e in cui sono attivi estesi fenomeni di formazione stellare, come testimonia la presenza di un gran numero di stelle giovani e brillanti. La sua distanza è un po’ incerta, ma è compresa fra i 40 e i 60 milioni di anni luce circa.
 
La galassia '''NGC 4102''' appare invece più vicina a M109, dalla quale è separata da circa un grado e mezzo, verso sudest. Con un telescopio da 120mm120 mm appare come un piccolo batuffolo chiaro con un nucleo più luminoso; l’alone diventa molto più evidente con telescopi da 200mm200 mm e ingrandimenti spinti oltre i 100x. Sul lato occidentale è presente una stella di magnitudine 11,5 (che si rivela doppia ad altissimi ingrandimenti), che potrebbe inizialmente confondere dando l’idea di una supernova esplosa fra i suoi bracci. NGC 4102 è una galassia spirale di tipo intermedio, con due bracci particolarmente sviluppati e spessi su cui sono attivi forti ed estesi processi di formazione stellare, come è ben evidente dalle numerose associazioni di stelle giovani e blu; è presente inoltre un anello di starburst del diametro di 1000 anni luce contenente almeno 3 miliardi di masse solari. La sua distanza è stimata sui 69-70 milioni di anni luce ed è quindi uno dei membri più lontani del Gruppo di M109.
 
[[File:This is no supermodel spiral.jpg|300px|thumb|left|La galassia NGC 4102, in cui sono attivi fenomeni di starburst.]]
[[File:M108HunterWilson.jpg|300px|thumb|left|La galassia M108 è vista di taglio e possiede una struttura ricca di gas e polveri.]]
Sul lato opposto, circa 3 gradi a WSW da Phecda (γ Ursae Majoris) si trova la galassia '''NGC 3729''', una piccola ma appariscente spirale barrata, visibile con strumenti da 120-150mm150 mm di diametro come una macchia circolare di aspetto compatto e quasi stellare; le strutture della sua barra restano invisibili fino a che non si osserva con diametri superiori ai 200mm200 mm. Questa galassia ha un nucleo brillante nascosto in una barra molto ben marcata, alle cui estremità si diparte una struttura ad anello formata dai suoi bracci, molto stretti e su cui si trovano diversi noduli più luminosi; all’esterno si estende un complesso sistema apparentemente nebuloso, probabilmente risultato di qualche interazione con galassie vicine. La sua distanza è stimata sui 60 milioni di anni luce, mentre il suo diametro è di circa 60.000 anni luce.
 
A breve distanza verso ovest si trova anche la galassia lenticolare '''NGC 3718''', leggermente meno appariscente e vista di faccia, con la quale forma una coppia; la sua caratteristica più notevole è una fitta banda di polveri oscure che l’attraversa passando davanti al brillante nucleo: in ciò ricorda la famosa galassia Centaurus A. La sua morfologia deformata si ritiene che sia stata causata dall’interazione con la vicina galassia NGC 3729. Sul bordo occidentale si trova il quintetto di deboli galassie Hickson 56, distante circa 365 milioni di anni luce; troppo deboli per essere osservate con gli strumenti più comuni, diventano evidenti in fotografia.
 
Circa 2 gradi più ad ovest si trova '''NGC 3631''', una galassia spirale visibile di faccia e coi bracci molto ben definiti circondanti un nucleo piuttosto piccolo. Nonostante abbia delle discrete dimensioni apparenti possiede una luminosità superficiale piuttosto bassa, per cui è difficile notare particolari al di là del suo nucleo rotondo, che per altro è già visibile con telescopi da 120mm120 mm di diametro. I suoi due bracci principali sono caratterizzati da numerose ramificazioni e appaiono punteggiati da numerosi gruppi di stelle giovani e regioni H II; la galassia possiede una debole emissione di raggi X diffusa e contiene ben 6 possibili sorgenti di raggi X ultraluminose (nella Via Lattea non ne è nota alcuna): si ritiene che solitamente queste sorgenti sono associate a stelle di neutroni o a buchi neri. Fra i suoi bracci si sono anche osservate diverse supernovae. Stime sulla sua distanza variano da 35 a 60 milioni di anni luce.
 
A breve distanza dalla stella Merak (β Ursae Majoris) si può osservare infine '''M108''', che è talvolta considerata come un membro distaccato del Gruppo di M109. È visibile anche con un binocolo 20x80 in una notte buia e limpida e la sua individuazione è facilitata notevolmente dalla presenza di Merak. È alla portata anche di un telescopio da 60mm60 mm, dove si mostra come un fuso piuttosto allungato in senso est-ovest, mentre con uno strumento da 150mm150 mm sono già visibili alcune condensazioni più luminose, sebbene l’oggetto resti comunque poco contrastato rispetto al fondo cielo. M108 è una galassia spirale vista quasi perfettamente di taglio ed è attraversata dai grandi complessi di nebulose oscure e polveri interstellari situati sui suoi bracci, che rendono visibile con difficoltà anche il nucleo galattico. Sono note anche alcune regioni H II, in cui hanno sede fenomeni di formazione stellare. La massa totale della galassia sarebbe di 125 milioni di masse solari, dunque inferiore rispetto a quella della Via Lattea, mentre nel suo alone ci sarebbero circa 300 ammassi globulari. La sua distanza si aggira sui 45 milioni di anni luce.
 
A nord di M109 si trovano infine alcune galassie che farebbero parte del Gruppo, sebbene per alcune di essere la loro effettiva appartenenza sia messa in dubbio. Fra queste vi è la '''NGC 3921''', una galassia interagente situata a 59 milioni di anni luce; è considerata come un esempio di ciò che resta dopo un processo di fusione fra galassie: le due galassie originarie erano probabilmente delle spirali, che hanno iniziato a collidere circa 700 milioni di anni fa. La bassa luminosità di quest’oggetto la rende comunque lontana dalla portata di strumenti di piccolo e medio diametro.
 
Un’altraUn'altra galassia qua visibile è '''NGC 3998''', di morfologia lenticolare e visibile come una piccola macchia di aspetto quasi stellare anche con telescopi da 100-120mm120 mm di diametro; la sua distanza è stimata sui 51 milioni di anni luce.
 
Fra le altre galassie del gruppo vi è '''NGC 3972''', una spirale vista quasi di taglio con bracci molto ben avvolti e punteggiati di regioni H II, e NGC 3982, una spirale attiva di tipo Seyfert 2, grande un terzo della Via Lattea, vista quasi perfettamente di faccia e mostrante bracci di aspetto ramificato attraversati da grandi regioni H II; entrambe possono essere individuate con telescopi da 150mm150 mm di apertura.
 
==Gruppi sparsi e isolati==
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[[File:NGC 3898 hst 09042 R814B450 06359 606.png|300px|thumb|left|La galassia spirale NGC 3898 presenta bracci molto ben avvolti attorno a un nucleo molto brillante.]]
[[File:Hubble Interacting Galaxy NGC 3690 (2008-04-24).jpg|300px|thumb|left|Le galassie interagenti NGC 3690A e NGC 3690B, note anche con la sigla Arp 299.]]
Una galassia in primo piano rispetto a tutte le altre visibili qua è '''NGC 3738''', una galassia nana irregolare che trovandosi a soli 12 milioni di anni luce appartiene al Gruppo di M81, adiacente al nostro Gruppo Locale. Si tratta di una galassia di aspetto compatto, con un diametro di appena 10.000 anni luce ma ricco di gas: qui infatti hanno avuto luogo recenti intensi fenomeni di formazione stellare che hanno portato alla presenza di numerose stelle blu e massicce. La galassia è visibile anche con strumenti da 150mm150 mm di diametro.
 
A una distanza di circa 26 milioni di anni luce si trova il '''Gruppo Canes II''', con una trentina di componenti, la cui dominante è senza dubbio la famosa '''M106''', situata nei Cani da Caccia. Si trova circa due gradi a sud della stella 3 Canum Venaticorum, una stella di magnitudine 5,28 posta alcuni gradi a sudest di Phecda (γ Ursae Majoris); può essere notata anche con un binocolo 10x50 sotto un cielo molto buio, in cui appare come una macchia di forma ovoidale. Un telescopio da 150mm150 mm di apertura permette di individuare alcuni particolari, come l'irregolarità della luminosità dell'alone. La sua forma ricorda quella della Galassia di Andromeda, ma con una diversa inclinazione, al punto da rendere visibili tutte le strutture delle nubi di polveri sul piano galattico; i bracci di spirale sono ricchi di regioni H II che nelle immagini si mostrano di colore blu e rosso, a seconda se siano associate o meno ad ammassi di stelle particolarmente calde e luminose. La sua distanza è stimata sui 21-25 milioni di anni luce.
 
A circa mezzo grado verso est si trova '''NGC 4217''', talvolta considerata come una galassia compagna di M106, sebbene le stime sulla sua distanza varino sensibilmente: alcune stime indicano circa 36 milioni di anni luce, mentre altre indicano oltre 60 milioni di anni luce. Può essere notata anche con un telescopio da 150mm150 mm, dove appare come un esile fuso chiaro, si tratta infatti di una galassia spirale vista perfettamente di taglio, con una densa banda di polveri che la attraversa nascondendone le regioni del nucleo.
 
Circa 2 gradi e mezzo a NNW della stella Phecda (γ Ursae Majoris) si trova '''NGC 3898''', una spirale con sottili bracci molto ben avvolti attorno a un nucleo piuttosto luminoso e dominante. Fuori dalla portata di piccoli strumenti, inizia ad essere visibile con un telescopio da 150mm150 mm, dove si mostra come una piccola macchia sferoidale o appena allungata, di aspetto quasi stellare, circondato da un leggero alone; strumenti più grandi non permettono di mostrare molti dettagli aggiuntivi. La sua distanza è stimata sui 56 milioni di anni luce ed è pertanto compatibile con quella del Gruppo di M109, ma vi sono dubbi sulla sua reale appartenenza fisica al gruppo.
 
Un discorso analogo riguardo la loro appartenenza al gruppo è valido anche per le due galassie a spirale '''NGC 3733''' e '''NGC 3756''', situate a un terzo della distanza fra le stelle Phecda (γ Ursae Majoris) e Merak (β Ursae Majoris); entrambe visibili solo con strumenti da 200mm200 mm a salire, distano rispettivamente 56 e 66 milioni di anni luce.
 
A nord del Grande Carro, seguendo un allineamento di stelle di magnitudine 6 e 7 che da Dubhe (α Ursae Majoris) prosegue verso est, si arriva a una coppia di galassie che costituiscono la coppia dominante di un gruppo di galassie noto con la sigla '''LGG 266''', la cui distanza media si aggira sui 65 milioni di anni luce.
 
La galassia dominante è '''NGC 4036''', di morfologia lenticolare e visibile anche con telescopi da 100mm100 mm di diametro, dove appare come un’ellisse luminosa estesa per alcuni minuti d’arco; con strumenti più grandi non aumentano i dettagli, pur mostrandosi molto più chiara ed evidente. Benché considerata lenticolare, nelle foto riprese da telescopio Hubble mostra un accenno molto vago di struttura a spirale, attraversata da tre sottili bande oscure che si estendono fino alle regioni in vicinanza del nucleo. La sua distanza è stimata sui 62 milioni di anni luce.
 
Appena 15 minuti d’arco a NNE si trova '''NGC 4041''', compagna della precedente e un po’ meno appariscente: è infatti visibile chiaramente solo con telescopi da 120-150mm150 mm di diametro, dove appare come una macchia tondeggiante di aspetto simile a una stellina sfocata; la sua bassa luminosità superficiale non aiuta a contrastarla se il cielo non è in ottime condizioni atmosferiche. Si tratta di una galassia spirale visibile quasi di faccia, con un nucleo appariscente e dei bracci molto esili e a tratti frammentati, dove giacciono diversi gruppi stellari giovani. Curiosamente però, la formazione stellare risulta più attiva nelle regioni centrali, fenomeno che può essere spiegato con una recente fusione con una galassia nana avvenuta negli ultimi 100 milioni di anni. La sua distanza è stimata sui 70 milioni di anni luce.
 
La zona occidentale del Grande Carro è occupata dal '''Gruppo di NGC 3642''', che include una decina di galassie poste alla distanza media di 85 milioni di anni luce dalla Via lattea. Tuttavia, poiché sulla distanza di NGC 3642 permangono delle incertezze, con stime che la collocano ad appena 27 milioni di anni luce (e quindi molto in primo piano), talvolta ci si riferisce a questo gruppo come “Gruppo di NGC 3610”.
NGC 3642 è una delle galassie più appariscenti in direzione di questo gruppo: è individuabile anche con telescopi da 120mm120 mm di diametro come una piccola macchia di forma circolare, mentre un leggero alone sfumato diventa visibile con strumenti più grandi. I bracci sono invece molto tenui e fuori dalla portata di telescopi comuni. Si tratta di una galassia spirale priva di barra, il cui nucleo è circondato da un singolo braccio di spirale che gli si avvolge attorno formando una sorta di anello; al suo esterno partono i bracci veri e propri, che hanno un aspetto sfilacciato e tenue. Se la distanza di 30 milioni di anni luce è considerata corretta, questa galassia non può far parte del gruppo sopra citato, trovandosi in primo piano; a questa distanza, le sue dimensioni reali corrispondono a circa 50.000 anni luce di diametro.
 
'''NGC 3610''', visibile circa mezzo grado a sudest, è invece sicuramente legata al gruppo; può essere notata anche con telescopi da 120mm120 mm di diametro, sebbene occorrano cieli molto limpidi; appare come una macchia circolare di aspetto stellare, priva di ulteriori dettagli. Con telescopi da 200mm200 mm appare invece di aspetto leggermente allungato. Si tratta di una galassia ellittica di morfologia schiacciata (tipo E5), sebbene sia presente comunque una struttura a disco assai prominente: ciò si spiega col fatto che questa galassia avrebbe assunto l’aspetto ellittico solo recentemente, a seguito della collisione fra galassie a spirale, pertanto questa struttura non è ancora sparita del tutto. La sua distanza è di circa 83 milioni di anni luce.
 
Poco meno di un grado a sud si trova '''NGC 3613''', anch’essa di morfologia ellittica ma un po’ meno appariscente della precedente. Con un telescopio da 120-150mm150 mm appare come una debole macchia leggermente allungata in senso est-ovest, con un contorno leggermente sfumato. La sua distanza è stimata sui 95 milioni di anni luce circa.
 
Appena 15 minuti d’arco a SSE è visibile la galassia '''NGC 3619''', un po’ meno luminosa e infatti alla portata solo di telescopi da 150mm150 mm a salire; con un 150mm150 mm è appena visibile come una tenue macchia circolare molto debole e difficile. Si tratta di una galassia di morfologia a cavallo fra le lenticolari e le barrate, situata a circa 90 milioni di anni luce.
 
Altre galassie legate a questo gruppo sono più deboli; fra queste vi è '''NGC 3669''', una spirale vista di taglio e individuabile solo con telescopi da almeno 250mm250 mm di diametro. La sua distanza sarebbe di oltre 110 milioni di anni luce ed è quindi situata sul bordo a noi più remoto del gruppo.
 
Anche '''NGC 3674''' appare piuttosto debole e anch’essa è infatti fuori dalla portata di telescopi di diametro inferiore ai 250mm250 mm; si tratta di una galassia lenticolare vista quasi di taglio, situata alla distanza di circa 95 milioni di anni luce.
 
Fra le componenti più remote di questo gruppo vi sono le galassie interagenti '''NGC 6390A''' e '''NGC 6390B''', note collettivamente anche con la sigla Arp 299. Possono essere notate con difficoltà attraverso un telescopio di 200mm200 mm di diametro, ma i loro splendidi dettagli non sono visibili in alcun modo se non in fotografia ad alta risoluzione; queste due galassie sono in fase di profonda interazione, dalla quale sono derivate intense ed estese regioni di starburst. La loro distanza è di circa 130 milioni di anni luce.
 
In posizione un po’ isolata sia apparentemente che effettivamente da altri gruppi di galassie è la '''NGC 3780''', situata circa a metà strada fra le stelle Merak (β Ursae Majoris) e Megrez (δ Ursae Majoris); è alla portata di telescopi da 150mm150 mm di diametro, sebbene sia visibile con difficoltà e appaia come una piccola macchia senza dettagli appariscenti. Si tratta di una galassia spirale vista di faccia, con un nucleo brillante da cui si dipartono dei bracci di spirale di aspetto sfilacciato; la sua distanza è di circa 65 milioni di anni luce.
 
Un’altraUn'altra galassia relativamente isolata è '''NGC 3945''', una bella galassia lenticolare visibile anche con telescopi di 120mm120 mm di diametro come un ovale chiaro ben contrastato, mentre con strumenti di 250mm250 mm si rende parzialmente visibile anche l’alone. La sua distanza è stimata sui 62 milioni di anni luce, cui corrisponde un diametro reale di circa 90.000 anni luce.
 
==Il Superammasso dell'Orsa Maggiore==
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L’ammasso più appariscente, nonché uno dei più vicini, è '''Abell 1377''', situato a circa 710 milioni di anni luce; possiede una morfologia irregolare che sarebbe caratteristica di ammassi di galassie relativamente giovani. Benché sia inosservabile visualmente con i normali telescopi, in fotografia può rivelarsi un facile bersaglio; la sua posizione è facile da individuare, partendo dalla stella Phecda (γ Ursae Majoris) e spostandosi circa 2,5 gradi a nordovest, fino a trovare una stella arancione di magnitudine 5,3 (HD 102328): l’ammasso si trova appena 5 minuti d’arco a nord di questa stella. Le sue galassie più appariscenti sono solo di magnitudine 15 e pertanto sono facilmente immortalabili nelle fotografie ad alta risoluzione e a lunga posa, soprattutto se si ha l’accortezza di tagliare la luce della stella sopra citata, che può essere una fonte di disturbo. Sono qui visibili una trentina di galassie suddivise vagamente in due gruppi, fra i quali quello più ricco è apparentemente quello occidentale; le componenti più luminose sono di magnitudine 15 circa, fra le quali la più notevole è PGC 36774, una galassia gigante di tipo lenticolare o forse ellittico dal diametro di 0,7 minuti d’arco. Molte altre componenti mostrano una morfologia ellittica, come spesso accade negli ammassi di galassie massicci e compatti.
 
Fra gli altri ammassi di galassie facenti parte di questo grande superammasso c’è '''Abell 1318''', decisamente più difficile da individuare anche nelle fotografie perché più sparso e meno contrastato. La sua posizione si trova con facilità, individuando una stella di magnitudine 5,7 situata esattamente sulla linea congiungente le stelle Merak (β Ursae Majoris) e Phecda (γ Ursae Majoris), più vicina a quest’ultima; l’ammasso si trova ad appena 10-15 minuti d’arco ed è formata da alcune decine di galassie molto deboli, fra le quali sono alcune sono più luminose della magnitudine 16. La sua importanza è data non tanto dal suo aspetto quanto dal fatto che si tratta dell’ammasso di galassie principale e dominante dell’intero Superammasso dell’Orsa Maggiore; la sua distanza è stimata sui 775 milioni di anni luce. La galassia dominante è la PGC 35872, probabilmente una ellittica gigante dato il suo aspetto circolare e forse visibile con telescopi di diametro di 400mm400 mm a salire, data la sua alta luminosità superficiale.
 
Nella sua direzione si osservano numerose galassie più appariscenti che però non fanno parte fisicamente dell’ammasso, trovandosi in primo piano: fra queste vi sono '''NGC 3737''', '''NGC 3737A''', '''NGC 3759''' e '''NGC 3759A''', tutte facenti parte di un gruppo di galassie situato a circa 260 milioni di anni luce. La maggior parte di queste sono visibili con telescopi da 300mm300 mm di diametro a salire e presentano una magnitudine integrata pari a circa 13.
 
Altri ammassi di galassie compresi nel Superammasso dell’Orsa Maggiore sono '''Abell 1270''', il più occidentale nonché uno dei più remoti, trovandosi a 940 milioni di anni luce, Abell 1291, formato in realtà da due addensamenti sovrapposti lungo la nostra linea di vista e distanti rispettivamente 700 milioni e 785 milioni di anni luce, Abell 1383, situato a 820 milioni di anni luce, e Abell 1436, a 890 milioni di anni luce. Tutti questi ammassi sono piuttosto difficili da riprendere a causa della debolezza delle loro componenti; inoltre sulla loro linea di vista capita spesso che si trovino galassie un po’ più appariscenti che però non ne fanno parte, trovandosi in primo piano.
 
A sud del Grande Carro, a circa 3 gradi in direzione nordovest rispetto alla stella χ Ursae Majoris si trova l’ultimo degli ammassi di galassie di una certa rilevanza in questo settore, '''Abell 1314'''; si tratta in realtà anche del più cospicuo e di gran lunga del più facile, dato che alcune delle sue stelle membri sono visibili anche con strumenti da 250mm250 mm di diametro, seppur con una certa difficoltà. Situato a 447 milioni di anni luce circa, quest’ammasso è evidentemente in primo piano rispetto a quelli facenti parte del Superammasso dell’Orsa Maggiore e infatti viene considerato membro del più vicino Superammasso del Leone, di cui costituisce l’estremità più settentrionale. Questo superammasso si estende per 420 milioni di anni luce, con una larghezza di circa 200 anni luce, e ha il suo centro nell’ammasso Abell 1185, situato al confine fra Orsa Maggiore, Leone e Leone Minore. La componente più brillante e più massiccia è la '''IC 712''', di tipo ellittico o forse lenticolare e situata presso il centro geometrico dell’ammasso, anche se non è evidente alcun aumento di concentrazione delle galassie membri attorno a questa galassia gigante; il suo diametro è di circa 150.000 anni luce ed è anche una galassia attiva. A breve distanza verso sudovest si trovano '''IC 708''' e '''IC 711''', due galassie molto studiate per via della loro interazione col mezzo intergalattico dell’ammasso: si tratta infatti di due radiogalassie di tipo cosiddetto “head-tail” (testa-coda), dove è visibile alle onde radio una lunga coda di gas espulso ad alta temperatura, la cui forma è stata distorta dalla collisione col mezzo intergalattico; in particolare '''IC 711''' possiede una delle code più lunghe mai individuate nell’Universo osservabile, con un’estensione che arriva fino a 2 milioni di anni luce. Fra queste due galassie si trova anche IC 709, un altro dei membri più importanti dell’ammasso. Fra le altre galassie membri, almeno una trentina sono più luminose della magnitudine integrata 16, sebbene molte di queste abbiano una luminosità superficiale piuttosto bassa. L’assenza nei dintorni di galassie situate in primo piano che alterano l’aspetto di quest’ammasso consente di avere un facile quadro d’insieme della sua reale morfologia.
 
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